Malattia
[Prima di
cominciare: dedico questa fanfic a Ladyme, che mi ha fatto conoscere i Jonas
Brothers e a cui avevo promesso una fanfic su di loro… anche se forse non è
proprio quello che si aspettava…]
Nick
stava guardando fuori dalla finestra, dove la sera era ormai calata, e seguiva
un imprecisato filo di pensieri. In teoria avrebbe dovuto scrivere una nuova
canzone, ma le parole, gli accordi e gli arrangiamenti vari gli vorticavano in
testa in maniera casuale e decisamente inutile. Ad un certo punto si accorse
dell’improvviso silenzio della casa. Si alzò, per andare a controllare che
facesse suo fratello. Passò davanti alla camera di Frankie, senza fermarsi:
lui, mamma e papà erano usciti a fare compere. Arrivò davanti alla camera di
Joe.
Impallidì.
Prese
il cellulare e compose febbrilmente un numero.
-Kevin…
vieni subito. Joe sta male!-
Il
dottor Jacob Bowen sbuffava al pronto soccorso. Era sera tarda e aveva voglia
di andare subito a letto, ma il suo turno sarebbe finito solo tra un quarto
d’ora. Si stiracchiò, quando sentì il rumore della porta che si apriva.
Entrarono
tre ragazzi, si avvicinarono, e… voltarono in un corridoio.
(Pensavate che fossero i
Jonas, vero? E invece no, sono tre giovani infermieri!)
Il
dr. Bowen decise di tentare di sopravvivere alla noia, così afferrò una matita
e un foglio bianco; tracciò due linee parallele verticali, e poi sopra a
queste, due linee parallele orizzontali.
E
cominciò una partita di Tris da solo.
Due
minuti, quattordici partite e trentanove sbadigli dopo, il dr. Bowen sentì la
porta riaprirsi. Entrarono altri tre ragazzi, di cui due sostenevano un terzo.
(Pensate sempre che siano
i Jonas, vero? Chissà perché tutte le volte che sbucano tre ragazzi pensate
subito a loro… tra l’altro, chi sono
questi tre?)
-Dottore,
ci aiuti!- disse Nick.
(Mannaggia!)
Il
dottore si alzò e corse a dare una mano; li aiutò a spingere Joe
nell’ambulatorio di medicina generale.
-Ragazzi,
cosa gli è successo? Sembra sotto shock!-
-Non
lo so, dottore. L’ho trovato così!-
Il
dr. Bowen lo osservò con occhio critico.
Il
ragazzo aveva uno sguardo vacuo fisso verso un punto imprecisato del soffitto. Gli
angoli della bocca erano un po’ arcuati verso l’alto, e la stessa era
lievemente aperta; ne usciva un filino di bava. Il resto del corpo era
completamente abbandonato sulla sedia, come quello di una marionetta lasciata a
se stessa.
-Come
si chiama il ragazzo?- chiese il dottore, corrugano la fronte e alzandosi
svelto a prendere uno stetoscopio con cui sentire il battito cardiaco.
-Joseph
Adam Jonas.- disse Kevin torcendosi le mani.
Il
dottore annuì; sua figlia gli parlava spesso di uno con un nome simile. Forse
era un suo amichetto; sperava di no, perché sembrava decisamente più grande di
sua figlia, che aveva solo quattordici anni. In futuro avrebbe controllato
meglio le sue compagnie.
Posò
la parte finale dello stetoscopio sul petto di Joe, che non sussultò nonostante
fosse di freddo metallo.
Il
dr. Bowen fece un salto all’indietro.
-Cosa
c’è?- chiese Kevin ansioso.
-Va
a mille. Mmm…-
Prese
una piccola torcia, l’accese e la puntò negli occhi di Joe. Nulla. Neanche un
fremito.
-Proviamo
con i riflessi!- borbottò Bowen.
Allora
prese un piccolo martelletto e colpì il ginocchio di Joe. Non successe nulla.
Nulla di nulla.
Nulla
di nulla di nulla.
Nulla
di nulla di nulla di null… oh, ecco. Venti secondi dopo, una minima risposta da
parte dei muscoli.
Il
dottore corrugò la fronte, ancora. Fece per alzarsi quando…
-Ahhhhh…-
sospirò Joe. Nick e Kevin lo fissarono. Il dottore prese un altro stetoscopio, più
piccolo, ma più preciso, e lo posò delicatamente sullo stomaco di Joe. Rimase
in ascolto per un minuto intero. Alla fine si alzò e lo mise via.
-Ragazzi,
dovete aiutarmi a vedere se riusciamo a farlo stare in piedi…- disse.
-Non
ci sta- spiegò Nick –ci abbiamo provato, venendo qua, ma non si regge in piedi.
Cos’ha dottore?-
-Credo
di saperlo… devo fare un ultimo esame. Spero solo di sbagliarmi!-
Andò
a prendere una valigia che sembrava del secolo scorso. Sopra c’era scritto “Medicina non convenzionale” e, lì vicino “A mali estremi, estremi rimedi”.
La
aprì e prese un mazzolino di margherite; ne scelse una, e la porse a Joe.
Subito
lui si slanciò ad afferrarla, e cominciò a togliere tutti i petali uno per uno,
borbottando qualcosa.
Il
dottore scosse la testa, dispiaciuto.
-Dottore,
abbiamo il diritto di sapere che succede a nostro fratello. Per l’ultima volta,
che cos’ha?-
-È
una malattia grave? Si lo so, è gravissima, probabilmente rischia di morire. Di
sicuro è anche una di quelle malattie croniche ed incurabili…- Kevin ormai era
partito per la tangente.
-Incurabile,
si. Cronica, no. Anche se c’è gente morta per questa malattia.-
Si
protese oltre la scrivania; Nick e Kevin si protesero dall’altra parte.
Il
dottor Bowen disse loro il nome della malattia, poi spiegò:
-…
dopotutto i sintomi erano evidenti: il cuore a mille, le gambe molli, lo
sguardo perso nel vuoto, le farfalle nello stomaco- indicò lo stetoscopio più
delicato –e, naturalmente, l’impulso distruttivo verso le margherite.-
Il
dottore era nel ramo da molto tempo. Aveva annunciato terribili malattie (molte
gravi come questa) ed aveva collezionato tutta una serie di reazioni. C’era
gente di tutti i tipi: chi si disperava, chi taceva, chi si struggeva, chi
andava avanti con forza e determinazione.
Ma
mai, nessuno, aveva reagito come quei due fratelli: si erano fatti scuri in
volto; si erano alzati; avevano afferrato il borbottante Joe ed erano usciti
salutando.
Il
dottor Bowen sospirò. Poi cercò di recuperare il taccuino su cui aveva
cominciato il suo torneo di Tris.
-Cari,
dov’eravate finiti?- disse Denise Jonas quando i suoi figli entrarono dalla
porta.
-Eravamo
al Pronto Soccorso… Joe non sta bene.- disse Kevin, trascinando dietro di sé il
suddetto.
-Cos’ha?
Cos’è successo?- esclamò Kevin Senior preoccupato.
I
due fratelli spinsero ancora Joe nel salotto e lo fecero cadere su una sedia. I
due genitori gli si precipitarono davanti.
-Cosa…?
Aspetta un attimo. Non ditemi che…?- disse Denise.
-Si-
confermò Kevin –è successo. Di nuovo.-
-Non
ci credo. Eppure aveva detto che avrebbe fatto attenzione!- disse Kevin Senior.
-Si
certo, ma dovevamo capirlo che stava per ricapitare.- sospirò Denise.
Nick
non aveva ancora detto una parola.
Frankie,
che aveva ascoltato per un po’ senza capirci molto, finalmente saltò su e
domandò:
-Non
ho capito! Non hi capito! Cos’ha Joe?-
Nessuno
gli rispose. Così ripeté, con fare un po’ petulante:
-Cos’ha Joe???-
Alla
fine Nick sbottò:
-Joe
si è innamorato… un’altra volta!-
Sulla
cucina calò un silenzio attonito, interrotto solo dal borbottare ripetitivo di
Joe.
Okay, okay. Lo so che è una cavolata immane, però mi è venuta
l’idea e perciò… l’ho scritta. Chiedo scusa se se è un obbrobrio, ma è la prima
fanfic sui JB che scrivo, perciò vi chiedo di essere clementi… a proposito, i
Jonas Brother non mi appartengono. Che altro dire se non… commentate, per
favore??? Alla prossima, bye bye!!! ^^