Lo sfogo di Ginny dopo essere stata lasciata.
Dalla Storia:
Riapro gli occhi lo spettacolo di madre natura che danza, canta, gioca tra i rami verdi degli alberi è uno spettacolo solo mio, sono l’unica spettatrice di questa recita autunnale ...
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
La pioggia intorno a me amplifica il mondo e tutto ha un aspetto nuovo.
Gocce picchiettano su ogni cosa che mi circonda, un’orchestra sinfonica
solo per me.
Resto ferma ad ascoltare questo mondo, lascio che i miei sensi vaghino
e si abituano a questo momento, a questo attimo speciale e unico.
La pioggia mi bagna, invade tutto il mio essere, diventa parte
integrante di me e del mio mondo.
Riapro gli occhi lo spettacolo di madre natura che danza, canta, gioca
tra i rami verdi degli alberi è uno spettacolo solo mio, sono l’unica
spettatrice di questa recita autunnale.
Ho corso fino a qui trasportata dal vento e dal bisogno di stare da
sola, forse per questa volta ci riuscirò.
Ora, qui, nulla importa, nulla esiste, non conta nulla che altre la
pioggia.
La divisa scolastica si fonde con il mio corpo come una seconda pelle,
ma non m’importa.
Come non importa che la mia rossa chioma ribelle trovi un ordine non
richiesto unendosi e lisciandosi sotto il suo incessante cadere.
Alzo il viso cosi che batta direttamente sul mio volto, il trucco
inizia a colare con più determinazione, ma non importa.
Cosa importa?
A questa ridicola e semplice domanda la risposa è sempre la stessa:
nulla!
E’ passato poco dal funerale del preside Silente, dalla cerimonia dove
mi hai lasciata.
Mi hai lasciato Harry, per colpa di questa guerra che vuoi affrontare
da solo ma che io vorrei poter combattere al tuo fianco.
Non sei solo Harry, il mondo magico non è tutto solo sulle tue spalle.
Noi possiamo aiutarti, io posso aiutarti amore mio, ma tu non mi vuoi
al tuo fianco, tu mi vuoi al sicuro, ma non c’è un posto sicuro a
questo mondo, non c’è posto sicuro per me che non siano le tue braccia.
Mi hai lasciato per un destino migliore, diverso, con meno dolore se tu
non riuscisti a tornare da me.
Non sai quando questo mi faccia male, non sai quanta rabbia, tristezza,
delusione, gelosia, rammarico e amore questo mi provochi.
Ma il mio viso, il mio corpo non riesce ad esprimere questa bufera che
è in me.
Per questo sono qui, forse in questa tempesta riuscirò ad esprimere e
svuotare quello che provo.
La tempesta che porto dentro di me distrugge di più di questa che si
sta scagliando all’esterno.
Il vuoto mi opprime il cuore, il solo pensiero che tu passa non
tornare, non voler tornare da me o che qualcun’altra possa prendere
quel posto che fino a poco tempo fa era mio mi devasta.
E se tutto questo fosse una scusa?
Se qualcuno ha già preso il mio posto?
Se non ha il coraggio di dirmi di non provare più nulla per me, o
peggio di esserti accorto di non aver mai provato nulla per me?
Mi sento come se un enorme macigno fosse caduto sulle mie spalle.
La pioggia, cara amica in questo disperato momento, unica spettatrice
indiscreta e silenziosa del mio dolore, ormai mi ha del tutto avvolta
nel suo manto, mi ha totalmente coperta con le sue lacrime.
Inizio a sentire il gelo che essa provoca, questo mi fa piacere,
significa che a non sentire nulla, a non provare nulla è solo il mio
povero, mal ridotto cuore.
Provo a concentrarmi sul freddo, sulla pioggia che mi bagna per far
tacere il pianto della mia anima straziata. La cosa però non dura molto.
Il mio cuore urla troppo per non poterlo ascoltare e poi sono venuta
qua fuori appunto per poterlo lasciare gridare indisturbato una volta
per tutte.
Questo è un momento triste per tutti, ognuno ha un motivo per piangere,
ognuno ha perso qualcosa o qualcuno e nonostante tutto molti miei amici
si preoccupano per me.
Sarò ingrata, ma io non voglio, non tollerò tutta questa loro presenza
nella mia vita privata.
Cosa importa al mondo intero se il bambino che è sopravvissuto ha
lasciato la sua fidanzata?
Cosa importa il perché?
Non sono la prima e non sarò l’ultima ragazza ad essere lasciata
dall’amore della sua vita!
La rabbia mi fa chiudere i pugni, sono cosi stretti che sento la carne
cedere sotto la pressione delle unghie.
Poi qualcosa accade:
I pugni serrati lentamente si aprano, il mio volto bagnato dalla
pioggia esprime il mio reale dolore, le lacrime finalmente bagnano le
mie guance.
Un tuono spacca la quiete notturna e rimbomba nel vuoto del mio cuore.
Resto a piangere ancora per un po’ fin quando un secondo tuono cambia
di nuovo lo scenario.
Dopo l’urlo del cielo nella foresta proibita rimbomba un altro urlo, un
urlo triste, disperato, il mio urlo di dolore.
Mi accascio a terra, piegata in due dal dolore di quest’amore
interrotto, un amore che ha preso pieghe tristi ma pur sempre amore.
Mi sta bene, ora la tempesta si è scatenata: nessuno vede, nessuno
sente, nessuno mi consola.
Finalmente dopo tanto la tempesta sta sfogando tutta la sua furia,
domani il sole potrà ricominciare a splendere, domani ci sarà
l’arcobaleno.
Dal mio rifugio improvvisato fisso la schiena della mia Ginny.
La guardo mentre resta immobile, mentre cade in ginocchio, mentre urla
il suo dolore, mentre i singhiozzi scuotono il suo corpo ed ho voglia
di correre da lei per consolarla, stringerla forte a me e dimenticare
tutto, ma non posso …
Sta tranquilla amore mio, la pioggia alla fine cesserà, domani ci sarà
l’arcobaleno che ci vedrà di nuovo insieme, te lo prometto!