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Autore: Rutile Pleinenuit    08/01/2010    4 recensioni
La vita non è facile. La mia è una di quelle, ma con le giuste persone tutto può risolversi. Io e miei due papà non pensiamo alle opinioni altrui ma solamente alla nostra felicità.
Attraverso varie storie vi racconterò le nostre avventure, belle e brutte, facendovi così capire che la nostra è una esistenza normale.
Vi racconterò de "Ma belle vie"
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aquarius Camus, Nuovo Personaggio, Scorpion Milo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccoci finalmente al nuovo capitolo, vi sono mancata?

Chiedo umilmente perdono per il mostruoso ritardo con cui posto i capitoli, ma ho avuto un calo di idee -_-"

Da questo capitolo arriveranno nuovi personaggi e inattese sorprese.

Che altro dire... buona lettura!


Capitolo IV




Apro piano gli occhi. E' da un po’ che sono sveglia ma non riesco a riprendere sonno.
La stanza è buia e non vedo molto.
So di essere sul letto: buon inizio.
Sento qualcosa che mi schiaccia. Ci metto poco a capire che è il braccio di Lex.
Aspetta, aspetta..... Mi sta abbracciando?
Di primo impulso vorrei staccarmi, ma ragiono e mi accoccolo tra le sue braccia.
Perché rifiutare?
Mid è davanti a me, girata verso il comodino.
Come sto bene in questo momento. E’ un po’ come quando dormo con i miei. Mi sento … protetta.
Mid si gira e vedo che è sveglia.
“Non credi che approfittarne sia sbagliato?” mi chiede piano alzando un sopracciglio.
“Per niente” rispondo soddisfatta.
La porta si apre piano ed entra la mamma di Alexander nella stanza.
Non mi preoccupa il fatto che mi veda abbracciata a lui.
A proposito guarda chi c'è con lei, Baba...... Ho cavolo! Allora si che la mia opinione cambia!
Vi chiederete cosa ci sia di strano … voi non conoscete mio padre!
Io sono la sua piccola principessa. Gli unici uomini della mia vita devono essere lui e Philo.
Quindi, se mi vede con un essere umano maschio che non sia Philo, scatta la classica e maniacale paranoia da papà.
Nonostante non abbia nessun legame biologico con me, Baba non si è fatto scrupoli ad aiutare me e Philo nel momento del bisogno.
Da quel momento mi ha trattata come se fossi sua figlia, senza farmi mai mancare niente. Gli devo moltissimo.
Fatto sta però che in questo momento, la vita di Lex è in serio pericolo, mentre lui dorme sereno ignaro della grave situazione.
“Preparati su, che siamo in ritardo” mi dice Baba sorridendo mentre esce dalla porta.
Aspetta un attimo … sorride?
Io e Mid, siamo scioccate. Lei come me si aspettava la scenata … Che non c’è stata!!!
Anzi sorrideva.
Qualcosa proprio non andava.
Ci scambiamo uno sguardo perplesso.


Nella leggendaria Punto verde la tensione è alle stelle.
E’ da quando siamo partiti che nessuno di noi due apre bocca.
“Lui ti piace?” è papà il primo a rompere il silenzio.
“Di chi parli” rispondo facendo finta di niente.
“Sai benissimo a chi mi riferisco” risponde lui.
“E’ così evidente?” chiedo imbarazzata. Sono abituata ad affrontare questi argomenti con Camus.
“Eccome” risponde ridendo “A dire il vero, non capisco come Alexander non se ne sia ancora accorto”
“In realtà se lo chiede chiunque, tranquillo” affermo sospirando
“Comunque …” ci fermiamo al semaforo e Baba mi guarda negli occhi “E’ una cosa seria?”
"Non lo so ancora" gli confido con la testa bassa.
“L’importante è che tu sia felice” mi dice accarezzandomi la testa.
“Ci conviene muoverci” sentenzia guardando l’orologio “Dobbiamo anche passare a prendere Camus a casa”.
“D’accordo” rispondo felice per la chiacchierata.
Arriviamo dal portone.
“Grazie papà”
“Nulla sarà mai troppo per la mia principessa” mi risponde dandomi un bacio sulla fronte.

Salita in casa non vedo Philo, ma so perfettamente dov’è.
Nell’atelier.
Philo adora passare le giornate in quella stanza a dipingere.
“Vai tu a chiamarlo?” mi chiede Baba aprendo il frigo.
“Ok” rispondo mentre vado verso l’atelier. Per arrivarci bisogna passare per un corridoio con solo due porte: una per l’atelier, mentre l’altra porta allo studio di Baba.
Busso alla porta.
“Avanti” la voce di Philo mi sembra un po’ affaticata.
“Papà sei pronto?” gli chiedo entrando nella stanza “Dobbiamo andare a mangiare da Shaka e non voglio nemmeno immaginare a cosa mi sottoporrà Aolia se non arrivo puntuale” un brivido mi percorre la schiena ripensando all’ultima volta che sono arrivata in ritardo.
“Dannazione di già?” dice Philo sconvolto, mentre copre con un telo il quadro sul quale stava lavorando.
“Che stai dipingendo?” chiedo avvicinandomi furtiva alla tela.
I lavori di mio padre sono stupendi. Quando ero piccola mi portava nell’atelier e mi faceva disegnare sulle tele con lui, cosa che ancora mi fa fare. Non ha mai buttato una di quelle tele, le conserva tutte. Dice che è come se fossero pagine di un diario che racconta la nostra vita insieme e che vuole conservare quei ricordi.
“Sorpresa” mi informa mettendosi tra me e il cavalletto
“Come sorpresa? Io voglio vedere” protesto sbuffando.
“Mi dispiace principessa ma dovrai aspettare ancora un po’” mi dice accarezzandomi i capelli.
“E’ ingiusto comunque”continuo a lamentarmi mentre torniamo in sala.
“Papà, Philo non mi vuol dire cosa sta dipingendo. Dice che è una sorpresa” forse lamentandomi con Baba ottengo qualcosa.
Ho la convinzione di essere l’esempio lampante dell’avere 40 anni ma non sentirli … Mi comporto come una bimba cretina di 5 anni insomma!!
Milo, che intanto si era seduto sul divano e beveva il caffè, ci guardo sorpreso
“Intendi quella sorpresa?” domanda a Philo che annuisce.
“Tu!” mi butto letteralmente sul bracciolo del divano e lo minaccio con un dito “Cosa sai che io non so?”
“Perché non me lo vuoi dire, il tuo silenzio mi fa soffrire!” incomincia a canticchiare Milo.
Non lo sta facendo, vero?
“Una folle curiosità mi ha oramai presa ma non ci posso fare niente perché quella è una sorpresa!” continua Camus
“Ok. Ok avete vinto ma vi prego non lo fate mai più” esclamo sul punto di una crisi, alzando le mani in segno di resa.
“Perché? Ti piaceva tanto questa canzone?” mi chiede un sogghignante Milo alzandosi e andando vicino a Philo. Lui d’altro canto sta disperatamente cercando di non ridere.
“Avevo 3 anni! E per la cronaca, non mi piaceva: soffrivo in silenzio” rispondo abbassando la testa afflitta “mi avete segnato l’infanzia con quella canzoncina”
Questo … FANTASTICO motivetto è la cosa che forse non sopporto di più al mondo.
Da piccola, come adesso in realtà, sono sempre stata molto curiosa. Questi due traditori allora mi cantavano questa filastrocca e, chiediamoci anche il perché, la mia curiosità (insieme alla mia voglia di vivere) spariva. Voi non avete idea di quante volte ho provato a strozzarmi con i calzini!
“Se avete finito di attentare alla mia vita potremo andare” propongo indicando la porta “Devo ricordarvi che anche Aolia attenterà alla mia vita se arriviamo in ritardo?”
“Non credi di esagerare?”chiede Philo scettico “ Per di più ci dobbiamo vedere da loro a mezzogiorno. Siamo in tempo”
“Forse hai ragione” dico più a me stessa che a loro “E poi cosa potrebbe mai succedermi?” mi convinco scendendo di corsa le scale. La precauzione non è mai troppa.

“Chi è?” chiede la voce dall’interfono
“Siamo noi Shaka” rispondo al citofono “Dove è Aolia?” chiedo non poco spaventata.
“E di la che prepara, ma salite. Starete morendo di freddo” risponde preoccupato
“Appunto”conferma un Baba tremante. Milo non regge molto le temperature invernali, essendo cresciuto in Grecia.
Saliamo le scale e ad accoglierci c’è Shaka che cerca di reprimere una risata.
“Perché ridi?” chiedo dopo essere entrata ed essermi levata tutto l’armentario con cui i miei genitori mi coprono per uscire.
“Perché è mezzogiorno e cinque” risponde con una mano sulla bocca.
“E’ dietro di me vero?” Shaka, Baba e Philo annuiscono.
Mi giro lentamente, una figura enorme con un grembiule addosso e una padella in mano mi sovrasta.
“Bel grembiule” cerco di sdrammatizzare indicando i simpatici leoncini che ricoprono il grembiule.
Non mi chiedete come, ma in un nano secondo mi ritrovo sulle spalle di Aolia lottando per non essere uccisa.
Intanto papà si era seduto con Baba e Shaka sul divano.
Suona il citofono e Shaka si alza per aprire mentre noi, noncuranti dell’arrivo degli ospiti, continuiamo a suonarcele.
“Aolia cosa stai facendo alla nostra principessina?” chiede ridendo Aiolos entrando dalla porta.
“Aiolos!!”urlo mentre Aolia mi fa quasi cadere dalle sue spalle “Tranquillo. Come al solito Aolia non ha speranze contro di me”.
Tutti si mettono a ridere.
“Guardate che è vero!” dico a mia difesa.
“Milo, Camus come state?” domanda sereno come suo solito mentre saluta i miei.
“Ti decidi ad entrare?”chiede indirizzato alla porta d’ingresso.
“Eccomi eccomi, pulivo le scarpe dalla neve” dice il nuovo arrivato entrando.
Io e Aolia ci fermiamo. Camus sembra, anzi, è sul punto di esplodere.
“Tu …” dice con un tono di disprezzo che non ho mai sentito uscire dalla sua bocca.
“Camus?” risponde a sua volta il novizio, sconvolto dalla presenza di papà.
Milo lo tiene, come per calmarlo, per un braccio. Anche lui non mostra cortesia, tutt’altro.
“Milo?” chiede l’ospite.
“Sei sorpreso di vederci insieme?”chiede Baba sprezzante. E’ arrabbiato. Lo vedo. Solo io e Philo sappiamo definire questo suo stato d’animo.
Nella stanza siamo tutti sconvolti. Come spettatori impotenti davanti a quella scena. Una vecchia ferita che sembrava guarita, sembra essere stata riaperta. Da quanto ho capito quello era il fidanzato di Aiolos. Lui d’altro canto, non sembra scioccato, più che altro spavento. Credo che lui sappia cosa succede, e per questo, abbia paura della reazione.
“Papà che succede?” chiedo mettendomi tra Baba e Philo.
“Papà? Lei è Cassandra?”
“Si. E’ mia figlia. Mia e di quella puttana di Linette” Urla. Non ho mai visto Philo così arrabbiato. Non aveva mai parlato così di mia madre. La cosa non mi da fastidio. E’ solo strana.
“E indovina un po’? Se ne andata, anche lei. Come te!”Rabbia, l’unica cosa che leggo nei suoi occhi.
Sembra che Philo stia facendo uscire tutto ciò che deve aver represso per anni
“Questo Cassandra …”mi dice indicando l’uomo vicino ad Aiolos “Questo è Saga d’Alembert, tuo zio nonché quello che per me è stato uno schifo di fratello”.
La scena era cambiata. Ora tutti eravamo nella storia.
Come in una grande opera dove la vita di un personaggio si aggiunge a quella di altri, in modi diversi per ciascuno.
Le nostre reazioni furono simile e diverse, per dei motivi che ognuno sapeva valere solo per se stesso.
Noto la varietà di emozioni che mi circondano: rabbia, delusione, stupore, dispiacere, tristezza.
Shaka, che fino a quel momento era rimasto distante sentendosi quasi di troppo in casa propria, ora è sconvolto. Ha le mani sul viso, come a non voler credere a ciò che sentiva. Essendo il migliore amico di papà, dovrà conoscere la storia a memoria presumo.
Aolia mi pare sconvolto. Si, ma a quel sentimento si mischia anche la rabbia, come se anche a lui fosse stato fatto un torto.
Io invece sono diventata la protagonista di quella tragica scena. Al centro di quell’irreale palcoscenico, io e quell’uomo che, in un secondo, ha interrotto bruscamente la mia serena routine.
Uno di fronte all’altro. Lui dispiaciuto con lo sguardo di chi vuole spiegare. Io desiderosa di sapere la verità.
Un ghigno mi spunta sul viso.
“Finalmente pane per i miei denti” dalla mia bocca esce un sussurro che, dagli sguardi stupiti che mi vengono rivolti,capisco essere arrivato a tutti.

Piaciuto questo capitolo?
E ora i ringraziamenti:
miloxcamus_  grazie per la pazienza, mi dispiace ma non ce la faccio proprio a essere puntuale XP  Comunque non ti preoccupare la loro è una coppia che non avrà molte sbandate nella storia... per adesso. E poi...... voglio anche io un bazuka!!!!
Ladie Katjie_ Entra pure nella nostra oramai immensa famiglia. uno in più sta sempre bene.


Alla prossima

  
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