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Autore: daddadda    12/01/2010    2 recensioni
"Presi una scatola di cereali e accesi la televisione. C'erano solo telegiornali e tutti trasmettevano la stessa notizia. Intravidi tra le macerie la sua chioma bionda. Mi sentii morire, ecco cosa era successo." Recensite se passate per favore^^
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kiro, Strify
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo in realtà è un tema che ho fatto in classe come verifica, ma mi è piacuto abbastanza e l'ho trasformato in una one shoot. spero vi piaccia^^

Era da tre ore che lo stavo aspettando. L'ultima volta che lo avevo sentito, mi aveva detto che era quasi arrivato. Spensi la sigaretta, ormai consumata, in un tombino sporco della metropolitana mentre sentivo il rumore di un treno che stava arrivando, e che io avrei perso di nuovo. Oggi io e Sabastian dovevamo ritornare a Berlino, ma qualcosa è andato storto. Doveva arrivare presto, ma non lo fece.

Mi stavo preoccupando seriamente, cosa poteva essere successo? Cosa potevo fare per aiutare il mio amico? Niente, ecco la risposta. Ero impotente. Fuori il cielo era nero come la pece, non c'era nessuno. Solo io e il treno in corsa. Lo stridìo delle ruote sul ferro dei binari mi fece tremare, o forse era solo il freddo. Poi, silenzio. Un silenzio che mi penetrava nelle ossa. Mi alzai per prendere il cellulare dalla tasca troppo piccola dei pantaloni. Magari prima non c'era campo.

Digitai il numero e premetti la cornetta verde, squilli. Solo squilli, nessuna risposta. Riattaccai ormai senza speranze mentre anche l'ultimo treno di quella giornata spariva verso la galleria buia. Mi misi in spalle lo zaino e mi avviai verso casa. Sentii un grido ma non ci feci caso. Magari erano solo le ruote del treno che si stava allontanando. Ero troppo stanco per fare una qualsiasi cosa. Infilai le mani in tasca cercando di scaldarle, senza ottenere alcun risultato. Girai in un piccolo vicolo finchè non intravidi un campanello con l'etichetta "Goll", segno che ero arrivato a casa. Frugai nella tasca esterna dello zaino per poi estrarne un mazzo di chiavi. Girai una di queste nella toppa ed entrai. Schiacciai l'interruttore della luce ma quell'oscurità non se ne andava. Era saltata la luce, ma alle quattro di mattina non ero così lucido per riuscire a pensare a cosa fare. Mi sedetti su una poltrona e mi addormentai. Chissà cos'era successo a Sebastian?

Mi svegliai solo due ore dopo, ancora assonnato, ma incapace di riprendere sonno. Fuori cominciava a schiarire mentre le prime automobili facevano la loro comparsa sulla strada gelida. Presi una scatola di cereali e accesi la televisione. C'erano solo telegiornali e tutti trasmettevano la stessa notizia. Intravidi tra le macerie la sua chioma bionda. Mi sentii morire, ecco cosa era successo. Spensi con il telecomando quello schermo. Non guardai le immagini, non ne ebbi il coraggio. Non potevo crederci, era una considerazione troppo surreale.

-Lui non è morto!- gridai in preda al panico.

Non poteva essere vero. Scesi le scale del mio appartamento e mi buttai a terra nella speranza che in quel momento passasse una macchina e mi investisse. Sfortunatamente quella era una zona pedonale e non passavano automobili. Mi trascinai, ormai senza forze, fino alla strada principale. Mi misi in mezzo, sulla riga bianca. Lì non mi avrebbero potuto mancare. Sentii una voce chiamare il mio nome e mi voltai. Era lui. Non ebbi il tempo di vedere se fosse un'illusione o no, che mi ritrovai a terra. Il mio desiderio era stato esaudito, anche se in quel momento avrei voluto fermare il tempo.

Mi ritrovai in un letto bianco, mi sentivo indolenzito. Sentii un dolore lancinante al collo causato da due braccia che mi stavano abbracciando forte. Aprii gli occhi e vidi il sorridente viso di Sebastian vicino al mio. Me ne fregai di tutti i tubi che avevo nel corpo e mi fiondai su di lui.

-Pensavo fossi... Morto- dichiarai esitando.

-Infatti, lo sono- mi rispose.

-Ma... Allora, dove siamo?-

-In paradiso-

Rimasi scioccato da quella risposta.

-Ehm, wow... Non me l'aspettavo- continuai -In un certo senso sono felice di essere qui, non so come avrei fatto senza di te-.

Vidi una lacrima cadere dai suoi occhi.

-Sono felice, ti voglio bene-

-Anch'io te ne voglio, per sempre- conclusi.

Ed era vero. L'amicizia aveva trionfato. Ogni cosa umana aveva abbandonato il nostro corpo. Eravamo anime, angeli. Ma la nostra amicizia rimarrà sempre Illesa. Nel bene e nel male.

  
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