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Autore: BaBa88    10/01/2010    2 recensioni
Bella è caduta nel vortice della depressione dopo l’abbandono di Edward… Che parte ha Demetri? Tratto dal capitolo tre:"perché sei qui?"domandai interrompendolo "per te" ammise. Alzai lo sguardo e incontrai il suo, cercai di dire qualcosa ma dalla mia bocca non usci una parola "sai é strano per me... é tutto così confuso... non volevo lasciarti sola" disse Demetri posando una mano sul mio viso. E’ la mia prima ff, non ho mai scritto niente in vita mia, quindi spero che vi piaccia. P.S. è un EdwardxBella, state tranquille. Buona lettura!! :-)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

 

 

 

 

 

Testo betato da  Air_Chaos

 

...6 mesi dopo...

 

Sei mesi, questo è il tempo passato dal suo abbandono.

Sono diventata un automa, non so se riuscirò mai a riprendermi... forse non ne ho la forza, o semplicemente non voglio farlo.

Il motivo? Il dolore: è l'unico modo per ricordarmi della sua esistenza, che niente era immaginario, che lui non era frutto di una mia allucinazione. Lo dovrei odiare, è vero: lo odio, infatti.

Lo odierò sempre! Si è preso gioco dei miei sentimenti e non potrò mai perdonarglielo, ma... lo amo. Sarò sempre perdutamente innamorata di lui, non riuscirò mai a provare un sentimento così immenso per un’altra persona.

Forse un giorno, per ora molto lontano, proverò un sentimento forte, pari all'amore, ma, ad ogni modo, non sarà mai paragonabile al primo: nessuno prenderà mai il suo posto.

 

Sussulto, ritornando alla realtà.

Charlie, per l'ennesima volta, è uscito di casa, sbattendo con forza la porta. Ormai ci sono abituata, sono mesi che si comporta in questo modo. Vuole che io reagisca, che prenda possesso della mia vita; mi dispiace infliggergli tanto dolore: lui per primo c'era passato, con l'abbandono di mia madre, ma per me è un'impresa ardua.

Troppo presto” mi ripeto ancora. In questi momenti avrei bisogno di una spalla su cui piangere... Alice... Mi manca terribilmente, come il resto della famiglia d’altronde, ma lei era la mia migliore amica e so che il legame che ci univa era sincero e profondo. “Tutta colpa di quell'egoista di suo fratello: oltre a deludermi, mi ha portato via la mia più cara amica, costringendola a chiudere i rapporti con la sottoscritta, senza neanche un addio!” penso, rabbiosa.

So perfettamente di aver ragione: Alice non l'avrebbe mai fatto, ma si sa, mai mettersi contro un vampiro cocciuto come lui.

 

Il suono della sveglia mi avverte che è ora di andare a scuola. Non ne ho voglia, ma devo comunque obbedire alle regole di mio padre.

Mi alzo, vado in bagno a lavarmi e guardo la mia figura riflessa nello specchio. Non mi riconosco più: il viso scavato e le occhiaie scure, a causa dell’insonnia... orribile! Ecco cosa sono diventata.

Dopo aver finito di vestirmi, decido di scendere. La voglia di fare colazione si dimostra altrettanto scarsa, quindi scelgo di andare direttamente a scuola. Un nuovo giorno comincia…

 

<Bella, forse è il caso che mangi qualcosa.> Angela, è lei a parlare.

In questi mesi mi è stata sempre vicina, preoccupandosi del mio benessere, come stamani. Non ho molta voglia di mangiare, ma davanti agli altri faccio un minimo sforzo, non voglio vedere compassione nei loro occhi.

<Certo.> rispondo assente, contemplando il piatto dinanzi a me.

Mi devo sforzare, per lei e per Charlie, per me.

Me? Non penso neanche più a me stessa.

Se fossi io a decidere, starei tutto il giorno nella mia stanza, aspettando il tempo che scorre.

<Bella, come va oggi?> domanda Jessica, premurosa.

Non pensavo di trovare in lei un'amica, invece, sapendo dell'improvviso "trasferimento" dei Cullen, mi è stata sempre accanto, evitando le sue solite battutine fuori luogo sull'argomento.

È cambiata in questi mesi: non è più quell'ochetta che ti straparla riguardo a gossip dell'ultimo minuto. Ora è più matura e sa quando c'è da parlare o starsene in silenzio. Certo, la sua domanda è fuori luogo, ma non posso pretendere molto: rimane comunque Jessica Stanley.

<Come al solito, ma grazie.> rispondo sincera, richiudendomi nel mio guscio fatto di oscurità.

Il suono della campanella annuncia l’inizio di un’altra lezione. Non ho voglia di affrontare biologia, non ho voglia di entrare in quella classe dove un tempo condividevo il banco con lui, così decido di uscire anticipatamente da scuola.

 

Sono ore che cammino nella foresta, senza avere una meta precisa. Cammino e basta, senza preoccuparmi di perdermi, cosa che sicuramente accadrà, data la mia innata sfortuna.

I raggi del sole filtrano nel fitto bosco, decorandolo di mille sfumature.

Appena noto uno spazio luminoso ricoperto di fiori, decido di riposarmi dopo la mia lunga camminata, adagiandomi su un piccolo tronco appostato sul limitare della radura.

Ammiro estasiata la bellezza della natura circostante: mi ricorda molto la nostra radura, dove tempo fa lui mi aveva sussurrato tante promesse.

Una fitta di dolore invade il mio corpo, troppa la sofferenza provata.

Una risata maligna mi ridesta dai tristi pensieri, alzo spaventata la testa per vedere chi sia.

<Bene, bene. Scommetto che tu sei la Bella di cui tutti parlano.> dice un ragazzo poco lontano da me.

Scatto in piedi e subito la figura si avvicina velocemente verso di me.

Un vampiro.

Ne sono certa, data la velocità sovrumana. Quello che non capisco è chi possa essere. A parte i Cullen, conosco solo i tre vampiri nomadi: James,  Victoria e Laurent. Il primo è da escludere assolutamente: l’ho visto morire con i miei occhi. La seconda è di sesso femminile e, di sicuro, chi ho davanti ora non è da considerarsi una donna. Laurent, invece, ha dei lineamenti e un colore di capelli totalmente diversi dalla persona che mi sta guardando in questo momento.

Non ho mai visto questo vampiro prima d'ora e i suoi occhi color cremisi la dicono lunga su chi possa essere.

Inizio a sudare freddo.

Questa volta nessuno sarebbe venuto a salvarmi ed è inutile correre, mi raggiungerebbe all’istante. “La mia morte è venuta a prendermi... ” a quel pensiero un sorriso di vittoria si disegna sul mio volto. La mia vita si dimostrerà sicuramente una sofferenza perenne: quale miglior rimedio se non estirpare direttamente questo tormento?

<Sì, sono io! Sono Bella!> dico sfacciata, senza un briciolo di timore.

Il vampiro rimane meravigliato dalla mia sfrontatezza e subito dopo riprende a ridere sonoramente.

<Che ingenua umana! E dimmi: dov'è il tuo amato Edward?>

Altra fitta allo stomaco. Quel nome. Non lo sentivo pronunciare da tanto tempo. Troppa era la sofferenza nel nominarlo, perciò mi limitavo ad un semplice lui, nei miei pensieri.

Si avvicina pericolosamente a me, pochi sono ormai i metri che ci dividono. Annusa il mio collo, beandosi della mia fragranza e in questo preciso istante non mi è più chiaro ciò che dovrei dire.

<Uccidimi!> lo prego.

<Uccidimi!> la mia voce è disperata.

Desidero intensamente morire.

Si scosta da me, guardandomi sorpreso. A quanto pare non si aspettava tanta rinuncia da parte mia, eppure non noto la vittoria nei suoi occhi. Non riesco a capire cosa sia realmente quell’ombra nelle sue iridi.

<Non desideri vivere, come tutti i comuni mortali?> la voce non risulta fredda, ma compassionevole.

<No!> rispondo sinceramente.

Cosa posso dirgli, se non la verità?

Fa accrescere la distanza fra noi, indietreggiando di qualche passo. Mi scruta, mi osserva. “Eppure sono stata sincera. Perché questo cambiamento improvviso?"

<Non mi vuoi uccidere?> domando sconcertata.

<Perché vuoi morire?> mi chiede nuovamente.

Istantaneamente scoppio a piangere. Non mi avrebbe uccisa e lo intuisco dal suo cambio di postura: non è più pronto ad attaccarmi come poco prima e il suo sguardo non appare più carico di crudeltà. “Perché tutte a me? Perché per una volta non possono esprimere un mio desiderio?”

<Chi sei?> domando sconsolata.

Tanto vale fare due chiacchiere con la mia illusione, solo questo può significare ancora di essere in vita.

<Demetri, sono la guardia dei Volturi.>

Volturi. Ne ho sentito parlare tante volte, sia da Carlisle, sia da lui. Sono come una stirpe reale fra i vampiri, definendoli brevemente. Crudeli e spietati, esseri completamente differenti dal mondo che io ho conosciuto. Peggiori perfino di James. Tutti li temono e tutti evitano di incrociare la loro strada.

<Perché sei qui?> credo sia lecito saperlo, d’altro canto è qui per me.

<Per te. Ero stato incaricato di scoprire se le regole erano state infrante.>

So a cosa si riferisce.

<Cosa farai allora?> chiedo, mentre temo di sapere la sua risposta.

<Niente, la tua sofferenza è già abbastanza. Sono sicuro che non diresti mai al mondo di noi. Non rischieresti mai le loro vite.>

Sono incredula. Fa parte della guardia dei rigidi e inflessibili Volturi, eppure mi sta risparmiando con clemenza.

<E se io raccontassi di voi? Cambierebbe il tuo esito?> devo tentarle tutte.

<Non lo faresti mai.>

Ha ragione, non li metterei mai in pericolo.

Mi accascio sull'erba. Il mio destino è soffrire per sempre...

 

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie Meyer, questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. 

 

Grazie a chi sta seguendo la mia pazzia:-)

 

  
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