Serie TV > Il mondo di Patty
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Autore: Okimar    10/01/2010    5 recensioni
Patty sta leggendo Twilight, un nuovo libro che l'appassiona di pagina in pagina. Si ritrova a pensare alla propria vita, paragonata a quella di Bella: Leandro sarebbe Charlie, René sarebbe Carmen, e chi potrebbe essere Matias? Il primo nome che le sfiora la mente, è quello di Jacob. Il migliore amico di Bella. Si, ma anche innamorato di lei, precisa pensandoci un po' più a lungo. E allora chi poteva essere Jacob? Con un gesto tranquillo si sistema una ciocca dei capelli e si rende conto di conoscere la risposta. E sa anche chi potrebbe essere Edward. Matias ha lasciato Antonella, non per una ragione importante, ma semplicemente perchè non l'amava più. Ed era da un po' che era fermo su questa convinzione. Almeno da quando una semplice bambina era entrata nella sua vita, distruggendo la sua routine e costringendolo a vivere realmente. Inizialmente si mostra amico della persona alla quale tiene di più, Patty, naturalmente, che non si riesce a convincere che lui la possa veramente amare, nemmeno quando sente queste parole uscire dalle stesse labbra che pochi secondi prima avevano sfiorato le sue.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il mio compleanno

Non appena misi piede nell'aula di teatro, mi accorsi subito che c'era qualcosa di strano, mancava infatti la luce, una cosa che non potevo certamente non notare. Camminai piano, misi una mano sulla porta, con l'altra riuscì a trovare l'interruttore della luce. Premetti il pulsante, ma non si accese nessuna luce. Cominciai a preoccuparmi. Che cosa stava succedendo? Perchè gli altri non erano già arrivati? Ero io quello in ritardo, loro sarebbero dovuti essere già qui.. Mi voltai per uscire, quando una mano si posò sulla mia spalla, facendomi fare un salto. La luce si accese di colpo, ed io potei vedere che la persona che mi teneva non era altri che la mia migliore amica, Josefina. Avevo ancora il batticuore, quando mi sorrise dicendo, insieme a tutti gli altri presenti nella stanza: -Auguri Patty, tanti auguri a te!- la guardai prima in malo modo, poi sorrisi, mostrando in tutta la sua bellezza il mio apparecchio.
-Giusy! Ragazzi, che cosa vi è saltato in mente?- chiesi, tenendomi una mano sul petto e ascoltando l'irregolarità del battito del mio cuore. Non riuscivo a credere di essermi dimenticata che era il 14 luglio, il giorno del mio compleanno. Di solito non dimentico mai niente..
-Oggi è il tuo compleanno, quindi..- mi rispose, unendosi agli altri ragazzi. -TANTI AUGURI A TE, TANTI AUGURI A TE!- li guardai confusa. Erano tutti una massa di sorridenti esagerati.
-Non dovevate, ma grazie lo stesso.- sorrisi alle mie amiche.
-Di niente, se no a cosa serviamo noi?- disse Tamara, avvicinandosi con le mani dietro alla schiena.
-Che cos'hai li dietro?- chiesi, sospettosa. Non sarà mica..
-Un regalo per te!- disse porgendomi un pacchetto rosa, io lo guardai, non facendo cadere la guardia. La ringraziai con un gesto semplice e poi cominciai a scartarlo. Quando ebbi finito ci trovai ciò che non mi aspettavo mai potesse regalarmi: un libro. E non uno qualsiasi, ma Twilight, avevo visto la pubblicità in televisione, ma non me n'ero molto interessata. L'horror non era mai stato il mio genere preferito. Tuttavia quel giorno, quando mi ritrovai tra le mani quel volumetto piuttosto spesso, sorrisi, ma non falsamente nei riguardi della mia amica per non ferirla, no, stranamente ero sincera. Perchè.. c'era qualcosa nel disegno della copertina che mi attirava.. non sapevo dire bene il perchè.. ma era così. Lo voltai ed ecco che ci trovai alcune frasi che mi colpirono. Non era il solito libretto con dietro un breve riassunto dell'intera storia, cosa che spesso mi dissuadeva dal leggere un libro perchè a prima vista sembrava noioso. Ma com'è che si dice? Mai giudicare un libro dalla copertina.. "Di tre cose ero del tutto certa. Primo, Edward era un vampiro. Secondo, una parte di lui- chissà quale e quanto importante- aveva sete del mio sangue. Terzo, ero totalmente, incondizionatamente innamorata di lui." Mi piacquero quelle parole messe insieme. Sì, decisi che era un regalo davvero apprezzabile.
-Grazie Tamy, grazie di cuore..- dissi poi finalmente alzando lo sguardo verso di lei, che attendeva infatti ansiosa una mia reazione, probabilmente sperando fosse positiva, ma non ne potevo essere certa.
-Di niente..- mi sorrise. -So che non è nel tuo genere.. ma.. qualcosa mi ha detto che dovevo regalartelo..- sul subito non pensai che quella cosa potesse sembrare strana o avere più importanza di quanto non gliene diedi affatto. La mia attenzione venne infatti rivolta verso quello che mi stava porgendo un'altra delle popolari, Sol. Lo presi dalle sue mani delicatamente, era un pacchetto piuttosto piccolo. Avevo idea che ci fosse dentro qualcosa di molto fragile e in effetti avevo ragione. Quando infatti lo aprii ci trovai una collanina a forma di fiore. Capii che dovevo aprirla e non appena ci riuscii, vidi una cosa che mi fece molta tenerezza: era una delle nostre foto, io, Tamara, Giusy e Sol tutte e quattro le popolari, unite.
-Grazie Sol!- l'abbracciai. Poi sorrisi a tutte le popolari. Avevo davvero delle amiche uniche e fantastiche.
-E adesso tocca al mio..- disse Giusy tutta sorridente, impossibile non imitarla subito per me. Era un pacco di dimensioni medie e peso normale, che non dava nessun indizio. Lo scossi appena. Nessun suono che mi potesse aiutare. -Aprilo, su..- mi disse poi lei vedendomi assorta nei miei pensieri e vari tentativi falliti. Io lo feci. E rimasi a bocca aperta.
-Non ci posso credere! Grazie Giusy!- le gridai. Era davvero la mia migliore amica, non c'erano dubbi. Tamy e Sol anche, erano speciali e davvero importanti, ma mi dispiaceva dirlo e infatti non lo dicevo mai, restava Josefina la mia best friend. Lei fece un altro dei suoi sorrisi bianchissi, da modella, ma se qualcuno le avesse anche solo proposto la cosa, lei si sarebbe infuriata tantissimo.. al momento stava ancora con Guido, che aveva già sperimentato la carriera da "modello" ma che ora suonava con gli Scracht. Quello che mi aveva regalato era più di una cosa, un'insieme: un microfono rosa chiaro molto molto femminile, adatto a me, delle cuffie della stessa tonalità, abbinate e per ultimo un paio di occhiali sempre naturalmente del mio colore preferito, rosa, da sole. Tutte cose da "star". Il pensiero mi fece ridere.
-Di niente...- mi rispose poi lei, lasciando posto a un nuovo venuto: Santiago. Prima che porgesse il pacco che aveva in mano, lo ringraziai per un'altra cosa.
-Santiago, grazie per la torta.. che hai fatto..- gli sorrisi amichevolmente.
-Non dirlo neanche..- mi disse lui sorridendo a sua volta. E poi mi diede il suo pacco. Anche questo mi sorprese e non di poco. Era davvero.. speciale! Un album. Non l'avrei mai neanche immaginato.. un album strapieno di fotografie di noi popolari, tutte le ragazze insieme, o solo i ragazzi, a due a due, e poi alcune foto dei ragazzi anche divini, foto del periodo di quando Antonella era mia amica, alcune delle divine, persino una di Emma e di Nicolas, mio zio Chicco, nonna Ines e Germano, Pedro, i vari concorsi e sfide che avevamo fatto, Maty il cagnolino, mia mamma e mio papà insieme, c'era insomma di tutto e di più.. ero estasiata, ma a un certo punto dovetti interrompere, erano troppe! E sotto ad ognuna c'era una dedica con firma o una frase speciale.. chissà da quant'era che ci lavorava.. pensai.
-Wow.. non ho parole.. davvero.- dissi solamente. Lui sorrise soddisfatto e toccò ad un altro.. mamma quanti regali! Bruno si avvicinò a me lentamente. Non avevamo parlato molto, poco e poco spesso da quando era arrivato.. eravamo semplicemente troppo diversi.. mi chiedevo curiosa che cosa mi avesse regalato uno come lui..
-Tieni.- mi porse una busta, poco spessa. Aggrottai le sopracciglia e lo guardai una sola volta, prima di aprirla. Ne tirai fuori un buono e aprii la bocca sorridendo, pensando "Il solito Bruno!". C'era una scritta nera. "Buono per ricevere lezioni completamente gratuite di chitarra da" e il carattere diventava corsivo "Bruno". Sorrisi. In fondo l'idea mi sembrava carina e sopratutto creativa.
-Grazie..- e gli diedi un bacio sulla guancia, prima volta se ci pensavo.. Poi fu il turno di Guido, che prima di farsi avanti sorrise e ne ricevette uno in cambio, da Giusy. Lui mi diede un pacchettino minuscolo. Lo scartai e diventò un sacchettino. Lo aprii e ci trovai un cuoricino rosa e non rosso, con un incisione: "alla mia cupido preferita, con affetto Guido, p.s. è merito tuo se ora siamo così felici!" aveva sottolineato il siamo. Mi commosse anche questa. Non aveva idea di quanto bene mi facesse, dicendomi quelle cose. Avevo le lacrime agli occhi, ma le scansai. -Grazie!- dissi di nuovo, ma stavolta molto più decisa. Con Guido mi veniva più naturale.
Fu la volta di Felipe. Lui mi regalò delle converse.. chi gli aveva dato il mio numero di piede? Mah.. lasciai il dubbio da parte per scartare quello di Alan: un cd con tutte le canzoni che avevamo cantato, ballato, o anche solo provato e ascoltato a scuola.. decisamente qualcosa fatto da lui, pensai sorridendogli. Poi venne il fratello di Bruno, perennemente nonostante tutto, innamorato di Giusy, Gonzalo. Scartai il suo ancora curiosissima, non mi sarei mai stancata di scartare! Ci trovai una targhetta con anche una data che ricordavo bene, perchè era stata la prima volta che cantavo davanti a tutti senza maschera. "A Patty, in ricordo del suo debutto, ci hai fatto capire quale bellezza conta davvero" poi andava a capo "*Patty alé, Patty alé*". Risi per quell'ultima frase, ricordando quando mi avevano portato in trionfo, mentre le ragazze continuavano a ripetere quella frase, appunto.
-Grazie.- gli dissi quasi singhiozzando commossa. Mancava ancora un ragazzo alla lista. Fabio. “Alla vera NON divina” lessi sul pacco. Mi veniva da ridere, ma mi trattenni. Era una lettera. Di Antonella. Per me. Dove scriveva tante cose belle e brutte, su di me, su di noi, su quanto era felice con me come amica e che non riusciva a credere che io l’avessi potuta abbandonare proprio in un momento così terribile. Infatti non era andata così, ma Pia e sua madre le avevano fatto il lavaggio del cervello, convincendola che a me non era interessato niente di quando lei era in coma. Per me quello valeva più di qualsiasi oggetto materiale comprato con soldi di carta. -Oh.. Fabio.. grazie..- balbettai quasi a questo punto. Lui mi sorrise solamente, poi guardò verso la sua ragazza, Tamara. Ero così felice anche di questo: che lui l’avesse finalmente perdonata, visto che era anche colpa mia.. anzi.. solo mia. A noi Tamy aveva raccontato che lui le aveva detto che non poteva sopportare di vederla uscire con altri e che aveva preso la decisione di scusarla perchè non voleva perderla. Che romantico!
-Anche Antonella voleva che l’avessi.. ma non si fidava a dartela..- mi confidò sussurrandomi nell’orecchio, prima di andare verso gli altri. Io ero al settimo cielo, mi chinai per accarezzare Maty, il mio bellissimo mini cagnolino a salsiccia. Alzando lo sguardo vedevo solamente sorrisi, ovunque, erano fin troppi e esagerati! Incontrai quelli di mamma e papà che si avvicinavano a me tenendosi a braccetto. Con la coda dell’occhio guardai verso mia nonna e la sorpresi a sorridere, non so se per me e la gioia che c’era nell’aria o se perchè veramente era felice che mio padre Leandro stesse con mia madre, dopo tutto.
-Amore mio, anzi, nostro..- si corresse mio padre. Io capii in quell’istante che avrei pianto dalla commozione, quando avrebbe finito il suo discorso. -.. tu sei per noi due la cosa più importante che c’è, e per te, solo per te..- sorrise. -..abbiamo deciso nonostante tutto di mettere da parte le nostre varie divergenze e..- suspense. Odio la suspense nella vita reale! -..vivere tutti e tre insieme!- concluse. Io sgranai gli occhi e spalancai la bocca, realmente incredula. Era la notizia migliore che potevo ricevere! Ma non sapevo ancora che mia mamma ne avesse una migliore.
-Anche perchè..- nuova pausa che mi agitò e fece crescere l’ansia nell’atmosfera. -..sono incinta.- lo disse come se fosse una cosa da niente. Compresi subito che solo papà ne era al corrente, perchè anche tutti gli altri invitati, come me, si tenevano mani sulle bocche, si guardavano gli uni con gli altri, sorpresi, ma felici. A questo punto non ce la feci più e corsi ad abbracciarla.
-Mamma! E’ una notizia fantastica!- le gridai. Lei ricambiò il mio abbraccio. Poi venne il momento di nonna Ines, che già mi aveva precedentemente regalato un computer, un mp3 e un sacco di altra roba extra tecnologica.. Guardai verso di lei e vidi che non aveva niente in mano. Poco male, a me bastava la sua presenza, pensai.
-Nipotina cara...- cominciò come suo solito con i complimenti. Le sorrisi. -..il mio regalo è troppo grande da portare qui.. e non devi neanche scartarlo.. e già a casa di tuo papà.. mi correggo, ormai casa tua..- si voltò e giurai, che sorrise a mia madre! -..quando andrai a casa lo noterai subito, ne sono certa.- finì così, lasciandomi nella curiosità più assoluta.
-No, dai, dammi almeno un indizio!- piagnucolai come una bambina. Lei per poco non rise. Mi porse un depliant. -No! Mi hai regalato..- immaginai che tutti gli occhi fossero puntati su di me. -..una.. una.. cameretta!- strillai al colmo della gioia. Dopo di lei si avvicinò il suo ormai ufficiale fidanzato e quasi nonno, nonno adottivo, Pedro Achabal, produttore molto famoso.
-Patty, chiudi gli occhi.- mi disse. Io lo feci e sentii che mi metteva qualcosa di rigido e poco spesso, anche scivoloso, tra le mani. -Aprili pure.- lo feci e cacciai un urlo forse più forte di tutti quelli che avevo fatto quel giorno. Lui annuì. -Sì, è la copertina in anteprima del tuo PRIMO CD.- non sapevo come reagire a questa cosa. Strillare era infantile.. ma.. a questo punto, chi se ne importa!
-Grazie.. a tutti.. davvero..- mancava ancora mio Zio Chicco, che mi regalò qualcosa che non potevo tenermi per tutta la vita accanto, ma ero felice di avere anche solo per quel giorno: la sua ragazza Emilia. E poi, a famiglia conclusa, i regali che mancavano erano quelli delle mamme e papà dei miei amici e dello zio, per me prof extra mitico, Fito. E giunse il momento della torta e delle candeline. Giusy andò a spegnere le luci e io chiusi gli occhi e espressi il mio desiderio, quindi soffiai e spensi tutte e 14 le candeline. Questa volta non si sarebbe avverato e lo sapevo. Perchè avevo desiderato che Matias fosse venuto alla mia festa. Non potevo cambiare il corso del tempo. Aprii gli occhi. E non ci potevo credere. Un ragazzo davvero carino era avvolto in metri e metri di nastri di tanti colori diversi, in testa portava un bel fiocco rosa, della tonalità del mio colore preferito. E chi era? Matias. -Ma.. ma..- non riuscii nemmeno a dire il suo nome. Che figure da tonta, che finivo sempre per fare.
-Ciao Patty.. scusa per il ritardo..- mi disse invece lui. Io ero rimasta a bocca aperta, mi sforzai di chiuderla e lui mi abbracciò. Un veloce abbraccio, perchè tra l'altro eravamo in pubblico e lui non era né il mio ragazzo, né nient'altro di speciale. Solo il mio migliore amico. Che per me era già anche tanto. -Non credere che io sia il tuo regalo..- disse poi entrando nei dettagli. La cosa si stava facendo interessante. Ne volevo sapere di più. -Guarda.- mi disse semplicemente, passand0mi dei foglietti minuscoli. No. Incredibile. -Biglietti.. per..- lui annuì. -..per la finalissima del Boca!!- sorrise. Io avevo già troppo secondo me, spalancato la bocca in un giorno solo. -Allora Patty.. ti è piaciuta la tua inaspettata sorpresa?- mi domandò sua sorella, un sorriso unico stampato in viso.
-E me lo domandi?- risposi con un'altra domanda io, ironicamente. -Ma ora mangiamo la bellissima e immagino anche buonissima torta preparata da Santiago...- chiarii. Il mio stomaco cominciava già a protestare borbottando frasi sensate solo per lui. Il nostro cuoco provetto sorrise cominciando a tagliare fette, disporle su piatti fornite di coltello e forchetta, tutto esclusivamente di plastica, e distribuirli ai miei invitati. Da poco mi ero fissata con un'idea che stava, lo dovevo ammettere, un po' facendo impazzire mia madre. Volevo dimagrire un po'. Perchè stavo crescendo e non volevo diventare una specie di pallone gigantesco. Ora che non ero più una bambina, dovevo allargare i miei orizzonti, al di là di Matias.. certo, come se fosse così semplice.. comunque la mia nuova fissa era la dieta. E quindi mangiai una sola fetta di torta. Forse parve strano, perchè di solit0 apprezzavo abbastanza c0n enfasi tutte le cose mangerecce. Ma nessuno fece alcun commento.
-Allora.. che mi sono perso?- mi chiese Matias in un attimo che c'eravamo solo io e lui. Alzai le spalle.
-Beh, un sacco di regali, alcuni molto bizzarri, specialmente quelli dei maschi..- scherzai. -.. ma dimenticavo.. guarda qui!- gli passai quel parallelepipedo con le basi a forma di quadrato.
-No! Che bello Patty, il tuo primo cd!- si capiva che era davvero felice per me. Gli sorrisi. Lo voltò e lesse a mente i titoli delle canzoni che ne facevano parte. Quelle d'amore erano tutte dedicate a lui, ed era ormai già da un po' che lo sapeva. Le altre le avevamo ballate come popolari un sacco di volte. E ancora l'avremmo dovuto fare altrettante. Ce n'era una sola che per tutti era sconosciuta. -Ma.. questa non l'ho mai sentita..- me la indicò.
-Già.. infatti.. è una specie di traccia nascosta..- gli spiegai io con una strana luce negli occhi.
-Non è che.. potresti cantarla? Qui, al tuo compleanno..- ormai avevo superato da una vita il problema del non riuscire a cantare in pubblico, a meno di una maschera di una regina d'Egitto.. ma comunque non avevo tanta voglia di cantare. Però bisognava considerare che era stato Matias a chiedermelo. Non potevo resistere.
-Non so Matias.. non so se me la sento...- dissi dubbiosa, cominciando a mordicchiarmi freneticamente il labbro inferiore. Lui mi obbligò a guardarlo negli occhi. Eh, ma così non valeva, Matias sapeva benissimo quello che provavo per lui! Mentre mi mancava il fiato, lo vidi fare quel suo dannatissimo sorriso, quello che più maledettamente amavo.
-Ti prego, fallo per me..- chiusi gli occhi interrompendo il nostro contatto visivo. Li riaprii e lui naturalmente era ancora lì. Annuii, sconfitta.
-E va bene...- lui ridacchiò per il mio tono di voce. Presi forza, non ce l'avrei mai fatta. Troppa pressione, c'era il ragazzo che amavo che mi aveva chiesto di cantare, di farlo per lui.

si tuviste un dia donde todos saliò mal
ya no importa el tiempo pasado
entre tus amigos siempre ay un lugar
para sentirte acompanado
porque la amistad es lo mas hermoso del mundo
caminemos juntos
mas, mas, mas, mas siempre ay algo mas
y te hara vibrar de alegria
mas, mas, mas, mas siempre ay algo mas
y le va a dar onda a tu vida
es un sueno una esperanza
algo nuevo que vendrà
es la fuerza que te ajuda para volver a empezar
si tuviste un dia donde todos saliò mal
ya no importa el tiempo pasado
entre tus amigos siempre ay un lugar
para sentirte acompanado
porque la amistad es lo mas hermoso del mundo
caminemos juntos
mas, mas, mas, mas siempre ay algo mas
y te hara vibrar de alegria
mas, mas, mas, mas siempre ay algo mas
y le va a dar onda a tu vida
es un sueno una esperanza
algo nuevo que vendrà
es la fuerza que te ajuda para volver a empezar
mas, mas, mas, mas siempre ay algo mas
mas, mas, mas, mas siempre ay algo mas
siempre ay algo mas
mas, mas, mas, mas siempre ay algo mas
y te hara vibrar de alegria
mas, mas, mas, mas siempre ay algo mas
y le va a dar onda a tu vida
es un sueno una esperanza
algo nuevo que vendrà
es la fuerza que te ajuda para volver a empezar mas!

Conclusi la canzone alzando il braccio destro in aria. Lo guardai di sfuggita e lo vidi sorridere. Questo era il più bel compleanno di tutta la mia vita, senza alcun dubbio. Vidi con la coda dell'occhio Matias che si faceva sempre più vicino. Riuscii a non tremare, sarei parsa troppo stupida persino a me stessa.
-Sei stata bravissima Patty.. e la canzone è.. davvero bellissima..- ok cuore, smetti di battere così forte, non riesco a sentire quello che mi sta dicendo..! E invece sentii benissimo e tutto quello che riuscii a fare, fu sorridergli. -Pensi che possa già prenotare una copia del tuo cd?- già, lui faceva il simpatico e piano piano io perdevo sempre di più il senso della realtà che mi circondava.
-Ma non fare lo sciocco, perchè dovresti comprare il mio..- lo dissi e mi sentii realizzata -cd- avevo anche io uno scopo nel mondo, allora -se ti basterebbe registrarmi mentre canto durante le prove?- che idea davvero bizzarra.. una vera e propria follia! Mi venne da ridere.. l'immagine del ragazzo dagli occhi castano chiaro con un registratore nascosto sotto la camicia della nostra divisa, era troppo per la mia povera mente.
-Lo so, ma lo vorrei comunque comprare..- di nuovo mi fissò in quel modo e nuovamente io mi sciolsi, esattamente come il burro. Un paragone decisamente azzeccato!
-Su ragazzi, non restate qui soli a confabulare, è ora di ballare!- l'entusiasmo di Giusy ruppe qualsiasi armonia si fosse potuta creare in quei pochi minuti. Prese me per un braccio facendomi piroettare direttamente tra le braccia di Santiago. Mi sentii in imbarazzo, sapevo di essergli piaciuta, non abbastanza tempo fa, e questa cosa mi faceva sentire strana. Perchè l'amore non era così semplice? Perchè non potevo essermi innamorata di lui, invece che di.. Matias.. Lo vidi solo, che si guardava intorno, spintonato dai suoi amici. Fabio ballava con Tamara, Felipe con Sol, tutti comunque avevano una patner. Ringraziai il cielo e tutto quanto il firmamento che non ci fosse anche Antonella. Ok, sarà pure stata mia amica, ma almeno al mio compleanno non avrei voluto vederli amoreggiare.. -Allora ti stai divertendo Patty?- mi domandò il mio cavaliere. Senza motivo, arrossii.
-Sì, è tutto fantastico.. tutte le persone alle quali voglio bene sono qui.. non potrei chiedere di meglio..!- sentii la mia voce suonare bugiarda persino a me stessa. Guardai di sfuggita verso di lui, sì, potevo chiedere d meglio.. potevo chiedere di essere tra le sue braccia.. ma possibile che non riuscissi a non pensare a lui per qualche secondo? -Scusami Santiago.. devo andare un attimo in bagno..- e così feci, camminando a piccoli passi, superai lui, che si voltò a guardarmi. Ma io lo ignorai. Troppe coincidenze stavano accadendo ultimamente. Quando io scoprii chi era mio padre, chi mi stette accanto, mentre piangevo e dicevo demenzialità? Matias. A chi dedicò l'ultimo goal che fece, prima di rompersi una gamba? A me. E chi scelse tra tutti i suoi amici, parenti o fidanzate possibili, come persona che l'avrebbe consolato con la quale trascorrere tutto il tempo facendosi sopportare? Ancora una volta me. Era difficile non pensare a lui come a qualcosa di più che ad un amico, se mi riempiva di attenzioni in questo modo. Raggiunsi finalmente il bagno e mi ci chiusi dentro. Era la mia festa. Compivo quattordici anni. Ok, la festa più importante nella mai vita, in quella di qualsiasi ragazza argentina, sarebbe stata la prossima, a 15 anni in teoria sarei diventata una donna.. ma anche questa per me contava molto.
-Patty.. ehi Patty, ci sei? Sei lì dentro da un quarto d'ora..- oh cavolo, quanto velocemente passava il tempo! Mi alzai in piedi ed aprii la porta. Sorrisi alla mia amica, tentando di non destare sospetti. -Ah, allora sei ancora viva..- commentò Tamara ridacchiando. Io divenni rossa per l'ennesima volta in questo giorno.
-Già.. ma posso chiederti una cosa?- non ci volle molto prima di ottenere un suo cenno d'assenso. -Ma tu l'hai letto quel libro che mi hai regalato?- la sua espressione cambiò. Divenne estremamente seria e scosse la testa. Mi sembrò strano, ma non feci nessun commento. Era un altro segno che qualcosa non andava, ma ancora non potevo rendermene conto. La seguii ritornando nella sala dove ancora animamente tutti stavano festeggiando. Tutti tranne lui. Figuriamoci, me lo aspettavo. Ultimamente, oltre ad essere diventato apprensivo e presente costantemente nella mia vita, era anche diventato taciturno e.. paranoico? Alcune volte lo beccavo fermo a fissare un punto, o qualcosa che pareva vedesse solo lui. Persino me, una volta lo colsi a guardarmi in modo ossessivo, ma mi fece anche paura. Non seppi spiegarmi il motivo e lo dimenticai. O meglio lasciai che si accantonasse insieme agli altri ricordi. Decisi che quel giorno tutto era fuori dal comune, ed io che mi spingevo a tirargli su il morale, o che mi intromettevo nel suo mondo, non poteva certo mancare. -Mati.. Matias..- appoggiai piano la mano sulla sua spalla e lo chiamai a bassa voce. Lui si scosse e sbatté più volte le palpebre, prima di rendersi conto della mia presenza.
-Patty!- pronunciò il mio nome in modo strano e io lo osservai sospetta. Poi lasciai cadere tutte le idee che mi si stavano formando nella testa e gli sorrisi. -Potresti farmi vedere che cosa ti hanno regalato gli altri?- era una richiesta un po’.. assurda per la verità. Ma che cosa potevo fare? Annuii e lo portai verso un grande tavolo, dove stavano appunto tutte le cose che avevo ricevuto, eccetto i mobili per arredare la mia cameretta.
-Ecco.. questa è la collanina che mi ha regalato Sol.. l’album di Santiago.. il buono di Bruno.. il pacco multi uso di tua sorella...- ad ognuno sorrisi e anche lui mi imitò, seppure non appena mi voltavo, notavo con la coda dell’occhio che la sua espressione tornava tesa. Perchè voleva vedere quello che mi avevano regalato? Non si aspettava mica di trovarci una bomba, spero..
-Sono finiti?- la sua voce risultò secca e dura alle mie orecchie, tanto che mi ci volle qualche minuto prima di riprendermi.
-N.. no.. ce n’è ancora uno..- e con un gesto veloce afferrai quello che mi aveva donato Tamara. Prima che potessi aprire bocca di nuovo, Matias me lo strappò di mano e se lo rigirò per vedere ogni dettaglio. Lo voltò e leggendogli le labbra compresi che stava recitando quelle frasi, che, non so come, avevo già imparato a memoria. -Di tre cose ero del tutto certa. Primo, Edward era un vampiro. Secondo, una parte di lui- chissà quale e quanto importante- aveva sete del mio sangue. Terzo, ero totalmente, incondizionatamente innamorata di lui.- posai una mano sul libro. -L’hai letto?- gli domandai a bruciapelo, senza pensarci nemmeno una volta. Matias alzò gli occhi su di me. Arretrai e abbandonai il libro alla sua presa, tanto mi spaventò quello che ci lessi. Ero sempre stata ammaliata da quella tonalità che essi avevano, così chiari, rispetto a quelli marroni di tutti, compresi i miei, che meritavano una seconda occhiata. Ma in quel momento mi sembrarono cupi, quasi rabbiosi.
-No. E non dovresti farlo nemmeno tu.- l’aveva detto. Costrinsi le mie membra a bloccarsi. Lui a sua volta rimase immobile, ma fu come se mi stesse alitando sul collo, da quanto mi spaventava la sua presenza. Mi diedi mentalmente della cretina, ma la cosa non servì a niente. Per un attimo mi guardai intorno, ognuno stava pensando ai fatti suoi. C’erano Giusy e Guido e Tamara e Fabio che volteggiavano in pista. Santiago e Sol stavano facendo come al solito i piccioncini, oramai nessuno se ne stupiva. Mia madre parlava con sua madre e con le altre. Mio padre anche era troppo occupato. Ma nessuno di loro mi poteva aiutare in questo momento. -Pe.. perchè?- glielo chiesi talmente a bassa voce che mi sorpresi nel capire che lui mi aveva davvero udito. Vidi un po’ di tensione sparire dal suo volto e automaticamente mi rilassai anche io.
-Non è il genere adatto a te. Ci sono scene molto brusche.. penso che sia meglio.. qualcosa più rosa..- mi stava dando della femminuccia! E poi.. come faceva a dire quelle cose, se non l’aveva letto? -Me l’ha detto Giusy, lei l’ha letto e non l’è piaciuto affatto.- non sapevo perchè, ma non gli credei, sentii dentro di me che mi stava mentendo e la cosa non mi stette affatto bene.
-Va bene, ma me l’ha regalato Tamara, e lei è una mia amica, devo dargli almeno una veloce lettura..- ero diventata più testarda, crescendo. Matias guardò verso la nostra compagna di classe e la fulminò con lo sguardo. Se quel proverbio, “se gli sguardi potessero uccidere non sopravvivrebbe nessuno” fosse stato vero, Fabio si sarebbe trovato tra le braccia solo cumuli di cenere. Non rispose. -Matias, sei strano, che ti prende?- invece che comportarsi da persona normale, cosa che forse, solo forse, avrebbe fatto calare i miei dubbi, fece l’esatto contrario, peggiorando il suo comportamento. Mi afferrò per le braccia, non avvicinandosi però. -Non sono strano, cerco solo di proteggerti.- e a questa sua affermazione nacque spontanea la domanda “da cosa?” ma sapevo che sarebbe stato inutile chiederglielo. -Adesso però, che ne dici di ballare?- ed ecco che chiedendomi quello, fece crollare tutte le mie supposizioni, il muro che aveva lui stesso creato tra di noi in pochi minuti. Aveva già lasciato la presa su di me, prendendo gentilmente e galantemente invece una delle mie mani. Mi sorrise. Il mio cervello andò letteralmente in tilt e come una cretina annuii e mi lasciai trasportare. Volle stare esattamente al centro, dove tutti ci potevano guardare per bene. Mi fece volteggiare come mai aveva fatto a scuola, dandomi quasi l’impressione di essere la sua ragazza, da quanta sensualità metteva in quei semplici gesti. Ballammo fino a quando non mi sentii le gambe a pezzi, ma lui sembrava avesse appena cominciato. Stavo per dirgli che non ce la facevo più, ma lui mi anticipò. Si fermò e lasciandomi andare le mani, mi abbracciò. Vibrai. -Ti voglio bene..- mi sussurrò in un orecchio. Mi sentivo male, da quanto stavo bene.
-Anche.. anche io..- balbettai e per un solo secondo, chiusi gli occhi. Era troppo bello stare tra le sue braccia, solo lì mi sentivo davvero bene. Insieme ai miei genitori ero felice, ma mai quanto con lui. Non c'era niente da fare, non sarei mai riuscita a vederlo come un amico. Aprii gli occhi quando sentii che la musica stava scomparendo.
-Patty.. è ora di andare a casa, la festa è finita..- sbattei le palpebre e vidi mia madre. Mi guardai intorno. L'aula di musical era deserta, a parte per mio padre che ci stava sorridendo. Era stata una giornata lunga e non vedevo l'ora di andare a letto, anche se la prospettiva di restare per sempre abbracciata a Matias, era di gran lunga migliore. Non riuscivo a ricordarla nei minimi dettagli. I regali erano tutti lì, nel bagagliaio della macchina di mio padre. E sarebbero entrati a far parte della mia vita. Ma proprio non riuscivo a pensare a come si era comportato Matias, a parte per quando avevamo ballato insieme.. non riuscivo nemmeno a capire se fosse successo realmente o fosse solo frutto della mia fantasia. Ci mancò poco che mi addormentassi in macchina, ma comunque riuscii a raggiungere camminando a zombie, la mia cameretta e a mettermi in pigiama e infilarmi sotto le coperte. Avevo appena chiuso gli occhi rilassando le mie membra, quando udii una voce. "Patty, devi stare attenta. Io non potrò proteggerti per sempre. Ti voglio bene angioletto mio, stai attenta e buona notte." mi sentivo una perfetta emerita cretina. Ma ero sicura di non essermela immaginata. La mia mente non sarebbe mai riuscita a ricreare delle cose del genere. -Ti voglio bene anche io. Ma non so da cosa mi stai proteggendo e finché non lo saprò, non ti potrò aiutare..- parlai, forse al vento, o forse alla luna. Ma ero certissima, che qualcuno mi stesse ascoltando. Quella voce, lo sentivo nel mio cuore, era sua, era di Matias. -Buona notte.- dissi ancora più a bassa voce, riabbassandomi e coprendomi completamente con le coperte. Non faceva freddo, ma io lo sentivo dentro di me.
Non so quanto tempo era passato, ma ancora non mi ero addormentata e compresi che sarebbe stato impossibile farlo per questa notte. Così mi rassegnai e accendendo una piccola lucina, direttamente sulla mia testa, afferrai a caso uno dei regali, appoggiati alla rinfusa sul comodino accanto al mio letto. Non mi stupii per niente, quando mi ritrovai tra le mani quel libro. Non appena lessi la prima riga, non smisi di leggere fino a quando non ebbi letta anche l'ultima. Sbattei le palpebre e dopo qualche secondo riaprii gli occhi. Guardai verso l'orologio luminoso e lessi l'ora. Erano le 6:00. Ero stata sveglia tutta la notte. Era mattina. Non era più il mio compleanno. Sbattei la copertina e chiusi Il libro con un colpo violento. Poi mi addormentai.
-Patty.. svegliati tesoro, hai visite..- la voce dolce di mia madre mi svegliò. Non mi aspettavo che fosse proprio lui, ma me lo sentivo. Stropicciai gli occhi, mi alzai, uscendo dal tepore delle coperte, andai in bagno e mi bagnai la faccia con l'acqua fredda, sperando che mi svegliasse a sufficienza. Poi mi vestii con la prima cosa che mi capitò tra le mani. Quando ritornai in camera lui era seduto sul mio letto. Non gli sorrisi, perchè lui non sorrise a me. Aveva un espressione seria e dura e di nuovo, ebbi paura di lui. Rimasi ferma sulla soglia, ma un solo suo sguardo magnetico mi costrinse ad avvicinarmi, fino a sedermi accanto a lui.
-L'hai letto.- disse solamente. Senza salutarmi, senza chiedermi come stavo. Andò dritto al punto. Sapevo, o per lo meno, lo intuivo, che fosse venuto da me solo per sapere quello. E forse anche per questo mi piacque di più leggere "Twilight". Annuii appena. Non gliel'avrei data vinta, sarei riuscita a resistere. -Perchè?- mi chiese e la sua voce divenne più dolce, quasi dispiaciuta.
-Io..- fu l'unica cosa che riuscii a dire, prima di crollare abbassando lo sguardo sul pavimento. Non mi sentivo una quattordicenne, mi sembrava di essere molto più vecchia, non fisicamente, ma mentalmente sì. Matias si voltò meglio verso di me, vidi il suo braccio alzarsi e partire, la sua mano raggiunse la mia guancia e io mi scansai indietro di pochissimi millimetri, non appena ci fu contatto tra la nostra pelle. Era freddo, ed era la prima volta che lo sentivo così gelido. Ma lui non si fermò, fino a quando poté posare la sua mano sulla mia guancia di nuovo e bloccarmi.
-Dovevi darmi ascolto. Ti avevo avvertita. L'ho fatto solo per il tuo bene.- parlava a bassissima voce, quasi in sussurri, e non riuscivo a capire che cosa intendesse dire.
-Ma Matias, è solamente un libro, l'ho letto tutto, e non mi è successo niente..- riuscii a ribattere, non so bene come, mi sentivo con una scarica di adrenalina fortissima. Se non fossi stata una persona tutto sommato razionale, avrei subito dato per scontato che Matias fosse.. un vampiro come Edward. Ma desiderare di essere la sua Bella, forse era troppo. Dopo qualche minuto di totale silenzio, lui posò un dito sulle mie labbra, chiudendole per farmi tacere.
-No, non è solo un libro. E il fatto che ancora non ti sia accaduto niente di male, non deve farti stare così tranquilla. Non illuderti di essere al sicuro, perchè non lo sei.- tolse il dito e sentii la mia bocca bollire da quanto calda era. Matias era impazzito, era pazzo, ed eravamo soli. Certo, se avessi urlato sarebbe subito arrivata mia madre.. ma non ero nemmeno sicura. Forse era uscita con Ashley e in quel caso, il grido avrebbe allarmato il mio pseudo migliore amico e la faccenda sarebbe peggiorata..
-Ma che cosa stai dicendo! Mi stai prendendo in giro? E' uno scherzo? Perchè se lo è, non fa ridere!- mi stavo innervosendo, ed ero già pronta a sbatterlo fuori da camera mia, per quanto la cosa, potesse risultarmi difficile. Mi tappò la bocca un'altra volta, ma con più forza, e usando l'intera mano in orizzontale.
-Non sto affatto scherzando, lo vorrei tanto, ma non è così.- e allora se non si stava prendendo gioco di me, che cosa gli prendeva ultimamente? -Ti chiedo per favore di non parlare di questa cosa, hai voluto sfidare la sorte è leggere comunque il libro, ok, ma non continuare, promettimi che non leggerai l'intera saga, che dimenticherai quelle parole e anche quello che ti ho detto e che ti dovrò dire, una volta che sarò andato via.- su qualsiasi altro argomento avrei accettato di patteggiare, ma su questo, non sapevo perchè, no. E apposta per dargli fastidio, quasi non gli avessi dato retta, recitai. La frase, o meglio, una delle frasi che secondo me erano le più belle del primo libro.. buono comunque a sapersi, c'era una serie.. avrei fatto in modo di avere il secondo tra le mie mani molto presto.. ancora di più di quello che lui si potesse aspettare..
-E così il leone si innamorò dell'agnello..- ma sfortunatamente mi interruppe. Con mia grande sorpresa, però, disse qualcosa che non mi aspettavo.
-Che agnello stupido.- guardandomi attentamente negli occhi. Capii che si riferiva a me, e al fatto che mi fossi innamorata della persona sbagliata, che era lui. E allora finii il nostro dialogo.
-Che leone pazzo e masochista.- già, se solo mi avesse appena dichiarato il suo amore, allora forse questo momento sarebbe stato diverso. Ma lui non era il mio Edward ed io non ero la sua Bella. La sua lei, era fuori da qualche parte, non credo, ma non si sa mai, che potesse essere Antonella. Ma comunque sia, io ero solo il Jacob al femminile che si ostinava a provare qualcosa di sbagliato, verso il suo migliore amico. Avrei voluto essere forte, ma non ci riuscii, non era nel mio stile. Non trattenni una lacrima, che solcò il mio viso fino a bagnare il copriletto.
-Non piangere, se non sai niente di quello che credi di conoscere.- mi disse duro, obbligandomi a guardarlo, ancora.
-Matias, mi devi spiegare che cosa sta succedendo, che cosa centra questo libro con me e perchè non dovevo leggerlo..- puntai un dito verso di lui sfiorandogli appena il petto.
-Perchè sì. Non ti basta questo, non ti fidi di me?- mi cinse a sé. Se non si contava il falso bacio che gli avevo dato per far ingelosire Antonella, non eravamo mai stati così vicini. Ero sicura che lo stesse facendo perchè sapeva che mettendomi in quella posizione mi avrebbe indebolita, ma altrettanto certa che il suo piano aveva già dato i frutti da lui sperati. Ma non tutti erano già maturi.
-Mi fido di te.. ma non mi basta questo, voglio che rispondi alle mie domande.. e non te lo sto chiedendo per favore..- allentò di poco la presa, poi la raddoppiò. -Altrimenti.. mi costringi a credere che quello che è scritto in quel libro sia vero.. e magari tu sei come Edward? Sei un vampiro? E se sì, hai sete del mio sangue? O magari qualcuno della tua famiglia ne ha?- non riuscivo nemmeno io a capire se dicevo sul serio o lo stavo solo prendendo in giro, come sfogo. -Ma rispondimi!- urlai. E nel bel mezzo del mio grido, venni zittita. Ma stavolta non con un dito o con la mano. Bensì, mi baciò ed io chiusi gli occhi all'istante. Le sue labbra erano sulle mie per la prima volta, durò pochissimo, il tempo di un battito di ciglia, poi si separò e scosse la testa.
-Questo è sbagliato! Voglio che tu sappia che è stato un errore.. e che non si dovrà ripetere.- non poteva prima baciarmi e poi dirmi queste cose trattandomi come voleva lui, solo perchè lo amavo. Mi allontanai quanto bastava e gli tirai una sberla, che però fu talmente debole da parere quasi una carezza.
-Bene, dovrebbe renderti felice questo, ti odio! E se ti odio, non ti chiederò né vorrò che tu mi baci di nuovo! Contento?- lo stordii con tutta la rabbia che avevo in corpo, ma poi, un lampo mi fece ricordare una cosa. -Ma prima di cacciarti fuori dalla mia vita, tu devi ancora rispondere alla, anzi, alle mie domande!- lo stavo ancora guardando negli occhi. Ero fragile e stanca, per cui per Matias non fu difficile afferrarmi per la vita e posarmi in braccio a lui. Non seppi più se ero arrabbiata o imbarazzata, ma la seconda prevalse. Non ebbi però il tempo di pensarci, dato che non appena conclusi di parlare mi stava già ribaciando. Avrei voluto e anche dovuto staccarmi, ma non ci riuscii. Dopo tutto lo amavo, e amandolo non potevo non approfittare di quest'occasione.. Quando mi lasciò libera la prima cosa che pensai fu una sola: era diventato estremamente veloce. Non mi ero quasi accorta delle sue intenzioni, non almeno fino a quando non era troppo tardi. -Che.. che hai fatto?- domandai.
-Ti ho baciata.- rispose solamente.
-Ma.. avevi detto che era sbagliato.. e che non doveva ricapitare..- ero tremendamente confusa. Però una vocina dentro di me, diceva di stare all'erta, che lui si comportava così, solo per evitare le mie domande.
-Lo è, infatti. Sei la mia migliore amica, e i migliori amici non baciano le loro migliori amiche.- volentieri l'avrei preso di nuovo a sberle. Quello che diceva non corrispondeva anche a quello che faceva.
-Io.. io proprio non ti capisco!- gli confessai, anche se era piuttosto evidente, credo. Matias non disse nulla, mi strinse più forte, fino a farmi quasi male. Le nostre labbra erano vicinissime, ero sicura che lo facesse apposta.
-Hai paura di me?- mi chiese. Lo fissai tentando di capire quanto fosse serio, ma ultimamente non scherzava più su niente.
-Che domande fai, no!- risposi subito, senza pensarci su nemmeno un secondo, quello che forse voleva che facessi. -Perchè speravi che mi facessi paura?- gli domandai, la mia voce assunse un tono grave e cercai di allontanarmi, per quanto fosse difficile, ero ancora sulle sue ginocchia.
-Sì, è vero, l'ho sperato. Forse così mi avresti dato ascolto.- era ancora più serio di me, mi sembrò tremendamente triste e mi fece pena.
-Perchè dovrei ascoltare quello che mi dice qualcuno che mi spaventa?- mi sentii la testa che scoppiava, stavo per svenire, ma non volevo e non dovevo. Lui se ne sarebbe andato e io mi sarei dimenticata tutto, comprese le domande. Avevo capito il suo gioco e non gli avrei permesso di vincere.
-Non lo so, è stata un'idea stupida.. ma non sapevo veramente cosa fare..- d'istinto lo abbracciai e lui mi ricambiò. Non era certo momento di smancerie, ma forse gli credevo e se stava davvero agendo per il mio bene.. -Sarebbe tutto più semplice se ti dicessi tutto.. ma non posso..- mi aveva letto nel pensiero?
-Ok, ma adesso rispondi alle mie domande.- mi separai e lo guardai truce.
-Va bene. Io non sono un vampiro, come Edward, e di conseguenza non ho sete del tuo sangue.- mi fece un sorriso sghembo, lo stava facendo apposta, voleva somigliargli comunque? -E nella mia famiglia non c'è un solo succhia sangue.- ora parlava come Jacob. -Ma quello, non è solo un libro. Ha un potere, su alcune persone.- non dovevo, ma lo interruppi per chiedergli una cosa.
-Ma se tu hai detto di non averlo letto come fai a..?- non mi fece terminare e mi mise a silenzio con un gesto veloce.
-E va bene. L'ho letto anche io. So che non è un genere per ragazzi, infatti non l'ho fatto di mia spontanea volontà.. tutto è cominciato con una sfida..- sentivo che stava per raccontarmi qualcosa che finalmente mi avrebbe chiarito le idee e non vedevo l'ora. Scesi dalle sue gambe e mi accucciai abbracciando un cuscino. Era quello che spesso facevano sia lui che sua sorella Giusy. -Era un periodo diciamo nero.. sia io, che Fabio, che Guido, che Alan, che Santiago, che Bruno.. insomma, tutti noi ragazzi, eravamo single.. io stavo ancora con Antonella.. ma non eravamo nel più rosei dei nostri momenti... così una sera siamo usciti.. e non so come, ci siamo ritrovati la lanciarci le sfide più assurde e mai pensate prima.. insomma, quella che hanno lanciato a me.. devo dire che mi imbarazza dirtelo..- mi ridestai e lo fissai per qualche secondo.
-Perchè?- gli chiesi tranquillamente, non mi aspettavo niente di speciale.
-Perchè ti riguarda.- deglutì e io cambiai espressione. -Mi sfidarono ad andare contro ogni logica e.. baciarti davanti ad Antonella, ma seriamente, non per finta. Io rifiutai, e come "penitenza" mi diedero da leggere "Twilight". Non sai, ma sarebbe stato meglio se quel giorno, io ti fossi venuto incontro, ti avessi preso per le spalle e ti avessi baciata subito, invece che aspettare fino ad oggi e usare questo modo per confonderti..- avevo ragione allora, sapeva che in quel modo mi avrebbe fatta uscire di testa. -Comunque è andata così, l'ho letto, ma, una serie di coincidenze mi spinsero a informarmi.. e scoprii cose che non volevo sapere. E sai di chi è la colpa?- scossi la testa, lui mi indicò. -Tua. Perchè il personaggio di Bella, mi ha immediatamente ricordato te.- Matias mi guardò intensamente negli occhi. Il trasferimento. La nuova scuola, i nuovi amici, l'amore a prima vista, i genitori separati. E poi la sbadataggine, quella timidezza che ogni tanto sfocava, quel mettere al primo posto lui, Matias era davanti a tutto per me. E diventare la migliore amica di sua sorella. E quel senso di protezione che comunque lui aveva sempre nutrito per me. Quella semplicità e quell'ingenuità. Quella testardaggine.
-Sì, anche io ci avevo pensato.. ma ci sono comunque delle differenze notevoli.- quando mi ripresi ribattei l'unica cosa che potevo.
-Quale?- mi domandò sorridendo. Di nuovo quel tipo di sorriso, quello sghembo, già, lo faceva di proposito a farmi impazzire.
-Isabella è veramente bella, io no. E ha un Edward che comunque la ama.- abbassai gli occhi, lo stavo facendo sentire almeno un po' ingiustamente colpevole? Lo speravo.
-Sei sempre la solita. Dimmi, in qualche riga hai mai letto che lei si sentiva bella? No, perchè è sciocca e cieca quanto te in questo.- ma per quanto ancora avrebbe insistito? -E in quanto a Edward.. tutti prima o poi trovano la loro anima gemella..- ma allora non capisci che non me ne potrebbe fregare di meno, se anche il ragazzo più bello del mondo si innamorasse di me, io voglio solo te! -Adesso però devo andare e tu, stai attenta a quello che fai. Perchè la cosa che più avete di simile voi due, è cacciarvi nei guai.- mi sorrise, poi vidi le sue labbra farsi vicine. Per fortuna non mi sporsi a mia volta a baciarlo, perchè in un secondo lo vidi abbassarmi la testa per baciarmi la fronte. -Mi raccomando Patty..- l'ultimo sguardo, poi sparì per davvero. Rimasi per non seppi nemmeno io quanti minuti, ferma immobile, con la testa che pulsava. Quest'estate non sarebbe stata come tutte le altre.. feci un grosso respiro e mi alzai in piedi. La scomodità di aver scelto come migliore amica una sua convivente, si faceva risentire. Non potevo andare da Giusy e mi rimanevano solo Sol e Tamara. Ma Tamy mi aveva regalato il libro e sembrava esserne ostile. Meglio puntare lontano. Non sapevo che cosa fare e mi stavo annoiando. Di pensieri ne avevo troppi che giravano, ma nessuno portava da qualche parte.
-Tesoro, il pranzo è in tavola!- mia madre mi stava chiamando. Scesi in fretta le scale e entrai in sala da pranzo. -Qualcosa non va Patty?- mi domandò. Non avevo toccato cibo. Non avevo fame.
-No, è solo che non ho molta fame.. posso andare di sopra?- domandai. Annuirono e io mi diressi in camera mia. Presi il mio pc e lo accesi. Mi connessi, volevo vedere se c'era qualcosa che mi avrebbe potuto aiutare. Automaticamente si connesse anche la chat. Diedi un'occhiata ai contatti attivi, ma non c'era nessuno con il quale poter parlare. Non avevo idea di cosa fare. Per essere il giorno dopo al mio compleanno, mi sembrava di non avere già più uno scopo di vita.

Spazio autrice:

eccomi con una nuova ff, che ha faticato molto per essere pubblicata, a questo proposito, la dedico a chi a reso possibile questa cosa (xD) : ovvero la mia migliore amica Ary, la mia Dear Reader Mary e le mie colleghe Noe e Ele. ^^
Il prossimo capito è già pronto, quindi se volete sapere come continua.. non dovete fare altro che farmelo sapere.. (voi sapete come xD) anche perchè ci terrei a sapere le vostre teorie su chi fa chi, ovvero ad esempio, chi sarà l’Edward della storia? E il Jacob? Sono molto curiosa.. xD
p.s. mi scuso qui per il ritardo nel postare il capitolo 25 dell’altra mia long :( spero di riuscire a farlo presto! al prossimo cap,
Angy=*)
  
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