Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Darkmarty    08/01/2010    2 recensioni
ancora una volta si era ritrovata lì, con la paura dei suoi pensieri e di ciò che provava... (non mi offendo se recensite ^^')
Genere: Malinconico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sabaku no Gaara , Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

My brother, my poison

 

La porta della camera si apre cigolando, lentamente.

Un senso di freddo mi sfiora la guancia. Deglutisco, e allargo lo spiraglio di luce all’interno della stanza.

Sospiro.

Il battito del mio cuore rallenta. Ritmo normale.

Non sei qui. Dovevo immaginarlo.

Anzi, lo immaginavo, per questo sono qui.

Quant’è ironico cercare questo luogo ogni volta che ho paura.

 

Pensare che è il luogo che dovrei temere di più.

 

…il tuo veleno scorre nelle mie vene…

 

Non c’è nulla di speciale fra queste quattro mura.

Non una foto, non un colore brillante, non un segno che lasci trasparire i gusti di chi la abita.

Mi siedo sul letto. Freddo.

La finestra sopra il letto è aperta.

Se allungo la mano, posso sentire il tuo calore sulle coperte.

Anche se tu in questo letto non dormi mai.

 

…il tuo sangue come il ghiaccio…

 

Perché vengo qui?

Perché, a notte fonda, vengo in questa stanza?

So la risposta. Non direttamente, ma da qualche parte, dentro di me, luccica debolmente la consapevolezza della mia presenza qui.

È sbagliato. Tremendamente sbagliato.

Non dovrei essere qui.

Dovrei dormire. O pianificare l’esame dei Chuunin con Konoha.

È questo che dovrei fare. Non certo trovarmi qui.

 

Ma non riesco ad alzarmi.

Improvvisamente, lo spiraglio di luce della porta sembra immensamente lontano.

Improvvisamente, questa stanza sembra essere aumentata di dimensioni. Sembra che nemmeno in un secolo riuscirei a raggiungere la via d’uscita.

Il fatto è che…non c’è una via d’uscita.

Non posso andarmene. Vorrei, quanto lo vorrei…ma non posso.

 

…è veleno, io non posso spezzare queste catene…

 

Ovunque, ma non qui.

Perché, perché devo provare queste sensazioni??

Perché non posso avere le mie normali passioni da diciottenne? Perché non posso vivere alla giornata senza temere, ogni notte, di ritrovarmi qui?

Cosa spero di ottenere?

Da LUI, poi…???

Cristo, devo proprio essere impazzita.

 

…voglio stringerti…ma i miei sensi mi dicono di fermarmi…

 

No. No. NO.

Basta, cazzo. Basta.

Non posso permettere alla mia ragione di andarsene a puttane.

Calma, Temari. Calma.

Devo solo ripetermi che non sto provando tutto questo.

Stupida illusa.

No. Non può essere così. Non posso lasciare che accada.

Sta già succedendo da tanto. E lo sai.

No, non è vero. È tutto…troppo…tutto così sbagliato.

Non è giusto, e basta. Non posso permettermi tutto questo, e tutte le conseguenze che potrebbe avere.

 

…voglio farti del male…solo per sentirti urlare il mio nome…

 

- Temari.

 

Sussulto.

Il flusso dei pensieri, il mio imporre al mio cervello di funzionare come si deve, si è spezzato.

Mi volto.

È alle mie spalle, in piedi sulla finestra.

Il mio cuore si ferma. Il mio respiro si blocca.

 

…il tuo sangue è come il ghiaccio
un tuo sguardo potrebbe uccidere…

 

Perché?? PERCHE’??

Tutto questo non ha ragione di succedere.

È mio fratello, che diamine.

È SOLO mio fratello.

Però…

 

…voglio amarti…ma è meglio che non tocchi…
…voglio stringerti…ma i miei sensi mi dicono di fermarmi…

 

- Ga…Gaara…

 

Il suo sguardo incupito.

I suoi occhi che studiano ogni mio mezzo respiro.

La sua pelle candida, quasi fosse fatta dello stesso colore del plenilunio alle sue spalle.

 

Basta.

Gaara è mio fratello. Stop.

È una partita persa in partenza, e lo sai.

Devo andarmene. Devo alzarmi da qui e andare via.

Devo tornare nella mia stanza, in cucina, in qualunque luogo che possa convincermi che *sono* normale.

 

Con uno sforzo mai provato in battaglia, mi alzo dal letto.

Via, devo andare via.

Voglio la mia vita normale.

Voglio non avere paura di quello che sento.

Voglio non sentire il bisogno di venire qui, ogni notte.

Voglio non avere paura di mio fratello.

Anzi, preferirei avere paura di lui come ne avevo tre anni fa. Qualunque cosa, piuttosto che la paura che ho ora.

 

Paura di…

Ammettilo.

Non posso. Non voglio.

Stringo i pugni. Se lo ammetto, diventerà reale.

Non posso crollare così.

Ammettilo. Che differenza può fare, a questo punto?

La differenza fra la normalità e l’insania.

Non posso.

Ho troppa paura.

Di cosa?

 

Ho paura di essermi...

 

- Temari…

 

…ti sento chiamarmi, ed è come aghi e spilli…

 

La sua mano sul mio polso. Inaspettatamente calda.

Una scossa elettrica, dal polso alla testa, e giù come un brivido lungo la schiena.

L’istinto dovrebbe farmi ritirare il braccio.

 

Perché?

Perché rimango lì? Perché non mi scanso? Perché non accampo qualche scusa?

Via. Devo andare via.

E invece, mi volto lentamente verso di lui.

 

Sarei stata la stessa che sono ora, se non ti avessi come fratello?

La mia esistenza sarebbe stata diversa, senza di te?

Come avremmo vissuto, io e Kankuro?

Sarebbe stato tutto più facile?

 

C’è qualcosa di insostituibile in te, Gaara.

Qualcosa che prescinde dal tuo passato, dal modo in cui Naruto ti ha cambiato.

Ora tu sei quel Gaara che io…

Ho voglia di piangere.

Non posso. È così ingiusto...

 

…tu sei veleno, non voglio spezzare queste catene…

 

- Temari…perché stai piangendo?

 

Hai ragione. Una lacrima, singola, mi scivola lungo la guancia.

Era una vita che non piangevo. Eccetto da quando ho iniziato a venire in camera tua tutte le notti.

Come posso spiegarti, Gaara?

Ho paura persino di spiegarlo a me stessa. Ho paura di cercare una ragione per tutto questo.

Perché so già che non la troverò. Non ha senso.

Ma è così e basta.

La mia anima si sta confinando in un mondo parallelo, oscuro; un mondo in cui non sarei mai voluta entrare.

Un mondo in cui persino ora sto disperatamente cercando di non entrare.

È una cosa perversa.

Ma non puoi farci niente.

Già…

 

Mi avvicino, e, d’istinto, avvolgo le mie braccia intorno a lui.

Lui non reagisce. Rimane semplicemente rigido come fino a questo momento, con la mano ancora stretta attorno al mio polso.

Per la prima volta in vita mia, sento il suo cuore. Delicato, lento, sembra una sorta di formicolio contro il mio torace.

Non mi ero mai accorta di quanto fosse diventato alto. Posso appoggiare la guancia sulla sua spalla, sentire il suo respiro fra i capelli.

Paradossalmente, questo è il primo momento romantico da me vissuto finora.

È sbagliato, è sbagliato, è sbagliato.

Ma Dio, fammelo vivere. Non ho mai vissuto nulla del genere, ma è dannatamente bello.

 

…il tuo veleno scorre nelle mie vene…
…tu sei veleno, non voglio spezzare queste catene…

 

Sei veleno, veleno, veleno…il mio dolce veleno…

È tutto sbagliato da morire…

Le lacrime scendono una dopo l’altra sul mio viso. Non mi importa.
Adesso non puoi vedermi.

Non ricordo l’ultima volta che ti ho visto piangere, Gaara.

Saranno passati anni, sicuramente.

Non ricordo di averti mai abbracciato. Forse nessuno l’ha mai fatto. Forse solo Yashamaru.

Ma non papà, né Kankuro. Né io, finora.

Non so perché lo faccio.

Ormai non so più il perché di tante cose. Ora il mio corpo e il mio cuore agiscono da sé, disgiunti dalla mente, che mi grida di ragionare, che sto solo sbagliando, che sto compromettendo ogni cosa.

Che devo controllarmi.

Che è bene che io pianga da sola, nella mia stanza, lontano dai suoi occhi.

Che devo consumarmi nei miei sentimenti senza farli sapere a nessuno, perché è così che ci si comporta quando si prova tutto questo per la persona sbagliata.

 

…sei veleno che attraversa le mie vene…

 

E questo, Gaara, è il mio ultimo tentativo di afferrare l’antidoto.

Mi allontano leggermente, avvicinando una mano al tuo tatuaggio.

 

Ti sposti leggermente, cauto, ma non del tutto.

Scosto i ciuffi rossicci, scoprendo uell’incontro di tratti neri.

Traccio con l’indice le linee di quel kanji, la parola “amore” incisa sulla tua pelle, nel suo punto più visibile.

Incurante di quello che si sta agitando dentro di me, in quella parte di me che non era mai stata svegliata. In quella Temari che era ancora bambina, che cresceva solo quando c’era da impugnare il ventaglio o mettere al posto suo quel maschilista di Shikamaru.

E purtroppo, la Temari donna può ammetterlo a se stessa, di fronte a quel kanji.

Mi sono innamorata di Gaara.

Da quanto? Non importa.

Perché? Importa ancora meno.

Dove mi porterà tutto questo? Non lo so e non voglio saperlo.

 

Mi alzo sulle punte dei piedi, appoggiandomi alla tua spalla, e sfioro con le labbra il kanji.

Leggero, appena percettibile.
Anche questo è un simbolo d’amore.

Non ti rimarrà il segno, ed è meglio così.

Ed è il massimo che posso concedere a quella Temari che stanotte è voluta uscire allo scoperto, invece di correre in camera sua a stringere il cuscino e bagnare le federe di lacrime soffocate.

 

Solo questo, e basta.

Domattina sarò di nuovo io.

Mostrerò la solita espressione scocciata quando Kankuro, come al solito, mi dirà: “Smettila di piangere per quello Shikamaru, non era quello giusto per te”.

Oh Kankuro-chan, se solo sapessi.

È meglio che tu non sappia che hai ragione su Shikamaru, che non è quello giusto.

È meglio che tu non sappia e non capisca che la persona giusta, per me, è la più sbagliata per il resto del mondo.

È meglio che trangugiamo i nostri caffè mentre tu pensi che io soffra di pene d’amore innocenti per quel Chuunin di Konoha. È meglio così.

È meglio che tu non conosca l’esistenza del mio veleno.

 

…un tuo sguardo potrebbe uccidere
il mio dolore, il tuo fremito voglio amarti…

 

Ti lascio andare, Gaara.

Mi volto e, finalmente, riesco a uscire da questa stanza.

Quasi di corsa. Non potevo permettermi di andare oltre.

Allontanarmi è l’unico antidoto che conosco, non posso fare altrimenti.

 

…tu sei veleno, non voglio spezzare queste catene…

…tu sei veleno, non voglio spezzare queste catene…

 

 

 

NOTE: beh che dire…un’altra fic scaturita dall’ispirazione del momento ^^ fatemi sapere che ne pensate!

La canzone, Poison è © di Alice Cooper

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Darkmarty