Nuova
storia, realmente accaduta e
accuratamente riportata qui per voi. Spero vi piaccia,
che sia scritta bene
e che vi trasmetta
ciò che io ho provato in quel momento. Fatemi sapere se a
qualcuna di voi è
accaduto lo stesso o almeno se l’avete gradita..Non vi
ruberà
molto tempo, è una one-shot molto breve. Un
bacio a tutte voi, mie lettrici,
e buona lettura!
*The other face
of the medal*
†
Non dormo,
non ho
sonno,
non
piango…
ascolto.
Semplicemente ascolto.
Ascolto il silenzio della
notte.
Quel silenzio
così penetrante che
squarcia in due
il mondo imperfetto che
ti eri
lasciato andandotene.
Il consiglio di un amico,
Il sorriso di una persona
cara,
una parola detta per caso,
una musica che si
diffonde nello
spazio,
dove aleggiano parole
prive di senso
per qualcuno
ma colme di significato
per me..che
mi ricordano te...
un proliferare di voci
che
accrescono in me la consapevolezza
che tutto nella vita
può cambiare.
E ti ritrovi a dover
attraversare
una strada che non conoscevi,
una strada diversa dai
tuoi
pensieri,
forse un po’
cambiata nell’animo,
ma non nel cuore.
Il
cuore che è rimasto vuoto...
lo spazio che avevi occupato,
lasciandomelo ora svuotato.
†
Prima
di leggere qui sotto, cliccate il link qui a fianco in
modo da ascoltare la canzone durante la lettura.. è
importante, è la canzone
che mi ha ispirata. >>>>> http://www.youtube.com/watch?v=qF8fyEDM49g&NR=1
Tum
Tum
Tum
Tum
Tum.
Il
mio cuore. Il mio cuore s’è spezzato. Sto ferma e
non mi muovo, tengo la
schiena appoggiata alla parete, la parete di un bagno logoro e usurato.
Ma
l’odore non giunge fino alle mie narici. Non sento
più niente. Accarezzo la
sciarpa che ho in mano, ma non sento niente. Il mondo, improvvisamente,
è
diventato grigio: non vedo più i colori.
Tutto,
a partire da quel muro, è inespressivo, agghiacciante e
torbido.
Tum
Tum
Tum
Tum
Tum.
Il
mio cuore ha perso l’ultimo colpo. Non ha più
senso che batta, perché la
persona alla quale lo avevo donato, l’ha ridotto a brandelli.
In
un attimo non sento più il respiro, i polmoni che
rigeneravano e ripulivano
l’aria da me inspirata si sono fermati.
«Mamma!
» strillo al telefono « Mamma, non respiro
più! »
Crollo
rovinosamente a terra, immergendomi in un mare di lacrime che, senza
pietà, mi
rigano il viso.
Se
solo esse potessero ripulire i residui dell’amore che provavo
per lui e li
portassero via. Se solo quelle ingenue e sottili lacrime potessero
risanare il
mio cuore e restituirgli la vita.
«
Tesoro!, Amore mio, rispondi ti prego! »
Mia
madre mi sta chiamando dall’altro lato del telefono che reggo
a stento in mano.
Vorrei risponderle, vorrei dirle che sta succedendo. Vorrei dirle che
è tutto a
posto. Vorrei dirle che sono ancora in vita, ma le parole sono ferme in
gola.
La
mia lingua è immobile, non si muove. La saliva è
bloccata in fondo alla gola e
non risalendo, non mi da la forza di spiccicar parola.
Piango,
piango disperatamente e non mi rialzo.
Rimango
solamente accovacciata lì, con i capelli scompigliati sul
viso ed ormai zuppi.
È
finito.
Tutto
è finito.
È
finito tutto.
Tutto
ciò in cui credevo, in cui speravo, per cui avevo ipotecato
il futuro..
In
un sussurro, in uno sguardo, in un sorriso mi ero innamorata di te.
In
una parola, arricciando le sopracciglia e inarcando le labbra mi hai
distrutto.
Mi
hai lasciata.
Mi
hai lasciata come se fossi un gioco vinci e premio.
..Come
se fossi un birillo e tu una palla da bowling.
..Come
se fossi capace di far appassire un fiore appena sbocciato.
Semplicemente
mi hai lasciata.
Dopo
avermi iniziata all’amore, tu mi hai distrutto tutti i sogni.
Dopo
avermi fatto promesse e giuramenti.
Dopo
avermi assicurato che saremmo restati insieme per sempre e che non mi
avresti
fatto mai soffrire.
Tutto
ciò non è altro che l’altra faccia
della medaglia che mi avevano dato.
«Mamma»,la
richiamai «Mamma, mi ha lasciata»
Silenzio
dall’altro capo della linea. Un silenzio che mi fora le
orecchie. Un silenzio
così devastante e rumoroso da rintontirmi.
Mi
cade il cellulare dalla mano e chiudo la conversazione.
Abbandono
la testa al muro ghiacciato e chiudo gli occhi.
Rivivo
il momento in cui mi ha parlato.
«Possiamo
parlare?»mi domandasti.
«Si»,
risposi titubante.
«In
questi giorni ho pensato molto a noi due.. »iniziasti e
ciò mi terrorizzò. Mi
avevi sempre detto ciò a cui pensavi e questa rivelazione mi
agghiacciò.
«
..e mi sono accorto che tutti i miei “ti amo” ed il
chiamarti “amore” non mi
faceva più effetto. Non sentivo vere quelle parole. Fino ad
ora credevo fosse
una sciocchezza da niente ma anche starti accanto ormai.. non sento
più niente.
Ti voglio un bene infinito, ma te ne voglio.. come amica. Non
più come ragazza.
» concludesti.
Cominciai
a correre il più lontano da te per chiudermi qui, dove sono
adesso.
Apro
gli occhi, terrorizzata dalla visione che mi si è proiettata
in mente.
Cerco
di pensare a cose belle ma non mi viene in mente niente.
Dove
prima c’era il mio sorriso, ora ci sono le mie lacrime.
Dove
prima c’era il sole, ora piove.
Sembra
un’eclissi: tutto ciò che conoscevo, tutto
ciò che amavo si è spento come una
candela consumata e lasciata ardere per troppo tempo.
Richiudo
gli occhi titubante e questa volta ritorno al momento in cui mi facesti
la
fatidica promessa, dopo aver visto un splendido film d’amore
al cinema.
«
Io ti amo e il mio sentimento non cadrà
mai.» congiungesti la tua mano con la mia e mi prendesti con
l’altra il viso.
«Amore,
se tu mi lasciassi come Edward non so se sopravvivrei.. non sono
abbastanza
forte quanto lei» dissi, incerta.
«Io
non potrei mai lasciarti: non vivrei proprio! Sei la cosa
più importante della
mia vita e ti amo infinitamente. Non ti farò mai
soffrire» mi baciasti
dolcemente, chiudendo la serata.
..ed
io.. mi fidai.
Ero
certa che quelle parole fossero vere, una promessa.
Ma
tu non le hai mantenute. Soffro in una maniera incontrollabile e tu..
mi hai
lasciata.
Avevi
detto che il tuo sentimento non si sarebbe mai affievolito ed ora, a
sentir te,
non mi ami più.
Guardo
l’ora: è l’una e venticinque, devo
prendere il pullman.
Mi
alzo faticosamente in piedi ed esco dal bagno della biblioteca, mi
fermo
davanti allo specchio e noto i miei occhi iridescenti, color cremisi.
Me li
bagno velocemente un po’ d’acqua, afferro lo zaino
e con la sciarpa avvolgo il
viso inzuppato, mordendo qualche lembo: il male che percepisco allo
sterno è
tale da non lasciarmi respirare.
Giungo
in piazza dove trovo alcuni miei amici, che notano subito il mio
sguardo.
Fortunatamente il bus arriva subito; mi precipito su uno dei primi
sedili e mi
siedo tristemente al fianco del mio migliore amico. Non fa domande: ha capito tutto.
Per
la prima parte del viaggio guardo dal finestrino le persone che
soavemente
passeggiano nel verde; successivamente, mi torna l’attacco di
dolore che mi
aveva avvolto prima e appoggio la testa sulla spalla del mio amico.
Alcune
lacrime cominciano a scendere, ma tento di nasconderle strofinando gli
occhi
contro la maglia.
Il
viaggio di ritorno è lungo perciò prendo il mio
I-pod e ascolto musica triste:
la nostra canzone è la prima della playlist
perciò, dopo averla sentita per
l’ultima volta, la cancello definitivamente.
La
mia tristezza mi sta chiudendo protettiva dentro ad una bolla
invisibile,
impenetrabile, chiudendo le altre emozioni all’esterno. Il
dolore aumenta
lentamente e comincia a pervadermi.
Finalmente sono a casa, mi precipito fra le braccia di mia madre e
scoppio in
un pianto ristoratore che sapevo sarebbe durato per molti giorni e
così accade.
La
giornata passa veloce. Ho spento il cellulare: probabilmente in poche
ore tutti
sapranno l’accaduto e tenteranno di consolarmi, ma io non
voglio sentire
nessuno. Voglio rimanere sola col mio dolore.
“O
qui, io fisserò il mio sempiterno
riposo e scoterò da questa carne stanca del mondo il giogo
delle avverse
stelle.” Ricordo,
ricordo le parole che quella sera mi regalò, recitando
Shakespeare e che in
questo momento sono perfette per l’umore che mi pervade.
“Occhi
guardatela per l'ultima volta, braccia prendete
il vostro ultimo abbraccio e voi labbra, voi che siete la porta del
respiro,
suggellate con un leale bacio un contratto con la morte che tutto
rapisce..”
Piango
ancora e vengo scossa da ansiti crudeli, penosi.
Piangere,
tuttavia, non mi da più alcun benessere, non riesco ancora a
respirare
correttamente tanto che non riesco a capire quali sono i miei respiri e
quali i
gemiti.
Vedo il mio
futuro sfumare piano piano davanti ai miei occhi..
La mia famiglia,
il mio vero amore, la mia vita..
Tutto sfuma
lentamente. Cerco di afferrarlo ma purtroppo non vi è
più niente.
Sento freddo
al petto e lo guardo per assicurarmi che tutto sia a posto.
Così è ma
purtroppo non posso dire altrettanto dell’interno del mio
corpo.
Al posto del
cuore, ora, vi è il vuoto.
Un vuoto
permanente.
Un vuoto
incolmabile.
Per assurdo, l’unica
persona che può calmare le mie lacrime è proprio
quella che le ha
scatenate.
Mi esce un
risolino bagnato: che triste ironia!
The End
†
♫Note dell’autrice:
Premetto
che questa storia è
stata scritta per raccontare anche a voi la mia dolorosa storia. Come
avrete
capito sono stata lasciata dal mio ragazzo dopo 5 bellissimi mesi
insieme
perciò tutto ciò che ho raccontato è
vero, sono cose successe realmente. È
anche per tutte voi, per farvi forza e per dirvi che anche quando il
mondo ci
cade addosso, siamo capaci di rialzarci perché siamo forti e
non siamo mai
veramente sole.
Mi
raccomando: RECENSITE
IN
TANTE!
Sono proprio curiosa di sapere cosa pensate su questa one-shot.
Dedico comunque questa storia a lui: Addio.
Un bacio a tutte le mie lettrici..
Vostra,
Noemix.