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Autore: Kimly    07/01/2010    0 recensioni
-No.- -Oh, invece è proprio così.- insiste lui, vuole stuzzicarla e sa che ci sta riuscendo a dovere. -Levati quel cazzo di sorrisetto dalla faccia, io non metterò piede in quella sudicia… casa neanche fra un milione di anni. Già mi tocca dover sprecare tre ore del mio tempo con te, in più in questa betola da quattro soldi?- ride, come se avesse appena sentito qualcosa di molto spassoso, ma gli occhi sono freddi, duri, sono Hyuuga. [...] -E allora perché sei qui? Se non vuoi stare con me, stasera, vattene.- è arrabbiato, non voleva dirglielo, non lo pensa davvero, ma il suo orgoglio gli impone di non rimangiarsi neanche una parola. {Kiba/Hanabi} Spin-off di "A Christmas wish"
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hanabi Hyuuga, Kiba Inuzuka
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-Cosa ci facciamo qua?- sbuffa Hanabi Hyuuga, non riuscendo a trattenersi oltre.


E’ la sera di Natale e Kiba Inuzuka, suo tormento da... non ricorda neanche lei quanto, ha deciso di trascorrerlo con lei, senza neanche il suo consenso.


-E’ la casa di Naruto.- è la risposta che arriva dal giovane, che finge di non aver udito il tono annoiato e demolitore della ragazza.


Hanabi alza un sopracciglio, scrutando con quegli occhi indagatori tutte le magagne di quel postaccio che lui ha osato definire “casa”.


Scadente. Orribile. Fogna.


La ragazza non sa quale termine scegliere per spiegare al meglio ciò che il suo povero sguardo sta fissando ininterrottamente da ben cinque minuti.


-Non mi piace.- dice solo, sentendosi in vena di essere un po’ più buona, almeno a Natale.


-Mi dispiace, ma passeremo qui la notte.- sussurra lentamente Kiba, gustandosi appieno l’espressione sconvolta della Hyuuga che ordina perentoria.


-No.-


-Oh, invece è proprio così.- insiste lui, vuole stuzzicarla e sa che ci sta riuscendo a dovere.


-Levati quel cazzo di sorrisetto dalla faccia, io non metterò piede in quella sudicia... casa neanche fra un milione di anni. Già mi tocca dover sprecare tre ore del mio tempo con te, in più in questa betola da quattro soldi?- ride, come se avesse appena sentito qualcosa di molto spassoso, ma gli occhi sono freddi, duri, sono Hyuuga.


Kiba ricambia lo sguardo truce e sofferente, prima di ringhiare.


-E allora perché sei qui? Se non vuoi stare con me, stasera, vattene.- è arrabbiato, non voleva dirglielo, non lo pensa davvero, ma il suo orgoglio gli impone di non rimangiarsi neanche una parola.


Hanabi lo fredda con un’occhiataccia, mentre sussurra divertita.


-Non bisogna essere più generosi a Natale? La generosità è uno dei miei pregi migliori.-


Kiba si sforza di non alzarle le mani, non starebbe bene, è una donna- mocciosa, urla la sua testa-, cercando in tutti modi di trovare un argomento che la faccia calmare.


-Entriamo, dai.- non è un ordine, né una preghiera, è un semplice invito che stranamente Hanabi non reclina, introducendosi nell’abitacolo.


La ragazza si da un’occhiata intorno, niente è degno dei suoi gusti lì.


Non c’è sfarzo, non c’è lusso, è tutto troppo... banale e scontato, quasi come il proprietario.


La Hyuuga gira per le varie stanze, che sono meno della metà di casa sua e, una volta completato il giro dell’intera dimora, torna nell’ingresso, da dove Kiba sembra non essersi mosso.


-Che te ne pare?-


-E’ ancora peggio di quello che mi aspettavo.- risponde passandosi una mano fra i capelli, per far notare ancora di più il suo disappunto. E’ una Hyuuga, lei, richiede il meglio.


Lui scuote la testa, non può litigare stasera, non vuole farlo, quindi la conduce nella stanza da letto senza ribattere.


Hanabi si chiede cos’abbia quella sera, non sembra neanche lui, è troppo gentile, troppo remissivo... non è l’Inuzuka che conosce.


Il letto di Naruto è ancora disfatto, niente è in ordine in quella camera. I vestiti, i videogames, i mega-poster, tutto è sparpagliato per quei pochi metri di spazio che fanno risultare la stanza ancora più piccola.


-Uao.- è sarcastico il commento della ragazza, quella casa è sempre peggio per i suoi gusti.


E’ ancora immersa nella critica di quel lurido postaccio, da non notare la mano di Kiba che le stringe la vita, facendola avvicinare pericolosamente al ragazzo.


Può sentire il respiro caldo dell’Inuzuka solleticarle il viso, ma, prima di addentare quelle labbra carnose, fa un ultimo tentativo.


-Ti ecciti con poco, eh Inuzuka?-


Neanche questa provocazione viene raccolta dal giovane e in un attimo le è addosso, che la stringe con forza e bacia ovunque.


Hanabi contrattacca, sbattendolo sul letto e mordicchiandogli l’orecchio, riuscirà a farlo tornare il rompicoglioni di sempre, ne è sicura.


-Ahia! Aspetta.- Kiba la ferma con un mano, mentre estrae da sotto il cuscino il modellino di una macchina.


-Okay.-


Il duello ricomincia, è una gara all’ultimo sangue, nessuno dei due vuole essere passivo, entrambi vogliono dominare durante... Chi bacerà di più? Chi urlerà di più? Chi vincerà, questa volta?


La ragazza ha guadagnato per un attimo posizione, togliendogli la felpa e la maglietta, sentendo il fuoco avvampante provenire dal ragazzo, cozzando con la sua freddezza e durezza.


Sente Kiba dimenarsi sotto di lei, vuole marcare il territorio, ma non ci riesce.


-Ehi, Hyuuga, fermati un po’.- esclama, prendendola di peso e spostandola di fianco a sé.


Hanabi lo trucida con lo sguardo, perché l’ha bloccata stavolta? Un altro modellino, questa volta è un dinosauro.


-Naruto non sa che esistono le mensole?- chiede retoricamente lui, lanciando il giocattolo contro il muro e sbuffando rassegnato.


-Beh?- tuona la ragazza, vedendo che Kiba non è minimamente intenzionato a riprendere da dove hanno interrotto.


Lui le lancia un’occhiata, prima di rispondere.


-Non credo che stasera riusciremo a concludere qualcosa.-


-Tu dici?- gli si mette a cavalcioni, bloccandolo sul letto. E’ spacciato, riflette lei, ma appena sente che il ragazzo sta per alzarsi, lo trattiene con le ginocchia.


Ora Kiba è seduto sul letto, ma lei è ancora saldamente su di lui.


-Hyuuga, contieniti. Non potremo almeno per questa volta... parlare, ecco?- propone il ragazzo, sapendo di aver superato, ancora una volta, il limite tracciato dalla ragazza.


Lei, infatti, rotea gli occhi al cielo, visibilmente seccata. Lo accusa con lo sguardo, scendendogli di dosso e facendo per andarsene.


-Se volevo parlare, me ne stavo a casa mia. Non venivo con te qui.- sottolinea le ultime due parole con disprezzo, pronta a fare una clamorosa uscita di scena.


-Ehi, aspetta.- tuona Kiba, scocciato dalla cocciutaggine della ragazza, che fugge costantemente i discorsi fra di loro. Si rivolgono sempre i soliti insulti, prima di lanciarsi addosso a vicenda, ma le loro battute non durano più di dieci minuti, dopo sono solo morsi, baci e ancora morsi.


Hanabi non vuole coinvolgimenti sentimentali. E’ giovane, se la vuole godere la vita, ma Kiba sa che oramai è troppo tardi. Quegli occhi Hyuuga non mettono, è cotta e questo lo fa irrimediabilmente sorridere.


La ragazza si volta, stizzita e lo fissa sbalordita.


-Che cazzo hai da ridere?- è sempre fredda, spietata, ha imparato a difendersi con i denti. Non vuole affetto, perché non ne ha mai avuto bisogno.


-Ho una cosa per te.- estrae un pacchetto, Kiba, sapendo di averla sorpresa e stupita ancora una volta, ma ancora una volta lei non lo darà a vedere.


-Cos’è? Un anello di fidanzamento? Un biglietto d’amore?- lo deride lei, senza pietà. Non può farne a meno, è la sua natura.


-Smettila di comportarti come una stronza acida ed aprilo.- ringhia in risposta lui, non riuscendo più a trattenersi. E’ sempre così con lei, prima insulti, poi passione ed infine ancora insulti.


-Ora ti riconosco, Inuzuka.- sorride finalmente soddisfatta. E’ tornato a giocare con lei, ancora.


Hanabi scarta velocemente il regalo, via il dente, via il dolore.


Non da a vedere ciò che prova, non sarebbe da lei, ma non può evitare che i suoi occhi si spalanchino leggermente alla vista dell’oggetto.


E’ strano, è insolito... è tipico di lui stupirla sempre, costantemente.


-Mi credi così egocentrica?- ghigna, mostrando lo specchio che quella sottospecie di ameba le ha regalato.


Kiba scuote la testa, non può fare a meno di sorridere divertito. Non si arrenderà mai, vero?


-Sapevo che avrei dovuto spiegarti tutto, come sempre.- le risponde con superiorità, quasi imitandola, ma non crede di sortire l’effetto desiderato.


La ragazza gli lancia un’occhiataccia, la sta sfidando, per caso? Ha tutto da perdere, è pazzo.


Hanabi, però, non ammette la verità, non ha realmente capito il perché di quel dono, lontano anni luce dal suo essere.


-Hai riciclato un regalo della Yamanaka? Non te l’ha data, eh?- riprova, sempre con cinismo e cattiveria. Vuole farlo crollare, è questo il suo scopo, il suo divertimento.


-Di solito sono io a non concedermi così facilmente.- ribatte, convinto di aver risposto con sagacia.


-Forse perché là fuori nessuna sarebbe disposta a prenderti.-


Touché.


-Tu l’hai fatto.- insiste, questa volta non potrà negare un dato di fatto.


-Anche i migliori commettono errori, Inuzuka.- è annoiata, Hanabi, le risposte di lui sono fin troppo prevedibili, scontate… non si sta impegnando abbastanza.


Kiba si zittisce, perso nei suoi pensieri e in chissà quali riflessioni sul mondo.


-Finito?- sbotta la Hyuuga, non è abituata ad aspettare. Lei deve avere tutto, subito.


-Se chiudi quella cazzo di bocca, ti spiego il perché del mio regalo.- ringhia infuriato, perché con lei deve essere tutto così dannatamente difficile (e divertente)?


-Modera i termini o non avrei neanche il tempo di iniziare, cane.- è una minaccia. Meglio non minacciare Hanabi, potrebbe essere l’ultima cosa che fate nella vita.


-Per favore.- mugola lui, si sta stancando, è evidente.


La ragazza non risponde, segno che gli sta prestando ascolto. Sa che parlerà di sentimenti, di amore e di altre scemenze simili, quindi decide che lo starà a sentire per i primi dieci minuti e poi se ne tornerà a casa, immediatamente.


-Ti ho regalato uno specchio. Cosa si dice degli specchi? Che sono lo specchio dell’anima…- si ferma, in dubbio.


-Quelli sono gli occhi, Inuzuka.- lo bacchetta lei, rassegnata. E’ un caso perso in partenza.


-Sì, volevo dire quello... Oh, insomma. Ti ho regalato uno specchio perché è così che ti vedo!- tuona arrabbiato, il suo discorso di un’ora, sapientemente preparato, è andato a farsi benedire.


Le porge, comunque, lo specchio e Hanabi, non appena guarda la sua immagine riflessa, prova a capire cosa intenda dire il ragazzo.


-Non voglio l’erede Hyuuga, non voglio la preferita del padre e tantomeno voglio l’eccellente ninja. Io non voglio cambiarti, non voglio... mostrarti come un trofeo. A me basta la semplice, fredda, stronza Hanabi.- termina felice, quella parte almeno se l’è ricordata e sembra che tutto il suo lavoro di quel pomeriggio non sia andato sprecato.


La ragazza non risponde, sta scegliendo cosa dire, come ribattere a dovere, come distruggerlo.


-Caspita.- è ancora sarcastica, acida come sempre. E’ rimasta colpita dal gesto, dalle parole, ma perché farglielo sapere quando è molto più spassoso pregustare la sua faccia dispiaciuta?


Hanabi si alza in piedi, buttando l’oggetto per terra che si frantuma in alcuni pezzi. Kiba li guarda mestamente, offeso ed adirato allo stesso tempo.


-Niente coinvolgimenti sentimentali, Inuzuka. Detto niente?- reclama, avvicinandosi a lui e allungandosi verso le sue labbra.


-Sei una bastarda.- sbuffa Kiba, non riesce ad arrabbiarsi quella sera. E’ Natale, è tempo di festeggiare e quelle labbra sottili sono troppo invitanti per rifiutarle così su due piedi.


L’afferra con violenza, vorrebbe punirla per quello che ha fatto, ma più è duro, rude e grezzo, più lei sembra divertirsi ed eccitarsi ancora di più.


Non mostrerà mai niente di lei, non si toglierà mai quella maschera.


Inutile insistere, inutile combattere, Kiba. Arrenditi.


***


 


La luce colpisce negli occhi il ragazzo, che si desta all’improvviso. Ha un forte mal di testa, quasi come se avesse bevuto tutta la notte.


Si è addormentato per terra -l’unico buco disponibile per sdraiarsi- e solo adesso si rende conto dell’emerita cretinata che ha commesso. Avrà dolori di schiena per settimane.


Si tira su, stropicciandosi il viso con le mani, si gratta i capelli e cerca di trovare i suoi pantaloni, persi chissà dove in mezzo a quella baraonda di oggetti e modellini vari.


Nota solo più tardi, sul comodino di Naruto, un frammento di vetro. Un frammento dello specchio, misteriosamente scomparso insieme alla proprietaria.


Kiba sorride, dopo averlo preso in mano. Per lui, quello, è il miglior regalo che potesse ricevere.


Sa di aver scalfito un po’ la maschera della ragazza, sa di averla un po’ colpita con quel buffo pensierino della sera prima, ma soprattutto ha capito che, ad Hanabi Hyuuga, basta il semplice, selvaggio e rompicoglioni Kiba.


 


 


Spiegazioni, varie ed eventuali:


Partiamo dal fatto che questo è uno spin-off della fic "A Christmas wish", postata nelle vacanze di Natale. Avrei dovuto postare questo subito dopo, ma, dal momento che non l'avevo finita e in montagna internet non andava, l'ho pubblicata solo ora.


La scuola è incominciata, purtroppo, e volevo terminarla prima che l'ispirazione prendesse il volo per le isole caraibiche.


Spero che il finale sia comprensibile. Hanabi lascia volontariamente un frammento dello specchio a Kiba, dandogli lo stesso valore che aveva per il ragazzo e cioè che, anche per lei, l'Inuzuka va bene così com'è.


E' un pensiero un po' contorto, ma spero possiate comprenderlo.^^'


Non so quando sarà la mia prossima pubblicazione, il tempo comincia a mancarmi.


Un bacione, a presto^^


 


 


 


 

   
 
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