Chronicles
of Ravnica
- The
Elvan Power -
L’alba di un domani
I raggi solari cominciavano a fare capolino
dall’orizzonte e una rara atmosfera di pace si protendeva per tutta la radura
circostante, incurante dei mille problemi che quel mondo stava affrontando.
Erano passati cinque giorni da quando si
sentiva parlare delle incarnazioni elementali, ma si sapeva con certezza che le
informazioni che erano state trapelate possedevano una verità indiscutibile.
In tutta la regione ravniciana non si faceva
altro che parlare dei “salvatori”, coloro i quali possedevano dentro di loro il
potere di un elemento, coloro che avevano scelto di rendersi utili per
salvaguardare il loro mondo, coloro che erano e che tutt’ora sono le
incarnazioni degli elementi.
Il popolo non sapeva ancora che di strada ne
avrebbero dovuta fare prima di poter dar vita alla truppa d’elite, però il solo
pensare che esistevano delle figure sulle quali poter contare era un conforto
inimmaginabile.
Precisamente cinque giorni or sono, all’interno
della fortezza di Soldimora, successero degli avvenimenti che avrebbero
probabilmente destato grandi problemi al realizzarsi del sogno utopico. Infatti
ci fu una fuga, una fuga inaspettata, una fuga pericolosa...
Un esemplare di razza elfica fuggì di punto in
bianco per ragioni che solo lui poteva sapere, soggiogando il suo fratello
maggiore in qualche arcano modo. La cosa era molto strana dal momento che il
maggiore era un abile assassino e maestro della furtività.
Ma Sorah riuscì ugualmente a scappare da
lui...
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Sorah, in tutto il suo splendore, correva a
tutta velocità verso l’unica meta sulla quale poteva riferirsi, la capitale
elfica Babylon.
Là avrebbe trovato probabilmente delle
indicazioni o magari delle informazioni che gli potessero essere utili per il
suo fine sconosciuto: sarebbe dovuto andare dall’unica persona che poteva
sapere qualcosa, nonché suo padre.
Non passò molto tempo prima di intravedere ciò
che era rimasto della sua città, un cumulo di macerie intervallate da edifici e
pile di persone ormai morte, tra le quali spuntavano numerosi pezzi di corpi
dei Nezumi, creature subdole dalle sembianze di enormi ratti...
“Per
quale motivo non vedo segni di vita?” pensò il piccolo preoccupato...
In realtà era lecito che si preoccupasse, ma
allo stesso tempo era anche titubante nell’addentrarsi in quella città
apparentemente fantasma.
Tentò comunque di avvicinarsi, nonostante le
sue paure, stando ben attento a non dare nell’occhio dal momento che non era
sicuro che fosse tutto desolato...
In fin dei conti lui sperava che alcuni si
fossero salvati, altrimenti la razza elfica avrebbe avuto un forte calo di
esemplari...e ciò non era un bene.
Una volta superati i cancelli d’entrata, si
rassicurò nel vedere gente che trascinava i corpi in pile, fu per questo che
corse incontro a loro impulsivamente sorridente...
« Ehi, voi... è un piacere immenso vedervi
vivi... » urlò il piccolo incosciente...
Erano elfi. Gli elfi di Babylon sopravvissuti.
Senza pensarci due volte gli puntarono gli
archi addosso incitando a non muoversi
« Identificati, immediatamente...hai tre gocce
di rugiada a disposizione... » disse uno degli elfi
« Ma io... » Sorah era spaesato, non capiva
cosa stesse succedendo, o almeno non capiva il perché stesse succedendo...cercò
di dire qualcosa ma lo fermarono
« due gocce... » continuò a dire lo stesso
individuo di prima tendendo di più l’arco
« Io sono il figlio del vostro capo, idioti! »
prese parola e posizione il piccolo stufo di quel trattamento...non voleva più
sentirsi inferiore a nessuno...
« Oh, ma davvero?... » rispose beffardo
l’arciere mentre tendeva ancora di più il suo arco, e più lo faceva e più gli
altri lo seguivano... « ...peccato che sia morto molto tempo fa...moccioso. E
comunque ti è rimasta una sola goccia... »
« Stammi bene a sentire spaccone di un elfo,
io sono Elvan Sorah, il figlio del tuo capo, nonché l’Anziano del villaggio, se
voglio posso farti passare i peggiori attimi della tua vita, mi basta chiamare
Garrett e ti farà ricredere sulla tua vita e su tutto il resto. Non azzardarti
mai più a rivolgerti in quel modo a me, hai capito, pallone gonfiato? E se
proprio non ci credi vai a chiamare Elvan Rishma Elidar IX e portalo qua, così
capirai cosa stai facendo e con chi stai parlando... » sputò tutto d’un fiato
il piccolo impavido...
« Questa era la tua ultima
possibilità...idiota... » Tese l’arco ancora di più, quasi al massimo. Era
pronto per scagliare la freccia, così come ogni altro arciere li attorno a
lui...
« Deponete gli archi immediatamente,
stolti...avete forse perso il senno? »
Una voce possente e carismatica interruppe
l’operato di quei pochi elfi che stavano per massacrare il piccolo Sorah con
una tempesta di frecce. Ma chi era quella persona?
“Non ci
credo...questa voce la conosco...” pensò il giovane Sorah...
« Bentornato a Babylon, mio principe...chiedo
umilmente perdono per ciò che avete subito. Invero non potevano riconoscervi in
questo momento...cercate di capire... » disse l’anziano elfo
« Valkas! » esclamò il giovane elfo... « Tu?
Tu che mi dai una mano? »
« Qual è il problema, mio principe? »
« Il problema? Tu sei il sommo druido di
Babylon, tu sei il padre di Tibah, tu mi hai rovinato la mia infanzia, tu mi
hai portato via dalla città, tu hai tradito mio padre! »
« E’ vero...lo feci...ma i tempi cambiano, e
le persone anche. Mio principe sono rammaricato del dolore che vi ho
provocato...sono ai vostri ordini. »
« Non me ne frega un emerito cavolo! Portami
da mio padre, ora! »
« Come desiderate... » accennò un inchino e mi
fece segno di seguirlo...
Fece un cenno al resto degli elfi, i quali
tornarono increduli ai loro lavori.
La città era distrutta e non potevano farci
nulla, d’altronde i Nezumi, da sempre, sono avversari brutali e forti...
« Avete svolto un buon lavoro, mie cari
fratelli, continuate a tenere d’occhio la zona... »
Lipperlì non capì cosa volesse insinuare
dicendo così agli altri elfi, ma lo avrebbe capito più avanti.
Oltrepassarono tutta la città, fino al
Gransantuario, completamente intatto.
Entrarono...
« Ti aspettavo... »
« Papà...come stai? »
« Molto bene, direi, non ho un graffio...sono
forte sai? »
« Ma dai... » Sorah si disegnò sul volto un
espressione di ovvietà
« I miei servigi non sono più richiesti per
ora, erro? » disse Valkas verso Rishma...
« Si, puoi andare mio caro...grazie per aver
scortato mio figlio da me... » sorrise...poi Valkas se ne andò...
« Papà. Ora che siamo solo io e te devo
parlarti di alcune cose... »
« Tranquillo, so già tutto Sorah...però non
posso esserti molto d’aiuto... »
« Devi papà...sei l’unico su cui posso fare
affidamento...e io DEVO farcela... »
« Capisco...in tal caso...potrebbe esserti
utile questa informazione: non molto tempo fa ho sentito parlare di un certo
individuo che possiede una strana forza... »
« Che tipo di forza? »
« Eh...è questo il problema...non si tratta di
forza fisica e secondo me nemmeno di forza spirituale...diciamo che utilizza
l’acqua per fare tutto ciò che può. »
« Quindi mi stai dicendo che è possibile che
sia una delle incarnazioni? »
« Supponiamo che, questa persona non lo
sia...cosa ne avresti ricavato? »
« Eh...niente...ma sicuramente sa qualcosa,
non credi? »
« Sorah, ho i miei dubbi...perché non lasci
perdere questa follia? Rimani qui, ricostruiamo la nostra città assieme... »
Ci fu un momento di silenzio e Sorah si
disegnò sul volto uno sguardo serio e deciso, fissando un punto nel vuoto, come
se stesse pensando a qualcosa...
« Questa città non è più la mia città. Ho dei
doveri, e dei progetti, ma non includono Babylon. »
Si fermò solo un istante per voltare lo
sguardo verso il padre...
« Sono cambiate molte cose. Io stesso sono
cambiato, tu, Varkas...Garrett...e Babylon è perduta ormai. Come puoi chiedermi
di rimanerti al fianco se tu non sei mio padre? »
« Sorah cosa stai dicendo... »
« Dimmi chi sei o ti ammazzo...e non ci penso
due volte... »
« Ohi ohi calmati...che ti prende? »
« Dimmi chi sei...è la tua ultima goccia... »
« Ma come ti permetti, stupido elfo
impertinente! »
Sorah sorrise... « Ecco, avevo ragione io, non
sei mio padre...e sei caduto nella mia trappola... »
Rishma cominciò a parlare una lingua strana e
le sue mani cominciarono ad accendersi di una luce fioca...
« E credi che io ti lasci andare via così
facilmente, moccioso? HAHAHAHA... » esclamò lanciandogli contro una sfera di
luce fioca, la stessa luce che aveva tra le mani, la stessa che ora lo stava
imprigionando...
Mani e piedi erano legati, non poteva
muoversi...
« Vigliacco! Combatti contro di me da vero
elfo, se mai sei uno di noi! »
« Hahahaha la tua arroganza mi piace,
piccoletto...ho una irresistibile voglia di vedere come viene fuori una fusione
tra te e un giovane Nezumi... » estrasse un coltello da dietro il vestito e si
avvicinava lentamente al piccolo con un ghigno di felicità maniacale...
« La tua pelle...il tuo corpo...ora mi
appartengono, la voglio....è MIA! Hahahahaha...morbida e profumata pelle
elfica...stara molto bene addosso al mio figliolo... »
Il coltello stava per affondare la carne
dell’elfo, sempre di più...sempre di più...
La sfiorò, facendolo sanguinare. Lo aveva
ferito lievemente sul petto, in prossimità del cuore...
« Lasciami andare e combatti brutto stronzo,
fammi vedere di che pasta sei fatto e non fare il codardo... » Sorah cominciò a
emanare un piccolo bagliore fioco, molto più fioco della luce che lo teneva
saldamente legato, come se avesse delle catene.
« E ora muori...moccioso!... » parole come
veleno uscirono dalla bocca di quella creatura ancora indefinita « Ghuyaahh!! »
Urlò. Erano urla di dolore...quell’orrenda
creatura stava urlando dal dolore...e Sorah non capiva che cosa stesse
succedendo. Poi con un accurata visione delle cose, notò una specie di lancia
di ghiaccio trafiggere il corpo inerme di quella creatura, la quale stava
sanguinando spaventosamente di un liquido nero misto viola, che corrodeva il
pavimento man mano che usciva...
« Per l’amor del cielo, sei tutto intero? »
Una voce...
molto...
molto...
molto...
famigliare...
« Chi sei? » disse Sorah col cuore in gola,
non aveva ancora riconosciuto quella voce, ma il suo cuore batteva
fortissimo...
La figura non si vedeva ancora, era in
penombra ma dopo qualche secondo, dopo essersi avvicinata, questa figura
cominciò a vedersi sempre più.
Aveva i capelli totalmente neri e che gli
scendevano dritti fino alla fine del collo, occhi neri e pieni di paura, ma
decisi. Indossava una strana tunica piuttosto appariscente, marchiata
dall’inconfondibile simbolo druidico Babylonese, il lupo ululante...e aveva un
bastone con una gemma blu incastonata alla sua estremità superiore...
« Ehi, tutto bene? A momenti quello ti
uccide... »
Aveva l’aspetto di un uomo di 15 anni non di
più. Ma le sue orecchie...erano puntute...
« Chi sei, da dove vieni, sei un elfo? Per
favore dimmelo! » Sorah era inspiegabilmente preoccupato
« Chi sono non lo ricordo, se non che vivevo
qui...sempre che ti interessi saperlo... »
« Nient’altro? »
« Che altro vuoi sapere...si, beh...sono un
druido fondamentalmente e...da poco ho acquisito un potere derivante
dall’acqua...strano eh? » sorrise come se volesse rompere il ghiaccio in tutti
i sensi...
« Sei un incarnazione? »
« Ehm...cioè...boh...cos’è un incarnazione? »
« Un incarnazione elementale è quando il
potere di uno degli elementi si incarna in una creatura, facendo nascere
l’incarnazione... »
« Ah beh...se la metti così allora credo di
poterti dire di si...credo... »
« Non ti ricordi nient’altro? »
« Ehm...oltre a quello che ho fatto da
cosciente, mi ricordo un nome ma non è il mio però... »
« Dimmi quel nome! »
« Aspetta...iniziava per esse...credo fosse
Sorah...o forse no... »
Il piccolo cominciava a connettere, spalancò
gli occhi e i suoi ricordi riaffioravano tutti quanti, tutti in una
volta...dolorosi e felici...
« Che ti prende? »
« Io...il...io mi...il mio nome è...io mi
chiamo, si io mi chiamo Sorah! »
« Ah si? Beh...dunque...ehm...COOOOOOOSA?? »
« Si si io sono Elvan Sorah e ti conosco, sei
troppo famigliare... »
« Fai conto che sono circa ottant’anni che ti
cerco...sai io abitavo qui a Babylon, e ho pensato, magari se torno là mi
ricordo qualcosa di più, ma è rasa al suolo da allora... »
« Tu! Tu sei...il nome Varkas ti dice niente?
»
« Varkas?...Mhh...dunque fammi pensare...ah
si! E’ mio padre...hehehe era il sommo druido di Babylon... »
« TIBAAAAAAAAH!!!!!!!! » Urlò Sorah in
lacrime... « Tibah sei tu! Credevo fossi morto! » continuò...
Nel frattempo, più passavano gli attimi, più
il legame luminoso attorno agli arti del piccolo elfo svaniva, probabilmente la
magia usata da quella creatura orrenda sarebbe svanita con la sua morte...
« Tibah io ti amo! Ti ho sempre amato e non ho
mai smesso di pensare a te! Quando mi hanno detto che eri morto volevo morire
con te! Oddio...Tibah... » la voce del piccolo Sorah era spezzata dal pianto,
un pianto di dolore misto a una grandissima felicità. Se avesse potuto avrebbe
tolto il suo cuore dal corpo per donarlo alla persona li d’innanzi a lui, il
suo amato Tibah, l’elfo che lo aveva conquistato, l’unico che era stato in
grado di provare un sentimento forte per lui, un sentimento che ora non
esisteva più...forse...
Appena l’effetto delle catene luminose svanì,
il piccolo elfo si scagliò su Tibah dandogli un abbraccio talmente forte da
togliere il respiro.
Tibah lo spinse via spalancando gli occhi... «
Huuaaaaaaaagh!! » urlò tenendosi la testa... « La mia testa! Mi sta scoppiando!
» indietreggiò...
« Tibah...che ti prende...? »
Il corpo del druido cominciò a brillare di una
luce azzurrina limpida, molto intensa.
“ Merda!
Quella luce è... “
« Sorah...mi sta tornando la memoria... »
disse sofferente mentre il bagliore colorato lo inghiottiva
« Così finirai per ucciderci! Ti prego stai
calmo! Tibaaaaah! » corse nella luce abbracciandolo...
La luce svanì frettolosamente...
Tibah era in piedi ad occhi chiusi...
« Tibah...? »
« Si Sorah, dimmi... » sorrise tenendo gli
occhi chiusi
« Cos’è successo? »
« L’acqua ha il potere di lavare via e
trasportare conoscenza, offende e difende, così è successo...hai capito? » gli
mise una mano dietro la testa accarezzandolo... « Sei...cresciuto...mio piccolo
germoglio... » sorrise di nuovo
« Tibah...ti amo. »
« Sorah...non puoi stare al mio fianco... »
disse freddo il druido...
Il piccolo elfo invece spalancò gli occhi.
« P-Perché? »
« Correresti troppi pericoli, hai già
rischiato di morire più di una volta... »
« Ma...ma...ma... »
« Niente ma per favore...ti prego, è già
difficile dirti quello che sto per dire... »
Sorah si mise a piangere e si abbandonò a
terra... « Non può essere... »
Tibah si morse un labbro «
Sorah...ascolta...io porterò a termine il compito per te, tu devi rimanere al
rip...huagh! » Tibah cadde a terra con una lama conficcata per terra che gli
prendeva anche il vestito...
« Stai lontano da Sorah, idiota di un druido,
giuro che se dici anche una parola di più ti ammazzo nel più brutale e doloroso
modo che conosco... »
« Tu chi diavolo sei? » chiese Tibah
minaccioso...
« Il tuo peggiore incubo, il protettore di
colui che ti ama, di colui che darebbe il cuore in mano al Chaos per te se
fosse necessario... »
Sul volto di Tibah apparve uno sguardo di
terrore... « Tu...quella luce...tu sei...un incarnazione elementale...!! »
« L’incubo è appena iniziato, stronzo! Non ti
permetterò di portarmi via l’unica persona che davvero mi importa al mondo... »
« Elvan Garrett...l’assassino più rinomato e
abile del mondo...non c’è dubbio, sei tu! »
« Il tuo incubo sta continuando a
palesarsi...ed è solo la prima parte...Tibah! » sogghignò...
« Che vuoi da me? »
« Ora che hai recuperato la memoria sei
indispensabile, fai un solo passo falso e ti uccido. Per il resto ora gli ordini
li do io, punto e basta. »
« Ma chi ti credi di essere? »
« Bada a come parli, non puoi nulla contro di
me, conosco tutti i tuoi punti deboli... »
« Maledetti....io vi uccido entrambi.... »
sibilò Sorah in un momento di silenzio.
Il suo corpo cominciò ad emanare una
luminescenza candida, ma ancora fioca...
« Con che diritto giocate con la vita altrui?
»
Si alzò in piedi, i suoi occhi erano
totalmente cambiati. Il colore era cambiato: un bianco ghiaccio « Datemi un
solo motivo per cui non dovrei eliminarvi in questo momento... »
Ora le iridi si colorarono di sangue, un
cremisi intimidatorio simbolo di una rabbia presente e feroce...
Garrett indietreggiò.
Il druido si affrettò ad allontanarsi.
« Vi faccio paura? Cos’è che vi spaventa, il
mio potere? »
« S-Sorah ora cerca di calmarti... »
« NO! » emise un urlo che era accompagnato da
un flash luminoso che fece rimbombare tutta la stanza provocando una lieve
scossa...
« La luce...è bianca...onde sonore, luce
abbagliante...la vita...cazzo ma perché non ci sono arrivato prima! » esclamò
Garrett il quale cominciò ad aumentare la sua aura di oscurità.
« Sorah, sono io l’unico che può stari al
fianco, siamo complementari...guarda tu stesso cosa fanno le nostre auree... »
« Fai silenzio, tu mi hai sempre ostacolato...non
hai mai voluto accettare che io potessi provare un sentimento forte per
qualcuno diverso da te... »
« Ma che stai dicendo? Sei impazzito? »
« IO IMPAZZITO??? » egli emise un altro
bagliore che per un istante coprì l’oscurità di Garrett « Io sono stanco di
avere tra i piedi persone che ti plagiano, che fanno di te una persona diversa
da quella che sei. Per cui ti tolgo di mezzo così ho una preoccupazione di
meno... »
« Sorah ora basta, devi calmarti o
distruggerai tutto... » disse Tibah spaventato. Non aveva mai visto il piccolo
elfo in quello stato, ma nemmeno Garrett lo aveva mai visto, e in effetti un
po’ timoroso lo era...
« Tu Garrett, sei un patetico pallone
gonfiato, che invece di seguire me, segue un branco di imbecilli che non sanno
fare altro che plagiarti, perché in realtà sei un debole! »
« Io debole? Tsk...senti da che pulpito... »
« Mi riferisco proprio a questo...non ti rendi
conto di quello che sei davvero...preferirei non averti mai conosciuto, io odio
le persone deboli... »
La luce attorno a Sorah cominciò ad attenuarsi
« Non voglio più vivere in un mondo dove le persone sono false e ipocrite...io
lo cambierò, distruggendolo! »
Anche le iridi tornarono normali...
« Ma Sorah, non puoi! Cioè non devi farlo! »
sbraitò Tibah ancora più spaventato
« Esatto, ha ragione...se lo facessi
manderesti a puttane tutti gli sforzi che hai compiuto fino ad adesso... »
« Mi hanno sempre tutti ostacolato, mi hanno
cacciato dal mio villaggio perché avevano paura di me, mi hanno impedito di
amare chi mi pareva, mi hanno privato del mio potenziale elfico che ho dovuto
riguadagnare, mi hanno tolto il mio status sociale con tutto il mondo, non ho
più una vita come ce l’avevo prima, non più ormai...e tu mi vieni a parlare
insinuando perdono?»
« Ebbene si. Questo è quello che devi fare
fratellino. »
« Esatto! Io conosco il tuo cuore e so che non
è cattivo anche se vorresti provare a esserlo. Liberati di questi pensieri... »
Sorah si spense « E’ vero purtroppo...però
sono troppo confuso...vi prego torniamo a casa, voglio andare in camera mia...
»
Garrett sorrise... « Hmpf, ma certo piccolo...
» ...
“ Piccolo...piccolo...piccolo...Certo
Sorah...piccolo...”
questo era il suono di quello che sentiva Sorah nella sua testa....
« ...vieni, ti porto io in groppa... » e lanciò
un occhiata beffarda a Tibah
“ Questa
me la paghi stupido assassino!! ”.......... « C’e un modo molto semplice per
andare. Creerò un cerchio druidico di teletrasporto... »
« Cos’è che fai te, idiota? »
« Grr, adesso basta con le offese! »
« Si, ok, scusami tanto pappamolla... »
« Garrettt!!!! »
« Si, si ho capito... » ............“ Deficiente... “
« Eh speriamo! Fatto sta che ho cambiato idea,
creo una porta, voglio provare un nuovo potere. Hai dell’acqua li con te? »
« Ce l’ho io nella borsa... » disse Sorah con
voce persa e stanca...
Tibah prese la borraccia del piccolo elfo e
anche la sua, poi con l’acqua che aveva a disposizione bagnò la parete del
Gransantuario, recitò alcune diciture elfiche e dopo qualche minuto ebbe
finito. La porta spazio-temporale era stata creata...