Alice voleva morire.
Combatteva contro l’attrito, lasciandosi poi cadere su quel letto,
spettatrice immemore, fissava le pareti bianche di una stanza spoglia,
facendo fluire all’esterno pensieri strani.
Alice voleva morire.
Correva verso qualcosa che non sapeva,
sanguinava ad ogni passo
ferita da frammenti di specchi lucenti.
Una luna la fissava dall’alto e rideva canzonatoria,
spettatrice di patetico spettacolo.
Alice voleva morire.
Soffocata in un sogno,
prendeva un the alla rosa all’ombra del pesco,
osservando pulcini canterini destinati alla morte.
Senza colpe, senza speranze.
Proprio come lei.
Alice voleva morire
dopo aver compreso di essere assai fragile entità
di fronte ad un mondo tanto spietato.
Se potesse rinascere, avrebbe voluto tanto divenire una farfalla.
Creatura effimera, capace di viver la vita
in un solo giorno di imprevedibile dolore.
Alice voleva morire,
consapevole che se fosse stata una farfalla
probabilmente avrebbe desiderato essere umana.