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Autore: littlestar93    11/01/2010    1 recensioni
questa è la storia di un ragazzo frequentante l'ultimo anno a hogwarts e che racconterà delle sue vicende, delle sua amicizie speciali e dell'amore della sua vita...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Come ho già scritto il protagonista è un personaggio relativamente importante nella saga del nostro maghetto preferito e scoprirete chi è solo fra poco! Spero che la mia fan fiction vi piaccia! Buona lettura! mi raccomando commentate! ^^

 

 

 

Tutto ebbe inizio il primo mattino del mio 7° anno a Hogwarts: mi ero svegliato con due occhiaie orribili, prova inconfutabile della mia nottataccia. Non è che fossi stato sveglio di proposito per pensare, anzi, avevo cercato in tutti i modi di addormentarmi, ma più ci provavo, meno ci riuscivo; così mi ero ritrovato sveglio alle sei di mattina, davanti allo specchio, a fissare le mie occhiaie.

Sentii un gemito provenire dalla camera, dove dormiva il mio compagno di stanza. Anzi, quel gemito era proprio il segno che si stava per svegliare.

Conoscendolo avrebbe di certo fatto qualche battutaccia se mi avesse visto in quello stato e quindi dovevo subito darmi un'aggiustata!

Purtroppo il mio pensiero fu inutile perché dalle mie spalle arrivò la voce canzonatoria di Draco "Ehi Blaise! Che ti è successo? Hai fatto la guerra con un mostruoso drago verde?"

Mi voltai per fronteggiarlo e gli risposi "No, non ti preoccupare! Non ho combattuto contro nessun drago pericoloso! Più che altro ho dovuto lottare per cercare di non badare al russare di un troll biondo di mia conoscenza!"

Draco mi sorrise e disse minaccioso "Come osi dare del troll al principe dei serpeverde? Cos'è, hai voglia di morire?"

Risi in tono provocatore alla sua minaccia e lui mi seguì con una risata melodiosa. Ehi, un momento, ma che diavolo stavo dicendo? Melodiosa? Ma da dove mi era uscita questa? Bah, troppo tempo con le ragazze, senza dubbio.

Scossi la testa e Draco mi chiese "Ehi amico, che c’è? Mi sembra che tu stia davvero male! Come mai non hai dormito stanotte?"

Feci spallucce e risposi vago "Troppi pensieri per la testa…"

Draco mi guardò un po’ preoccupato, borbottò un "come vuoi" e decise di cambiarsi. Si sfilò la maglia del pigiama e rimasi stupito di quanto fosse diventato più muscoloso rispetto all’anno precedente. Notai che anche le gambe erano diventate leggermente più atletiche. Oddio, ovviamente rimaneva sempre uno stuzzicadenti, però per i suoi standard era già tanto! Rimasi per un po’ a fissarlo, stupito di quel cambiamento e lui, accorgendosene, mi guardò accigliato e disse "Blaise, lo so che sono bellissimo, ma non c’è bisogno che mi fissi così! E poi è meglio che ti spicci, altrimenti su in sala grande non troveremo più niente! E tu lo sai come divento io se non faccio colazione!"

Ridacchiai e con un’occhiataccia gli risposi "Non ti preoccupare principessina, che la colazione la troverai di sicuro!"

Lui rimase come impietrito da quelle parole e guardandolo mi resi conto della gaffe: l’avevo chiamato principessina… e se c’era una cosa che lui proprio non sopportava, era che gli si affibbiasse un nomignolo per ragazzine! Lo odiava perché da piccolo (e a volte ancora adesso) molti lo scambiavano per una femmina per via dei suoi lineamenti androgini e lui… odiava questa cosa!

"Oh oh…"

Draco era incazzato. Era DAVVERO incazzato. Feci un passo indietro leggermente terrorizzato. Draco si lanciò furioso verso di me e in men che non si dica mi ritrova faccia a terra con un braccio dietro la schiena e lui cavalcioni sopra di me.

Pensavo che avrei provato più dolore, ma non avevo sentito niente: era stato delicato come una piuma! In più sembrava che non ci fosse neanche sulla mia schiena! Faceva solo leggermente pressione sul mio braccio.

Draco avvicinò le labbra al mio orecchio e sibilò "Non mi chiamare mai più principessina, chiaro?!"

Non so perché ma in quel momento mi sentii improvvisamente in imbarazzo per quella situazione e con un’abile spinta disarcionai Draco dalla mia schiena e lo feci cadere a terra affianco a me. Lui fece per riassalirmi ma gli bloccai le braccia sopra la testa con una mano e con l’altra gli bloccai il petto contro il pavimento. Lo guardai serio negli occhi per cercare di calmarlo, ma che rimanere concentrato finii per perdermi nel suo sguardo inceneritore e caddi come in trance. Bello. Davvero bello.

"Brutto pezzo di merda!" sussurrò fra i denti, svegliandomi dalla trance.

Lo guardai mortificato e dissi "Draco non l’ho fatto apposta. Mi..."

"Non dirlo!" ribatté lui. "Non le voglio le tue scuse. Soprattutto se non l’hai fatto apposta. È proprio questo che mi fa imbestialire!"

Mi guardò arrabbiato e poi voltò la testa di lato. Lo sciolsi dalla presa e andai in bagno.

Merda. L’avevo davvero offeso. Sbuffai e mi lavai la faccia. Cercando di pensare a come avrei potuto scusarmi.

… Scusarmi?! Mio dio ma che mi veniva in mente? Uno Zabini non chiede scusa a nessuno! Soprattutto a un Malfoy! Draco di sicuro non gli avrebbe chiesto scusa al suo posto!

Mi vestii incazzato e uscii dal bagno sbattendo la porta. Diedi una veloce occhiata per vedere se il mio compagno era ancora in stanza, ma ovviamente non c’era. Scesi le scale e quando arrivai in sala comune, trovai Nott ad aspettarmi.

"Perché avete litigato?" chiese. Non mi stupii. Ormai ero abituato al suo super intuito. Non risposi.

"Ho capito non ne vuoi parlare…" commentò.

Vedendo che era piuttosto afflitto decisi di dargli una chance "Per ora…"

Lui si rallegrò e andammo difilato a lezione poiché era tardi e le lezioni erano già cominciate da cinque minuti.

Quando arrivammo a storia della magia, trovammo due posti liberi nel banco in fondo e Theo mi fissò in attesa. Presi un respiro e gli raccontai dell’accaduto, rendendomi conto che ero in torto marcio e che il mio orgoglio era solo una stronzata.

Quando finii di raccontare Theo mi guardò accigliato e disse "Blaise, secondo me sai già cosa devi fare. Lo so che ti scoccia, ma devi chiedergli scusa."

"Ma lui non vuole le mie scuse! È offesissimo perché io, il suo migliore amico, l’ho insultato! Ho fatto una cosa imperdonabile…"

"Blay guarda che non è necessario che tu gli chieda scusa! Basta che parlate un po’ e vedrai che si sistema tutto!"

Lo guardai con aria indifferente, ma dalla sua faccia capii che aveva colto il ringraziamento nei miei occhi. Theodore era proprio incredibile. A volte mi sembrava un grifondoro tanto era attento ai sentimenti altrui. Però lo ammiravo, perché era l’unico del nostro gruppo (a parte Pansy, ma lei è un caso umano) che non era costretto a tenersi le emozioni per sé. Lui era libero di esternarle. A volte lo invidiavo davvero.

Mentre pensavo, vidi Theo che faceva un cenno a qualcuno più avanti e quando spostai lo sguardo, vidi che ce l’aveva con Draco. Il biondo sbuffò e fece roteare il dito orizzontalmente: dopo. Dopo cosa? Guardai Theodore in cerca di risposte ma l’unica cosa che ricevetti fu un sorriso beffardo. Stramaledetto incrocio fra un serpeverde e un grifondoro!

"Stupido serpedoro!" sibilai "e non mi riferisco ai tuoi occhi!"

Il mio amico mi guardò curioso ma gli risposi esattamente come aveva fatto lui e sbuffò accasciandosi sulla sedia. Io mi appoggiai soddisfatto al banco, con le mani sotto il mento e mi misi a guardare in giro. Al primo banco al centro c’erano la Granger con Lenticchia e Potter. Possibile che quei tre fossero sempre assieme? In sette anni non li avevo mai visti con nessun altro! Diavolo che razza di asociali che erano! Certo, anch’io frequentavo sempre le stesse persone, ma la mia cerchia di amici era molto più allargata.

Probabilmente mi ero fermato troppo a fissarli, perché Potter mi stava fissando a sua volta, con quella sua aria da persona superiore. Lo fissai con lo sguardo più penetrante che potessi e notai che i suoi occhi erano proprio quelli di una serpe: ci vedevo delle capacità terribili dentro. Peccato che quel matto di un cappello parlante avesse sprecato quel talento in un branco di scansafatiche… mentre continuavamo a fissarci, Potter fu distratto da Lenticchia. Che palle. Se non si fosse messo di mezzo quello chissà quanto sarebbe durato il nostro silenzioso duello di sguardi.

Finalmente suonò la campanella, ma per uscire aspettai Draco: sentivo che dovevo assolutamente parlargli.

Quando mi passò davanti lo chiamai "Draco, vieni un attimo."

Draco mi fulminò con lo sguardo e se ne andò stizzito in aula di pozioni. Che palle. Avrei dovuto aspettare fino a sera per potergli parlare: mi avrebbe certamente evitato tutto il giorno. Sbuffai e anch’io mi diressi in aula di pozioni.

A pranzo non andai in sala grande, perché, nonostante non avessi mangiato neanche a colazione, non avevo proprio fame e mi diressi verso il retro della scuola. Attraversai il parco e andai al confine della foresta proibita. Lì c’era un grande masso che in prima, per gioco, avevo trasformato in una specie di scodella rovesciata verso la foresta, così quando mi ci mettevo dentro nessuno mi vedeva e potevo stare in pace per tutto il tempo che volevo. L’unica persona che conosceva quel luogo era Draco; l’unica persona che volevo avere vicina in quel momento. Avevo fatto proprio una stronzata a litigarci. Scossi la testa deciso a non pensarci e mi sdraiai nella roccia con le mani dietro la testa.

Chiusi gli occhi e tesi le orecchie in ascolto. Dalla foresta provenivano un sacco di suoni che avevo imparato a riconoscere col tempo. Tutti dicevano che lì dentro c’erano solo esseri mostruosi e terribili, ma io sapevo che non era vero.

All’inizio percepii un lieve venticello fra le foglie, che le faceva strusciare dolcemente fra loro. Poi percepii l’acqua di un ruscello che scorreva delicata. Una foglia che cadeva e poi…

Clopclop… Zoccoli che correvano. Troppo violenti. Erano di sicuro i centauri. A volte si sentivano anche gli zoccoli degli unicorni, ma i loro erano sempre maestosi e delicati. Quelli dei centauri erano più marcati e andavano scoordinati, mentre gli unicorni procedevano assieme.

Percepii un altro rumore. Frrrrr… Un battito d’ali. Era un passero. Il rumore era troppo veloce per essere quello di un qualsiasi altro uccello e… passi. Merda! Nessuno era mai venuto tanto vicino a quella roccia a parte Draco e me! Ero certo che quelli non fossero i passi di Draco, ma non erano di nessun altro che conoscessi.

Aprii gli occhi e di fronte a me trovai una ragazza bellissima, alta e snella, con i capelli lunghi fino ai fianchi, bianchi come la neve e la pelle altrettanto pallida. Sembrava quasi che emanasse una luce propria. Sembrava... un angelo. Era incredibile: non avevo mai visto una ragazza così bella. In più i capelli, per quanto fossero bianchi, facevano un bell’effetto. Non avevo mai visto dei capelli così bianchi…

"E’ perché sono albina."

"Come scusa?" chiesi con gli occhi sgranati.

"I miei capelli." Spiegò "sono così bianchi perché sono albina."

"oh…"

La straniera sorrise e disse "Ti ho lasciato senza parole e… senza pensieri!"

"Senza… ma che dici?"

Rise di nuovo, ma subito il suo volto divenne serio e attento. Aveva gli occhi chiusi. Probabilmente stava ascoltando qualcosa. Anche se era da quando era arrivata che aveva gli occhi chiusi…

"Sì" disse "in effetti sto ascoltando. Ma più che altro tengo gli occhi chiusi perché sono cieca."

Strabuzzai gli occhi per la sorpresa. Non perché fosse cieca, no. Forse un po’ anche per quello, ma più che altro… L’aveva fatto di nuovo. Aveva risposto a un mio pensiero!

La ragazza fece un ghigno a dir poco serpeverde e disse "In effetti lo faccio di norma! Senti Blaise io devo andare. Mi fai un favore? Non dire a nessuno che mi hai incontrata ok? Ciao!"

Corse via verso il castello lasciandomi a bocca aperta. Ma chi era? Come faceva a conoscere il mio nome? Perché rispondeva ai miei pensieri? Di certo non era una studentessa. Ma era troppo giovane per essere un’insegnante. Dunque? Guardai l’ora e notai che era tempo di rientrare. Mi diressi verso il castello per le lezioni pomeridiane e mentre attraversai i corridoi cercai il volto di quella ragazza, ma non lo trovai. Quando arrivai in classe mi bloccai sulla porta: non c’era nessuno.

"Signor Zabini! Visto cosa succede a non venire a pranzo? Poi si finisce col non sapere quando i professori sono assenti!"

La voce mi lasciò dapprima stupito e poi felice. Mi voltai con un sorriso malizioso e dissi "Signor Malfoy! Sarebbe bastato venire a chiamarmi. In fondo lei sa perfettamente dove fossi!"

Draco si mise a ridere ed io lo seguii a ruota. Meno male: pace fatta.

Lo guardai dolcemente e gli passai in braccio sulle spalle lui però divenne guardingo "Non troppe confidenze però!"

"Ok ok! Scusa. Piuttosto dimmi una cosa. Tu per caso hai visto una ragazza molto bella con i capelli bianchi?"

Mi guardò come stranito e disse "Una vecchia?"

"No" ribattei io "se è una ragazza non è una vecchia!"

"Sì, ma con i capelli bianchi..."

"E' albina no?!"

"E io che ne posso sapere! Comunque no, non l'ho vista, perché?"

"A dire il vero non so se posso parlartene... sei il mio migliore amico però..." dissi titubante: la ragazza mi aveva chiesto di non parlarne con nessuno... In quel momento arrivò Theodore che s'intromise "Di che cos'è che non puoi parlare ai tuoi migliori amici?"

Lo guardai titubante e dopo qualche secondo risposi "Nulla, non è nulla..."

I miei amici mi guardarono curiosi, ma non mi chiesero più nulla. La giornata continuò tranquilla e finalmente a cena mangiai tanto da scoppiare.

Quando arrivammo in camera io e Draco ci infilammo subito il pigiama e ci mettemmo sotto le coperte. Prima di spegnere la luce però Draco mi chiamò "Senti Blaise, ma chi era alla fine la ragazza che cercavi oggi?"

"Bhè..." balbettai. Ancora non ero sicuro. Mi voltai per guardare Draco e appena mi specchiai in quel grigio così caldo e familiare decisi che potevo raccontarglielo. Di lui potevo fidarmi. Il cuore mi batté leggermente all'idea di sapere che potevo fidarmi davvero di Draco. Il mio Draco.

"Allora?" chiese calmo.

Presi un respiro e cominciai a raccontare della ragazza-angelo.

  
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