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Autore: Nihal    11/01/2010    7 recensioni
“E come farai ad ammazzarne tanti?” insisté lui, con un mezzo sorriso.
Quella sera evidentemente voleva mettere a dura prova la sua pazienza. Lui, comunque, non si sarebbe scomposto. Sicuramente non avrebbe dato spettacolo per uno stupido Dio della Morte.
“Sono Kira, quindi posso farlo.” Disse in un tono che annunciava che quella era la fine della loro conversazione e ritornò a scrivere.
“Già, hai ragione. Ah, lo sai che tua sorella sta origliando vero?” Allargò la sua bocca in un vero e proprio ghigno. Aveva ottenuto ciò che voleva. L’imperturbabile Light Yagami aveva iniziato a dare segni di cedimento.
“Mia sorella?” Ripeté lui, incredulo.
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Light/Raito, Ryuuk, Sayu Yagami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo non determinato – ovvero un’opera che non vedrà mai la luce del sole perché è un’emerita cazzata

Scelte

 

“Light, non ti sei mai chiesto cosa succederà quando finirà il Death Note?” chiese Ryuk, curioso di sapere come mai una persona così previdente come l’umano a cui casualmente era stato destinato il suo Death Note non gli avesse mai chiesto se potesse averne un altro di riserva.

Annoiato e anche un po’ infastidito per l’interruzione – doveva terminare di ricopiare la lista di ricercati che aveva deciso di giustiziare quella sera – gli rispose: “Ovvio che ci ho pensato. Per quando sarà finito avrò eliminato tutti i criminali e nel nuovo mondo tutti avranno troppa paura per commettere un qualsivoglia crimine. Hai notato come il tasso di criminalità sia diminuito drasticamente nell’ultimo periodo?”

Ritornò a scrivere, dosando con cura lo spazio. Non voleva farlo capire a Ryuk, però preferiva far durare il quaderno il più possibile, per avere un’arma contro eventuali sovversivi. Si era spesso chiesto come facessero gli Shinigami, dopo aver riempito tutte le pagine. Probabilmente avevano un modo per procurarsi un altro quaderno della morte. Peccato che anche se fosse stato così, Ryuk non glielo avrebbe detto. Ci avrebbe pensato a tempo debito, comunque. L’importante in quel momento era scrivere.

“Quanti vuoi farne fuori, stasera?” domandò lo Shinigami, che evidentemente quella sera era in vena di chiacchiere. Peccato che Light non lo fosse.

“Voglio ammazzarne tanti, Ryuk. Tanti.” Mormorò a denti stretti, sempre più convinto che lo Shinigami volesse boicottare la sua opera. Forse non trovava il pericolo di L interessante e voleva mettergli i bastoni tra le ruote in qualche altro modo, in modo da rendere più interessante il suo soggiorno.

“E come farai ad ammazzarne tanti?” insisté lui, con un mezzo sorriso.

Quella sera evidentemente voleva mettere a dura prova la sua pazienza. Lui, comunque, non si sarebbe scomposto. Sicuramente non avrebbe dato spettacolo per uno stupido Dio della Morte.

“Sono Kira, quindi posso farlo.” Disse in un tono che annunciava che quella era la fine della loro conversazione e ritornò a scrivere.

“Già, hai ragione. Ah, lo sai che tua sorella sta origliando vero?” Allargò la sua bocca in un vero e proprio ghigno. Aveva ottenuto ciò che voleva. L’imperturbabile Light Yagami aveva iniziato a dare segni di cedimento.

“Mia sorella?” Ripeté lui, incredulo.

“Eh già, proprio lei. Adesso non è che scenderesti a prendermi una mela?” Domandò lui, chiedendo a Light con lo sguardo cosa mai potesse essere successo da averlo sconvolto a tal punto. Con l’eccezione della volta in cui L aveva scoperto la regione in cui viveva, non l’aveva mai visto così agitato.

Poverino, si trovò a pensare ironicamente. L’aveva messo davanti ad una scelta.

 

***

 

Chissà cosa starà dicendo Light, si chiese Sayu, consapevole del fatto che non avrebbe dovuto origliare, ma troppo curiosa per andarsene. Si posizionò un po’ meglio vicino alla porta e appoggiò l’orecchio con fare circospetto. Era un po’ di tempo che quando passava di lì sentiva dei rumori nella sua stanza.

Forse aveva una fidanzata segreta, ipotizzò. Un motivo in più per ascoltare. Avrebbe potuto dirglielo!

Peccato che per quanto premesse l’orecchio contro la superficie, non riusciva a sentire altro che un mormorio di sottofondo.

L’unica cosa che era riuscita a cogliere distintamente e che qualche secondo prima l’aveva fatta allontanare precipitosamente, erano state le parole mia sorella.

Veramente le era anche sembrato di aver sentito Kira, però dubitava che Light fosse uno di quei pazzi che idolatravano quel criminale. Doveva aver sentito male. O forse lo stava insultando.

Dopo aver accertato che suo fratello non si era accorto della sua presenza – perlomeno non era uscito a controllare e a lei tanto bastava – si era di nuovo appostata lì e allo sguardo interrogativo di sua madre, che passava di lì con la cesta del bucato, aveva risposto con un cenno della mano che la invitava a spostarsi, lasciandole campo libero nella sua ricerca. Doveva scoprire chi c’era con Light. Sicuramente il fratello non parlava da solo, quindi qualcuno – o qualcuna - doveva esserci. 

Certo che però era proprio scomodo stare lì. E se avesse fatto irruzione in camera sua con una scusa? Poteva chiedergli di aiutarlo in qualche materia! Però se avesse bussato avrebbe avuto il tempo di far nascondere la sua nuova fidanzata. D’altronde lui teneva sempre la porta chiusa…

Questo sì che è un problema! Esclamò mentalmente, lambiccandosi il cervello per cercare una soluzione.

Come poteva fare? Non era lei la parte intelligente della famiglia, non era portata per pensare a dei piani complicati.

E se avesse semplicemente sfondato la porta con un calcio?

Forse poteva forzare la serratura con una forcina. No, non ne sarebbe stata capace, quella era più un’azione da film. E se avesse provato con una carta di credito del padre? Sì! Poteva provare così! Aveva quasi iniziato a scendere le scale, quando aveva realizzato che suo padre di pomeriggio non era in casa e che, in qualunque caso, Light se ne sarebbe accorto se qualcuno avesse tentato di forzare la porta.

Era davvero un caso difficile.

 

***

 

“E adesso cosa farai?” sussurrò lo Shinigami all’orecchio di Light, evidentemente divertito dalla situazione.

“Non sono neanche sicuro di crederti. Magari mi stai raccontando una menzogna.” Disse lui, poco convinto.

“No, è davvero là fuori. Tu lo sai che io non ti mentirei mai. Puoi andare a controllare se vuoi.” Così dicendo si avviò dietro Light che si era alzato per uscire dalla stanza, subito dopo aver riposto il Death Note nel cassetto. Una volta fuori, si rese conto che Ryuk non aveva mentito, infatti si trovava davanti una Sayu leggermente spaventata, con l’espressione di una che era stata colta sul fatto.

Light si chiuse la porta alle spalle e si piazzò di fronte alla sorella che, a dispetto della sue aspettative, lo fronteggiò con un’espressione ostinata.

“Light, ho scoperto il tuo segreto.” Disse seria.

“Lo sto facendo per il vostro bene.” Disse lui, altrettanto serio. Ormai aveva preso la sua decisione. Non aveva scelta. Aveva tentato di tenerlo nascosto ai suoi famigliari e non poteva permettere a Sayu di andare in giro a raccontare tutto.

“Non è vero!”

“Sayu, lascia stare. Non avresti dovuto ascoltare.” Mormorò, ritornando in camera sua, lasciando Sayu basita davanti alla porta, a chiedersi come mai facesse tante storie per una ragazza.

Decise che non le importava e che se voleva nascondersi la ragazza sotto il letto poteva anche farlo. Dopotutto erano affari suoi e le sembrava esagerato quello sguardo che le aveva lanciato. Neanche avesse svelato un segreto di stato!

Bene, se non poteva scoprire cosa faceva Light, allora avrebbe fatto qualcosa di costruttivo. Quella mattina, a scuola, Akane le aveva detto che era riuscita ad avere Dolls, un film che voleva proprio vedere, quindi sarebbe potuta andare da lei.

Erano mesi che aveva deciso di guardarlo, ma non l’aveva mai trovato nei negozi e non si sarebbe mai perdonata se avesse perso quell’occasione. Tra un paio di giorni doveva restituirlo all’amico che gliel’aveva prestato, quindi aveva tempo solo fino a quel momento.

Così passò per la sua stanza, giusto per prendere la sua borsa e si precipitò di sotto per telefonarle.

Nel momento in cui il piede poggiò sul primo scalino, un dolore atroce la colpì al petto e la costrinse a portarsi le mani su di esso, facendo cadere la borsa per terra.

In pochi secondi perse conoscenza e precipito per i gradini, fino ad arrivare al piano terra senza vita.

Non avrebbe più potuto vedere quel film. Era morta ancora prima di toccare terra.

 

***

 

Light aveva fatto la sua scelta. Avrebbero tutti pensato che era la vendetta di Kira contro Soichiro Yagami che indagava tanto solertemente contro di lui.

Seduto alla scrivania, con una mano che gli reggeva la testa e un’altra, munita di penna, in bilico sul quaderno, osservava il bordo della pagina dove, affiancata al nome di schifosi criminali era vergato Sayu Yagami.

 

 

 

Ed ecco a voi la mia ennesima cosa nonché seconda storia sul fandom di Death Note. E se ve lo state chiedendo, sì, io non sono felice se non faccio una storia in con qualcuno soffre o muore.

Che dire, mi è venuta in mente e volevo scriverla. Se devo essere sincera l’idea che mi era venuta mi piaceva, poi se sono riuscita a renderla non lo so._. Spero che vi piaccia!^^

  
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