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Autore: Eikochan    07/01/2010    3 recensioni
“Che cos’è l’amore?”
“Vuoi che ti racconti due favole, Machi? Mi sono venute in mente proprio ora. Riguardano tutte e due l’amore.”
“Si! Hokage-sama raccontami una favola per piacere.. le tue sono cosi belle!”
La piccola Machi chiede cos'è l'amore, e l'Hokage risponde con due favole che trattano di fatti "realmente" accaduti a lui e amici vari.
[Collegata alla mia ff "Fairy tale" ma può essere tranquillamente letta senza bisogno di leggerle entrambe]
Enjoy it!
Introduzione modificata per codice html pesante e doppio tag br.
Charlie_2702, assistente admin
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Neji Hyuuga, Tenten
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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PS: Questa ff è collegata all’altra mia ff “Fairy tale”. Possono anche essere lette separatamente, non è importante ai fini della comprensione. Spero vi piaccia ^^

 

 

mi racconti una favola,

hokage-sama?

 

 

“Hokage-sama!”

Una bambina con due buffi codini biondi gli stava tirando la manica della veste.

“Dimmi Machi.” Le sorrise dolcemente.

“Che cos’è l’amore?”

L’Hokage si fermò improvvisamente, pensò alla montagna di scartoffie che l’aspettavano in ufficio e posò lo sguardo negli occhi castani della piccolina, che curiosi e ancora innocenti lo guardavano in attesta di risposta.

Sospirando si sedette sulla panchina che stava di fronte e chiamò a sé la bambina; la fece sedere sulle sue ginocchia e iniziò a parlare, cercando le parole giuste.

“Cos’è l’amore? Sai Machi, è la domanda più difficile di tutte.”

“Più difficile di quelle che mi faranno all’accademia?”

Rise, un po’ malinconicamente. Beata infanzia.

“Si. Di gran lunga più difficile. Pensa che nemmeno io so la risposta assoluta.”

La bambina lo guardò stupita.

“Vedi, l’amore è la forza più potente del mondo; ferisce di più di uno shuriken e condiziona le persone più di un genjutsu. Può portarti alla più triste agonia oppure alla completa felicità. Amare ed essere amati è la cosa più bella che tu possa augurarti di provare: anche se non sempre l’amore è ricambiato e sereno. E non è mai semplice.”

La piccolina lo guardava perplesso: probabilmente non aveva afferrato tutti i concetti ma sembrava piuttosto contenta della spiegazione ricevuta.

Guardò l’ora, aveva ancora venti minuti di tempo libero.

“Vuoi che ti racconti due favole, Machi? Mi sono venute in mente proprio ora. Riguardano tutte e due l’amore.”

“Si! Hokage-sama raccontami una favola per piacere.. le tue sono cosi belle!”

Sorrise, sistemandosi sulla panchina e si schiarì la voce, pronto a raccontare le sue avventure tramutate in forma di favola.

 

 

“La favola che ti andrò racconterò oggi è ambientata in un tempo di guerra e sofferenza. A quel tempo viveva una ninfa dell’acqua, era bellissima e possedeva due occhi chiari che ammaliavano; ma era una ninfa diversa dalle altre: non usava il suo potere per ammaliare ma per aiutare la gente, e non si rendeva conto di quanto era splendida e altruista. Essa amava un ragazzo, un fauno del bosco di cui tutti avevano paura e a cui nessuno rivolgeva la parola; timida com’era però non era mai riuscita a parlargli, e da lontano continuava ad ammirarlo.

Il fauno, ingenuo e tontolone, non si era mai accorto dei sentimenti della ragazza.

Con il passare degli anni la ragazza era cresciuta, ma aveva continuato ad essere riservata e introversa: ogni tanto rivolgeva la parola al fauno ma ogni volta diventava rossa ed iniziava a balbettare. E il fauno continuava a non notare niente; anzi nel frattempo si era innamorato della principessa soprannominata “petalo di ciliegio” che però, non amava lui.

In tutti quegli anni la ninfa acquatica aveva taciuto al mondo i suoi veri sentimenti, e ammirava e amava il fauno dal manto dorato in lontananza. Non le importava di stare male per l’amore non corrisposto, era cosi altruista e dolce che non si era mai lamentata una volta.

Ma poi arrivò la guerra anche nel bosco in cui vivevano, minacciosa e cupa avvolse tutto in un alone di nebbia e disperazione.

Fu una battaglia dura: il sangue tingeva l’erba verde di rosso, i kunai e le armi sfrecciavano inesorabilmente da ogni direzione, le persone morivano come burattini e cadevano a terra sopra il rosso del sangue degli altri morti.

Poi accadde l’impensabile.

Il fauno fu catturato da due nemici che or, minacciavano di tagliarli la gola; la ninfa, che con gli occhi chiari non aveva smesso di seguire il percorso dell’amato  per un secondo, a quella vista emise un urlo, che però era sovrastato dai rumori della battaglia ma  che, incredibilmente, arrivò alle orecchie del fauno. Aveva una voce melodiosa; era riuscita a donare eleganza anche a quell’ultimo grido di rabbia e dolore. Quella voce era stata capace di ridonare speranza anche al fauno; egli sapeva che ormai la sua fine era vicina ma ora guardava alla morte con un espressione diversa: non poteva essere peggio dell’inferno che si era scatenato quella notte nel bosco. Vide il kunai brandito dal nemico che si avvicinava sempre di più alla gola, eppure sorrideva, rimpiangendo solamente il fatto di non aver salutato i propri amici. Ma avrebbero capito.

Improvvisamente però il fauno si ritrovo scaraventato sul freddo terreno, mentre il nemico che prima lo teneva, giaceva stordito affianco a lui. Alzò gli occhi, incapace di darsi una spiegazione; e la vide, la timida ninfa con gli occhi, per una volta,accessi di fervore. Sputava sangue dalla bocca ed aveva il kunai, con cui prima il nemico minacciava il fauno, impiantato nella giugulare: sarebbe morta dissanguata in poco tempo.

Il fauno si alzò da terra, preoccupato e stordito. Impiantò una katana trovata per terra nel cuore del nemico e poi si giro verso la ninfa che ora si era inginocchiata a terra.

“Perché l’hai fatto?”

E piangeva lacrime salate, il solare fauno.

“Vedi. Io ti amo. Tu, mi hai sempre dato la forza per andare avanti, e io ho voluto ripagarti cosi. Ti amo dolce fauno; morirò con il sorriso sapendo di essere morta per salvarti, quindi ti prego, sopravvivi a questa giornata.”

La vide tossire sangue, che andava a colorare di rosso i vestiti già inzuppati di sangue. Ormai le mancava poco tempo prima di morire; lo sapevano entrambi che non c’era più niente da fare e, infatti lui non chiamò nessuno mentre lei lo guardava sorridente, fissandolo per la prima volta senza timore negli occhi azzurri. In fondo di che si vergognava? Stava per morire.

“Grazie, ninfa.”

E lui  volle darle l’ultimo saluto, l’ultimo ringraziamento prima che se ne andasse per sempre. E cosi si chinò sulla ninfa e appoggiò le labbra sopra le sue, sporche di sangue; la vide aprire gli occhi, stupita e poi sorridere, prima che l’ultima scintilla di vita le sparisse dagli occhi mentre si accasciava sulla spalla del fauno che  si alzò e, prendendo in bracco la creatura, si incamminò.

Camminava, guardando dritto davanti a se; parecchi kunai lo sfiorarono e uno gli si conficcò nel braccio; lo sentì a malapena. Dopo cinque minuti di cammino arrivò in un posto tranquillo, in cui il rumore della battaglia era solo un eco lontano: posò la ninfa dell’acqua sulla riva del lago.

La guardò sorridendo e si girò sussurrando un flebile “Addio, dolce ninfa dell’acqua.”

Tornò alla battaglia.

Il giorno dopo, quando finalmente i nemici furono sconfitti del tutto, tornò al lago e la ritrovò lì dove l’aveva lasciata; la prese di nuovo in braccio e la porto dai famigliare e dagli amici che piangevano la sua scomparsa prematura.”

 

La piccolina ormai aveva gli occhi lucidi ed era sul punto di piangere, l’Hokage se ne accorse e sorrise; era uguale a sua madre: poco incline a mostrare le sue emozioni.

“Ti rivelo un segreto che non devi dire a nessuno va bene?”

Alla bambina si illuminarono gli occhi.

“Il fauno esiste ancora, sai? Vive nel bosco e ogni tanto si fa vedere; ha realizzato tutti i suoi sogni tranne uno.”

“Quale?”

“Non ha mai più trovato l’amore dopo quel giorno. Quella ninfa gli è rimasta nel cuore, nonostante abbia capito l’amore che provava per lui troppo tardi.”

“Povero fauno.”

 “Non temere, è felice, anche se non pienamente. E sarà ancora più contento se saprà che la sua storia ha insegnato ad una bambina a cogliere ogni occasione al volo. Perché lui ha imparato che se aspetti domani potrebbe essere troppo tardi.”

Le sorrise, mentre la piccolina lo guardava dubbiosa, ancora troppo piccola per capire il reale significato di quelle parole.

“In ogni caso se l’amore è cosi non voglio averci niente a che fare!” affermò convinta.

“Hei piccolina! Ho detto che c’erano due favole oggi, ricordi?”
La biondina annui

“Ed ora ti racconterò la seconda fiaba che oggi mi è venuta in mente.”

 

 

“Nello stesso periodo in cui vissero il fauno e la ninfa vi furono altri due personaggi di cui ora ti racconterò. Una era una dama dai capelli castani; era diversa dalle altre: non indossava vestiti sfarzosi ne passava le ore ad acconciarsi i capelli, era una donna che batteva molti dei cavalieri dell’epoca sia per coraggio che per virtù. Uno dei suoi migliori amici era un conte freddo e austero, ma feroce quando l’occasione lo richiedeva; entrambi si conoscevano fin dall’ infanzia e avevano vissuto insieme tantissime avventure: si consideravano reciprocamente migliori amici.

Un giorno, però, cambiò tutto: uno straniero dalla pelle scura e dagli occhi castani intenso si interessò alla ragazza. Bello, ricco e di buone maniere era tutto quello che una dama potesse desiderare e cosi la ragazza prese sempre di più a frequentarlo, trascurando l’amico di infanzia.

Il conte che, senza sapere perché, odiava il forestiero, litigò furiosamente con la dama. Erano settimane oramai che non si parlavano più e ogni volta che la vedeva baciare il forestiero sentiva una fitta in fondo allo stomaco.

Alla fine capì cos’era; non era né una strana malattia, né un virus mortale. Era semplicemente atroce gelosia.. che derivava dall’ amore. Amava l’insolita dama; l’aveva sempre amata. Solo non voleva ammetterlo.

Poi venne il giorno del famigerato scontro di cui ti ho narrato prima. Entrambi erano nelle retrovie, lei insieme al forestiero e lui insieme al suo migliore amico. Si guardarono negli occhi prima di partire alla carica: lei con occhi pieni di rabbia e rancore, quelli del conte erano, invece, dei laghi di indifferenza che nascondevano sul fondo la tristezza per l’amore non corrisposto.

E la battaglia iniziò. Si era scatenato l’inferno: addirittura l’aria sembrava tinta di rossa, e ormai il prato si scorgeva a tratti, ricoperto com’era da decine di vittime sia della fazione alleata che nemica.

Il conte, con le vesti macchiate di sangue altrui, vide a venti metri di distanza una scena che lo costrinse a bloccarsi: la dama e il forestiero si erano fermati e si fronteggiavano; all’inizio pensò che fosse un semplice litigio ma quando vide l’uomo estrarre un kunai non ci pensò un secondo e partì alla carica.

L’arma stava per conficcarsi nel petto della ragazza; la dama non si muoveva: probabilmente era intrappolata da una qualche tecnica. Ma il conte era arrivato!! In mezzo secondo uccise con un kunai il forestiero e salvò la dama, che scoppiò a piangere sulla sua spalla.

Il conte, famoso per il suo contegno, si trattenne con difficoltà quando la dama pianse sulla sua spalla ma non potè impedirsi di rispondere con entusiasmo al bacio che la ragazza gli aveva dato a fior di labbra.

E intorno la guerra imperversava ma a loro non importava; in quel giorno dominato dalla Morte il loro Amore era appena nato.”

 

 

“Per fortuna una storia che finisce bene, Hokage-sama” sorrise soddisfatta la bambina.

“Vedi? L’amore non sempre è tristezza, spesso è felicità!”

“Hai ragione.”

“Ti svelo un’altra cosa, Machi. La vuoi sapere?”

Gli occhi della bambina erano un chiarissimo segno di assenso.

“Tutti i personaggi delle mie fiabe sono persone realmente esistite e che tu conosci.” Le sorrise. “Facciamo un gioco. I protagonisti dell’ultima fiaba sono qua, in questo parco. Ti va di indovinare chi sono?”

“Si! Vedrai che brava.. li indovinerò subito!”

E, entusiasmata, iniziò a guardare tutte le persone che passeggiavano nel parco.

“Allora.. mamma e papà no, perché lui è troppo pigro per ostentare indifferenza.” L’Hokage scoppiò a ridere; quella bambina aveva subito capito com’era in realtà suo padre. “Mmm” aggrottò le sopracciglia “Ino-san no; lei avrebbe adorato mettersi i vestiti eleganti ed acconciarsi i capelli.”

Era intelligente quella bambina: che il villaggio celasse una nuova, futura psicologa?

“Ho trovato!” inziò ad agitarsi sulle gambe dell’Hokage, sicura della sua scelta.

“Dimmi Machi.”

“Sono Neji-san e la maestra Tenten-san”

“Brava! Hai indovinato.. sono proprio loro.”

“Evviva!” la piccolina iniziò a saltellare contenta.

Poi tornò seria.

“E allora chi sono i protagonisti della prima fiaba?”

“Quello è un segreto che non ti posso rivelare.”

“Ti prego, Hokage-sama.”

“Forse fra qualche anno Machi” acconsentì il capo del villaggio, sorridendo all’espressione di finta rabbia della piccola.

 

“Hei, Machi! Forza dobbiamo andare” un moro dalla coda alta e dall’aria assonnata era arrivato alle spalle dei due: Shikamaru Nara.

“Buongiorno Naruto! Come va? Non dovresti essere a risolvere delle pratiche?”

L’Hokage scoppiò a ridere.

“Mi sono intrattenuto con Machi. E’ una bambina molto intelligente e orgogliosa: ha preso tutto da te e Temari!” lo prese in giro l’Hokage mentre l’altro si grattava la testa.

“Mi ha chiesto cosa fosse l’amore e gliel’ho spiegato tramite storie realmente vissute.”

Spiegò sorridendo, mentre guardava Machi correre via per catturare un uccellino.

“Spero per te che sia inteso nel senso più puro del termine!”

“Non sono mica un pervertito, Nara!” scoppiarono a ridere, come ai vecchi tempi.

“Anche perché, Naruto, non mi importa se sei l’Hokage, se travi mia figlia te la vedrai con me.”

 

 

Era sera ormai, l’aria fresca del tramonto fece svolazzare un bigliettino posto ai piedi della tomba di Hinata Hyuuga. Recitava: “Grazie ninfa dell’acqua.” Al posto della firma vi era il disegno stilizzato di un fauno.

 

 

SPAZIO AUTRICE.

Okok! Non tiratemi i pomodori prego!

Non so mi è venuta l’ispirazione e ho dovuto scrivere: prendetela come una ff da post trauma “è riniziata la scuola!

In ogni caso se vi fosse piaciuto almeno in parte, se aveste critiche o qualunque cosa: recensite. Che ad un’autrice non può fare altro che piacere! (:

 

PS: se non si fosse capito Hinata e Naruto sono rispettivamente la ninfa e il fauno.

Temari e Shikamaru sono sposati e hanno avuto una figlia: Machi.

Naruto, naturalmente, è diventato Hokage e Tenten è diventata un istruttrice dell’accademia.

 

 

Baci Eiko.

   
 
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