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Autore: Il_Coso    07/01/2010    10 recensioni
"-Cos’ha dottore?- -Credo di saperlo… devo fare un ultimo esame. Spero solo di sbagliarmi!- Andò a prendere una valigia che sembrava del secolo scorso. Sopra c’era scritto “Medicina non convenzionale” e, lì vicino “A mali estremi, estremi rimedi”." Una fanfic comica sui JB, la mia prima su di loro... spero che vi piaccia...
Genere: Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Malattia

Malattia

[Prima di cominciare: dedico questa fanfic a Ladyme, che mi ha fatto conoscere i Jonas Brothers e a cui avevo promesso una fanfic su di loro… anche se forse non è proprio quello che si aspettava…]

Nick stava guardando fuori dalla finestra, dove la sera era ormai calata, e seguiva un imprecisato filo di pensieri. In teoria avrebbe dovuto scrivere una nuova canzone, ma le parole, gli accordi e gli arrangiamenti vari gli vorticavano in testa in maniera casuale e decisamente inutile. Ad un certo punto si accorse dell’improvviso silenzio della casa. Si alzò, per andare a controllare che facesse suo fratello. Passò davanti alla camera di Frankie, senza fermarsi: lui, mamma e papà erano usciti a fare compere. Arrivò davanti alla camera di Joe.

Impallidì.

Prese il cellulare e compose febbrilmente un numero.

-Kevin… vieni subito. Joe sta male!-

Il dottor Jacob Bowen sbuffava al pronto soccorso. Era sera tarda e aveva voglia di andare subito a letto, ma il suo turno sarebbe finito solo tra un quarto d’ora. Si stiracchiò, quando sentì il rumore della porta che si apriva.

Entrarono tre ragazzi, si avvicinarono, e… voltarono in un corridoio.

(Pensavate che fossero i Jonas, vero? E invece no, sono tre giovani infermieri!)

Il dr. Bowen decise di tentare di sopravvivere alla noia, così afferrò una matita e un foglio bianco; tracciò due linee parallele verticali, e poi sopra a queste, due linee parallele orizzontali.

E cominciò una partita di Tris da solo.

Due minuti, quattordici partite e trentanove sbadigli dopo, il dr. Bowen sentì la porta riaprirsi. Entrarono altri tre ragazzi, di cui due sostenevano un terzo.

(Pensate sempre che siano i Jonas, vero? Chissà perché tutte le volte che sbucano tre ragazzi pensate subito a loro… tra l’altro, chi sono questi tre?)

-Dottore, ci aiuti!- disse Nick.

(Mannaggia!)

Il dottore si alzò e corse a dare una mano; li aiutò a spingere Joe nell’ambulatorio di medicina generale.

-Ragazzi, cosa gli è successo? Sembra sotto shock!-

-Non lo so, dottore. L’ho trovato così!-

Il dr. Bowen lo osservò con occhio critico.

Il ragazzo aveva uno sguardo vacuo fisso verso un punto imprecisato del soffitto. Gli angoli della bocca erano un po’ arcuati verso l’alto, e la stessa era lievemente aperta; ne usciva un filino di bava. Il resto del corpo era completamente abbandonato sulla sedia, come quello di una marionetta lasciata a se stessa.

-Come si chiama il ragazzo?- chiese il dottore, corrugano la fronte e alzandosi svelto a prendere uno stetoscopio con cui sentire il battito cardiaco.

-Joseph Adam Jonas.- disse Kevin torcendosi le mani.

Il dottore annuì; sua figlia gli parlava spesso di uno con un nome simile. Forse era un suo amichetto; sperava di no, perché sembrava decisamente più grande di sua figlia, che aveva solo quattordici anni. In futuro avrebbe controllato meglio le sue compagnie.

Posò la parte finale dello stetoscopio sul petto di Joe, che non sussultò nonostante fosse di freddo metallo.

Il dr. Bowen fece un salto all’indietro.

-Cosa c’è?- chiese Kevin ansioso.

-Va a mille. Mmm…-

Prese una piccola torcia, l’accese e la puntò negli occhi di Joe. Nulla. Neanche un fremito.

-Proviamo con i riflessi!- borbottò Bowen.

Allora prese un piccolo martelletto e colpì il ginocchio di Joe. Non successe nulla. Nulla di nulla.

Nulla di nulla di nulla.

Nulla di nulla di nulla di null… oh, ecco. Venti secondi dopo, una minima risposta da parte dei muscoli.

Il dottore corrugò la fronte, ancora. Fece per alzarsi quando…

-Ahhhhh…- sospirò Joe. Nick e Kevin lo fissarono. Il dottore prese un altro stetoscopio, più piccolo, ma più preciso, e lo posò delicatamente sullo stomaco di Joe. Rimase in ascolto per un minuto intero. Alla fine si alzò e lo mise via.

-Ragazzi, dovete aiutarmi a vedere se riusciamo a farlo stare in piedi…- disse.

-Non ci sta- spiegò Nick –ci abbiamo provato, venendo qua, ma non si regge in piedi. Cos’ha dottore?-

-Credo di saperlo… devo fare un ultimo esame. Spero solo di sbagliarmi!-

Andò a prendere una valigia che sembrava del secolo scorso. Sopra c’era scritto “Medicina non convenzionale” e, lì vicino “A mali estremi, estremi rimedi”.

La aprì e prese un mazzolino di margherite; ne scelse una, e la porse a Joe.

Subito lui si slanciò ad afferrarla, e cominciò a togliere tutti i petali uno per uno, borbottando qualcosa.

Il dottore scosse la testa, dispiaciuto.

-Dottore, abbiamo il diritto di sapere che succede a nostro fratello. Per l’ultima volta, che cos’ha?-

-È una malattia grave? Si lo so, è gravissima, probabilmente rischia di morire. Di sicuro è anche una di quelle malattie croniche ed incurabili…- Kevin ormai era partito per la tangente.

-Incurabile, si. Cronica, no. Anche se c’è gente morta per questa malattia.-

Si protese oltre la scrivania; Nick e Kevin si protesero dall’altra parte.

Il dottor Bowen disse loro il nome della malattia, poi spiegò:

-… dopotutto i sintomi erano evidenti: il cuore a mille, le gambe molli, lo sguardo perso nel vuoto, le farfalle nello stomaco- indicò lo stetoscopio più delicato –e, naturalmente, l’impulso distruttivo verso le margherite.-

Il dottore era nel ramo da molto tempo. Aveva annunciato terribili malattie (molte gravi come questa) ed aveva collezionato tutta una serie di reazioni. C’era gente di tutti i tipi: chi si disperava, chi taceva, chi si struggeva, chi andava avanti con forza e determinazione.

Ma mai, nessuno, aveva reagito come quei due fratelli: si erano fatti scuri in volto; si erano alzati; avevano afferrato il borbottante Joe ed erano usciti salutando.

Il dottor Bowen sospirò. Poi cercò di recuperare il taccuino su cui aveva cominciato il suo torneo di Tris.

-Cari, dov’eravate finiti?- disse Denise Jonas quando i suoi figli entrarono dalla porta.

-Eravamo al Pronto Soccorso… Joe non sta bene.- disse Kevin, trascinando dietro di sé il suddetto.

-Cos’ha? Cos’è successo?- esclamò Kevin Senior preoccupato.

I due fratelli spinsero ancora Joe nel salotto e lo fecero cadere su una sedia. I due genitori gli si precipitarono davanti.

-Cosa…? Aspetta un attimo. Non ditemi che…?- disse Denise.

-Si- confermò Kevin –è successo. Di nuovo.-

-Non ci credo. Eppure aveva detto che avrebbe fatto attenzione!- disse Kevin Senior.

-Si certo, ma dovevamo capirlo che stava per ricapitare.- sospirò Denise.

Nick non aveva ancora detto una parola.

Frankie, che aveva ascoltato per un po’ senza capirci molto, finalmente saltò su e domandò:

-Non ho capito! Non hi capito! Cos’ha Joe?-

Nessuno gli rispose. Così ripeté, con fare un po’ petulante:

-Cos’ha Joe???-

Alla fine Nick sbottò:

-Joe si è innamorato… un’altra volta!-

Sulla cucina calò un silenzio attonito, interrotto solo dal borbottare ripetitivo di Joe.

Okay, okay. Lo so che è una cavolata immane, però mi è venuta l’idea e perciò… l’ho scritta. Chiedo scusa se se è un obbrobrio, ma è la prima fanfic sui JB che scrivo, perciò vi chiedo di essere clementi… a proposito, i Jonas Brother non mi appartengono. Che altro dire se non… commentate, per favore??? Alla prossima, bye bye!!! ^^

  
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