Con chi stai parlando?
by sevy
Il giorno dopo
Minerva si svegliò su qualcosa di caldo, confortevole. Due forti braccia erano
avvolte intorno a lei, e poteva sentire sul mento il pizzichio di una barba, e
sul collo il respiro regolare di qualcuno. Sciocchezze, certo che sapeva di chi
si trattava. L’unica persona al mondo che profumava di limone e cioccolata, il
gusto delle sue caramelle preferite e della cioccolata calda che tanto amava.
Decidendo di non
interrompere questo meraviglioso sogno, chiuse gli occhi. Poco dopo, tuttavia,
la luce invase la stanza. Sentì un movimento sotto di lei e si costrinse ad
aprire gli occhi, puntandoli in due laghi azzurri.
“Minerva?” la sua
voce esprimeva confusione.
Guardandosi
attorno, si accorsero di non essere in alcuna delle loro stanze… erano sul
divano della Presidenza. Probabilmente si erano addormentati la sera prima,
dopo che le tre amiche se ne erano andate.
Le guance di
entrambi si colorarono color cremisi, ma nessuno dei due si mosse.
“Oh… suppongo sarà
meglio alzarci” disse dopo un po’ Minerva, senza muovere un muscolo per adempiere
alla sua frase.
“Sì, suppongo di
sì. Non vorrai che Rolanda ci trovi così.” Ridacchiò Silente.
“Tanto non ti
possono vedere” replicò la donna, troppo confortevole in quella posizione per
desiderare muoversi. Dopo poco tempo, tuttavia, raccolse tutta la sua forza di
volontà e si alzò.
“Scusa” mormorò.
“Perché? Mi sono
addormentato anch’io, se non mi ricordo male. Non è come se avessimo fatto
niente di male.” Rispose il mago.
Minerva arrossì un
poco. Fantastico, mi sono appena alzata,
ed è la seconda volta che arrossisco. Vai così, Minerva, stai andando alla
grande. Ancora un po’ e diventi di nuovo adolescente.
Dopo che si furono
cambiati e preparati per un nuovo giorno di lavoro, l’atmosfera era tornata
normale, e non c’era traccia dell’imbarazzo derivato dal giorno precedente. Anzi,
sembrava che in questi giorni da quando era tornato “dal mondo dei morti”, come
era solito definirlo Minerva, si erano avvicinati notevolmente.
Sala Grande
Quando Minerva
entrò in Sala Grande, accompagnata da un ancora invisibile Silente, stava ormai
sorridendo. Albus decise di provare a passare attraverso gli studenti (se era
invisibile, era probabile che non riuscissero neppure a toccarlo). Ci riuscì,
senza che alcuna persona al di fuori di lui e della sua vice se ne accorgesse.
Questa dovette più volte, mentre si dirigeva verso il tavolo degli insegnanti,
nascondere un risolino, nel vedere come ogni tanto il mago si comportasse
infantilmente.
“Sai una cosa,
Minerva, dovresti provarci anche tu. È la cosa più divertente del mondo”.
La strega,
dimentica di essere vicina al tavolo degli inseganti, e ormai abituata alla sua
presenza gli rispose.
“Già, ma sai, c’è
un piccolo problema, io, a differenza
tua, sono completamente viva...”
“Anch’io!”
“Rettifico. Sono
completamente viva per tutto il mondo, non solo per il mio migliore amico, e
quindi potrei avere qualche difficoltà a passare attraverso le persone. In
genere quel compito lo riservo ai fantasmi.” Sollevò un sopracciglio nella sua
direzione.
“Ehm… abbiamo
guadagnato un’audience, lo sai?” le fece notare Silente, indicando tutto lo
staff che si era fermato immobile, alcuni con la forchetta a due centimetri
dalla bocca, fissandola scioccati.
“Con chi diamine
stai parlando?” esclamò Rolanda.
“I termini,
Rolanda!” la rimproverò la severa insegnante. Albus ridacchiò. Minerva gli
lanciò uno sguardo inceneritore; risultato: Rolanda la ignorò completamente.
“Ah, questo sì che
è un buon modo per evitare le domande… ma ora voglio una risposta!” insistette
quindi, con la bocca piena. “E non osare rimproverarmi perché sto parlando con
la bocca piena.”
Di nuovo Albus dovette sorridere, sapendo che era
esattamente ciò che stava per fare.
“D’accordo. Stavo
parlando da sola, comunque. Lo faccio per tenere la mente a posto. Ora, se non
avete altri problemi, possiamo iniziare a mangiare.” Disse con un tono
definitivo per chiudere la discussione, ma sfortunatamente le sue cosiddette
amiche (ultimamente stava iniziando a dubitarlo: cioè, era davvero toccante il
loro interesse nei suoi confronti, ma, davvero, stava iniziando ad averne
abbastanza!) non erano dello stesso parere.
“E di cosa stavi
parlando con te stessa? Di fantasmi?” chiese Poppy.
“Esattamente. Ho
incontrato Pix poco fa e stavo pensando al Barone Sanguinario.” Rispose la donna.
“Certo. E hai
dovuto specificare a te stessa di essere viva”. Commentò Rolanda.
“A te non capita
mai? Quando ho fame mi sento morta, e stamattina ho molta fame”. D’accordo,
scusa molto debole. Ma che altro avrebbe potuto dire?
“Lo dimostra il
fatto che non hai ancora mangiato niente.” Fece notare Madama Bumb con uno
sguardo divertito.
“Se mi lasciaste
mangiare, forse potrei farlo”. Ritorse Minerva.
“Se ti sedessi al
tuo posto, potresti farlo ancora meglio” questa volta era stata Pomona a
parlare. La generalmente dolce Pomona aveva fatto questo commento… questo fu il
motivo per cui per qualche secondo non vi fu risposta tranne lo sguardo di
approvazione di Poppy nei suoi confronti e Rolanda che volle assolutamente
battere “il cinque” con la strega (E poi
si definiscono adulte, pensò Minerva).
“In caso non l’avessi
notato, questo è il mio posto,
Pomona.” Sibilò Minerva. Pomona, appoggiata dalle due colleghe, continuò.
“No, non è vero.
Questo è il posto del vice preside, che è Filius. Tu sei la Preside, Minerva.
Non puoi continuare a sederti lì. Non farà tornare Silente, sai!”
“No di sicuro,
dato che è già tornato!” Nel momento che pronunciò queste parole, già si pentì
di averle dette.
“Che cosa hai
detto?” incalzò Rolanda.
“Niente!” la sua
voce si era già alzata di qualche tono.
“Non è vero:
ripeti ciò che hai detto, parola per parola.” Insistette l’insegnante di Volo.
“Non ho detto
niente” ripeté l’insegnante di Trasfigurazione a denti stretti.
“Tu non pensi
davvero che sia vivo, vero, Minerva? Lo sai che non può essere. L’abbiamo visto
tutti morto, e Harry ha visto che è stato ucciso…” disse Poppy con tono
prudente. “Sei sicura che non vuoi venire per una visita nel mio studio, dopo?”
aggiunse poi con cautela.
“Non sono pazza e
certamente non ho bisogno di una visita!” disse seccamente la straga a cui Madama
Chips si era rivolta. “E ora basta, non ne voglio più sentire parlare!”
“D’accordo, ma ad
una condizione” il ghigno di Rolanda non prometteva niente di buono.
“Non ho intenzioni
di ascoltare condizioni!” replicò Minerva.
“Invece lo farai,
altrimenti sai che non ti lasceremo mai in pace… oh, a proposito, abbassiamo un
po’ la voce, stiamo attirando gli sguardi di quasi tutti gli studenti” aggiunse
con tono casuale, sapendo quanto fosse importante per la McGranitt la
reputazione con gli studenti, necessaria per mantenere un po’ d’ordine.
“Vi sto
ascoltando” ma, quando vide il sorriso compiaciuto sul volto di Rolanda, si
affrettò ad aggiungere: “Ma non ho ancora accettato”.
“E’ come se lo
avessi fatto, cara.” Minerva espresse il suo fastidio per il termine
vezzeggiativo con un gesto irato della mano.
“Ah, solo Silente
ti può chiamare “mia cara”? Buono da sapersi” Se gli sguardi potessero
uccidere, Rolanda sarebbe morta sul colpo.
“Pensavo volessi
dirmi la tua condizione”
“Ah, è molto
semplice: acconsentirai a tenere la festa da ballo che si terrà domani qui ad
Hogwarts e vi parteciperai!” esclamò la strega, allegra.
“CHE COSA?” poi,
lanciando un veloce sguardo verso gli studenti, aggiunse a voce più bassa: “Che
cosa? Organizzare una festa da ballo? Ti
ricordi che Hogwarts è una scuola, vero? Non una sala da ballo!”
“Oh andiamo,
Minerva, gli studenti sono appena rientrati dalle vacanze di Natale, meritano
di divertirsi un po’. Inoltre ricorda l’accordo… se non acconsenti ti
rovineremo la vita!” l’entusiasmo di Rolanda non si era abbassato neppure di un
po’.
“Suppongo io non
abbia molta scelta, vero?” sospirò la McGranitt.
“No, non ce l’hai”
confermarono le tre in coro, aspettando con il fiato sospeso.
“D’accordo,
d’accordo. Ma è l’ultima volta che cedo. E organizzate tutto voi, non voglio
averci niente a che fare. E non voglio che ci sia niente di poco appropriato,
chiaro?” disse in tono severo.
“Certo, certo. Ah,
Minerva?”
“Sì?” sbuffò
irritata.
“Mettiti il
vestito rosso che ho messo sul tuo letto”
“Tu… avevi già
organizzato tutto! L’avresti fatto comunque… è stata tutta una scusa! Mi hai
imbrogliata!” boccheggiò Minerva. Silente, vicino a lei, si stava sbellicando
dalle risate.
Gli studenti si chiedettero per mesi cosa aveva spinto la severa professoressa McGranitt ad inseguire una ridente Rolanda Bumb fuori dalla Sala Grande, bacchetta alla mano.
Avviso: dopo questo capitolo ci metterò probabilmente molto più tempo per aggiornare, in quanto sarò terribilmente (sì, non ho sbagliato termine: terribilmente) occupata con la scuola. Quindi, vi avviso fin d'ora. Tuttavia sono a metà del prossimo capitolo, per cui c'è una discreta speranza di successo (prima o poi).
Venendo ai ringraziamenti:
Ringrazio tutti coloro che hanno messo la fic fra i seguiti e i preferiti.
Grazie a:
marik1989: Suppongo che questo capitolo ti confermerà nelle tue idee sulla nostra professoressa di volo preferita. Ti farà piacere sapere che Minerva la pensa esattamente come te riguardo a Rolanda. :D Però, in fondo, nonostante il suo tatto del tutto assente e le sue maniere che lasciano un po' a desiderare, è una buona amica, e fa tutto nel suo interesse (anche se a volte non sembra).
fa92: grazie mille, ricevere commenti come il tuo rasserena la giornata! Anche a me piaceva particolarmente quella frase. Sono contenta che tu l'abbia notata.
dublino: grazie, grazie, grazie e grazie! Spero di aver reso il concetto. Riguardo al P.S.... be', lo so che sono cattiva, ma dovrai aspettare ancora un po' per saperlo (2 o 3 capitoli). Sappi che quando lo scoprirai, la storia sarà, se non finita, quasi finita. Perciò... pazienza! :D