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Autore: Naco    06/01/2010    5 recensioni
“Quindi abbiamo ancora tempo per preparare tutto!”
Chiaki era visibilmente impallidito: “Tutto cosa?”
“Ma l’arrivo della Befana italiana per i bambini del palazzo, no?”
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UNA DOLCE NOTTE PARIGINA


Chiaki sospirò e si portò una mano sulla fronte, rassegnato.
Non era possibile. Cioè, in realtà, sì, lo era. Perché, per quante volte si fosse convinto di aver visto ormai tutto, lei era sempre riuscita a dimostrargli che non c’erano limiti alla sua follia. E quella volta, le cose non sarebbero state affatto diverse.
E dire che il bello era proprio che, quella volta, la colpa non era tanto di quella pazza esaltata della compagna della sua vita, ma irrimediabilmente sua e si chiese perché non avesse avuto l’accortezza di chiudere quella dannata bocca, invece di mettersi a raccontare episodi che potessero mettere in moto la sua folle mente. Almeno in quel momento si sarebbe trovato a casa sua, al caldo, davanti a un camino scoppiettante a preparare i prossimi pezzi che avrebbe diretto, invece di girare come un pazzo per Parigi alla ricerca di caramelle, cioccolate e carbone. E se per i primi una pasticceria aveva risolto la questione, diverso era stato per il carbone: non avendo trovato quello dolce che aveva visto in Italia, era stato costretto a recuperare del carbone vero, chiedendo aiuto agli spazzacamini della città. Che ovviamente gliel’avevano ceduto volentieri, ma guardandolo come se fosse un pazzo; non che lui la pensasse diversamente circa la persona che aveva organizzato tutto quello, sia chiaro. Sperò soltanto che non si lamentasse del cambiamento; del resto, mica poteva andare in Italia solo per una sciocchezza del genere – ovviamente avrebbe evitato di farglielo notare, sia mai che glielo chiedesse davvero – ma, conoscendola probabilmente avrebbe solo modificato un po’ i suoi piani, gli occhi scintillanti per la nuova idea che immediatamente si sarebbe già presentata nella sua mente contorta. O magari avrebbe lasciato perdere. No, era escluso: sarebbe stato troppo semplice, troppo facile e così terribilmente troppo poco da lei.
Sospirò e si maledisse ancora una volta, ripercorrendo ancora una volta quella famosa sera con la mente.
Faceva freddo, indubbiamente. Una di quelle giornate in cui si preferirebbe stare a casa, al calduccio, in cui il vento gelato ti sferza il viso e la punta del naso sembra diventare un piccolo ghiacciolo.
Era il primo gennaio e la neve era caduta ancora sulla città; Tanya e Kuroki avevano organizzato una festa di Capodanno con tutti gli amici del palazzo in cui avevano vissuto per tanti anni e, per una volta, anche lui, che odiava cordialmente quei momenti ludici, si era lasciato trascinare in quella euforia.
Erano tornati a casa a piedi e, una volta lì, avevano acceso il camino per riscaldarsi un po’ prima di andare a letto e si erano accomodati proprio accanto, per assaporare fino in fondo il tepore prodotto dal focolare; lei aveva appoggiato la testa sulla sua spalla, mentre lui si era sistemato sul divano con il braccio sulla spalliera per stare più comodo.
Nodame, quella sera, fu stranamente silenziosa, probabilmente perché troppo stanca a causa della serata, o per l’ora tarda e forse fu proprio questa situazione così atipica e il calore del fuoco che lo spinsero a lasciarsi andare un po’ più del solito.
“Il fatto che tu sia così tranquilla, adesso, mi fa dedurre che ti sia divertita.” Aveva infatti commentato.
Nodame aveva annuito, rianimandosi un po’. “Sì, è stato divertente. C’erano proprio tutti, anche i bambini!”
“Effettivamente, questo mi ha sorpreso: non era Tanya a dire che i bambini fanno sempre troppo casino?”
“Forse si sta abituando per quando diventerà mamma anche lei!”
Chiaki si era lasciato scappare un sorriso, pensando al pancione più che evidente della ragazza russa e per un attimo la sua mente aveva sovrapposto l’immagine di Nodame in quello stato; scacciò subito il pensiero: avrebbe davvero voluto tante piccole Nodame in giro per casa?
“Lo sai che in alcune zone dell’Italia non è Santa Claus a portare i doni ai bambini, come da noi, ma una vecchietta brutta a cavallo di una scopa?”
La ragazza si era staccata un attimo da lui per voltarsi a guardarlo: “Davvero?”
“Sì. Si dice che sia una vecchia brutta e vestita di cenci, con un cappello a punta nero in testa, come le streghe e che, sulla sua scopa, viaggi tutta la notte per portare i doni ai bambini. Se questi sono stati buoni, regala una calza piena di caramelle e cioccolatini; altrimenti lascia loro del carbone.”
Gli occhi di Nodame stavano luccicando di curiosità e stupore. Avrebbe dovuto capirlo allora che era arrivato il momento di fermarsi; tuttavia, la sua espressione così felice lo colpì dritto al cuore e così continuò il suo racconto: “Passa la notte dei sei gennaio. Nel calendario cristiano, si festeggia l’Epifania, ossia l’arrivo dei Magi alla grotta dove si trovava Cristo appena nato. Erano stati guidati da una stella cometa e gli portarono in dono oro, incenso e mirra.”
“Ma che vuol dire Epi…. Epi…”
“Epifania? Viene da una lingua antica, il greco, e significa apparizione, manifestazione,. Perché in quel giorno Il Cristo si mostrò per la prima volta ai Magi.”
“E che c’entra la vecchia con la storia dei Magi?”
“E’ solo una leggenda. Si dice che i Magi, cercando la strada, si siano fermati a chiedere aiuto ad una vecchietta, pregandola di accompagnarli; questa si rifiutò, ma poi, pentendosi, provò a seguirli, ma non riuscì a trovarli. Così, lungo la strada donò a tutti i bambini delle case che incontrava i dolci che aveva nel suo cestino e che avrebbe dovuto portare con sé. Secondo altre tradizioni, il sei gennaio invece si festeggiava Madre Natura che diventava una vecchietta per farsi bruciare e rinascere a nuova vita; prima però distribuiva i suoi doni, ossia i semi per il nuovo raccolto. Poi la tradizione cristiana si sarebbe sostituita a quella preesistente, fondendosi. Qui in Francia comunque la festa è diversa: si fa semplicemente un dolce e in esso si nasconde una fava; chi la trova, diventa il re della festa.”
C’era stato un lungo attimo di silenzio, talmente tanto esteso che Chiaki aveva pensato che Nodame si fosse addormentata, annoiata dal suo racconto; invece, ad un certo punto, la ragazza si era girata ancora verso di lui, gli occhi infiammati da quella luce che il ragazzo conosceva bene e temeva in egual misura “Quindi… se non ho capito male, questa festa si festeggia il sei gennaio…”
“Nodame, cosa stai…?”
Ma lei era già balzata in piedi, felice: “Quindi abbiamo ancora tempo per preparare tutto!”
Chiaki era visibilmente impallidito: “Tutto cosa?”
“Ma l’arrivo della Befana italiana per i bambini del palazzo, no?”


Al suo secco rifiuto di collaborare ai suoi progetti, di cui aveva imparato da tempo a non fidarsi, Nodame aveva ribattuto che no, non doveva preoccuparsi: lui doveva soltanto recuperare i dolciumi e un po’ di carbone e che al resto ci avrebbe pensato lei. Chiaki, ovviamente, non le aveva creduto neanche per un secondo, perciò era rimasto a dir poco sconvolto quando si era accorto che, effettivamente, la ragazza non aveva più richiesto il suo aiuto – che già gliene aveva fatte passare di tutti i colori, comunque – ma che, dal giorno seguente, era praticamente sparita. Non che lui le avesse mai chiesto che cosa facesse: aveva troppa paura che la sua curiosità fosse scambiata per interesse a tutto quello e che, di conseguenza, lei gli desse altri compiti ancor più gravosi.
Da Kuroki aveva scoperto che era riuscita persino a convincere Tanya a partecipare alla sua folle idea e più di una volta l’oboiste le aveva viste confabulare con la proprietaria del palazzo su qualcosa che a lui non era permesso sentire, e Chiaki si era chiesto se non preferisse la vecchia Tanya che odiava i bambini a una che si lasciava trascinare dalle follie di sua moglie.

*

La sera fatidica, i bambini arrivarono tutti per le otto, con la scusa che Nodame, in un momento di grande produttività artistica, visto l’enorme successo che la sua Moja Moja Suite aveva riscosso tra i piccoli, aveva scritto un’altra opera in loro onore e che voleva farla ascoltare.
La serata procedette in allegria e la mezzanotte giunse senza che loro se ne fossero minimamente accorti; Tanya, per l’occasione, diede persino fondo alle proprie abilità culinarie, preparando un dolce tipico delle sue terre; anche Nodame si offrì di cucinare qualche sua specialità, ma un imperativo “Del cibo mi occupo io; tu pensa a tutto il resto!” riportò l’attenzione della ragazza verso altri interessi, con visibile sollievo generale.
Erano più o meno le dodici meno un quarto quando Tanya chiese ai ragazzini se desiderassero ascoltare qualche altro pezzo; persino Chiaki si unì a lei e a Kuroki con il suo violino, evento più unico che raro e che strappò un “Evviva!” generale; lui sbuffò, ma un’occhiata eloquente di Nodame gli fece comprendere che in fondo non doveva lamentarsi troppo, visto che quella volta non aveva avuto altri compiti da svolgere.
Quando i primi rintocchi di Notre Dame annunciarono l’arrivo del nuovo giorno, le luci finalmente si spensero e la musica cessò. Inizialmente i più piccoli gettarono gridolini allarmati; quando però le luci si accesero un silenzio carico di meraviglia bloccò i presenti: davanti ai loro occhi era apparsa una donna vecchia, brutta – bruttissima! – con una lunga veste lacera, un cappello a punta a mo’ di strega e un naso lungo e un po’ deforme; sulla spalla destra portava un sacco a forma di calza, mentre nella sinistra aveva una ramazza.
“Chi sei, vecchia signora? E cosa vuoi da noi?” chiese Tanya stando al gioco, prima che i bambini, riavutisi dalla sorpresa, potessero reagire male e scoppiare a piangere.
Nodame non rispose, ma guardò ad uno ad uno i piccoli. “Sono venuta per loro.” Spiegò.
I ragazzini si fecero attenti.
“Ho saputo che questi bambini sono stati molto buoni quest’anno e sono venuta per portare loro dei regali.”
Le espressioni serie dei piccoli si sciolsero presto in un sorriso.
“Però…” aggiunse la donna “ho anche sentito dire che qualcuno di loro è stato cattivo e quindi mi vedo costretta a dargli una punizione esemplare!”
Il sorriso scomparve immediatamente dalle loro labbra. Soddisfatta, Nodame si pose davanti al primo bambino.”Tu, per esempio. Mi hanno riferito che hai aiutato una vecchietta ad attraversare la strada.”
Il bimbo annuì solo con il capo.
“Per questo motivo, ho un regalo per te!” e, detto questo, estrasse dal sacco una decina di caramelle e le depositò tra le mani di un ragazzino felice e sorridente.
“Tu, invece!” si voltò verso un’altra bambina, un po’ più grande “Mi hanno detto che hai disubbidito alla mamma, l’altro giorno!”
La ragazzina era sul punto di scoppiare in lacrime.
“Tuttavia, hai anche consolato un’amica che stava piangendo, anche se lei il giorno prima ti aveva fatto un dispetto; per questo motivo, ti perdono!”
Gli occhi della bambina si asciugarono in fretta quando alcuni cioccolatini piovvero nelle sue piccole mani.
Chiaki osservò Nodame distribuire i suoi regali nei panni della befana a tutti i bambini e pensò che, se non avesse intrapreso la carriera musicale, forse, quella dell’insegnante sarebbe la sua unica possibile alternativa. Certo, magari avrebbe dovuto imparare ad evitare di cacciare sé e gli altri nei guai con le sue assurde e folli idee; però sapeva davvero farci con i bambini e lo dimostrava il fatto che, nonostante fosse abbastanza chiaro che tutti avrebbero ricevuto qualche dolcetto in regalo dalla vecchia signora, riusciva comunque a tenere viva l’attenzione dei bambini, a farli sorridere quando ricevevano il premio promesso, o a farli rattristare, anche se per poco, quando veniva scoperta qualche loro marachella.
Il filo dei suoi pensieri si interruppe quando proprio Nodame si mise davanti a lui e lo guardò fisso; per tutta risposta, lui sostenne lo sguardo, curioso.
“E adesso veniamo a te. Ho saputo che sei stato molto cattivo quest’anno!”
“Uh?”
“Proprio così! Non hai permesso alla tua dolce mogliettina di scattarti delle foto mentre facevi la doccia!”
Che diavolo stava blaterando adesso?!
“E quindi?” Era sinceramente sorpreso.
“Quindi, meriti tanto carbone!”
“Cosa?”
E Nodame riempì le sue mani di tanti cubetti neri, quelli stessi per cui lui aveva girato mezza Parigi e aveva fatto figure talmente vergognose che non si sarebbe fatto più vedere da uno spazzacamino per almeno cent’anni.
Non che la cosa gli desse fastidio, eh; non era un bambino, lui, sapeva perfettamente che stava scherzando, lei. Forse chiedere un po’ di riconoscenza sarebbe stato troppo, anche se avrebbe preferito evitare di fare quella figuraccia davanti ai suoi amici e a una serie di mocciosetti che ridevano fino alle lacrime.
“Però… so che tua moglie ti vuole tanto, tanto bene anche così! Gyaboo!” e detto ciò, si tolse il cappello e il naso finto e gli buttò le braccia al collo, schioccandogli un bacio sulla guancia.
Chiaki sospirò, ancora una volta, sconfitto: anche lui, proprio come avevano fatto poco prima quei ragazzini che adesso li applaudivano festanti, era cascato per l’ennesima volta nel giochetto della sua personale Befana Nodame.

Fine


Note dell’autrice
Questa storia partecipa alla Befana Challenge, indetta da Fanworld.it.
Questa fanfiction è molto particolare, perché ha visto la luce in due tempi, mentre andavo e tornavo da Salisburgo, dove ho passato il Capodanno, mentre ero in pullman, tra un capitolo e l’altro del L’amuleto di Samarcanda, di Stroud (e se non sapete di cosa si tratti: leggetelo, perché merita! *_*). Vista la fretta che ci ho messo per batterla al pc prima della chiusura della challenge, sicuramente saranno capitati alcuni errori: non è mia abitudine, visto che di solito leggo fino alla nausea, ma, se per caso li trovaste prima della mia prossima revisione (che avverrà il prima possibile), vi sarei grata se me li indicaste.
Che dire? Sono felice di aver scritto ancora su questo fandom, che io amo, e su questo coppia, che io adoro. Il finale che ci ha regalato l’autrice mi ha deluso un po’, visto che non ho capito bene cosa ne sarà di quei due, ma la mia fantasia ha piena fiducia nel loro amore!
Ah, sappiate che prima di scrivere questa storia non avevo idea di cosa c’entrasse la Befana con i re Magi, ma finalmente l’ho scoperto! XD San Google delle Ricerche! XD Tutto il materiale in proposito l’ho preso da lì e se ci sono errori, vi prego di comunicarmelo subito, così da poter apportare le dovute modifiche.
   
 
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