Libri > Cronache del mondo emerso
Ricorda la storia  |      
Autore: coccodrillo pelandrone    11/01/2010    4 recensioni
Buongiorno, questa è la mia prima fanfiction. Lo so che è stupida, ma ne vado molto fiera! Siate clementi e commentatela magari,le critiche sono molto apprezzate! Spero che vi divertiate a leggerla tanto quanto io a scriverla....
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sennar
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
<< Sennar, posso farti una domanda? >> << Dimmi. >> << Sei mai stato innamorato? >> << Bè… credo di sì. >> Le cronache del Mondo Emerso – Nihal della Terra del Vento cap.7//////////////////////////////////////////////////////// Era una bella giornata di primavera: il Sole splendeva nel cielo limpido e la rugiada appesa alle foglie della foresta brillava, riflettendo la luce dorata in tanti piccoli arcobaleni. Sennar chiuse gli occhi. Amava il bosco; la pace che provava disteso sull’ erba, protetto da quei rami alti, era pari solo a quella che provava fra le braccia di sua madre. La musica della foresta: ‘’Signore e Signori, oggi l’ Orchestra del Bosco è lieta di presentarvi I Canti della Selva. La nostra cantante solista: madamoiselle Cicala, un applauso.’’ Sennar sorrise. I profumi della foresta: erba bagnata, fieno… rosa selvatica. Lavanda. Rosmarino. E… finocchio selvatico. E qualcos’ altro. Ah, è vero, la puzza di sterco del suo destriero. E anche verbena. Il dolce profumo della sua maestra, la maga Soana. Era strano, per Sennar, pensare di avere come insegnante una degli otto maghi più importanti e potenti del Mondo Emerso. Infatti Soana era il Consigliere della Terra del Vento, ed era per quello che,il giorno prima, lei e il suo unico allievo si erano messi in viaggio per raggiungere il Palazzo di Laodamea, capitale della Terra dell’ Acqua, sede del Consiglio per quell’ anno. Sennar tenne gli occhi chiusi per tutto il resto del viaggio, peraltro molto lungo, nella speranza di riconoscere le note che componevano l’ aria circostante. Così Sennar si decise a riapri gli occhi solo quando non ne poté fare a meno, nel pericolo di sbattere contro le mura di cinta di Laodamea. Sennar aveva superato il confine fra la Terra del Vento e quella dell’Acqua senza degnare di uno sguardo il paesaggio considerato il più bello del Mondo Emerso. Sennar scese dal cavallo come in trance, abbagliato dalla luce dopo tante ore di buio. Inoltre si era affidato completamente al cavallo, che ovviamente aveva fatto del suo meglio per beccare ogni buca e dislivello presente sulla strada. Le ossa del mago erano straziate; lui non ci fece caso e salutò guardie, maghi, ninfe, umani, generali e regnanti esprimendosi in monosillabi e utilizzando suoni gutturali di difficile trascrizione. Per tutto il tempo, anche a pranzo, non fece altro che fissare estasiato e perplesso la magnificenza e il candore del palazzo reale. Venne bruscamente ricondotto a pensieri terreni da Soana, l’ unico essere vivente che Sennar rispettasse (e temesse). << Sennar, per favore, dì ai signori maghi a che punto sei arrivato con lo studio >> simultaneamente mollò un calcio sulla gamba del suo alunno, muovendo le labbra senza emettere suono. Nel piano educativo del mago rientrava anche la lettura del labbiale; il povero mago capì: << Sii educato, smettila di fissare il soffitto, rispondi alle domande. Fammi fare bella figura altrimenti ti spezzo le gambe. >> La donna sorrise melensa. Sennar parlò per tutto il resto del tempo. Il pomeriggio fu riempito adeguatamente da 6 ore di Consiglio (più pausa spuntino). Maghi e regnanti parlottavano nella Stanza Ovale (in realtà era quadrata, ma Ovale fa più figo), mentre il resto della Corte si assiepava davanti alla porta, nella speranza di origliare un discorso su un’ eventuale aumento di paga. Sennar era libero. In realtà all’ ora di pranzo per fare le cose per bene, aveva chiesto alla maga il permesso di assistere alla riunione (incrociando le dita sotto il tavolo); Soana aveva cinguettato un << no, tesoro, tu và pure a studiare! >> mentre la notizia che l’ allievo di Soana si era offerto liberamente di assistere alla seduta faceva il giro del tavolo. << Ma allora è un ragazzo diligente, serio e interessato! >> << Più che altro scemo. Io che devo per forza andare a quella rottura di coglioni sarei pronto a dare la pipa pur di avere il pomeriggio libero… >> << Ido, ma cosa dici! >> << Quel ragazzo è una prova lampante di Genio&Sregolatezza. >> Così Sennar era stato lodato per qualcosa che non aveva fatto e aveva sei ore (più pausa spuntino) senza Soana davanti a sé. Evvai! Era ora di mettere da parte il Genio e di far lavorare la Sregolatezza. Il sorriso gli morì sulle labbra, lasciando il posto ad un’ espressione catatonica. La sua faccia era una maschera di tic. Una sottile goccia di bava gli gocciolò dalla bocca. Alla fine Sennar si riscosse, andò a prendere i suoi libri e senza neanche sapere cosa stesse facendo, si diresse alla biblioteca. Sennar entrò nella biblioteca sotto lo stato di trance già contemplato. Aveva appena richiuso la pesante porta e si era girato verso gli scaffali quando cominciò ad urlare come un pazzo isterico. Uno dei suoi rari momenti di completa lucidità lo attaccarono; in pochi secondi la sua mente calcolò: -area della stanza -perimetro della stanza -volume della stanza -numero di scaffali -volume della stanza non occupata dagli scaffali -peso e numero dei libri contenuti. Appena la sua mente finì di calcolare Sennar ansimò e respirò inalando a pieni polmoni, come se fosse appena uscito da una lunga apnea. Lentamente ritornò a respirare regolarmente, sorreggendosi allo schienale di una sieda, lucido come la Numero 1 di Paperon dè Paperoni; raccolse i libri caduti, raggiunse un tavolo e ci si sedette. Si appoggiò sereno allo schienale imbottito della morbida poltrona, sospirò estasiato dall’ odore dei libri e dalla quantità sproporzionata di pergamene rarissime e aprì un libro. Solo allora si accorse di non essere solo al tavolo; davanti a lui una ragazzina lo guardava sconcertata. Sennar le si inchinò, disse:<< Buongiorno, mi chiamo Sennar >>, sorrise smagliante e cominciò a leggere. La ragazza lo fissava sconvolta. Quel ragazzo o era completamente pazzo e ne andava fiero o era completamente pazzo e non lo sapeva. La fanciulla prese coraggio e rispose: << Buongiorno a voi, messere. Avete forse bisogno di soccorso? >> Sennar alzò di scatto la testa dal libro e la guardò con occhio dilatato. << No, grazie. Tu? Comunque mi chiamo Sennar. >> e tornò a leggere. << Questo lo avete già detto, messere >> disse la ragazzina piccata, scocciata a morte perché il pazzo le aveva dato del tu. << Cosa? >> rispose egli, fissandola come se fosse lei la pazza. << Ho detto che vi siete già presentato >>ribattè quella con cipiglio minaccioso. Sennar chiuse il libro (!) e la scrutò con curiosità. Era giovane, forse aveva dodici anni. Lui ne aveva tredici. Ha-ha! Era più vecchio. Quindi aveva diritto di vita e di morte su di lei. La bimba aveva un visetto appuntito, pelle scura, una boccuccia piccola e incazzosa, naso all’ insù, occhi verde cupo e la testolina fieramente eretta sul lungo collo. Era piccola e secca come una prugna. La giovincella ricambiò lo sguardo. Lui era giovane, avrà avuto un anno, forse due più di lei e basta. Chi si credeva di essere per guardarla dall’ alto in basso? Aveva occhi di un azzurro e uno sguardo estremamente intelligente, offuscato però da una spessa nebbia di follia. Una zazzera rossa e spettinata. Il naso dritto e sottile. Una bocca grande come un forno. Alto e secco. E completamente pazzo. << Ciccio, ho detto che so già come ti chiami. Reagisci agli stimoli del mondo esterno ! >>sbottò infine la fanciulla, urlando come una posseduta. << Eh? >> rispose Sennar guardandola di sbieco e rimpiombando in uno stato catatonico-comatoso. La ragazza scattò in piedi (era più alta da seduta), si tese sul tavolo e mollò all’ ebete lo schiaffo più forte che le riuscì. Poi uscì sdegnata. Sennar la guardò andarsene, passandosi la mano sulla guancia arrossata e dolorante. E capì di essere innamorato.
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Cronache del mondo emerso / Vai alla pagina dell'autore: coccodrillo pelandrone