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Autore: Ksanral    10/01/2010    6 recensioni
~ Questa fanfiction ha partecipato al contest "Teachers in red!" indetto dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight since 01.06.08 } ~
E allora avrebbe dovuto capire quant’era deviata la mente di quel ragazzo. Com’era possibile che un sedicenne potesse formulare certi pensieri? Uccidere sette volte…
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Horace Lumacorno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Questa fanfiction ha partecipato al contest Teachers in red! indetto dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight since 01.06.08 }.
Era necessario descrivere il Natale a Hogwarts di uno dei professori, ambientando la storia nella sua stanza privata.
Ecco gli obblighi:
- Ambientare la storia nella stanza privata del professore.
- Far parlare il personaggio o con Gazza o con uno studente.
- Questo interlocutore deve interrompere un flusso di pensieri che, dopo che se ne è andato, non deve riprendere.
- Concludere la storia con una citazione da una canzone natalizia.
La fanfiction che (finalmente, direte voi) vi farò leggere ha ottenuto il secondo posto. A seguire, troverete anche il giudizio ricevuto. ^^




Challenge Yourself!



Natale. Doveva essere un’occasione felice e invece eccolo a rimuginare su cupi discorsi di un passato lontano.
Aveva sbagliato, forse?
«Signore, volevo chiederle una cosa.»
«Chiedi allora, ragazzo mio, chiedi…»
«Signore, mi chiedevo cosa sapeva lei su…sugli Horcrux?»

Nel Mondo Magico c’erano così tanti misteri, perché svelare proprio quello?
Perché con tutte le domande, doveva sentirsi posta quella in particolare? E poi da quel ragazzo, Tom. Come poteva negare a uno studente così eccezionale una risposta del genere?
«Un progetto per Difesa Contro le Arti Oscure?»
Gli aveva chiesto, stupidamente. Come poteva quello essere un progetto di Difesa Contro le Arti Oscure? Eppure quel ragazzo era così irreprensibile, così dolce e perfetto – forse troppo – che non si poteva dubitare delle sue buone intenzioni.
Gli aveva anche risposto sinceramente, Riddle, gli aveva detto che no, non era per un compito. Era curiosità. E poi era così abile a esaltare le qualità dell’altro che non gli si poteva negare nulla. Sapeva farci con le persone, Tom Riddle. E lui aveva ceduto alle sue lusinghe e gli aveva detto quasi tutto. Se avesse perso anche l’ultimo briciolo di buon senso, se si fosse dimenticato che lì davanti a lui c’era uno studente, forse gli avrebbe anche svelato l’Incantesimo necessario per crearlo, un Horcrux. E non aveva visto, in balia di quel ragazzo, il desiderio, la brama nei suoi occhi. Non l’aveva vista… O non aveva voluto vederla.
«Ma come si divide l’anima, signore?»
«Con l’atto supremo di malvagità. L’omicidio. Uccidere strappa l’anima e chi intende creare un Horcrux, usa il danno a suo vantaggio, riponendo la parte di anima in un oggetto.»

Tanto valeva dirgli direttamente l’Incantesimo!
Batté un pugno sulla scrivania, senza accorgersi del dolore, mentre la frustrazione e la vergogna tornarono a impossessarsi di lui.
«Un solo Horcrux sarebbe utile? Non sarebbe meglio, non renderebbe più forte, avere l’ anima divisa in più pezzi? Sette, per esempio. Non è sette il numero magico più potente?»
E allora avrebbe dovuto capire quant’era deviata la mente di quel ragazzo. Com’era possibile che un sedicenne potesse formulare certi pensieri? Uccidere sette volte… Neanche il più temibile serial killer del Mondo Magico avrebbe mai pensato una cosa del genere…
«Per la barba di Merlino, Tom! Sette! Non è già abbastanza malvagio uccidere una sola persona? E in ogni caso, malvagio abbastanza per dividere l’anima… Ma dividerla in sette parti…»
Eppure no, si era indignato, ma non aveva capito cosa quel ragazzo stesse nascondendo, quali fossero i suoi piani.
«E’ tutta accademia, vero ragazzo? Soltanto teoria…»
Aveva chiesto conferma, ma davvero poteva aspettarsi che gli dicesse la verità? Non poteva davvero crederlo… Ma l’aveva fatto.
Come era riuscito Silente a scoprirlo? Quell’uomo era davvero impareggiabile. Non gli si poteva nascondere nulla. E ora premeva perché gli rivelasse quell’atroce ricordo. Come poteva farlo? Come poteva mettersi così a nudo, confessare la sua vergogna più grande a un uomo come Silente, che cercava di fare di tutto pur di concludere quella guerra…
Soprattutto se Tom, o meglio Voldemort – rabbrividì al solo pensare quel nome – era riuscito a sfruttare i suoi consigli e aveva…
Il pensiero sfumò, mentre lui veniva distratto dal bussare insistente della porta.
«Avanti, avanti.» sbottò il vecchio mago, irritato per aver perso il filo della riflessione.
La porta si aprì con un cigolio e lasciò apparire la figura nervosa di Gazza.
«Professor Lumacorno, non volevo disturbarla, ma c’è stato un furto nella dispensa degli ingredienti…» disse, tutto trafelato dalla corsa che certamente aveva fatto.
L’uomo si alzò, spossato, e uscì dall’ufficio seguendo il guardiano.
L’armadio era un disastro a vedersi, ogni pozione o ingrediente lì contenuto era mischiato irreparabilmente con gli altri. Strano che non fosse esploso nulla…
Lumacorno si chinò faticando e cercò di capire cos’era stato trafugato. Per fortuna non teneva pozioni pericolose… Eccezion fatta per l’Amortentia. Sgranò gli occhi, cercando la boccetta dove l’aveva lasciata. Non c’era. Rovistò freneticamente sugli scaffali, ma non la trovò: ecco cos’era stato rubato.
Si alzò sospirando e si rivolse a Gazza. «Nulla di grave, Mastro Gazza. Hanno preso solo una piccola quantità di Amortentia, nulla di così pericoloso…»
Egli stesso non era poi convinto di quell’affermazione, ma evitò di farlo notare a Gazza.
«Avviserò il Preside, comunque.» disse il custode precipitandosi verso l’ufficio di Silente. In pochi istanti era già sparito.
Chissà quale studente aveva rubato quella pozione e a chi avrebbe tentato di farla bere… Certo, un’idea ce l’aveva: tra i corridoi della scuola era girata la voce che una ragazzina, Romilda Vane gli pareva, voleva far innamorare nient’altri che Harry Potter.
Rise, Lumacorno, mentre entrava canticchiando di nuovo nel suo ufficio. «La fiamma del tuo amor, che sol per me sognai invan, è luce di candela, che già si spegne piano pian*»


Note:
* E' un verso della canzone "Valzer delle candele", che da anche il titolo alla storia.
Ringraziamenti: Vorrei ringraziare Ceci per il giudizio e per il banner, rigorosamente in quest'ordine. ^^


Ecco il risultato:
Giudizio di Alexiel Mihawk
1. Lessico; grammatica: a) correttezza verbale - b) punteggiatura: 8.5
Molto, molto bene! Complimenti per il forte miglioramento. La punteggiatura è perfetta, per quanto riguarda il lessico magari alcuni termini qui e là potevano essere sostituiti con altri più appropriati, tuttavia non vi sono veri e propri errori, solo qualche parole che stride con il resto.
Lo stile usato si adatta con grazia al personaggio, l’uso dell’inversione in alcune frasi, del vocativo e le continue domande donano una cadenza ritmica e regolare alla storia che favorisce la lettura. Solo ogni tanto si nota qualche ripetizione del nome Tom Riddle, che viene inserito un po’ troppo spesso.

2. Originalità e svolgimento della trama: 8.5 Il flusso dei pensieri si concentra su un ricordo del passato che Horace deve decidere se rivelare o meno a Silente. Molto ben sviluppata la trama, durante la quale il senso di colpa e il rimorso aumentano sempre di più. Quando sembra stiano per esplodere, vengono invece interrotti dall’arrivo improvviso di Gazza, che non solo rompe il flusso dei pensieri, ma lo devia. Il professore è assolutamente IC, tanto che dopo avere notato che mancava l’amortentia, pur sapendola pericolosa, dice l’opposto, un modo per lavarsi le mani del furto e non doversene occupare.

3. Utilizzo degli obblighi: 9
Gli obblighi vengono tutti rispettati, il flusso di pensieri interrotto devia prontamente altrove, facendo mutare l’umore di un professore i cui stati d’animo sono facilmente variabili. Molto ben analizzato il senso del colpa e il suo perché, descritti ugualmente con maestria; inoltre la strofa di canzone si adatta perfettamente al finale della storia, in cui i pensieri di Lumacorno sono oramai rivolti verso l’amore e verso i suoi studenti.
Punteggio finale: 26/30


Sinceramente, ne sono molto soddisfatta, ma se volete esprimere il vostro parere - eventualmente anche contrario a quanto scritto sopra - lo gradirei molto. ^^

   
 
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