Questa oneshot è narrata da uno dei componenti dei girugamesh. Tuttavia non vi viene detto chi è, questo elemento è a vostra totale scelta ~
Sdraiata ai piedi del letto fissava un punto lontano, invisibile agli occhi altrui.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
La porta si aprii con il solito lieve cigolio.
La stanza era in un appartente caos. In realtà, era solo stata trasformata in una dimora di tristezza profonda.
Foto di bei momenti passati, di sorrisi e lacrime, erano sparse per tutto il pavimento.
Una
scatola vuotata da quelle che ad occhi estranei potevano sembrare
cianfrusaglie, ma che in realtà erano quello che Anima avesse di più
prezioso.
Seguii il suono del suo respiro regolare.
Sdraiata
ai piedi del letto fissava un punto lontano, invisibile agli occhi
altrui. La raccolsi e la posai delicatamente sul letto, rimboccandole
le coperte.
«Non hai ancora versato una lacrima...»
Nessuna risposta
«Ho
una paura folle dello stato in cui ti stai riducendo, non voglio
perderti Anima. E' da 2 settimane che vengo a trovarti ogni giorno...ti
prego...»
Ma il suo sguardo restava perso in quel luogo lontano e irraggiungibile.
La baciai sulla fronte e presi a percorrere i lineamenti del suo volto coll'indice.
«Questo
è il percorso che una goccia d'acqua salata farebbe se scendesse dai
tuoi occhi» arrivai al mento «e qui è dove io la raccoglierei...»
Avevo
passato ognuno di quei giorni così, dialogando con una persona che
aveva perso la ragione di vivere. Ogni parola calcolata, nella paura
più folle di rompere quello strano e contorto equilibrio che si era
creata.
Ma ormai non aveva più importanza, nemmeno io avrei potuto
resistere ancora molto così decisi di dirglielo. Fu facile, forse
perchè le mie parole sembravano non raggiungerla.
«Penso che tu
l'abbia sempre saputo...ma non abbia mai detto nulla perchè temevi di
cambiare il legame che c'era tra tutti noi, d'altronde è lo stesso
motivo per cui ho deciso di tacere anche io...» mi presi una piccola
pausa «io sono immanorato di te...» la guardai ma nel suo volto non vi
era stato alcun cambiamento. Ignorai il petto che aveva iniziato a
bruciare.
«lo so è vigliacco da parte mia...dirtelo ora, ora che non
vuoi o non puoi sentirmi, ora che siamo solo noi, ora che tutto è
finito, ora che nulla ha più importanza...ora che...» cercai di trovare
il coraggio per dire quelle parole che ancora bruciavano, che ogni
volta che pronunciate lasciavano cadere dai miei occhi lacrime
incontrollabili. «...ora che Satoshi è morto...».
Il suo sguardo si
fisso improvvisamente su di me, ne fui attratto e spaventato. Dopo
giorni era la prima volta che mi guardava, ma non era quello sguardo
che avrei voluto sentire posato su di me.
Non riuscii a sostenerlo e
guardai fuori dalla finestra. «Lo so che fa male. Ma è la
realtà...prima la accetterai, prima riuscirai a darti pace...» tornai a
guardarla. Ora le vedevo, piccole lacrime luccicanti rigare il suo
volto.
Rimasi senza fiato per un istante. «Anima...» mi avvicinai per asciugarle ma lei scostò il volto.
«Vattene.»
Una lancia dritta nel petto, proprio a lato di quella lasciata dalla perdita di una delle persone più care. «Ma...»
«Vattene.» la sua voce era gelida e priva d'emozione.
Mi
alzai con le gambe che tramavano e mi diressi verso l'uscita, mi voltai
a guardarla un ultima volta mentre soffocava il suo pianto disperato
nel cuscino.
Il giorno seguente sua madre mi chiamò.
Anima era morta.