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Autore: samek    08/01/2010    2 recensioni
Quello che si nasconde nei taccuini di Watson e che questi non rivela nei propri racconti.
(Scritta per la Criticombola di Criticoni).
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Sherlock Holmes;

Fandom: Sherlock Holmes;

Pairing: Holmes/Watson;

Rating: Pg;

Genere: Generale, Introspettivo, Romantico.

Warning: Flash-fic, Pre-Slash;

Beta: Narcissa63;

Summary: Quello che si nasconde nei taccuini di Watson e che questi non rivela nei propri racconti.

(Scritta per la Criticombola di Criticoni).

Note: Scritta per la Criticombola di Criticoni. Prompt 57 - Il giorno dopo.

 

 

Il Giorno Dopo una Brutta Avventura

 

Il Paradiso non è più lontano

Della camera accanto

Se in quella camera un amico attende

Felicità o rovina

Che forza c’è nell’anima

Che riesce a sopportare

L’accento di un passo che si appressa

Una porta che si apre.*

 

Sherlock Holmes era un uomo straordinariamente determinato ed energico. Quando seguiva un caso, ne veniva totalmente assorbito e tirava avanti anche per giorni  senza mangiare e dormire – azioni che riteneva un’inutile perdita di tempo.

Alla conclusione di ogni avventura, però, arrivava l’inevitabile crollo psico-fisico. Il suo corpo sovraccaricato reclamava il dovuto riposo e capitava spesso che, nel periodo immediatamente successivo ad un’indagine, il massimo sforzo che riuscisse a compiere fosse quello di spostarsi dalla camera da letto alla sala da pranzo e viceversa.

L’ultimo caso di cui ci eravamo occupati, durante il quale avevamo entrambi rischiato la vita, aveva messo a dura prova le capacità fisiche e mentali del mio amico, che aveva svelato i retroscena di un omicidio apparentemente incomprensibile, sventandone così un altro. Le ricerche si erano protratte per oltre due settimane, nelle quali Holmes si era fin troppo trascurato, ed il risultato era stato che, il giorno dopo la fine delle indagini, mentre Londra lo acclamava ed i giornali gli dedicavano le loro prime pagine, il più grande investigatore dei nostri tempi fosse a letto, prostrato da una brutta febbre.

«Bene, mi sembra che la temperatura stia scendendo e che anche la frequenza cardiaca sia buona» mormorai tra me e me, controllandogli il polso. La mia mano scivolò più in basso e si strinse sulla sua, mentre con l’altra gli scostavo i capelli sudati dalla fronte, sedendomi al suo fianco «Finirà che per colpa sua inizierò a soffrire di gastrite nervosa, mio caro Holmes» borbottai, detergendogli poi il volto con una pezzuola bagnata.

Dato che lo credevo addormentato, sussultai quando le sue dita ricambiarono la mia stretta e lui replicò: «Il suo comportamento non è professionale, dottore. Non è bene affezionarsi tanto ai pazienti» il suo viso era stanco, ma nei suoi occhi grigi potevo leggere una certa ilarità.

Razionalmente mi rendevo conto che il mio collega fosse un uomo adulto e responsabile, ma non riuscivo a fare a meno di preoccuparmi, visto che fin troppo spesso si trascurava e nessuno, a parte me, si prendeva cura di lui. Nemmeno la signora Hudson, la nostra fidata governante, era capace di tenergli testa.

«Ha ragione, dovrebbe trovarsi una moglie che si occupi di lei, sa?»

Holmes storse il naso, sapevo bene come ritenesse le donne un’inutile distrazione: «Mio caro Watson, lei è l’unico in grado di sopportarmi costantemente» dichiarò con un sorrisetto divertito.

Era vero, il suo carattere era difficile da comprendere, sino ad ora aveva trovato ben pochi spiriti affini, ed io ero fiero di poter dichiarare di amarlo incondizionatamente, con tutti i suoi pregi ed i suoi difetti. Lo conoscevo da anni e, dopo la morte di mia moglie, era l’ultima persona cara rimastami. Seguirlo, aiutarlo e sostenerlo, per me non era affatto un problema, ma un onore. Ed il fatto che questo ci rendesse piuttosto simili ad una coppia sposata era sì imbarazzante, ma mi faceva sorridere.

«E’ meglio che ora la lasci riposare, Holmes. Sarei davvero poco professionale se la affaticassi ulteriormente. Buonanotte».

Fare la parte della moglie premurosa mi stava bene, ne valeva la pena per la luce affettuosa che potevo scorgere sul fondo di quegli occhi penetranti.

 

FINE.

 

La poesia d’introduzione è “Il paradiso non è più lontano” di Emily Dickinson.

 

 

 

   
 
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