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Autore: Ransie88219    12/01/2010    0 recensioni
One-shot partecipante al Challenge della Befana del sito!
Una ragazza dall'apparente carattere tosto e un ragazzo dispettoso, che è la sua nemesi. Una scuola chiusa per le vacanze natalizie e delle chiavi galeotte. Che cosa combineranno mai i due soli soletti in quella scuola a subire una punizione scolastica?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Un mazzo di chiavi per due
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Un mazzo di chiavi per due

 

Sbuffo già stizzita contro la sciarpa di lana che ho sapientemente avvolto attorno al viso.

Ne esce un picco sbuffo di fumo.

Mi stringo ancora una volta nel mio caldo giubbotto, ma il freddo sembra non passarmi.

Cammino con un’andatura sostenuta e un po’ pesante.

E lo so io perché!

Sono fuori di me per quel deficiente di Kellan!

Sistemo meglio sulle spalle lo zainetto con dentro il cambio per l’imminente serata di capodanno.

Come minimo faremo tardissimo e sarò costretta a cambiarmi in un bagno della scuola e poi correre con la macchina al ristorante dagli amici, e tutta per colpa di quello stupido!

Se non mi avesse messo nei guai, adesso non mi ritroverei qui a morire di freddo, ma al calduccio della mia cameretta a prepararmi già i vestiti per la sera con tutta calma, oppure a fare un delizioso bagno caldo.

Rabbrividisco nonostante il caldo del giubbotto, che non può far nulla né per il viso né per il freddo che trapassa le calze e tanto meno la gonna.

Stupido! Stupido! Stupido!

Se solo ripenso a come mi ha messo nei guai quel bifolco da strapazzo…

 

INIZIO FLASH BACK

 

<< Charlie! >>.

Mi volto verso la ragazza che mi ha chiamata con così urgenza.

<< Potresti scendere? Abbiamo un problema! >> continua disperata con le mani nei capelli.

Oh, tu hai un problema?

No, guarda io nessuno.

Sono solo in equilibrio su una scala che sembra essere superstite dalla prima guerra mondiale, che cigola ad ogni mio movimento e sto con un solo piede appoggiato in cima alla scala e una mano, sporta verso il vuoto perché sto cercando di ficcare questa altrettanto preistorica  stella di natale, in cima a questo albero, fuori con una temperatura certamente sotto lo zero. A quasi dimenticavo P.S. La maglia mi è uscita dai pantaloni e  mi sto congelando la pancia.

No, guarda…scendo subito…

Alzo gli occhi al cielo a tale sequenza di pensieri sarcastici, poi mi faccio coraggio, mi do un ultimo slancio precario.

O la va o la spacca! Traduzione io morta eh…

Frush!

Siiiii…1-0 per me!

Beccati questo, albero natalizio dei miei stivali.

Poi con accuratezza mi ancoro completamente alla scala, della quale non mi voglio immaginare gli anni o vado nel panico.

Piano piano scendo.

Quando tocco terra sono commossa, e non so se baciare il cortile o no.

Uhm…magari facciamo un'altra volta.

Corro verso,… Jessica? Si, si dovrebbe chiamare così.

Appena entro nell’enorme e lussuoso edificio scolastico, a cui sta fatica comprare una nuova scala, mi sento riscaldare da un tepore dolcissimo.

Viva i termosifoni!

La raggiungo senza perdermi in altri pensieri sciocchi,e mi accorgo che tutta la troup che mi è stata affiancata per i preparativi del presepe e dell’albero di natale è raggruppato intorno a qualcosa.

Mi avvicino e  scruto cosa guarda quella folla così disperatamente.

Un qualcosa di marrone scuro, di indecifrabile materiale, bagnato e  sudicio e morsicchiato ovunque si prosta ai nostri piedi.

<< E quello sarebbe? >> chiedo perplessa alla comitiva.

<< Ehm…la nostra stella cometa… >>  mi presenta incerta Jessica.

<< Oh…che dire. Non so se hanno fatto più peggio i topi dello scantinato o la muffa >> ribatto esasperata più che mai.

Ma possibile che si fermino i preparativi per una sciocchezza simile?

Mi giro verso due tizzi alti e smilzi.

<< Jhon, prendi quella statua di Leonard con te e vai a farne di una nuova su al laboratorio di falegnameria. Quando è pronta portala da Mary, quella rossa,e  fargliela dipingere >> ordino come si confaccia da un leader del gruppo.

...

Incrocio le braccia al petto e guardo quei due chiamati in causa annoiata.

<< Subito >> ribadisco, svegliando quei due che li vedo correre immediatamente al piano superiore.

<< Tu, tu e tu, portate via sta schifezza e tirate fuori il resto del ciarpame che c’è giù nel sotterraneo e se altra roba è irrecuperabile prendete e andate anche voi su a falegnameria e rifateli. Subito! >> e altri tre mi si levano dai piedi.

<< Voi altri datemi una mano a finire di sistemare almeno le statue dei re magi e di Gesù bambino! >>.

Mentre gli ultimi due iniziano a portare verso l’entrata di questa scuola assolutamente tirchia i materiali, io mi dedico a fare le montagne e il paesaggio di sottofondo in genere, con la carta crespa.

Dopo almeno venti minuti di lavoro finisco e vedo l’operato.

Non male…

Poi mi accorgo che anche gli altri due hanno finito e se ne stanno alle mie spalle con le mani in mano.

Mi giro verso il loro operato, poi mi rivolgo verso di loro.

<< No, vi prego ditemelo e basta, se lo fate apposta, perché non è possibile una cosa del genere! >> le  rimprovero a voce alta.

<< Che succede? >> chiede sorpresa la biondina tra le due.

<< Succede che io non ho mai visto un presepe senza oro, mirra e incenso! >> e appena finisco vedo le due darsi una manata in faccia come fossero la stessa persona.

Caspita, ma li fanno in serie i dormiglioni?

Facessero anche quelli svegli…ma tanto non me li appiopperebbero mai!

Inutile che li facciano.

Mentre penso ciò vedo le due scattare verso le scalette dietro al cortile e scomparirci dentro.

Manco due minuti dopo se ne tornano indietro verso di me.

<< Che c’è adesso? >> chiedo stufa del fatto che bisogna ordinargli tutto, altrimenti non farebbero nulla.

<< Le cose che hai chiesto sono inservibili. Cosa facciamo? >>  mi fa rapporto la moretta adesso.

<< Inventiva e creatività >> gli rispondo.

Ti prego, fa che ce la facciano a farsi venire un idea.

Ti supplico.

Le vedo rimanere mute davanti a me e guardarmi stralunate.

Adesso sono io a darmi una manata in faccia arrendevole.

<< Andate a mensa, prendete dei tappi di bottiglia e ricopriteli di carta stagnola, poi colorateli di un colore adatto per far si che ricordino l’oro , poi presumo che il resto non ve lo debba spiegare vero? >> chiedo con un’ultima speranza nel cuore.

Assentisco all’unisono e corrono verso il piano superiore dove c’è uan delle entrate dirette per la mensa.

Che Dio me la mandi buona. Speriamo che non mi combinino pasticci.

Ok, meglio andare a vedere cosa succede a falegnameria.

Inizio a salire le scale pian piano, come se avessi finito tutte le energie solo dopo due ore di lavoro.

Non pensavo che fosse così stancante dare ordini.

Senza che me ne accorga arrivo al  piano giusto, e a passi strascicati entro in aula.

Vedo i ragazzi del mio gruppo tutti intenti a lavorare, mi avvicino a  loro e guardo l’operato.

<< Ottimo lavoro! >> mi sfugge un complimento.

Vedo quello accanto a me sollevare il viso e guardarmi sorpreso.

<< State facendo tutti un ottimo lavoro >> mi complimento con tutti.

Non sono una tipa tosta anche se a scuola lo voglio far credere.

Anzi, ho un carattere debole e sensibile.

Mi rattristo un po’ pensando al rapporto tra me  e papà.

Che schifezza…

<< Ho finito >>.

Questo commento mi fa tornare alla realtà con un sobbalzo e osservo l’operato.

<< Questa si che è una stella cometa come si deve! >>e gli do una pacca, poi lo vedo arrossire e grattarsi il capo imbarazzato.

Deve essere un ragazzo timido Jhon!

<< Dagli una bella spennellata di colore anche tu, non serve andare da Mary, poi portala giù e attaccala sopra la capanna >> nel mentre mi avvicino al gruppo che sta cercando di fare un pozzo con creta e legno.

Sto per fare un ottimo complimento anche a loro e  chiederli se vogliono un aiuto, quando mi sento toccare una spalla.

Mi giro e trovo uno del primo anno guardarmi a disagio.

Non capisco proprio come mai tutti quelli del primo anno siano sempre così imbarazzati e agitati, quando devono parlare con uno dell’ultimo anno, cioè del quarto.

Proprio non li capisco.

<< Charlie Jells? >> mi chiede rosso e guardando ovunque fuorché me.

<< Si, dimmi…>> .

<< Ecco, un professore a chiesto di lei e la sta aspettando giù in cortile. Deve dirgli uan cosa molto importante >> e poi gira le spalle e corre via.

Seguo la sua corsa perplessa.

<< Se quelli del primo anno sono tutti così, qui siamo finiti >> dico facendo ridere i presenti e salutandoli mi dirigo con una veloce corsa giù per le scale.

Poi quando arrivo in cortile rallento, a causa della neve calata il giorno prima.

Vedo davanti a me il cortile vuoto, con solo le nuvolette calde del mio fiato a farmi compagnia.

Provo   spostarmi un po’.

Spach.

Vengo colpita da qualcosa alla schiena e cado a bocconi sulla neve.

Brr!!! E’ marmata!!!!!!

Mi tasto dietro e  vedo che è neve.

Mi giro alle spalle e vedo uno sghignazzane Kellan fissarmi assolutamente divertito e più che soddisfatto.

Gli ringhio contro e gli tiro pure io una pallata di neve e lo prendo in pieno viso.

Ora sono io a  ridere alla sua faccia.

<< Chi ride bene, ride per ultimo !>>  sibilo divertita al mio peggior nemico.

Non chiedetemi come mai, ma siamo sempre stati come nemesi.

Da quando mi sono trasferita qua, lo scorso anno non fa che perseguitarmi e  farmi scherzi.

Manco fossimo alla’asilo!

E io che faccio? Mi vendico!

Appena si riprende lo vedo venire nella mia direzione, io allora mia alzo e inizio a scappare da lui in cerca di un posto per nascondermi e fare palle di neve.

Lo vedo rincorrermi, e tirarmi nel mentre della neve che raccoglie in corsa.

Mannaggia!

Provo anche io a fare lo stesso ma per ben due volte rischio di cadere di nuovo.

Porca miseria!

Poi mi si accende una lampadina e svolto attorno ad un albero e recupero un po’ di neve, ma quando mi giro verso di lui per tirargliela  non c’è.

<< Ma cosa? >> mormoro sorpresa e nel mentre vengo buttata a terra di faccia, con un peso che mi sale addosso.

<< Ora te la faccio mangiare a te la neve ! >> lo sento gridarmi contro malefico.

Provo a ribaltare la situazione, ma è troppo pesante.

Poi mi viene  un idea.

Smetto di fare contrasto e gli facilito il compito…apparentemente.

Lui si blocca.

<< Ehi, tutto bene? >> lo sento scuotermi…preoccupato?

Sorrido soddisfatta verso la neve.

Poi inaspettatamente gli tiro un calcio all’indietro dove presumo siano i suoi gioiellini di famiglia.

Lo sento spostarsi e imprecare ad alta voce.

<< Adesso benissimo >> e gli salgo sullo stomaco, incastrandogli le braccia sotto la sua schiena.

<< Ma porca…>> lo sento sibilare guardandomi prima arrabbiato e poi calmo.

<< Uhm? Che c’è? >> gli chiedo sorpresa dalla sua non resistenza.

<< Succede che voi due siete entrambi in guai seri, signorina Jells! >>.

Oh cavolo…

Mi giro verso il vicepreside.

<< Lei è in punizione per stare a bighellonare fuori invece di lavorare alla messa degli addobbi natalizi e  lei, signor Sanchez per aver bighellonato tutto il tempo fino adesso invece di essere a fare lezione >> ci fissa male entrambi e ci invita a raggiungerlo nel suo studio.

Io mi alzo stizzita da Kellan, e gli lancio uno sguardo al vetriolo, mentre lui mi guarda sorridente.

Continua a mantenere il sorriso smagliante anche quando il vicepreside ci da come punizione il dover  rimettere tutto a posto il 31 pomeriggio durante le vacanze natalizie, tutti gli addobbi natalizi della scuola.

Dio solo sa come ho fatto nel trattenermi nel tirare in testa a quello stupido di Kellan il posacenere che c’era sulla scrivania del vicepreside!

 

FINE FLASH BACK

 

Cammino pesantemente sulla neve con le scarpe da ginnastica e salgo gli scalini al cancello della scuola.

Allora, prima gli chiudo le mani nella porta, poi gli schizzo l’acqua addosso dei bagni e  lo lascio fuori a morire di freddo e…

<< Chi non muore si rivede >> interrompe con questa sua uscita idiota , la vittima dei miei piani di vendetta.

Lo guardo.

E’ davanti all’ingresso della scuola accanto al bidello.

Alto, castano e  con gli occhi grigi, labbra carnose e un accenno di barba.

Un corpo sportivo da giocatore di basket e anche un po’ palestrato.

Sarebbe davvero uno schianto che potrebbe muovere anche il mio interesse, peccato che mi stia sulle scatole e sia il mio peggior nemico.

Gli sorrido perfida, e appena mi avvicino a loro, gli sussurro discretamente una minaccia.

<< Ti farò sputare sangue >> lo avverto sorridendo al bidello che ci sta già spiegando le nostre mansioni, ma non gli do relazione.

O almeno fingo di dargliela.

Appena finisce ci lascia in mano le chiavi di tutta la scuola, non che mensa e palestra e se ne va.

Mi giro verso Kellan e lo guardo male.

Non lo avevo mai visto così calmo e  tranquillo.

Che stia architettando qualche tiro mancino?

<< Dai andiamo. Non mi va di rimanere qui a festeggiare il primo,e  sono già le sei >> detto ciò mi da le spalle e lo seguo arcigna.

Osservo le sue spalle.

Non lo facevo così larghe…

Arrossisco di botto quando mi accorgo del pensiero che ho fato.

Ma quanto sarò scema da uno a dieci?

<< Ma ti vuoi muovere? >> mi riprende accortosi che sono rimasta indietro.

Io non posso assolutamente, minimamente trovarlo né attraente né interessante.

Charlie, se pensi ciò di lui, mi sa che il freddo ti ha fatto veramente male!

Mentre mi rimprovero da sola, mi tolgo il giubbotto e la sciarpa e come lui attacco tutto all’attaccapanni della sala insegnati.

Mentre appendo la mia roba vedo che mi sta osservando con interesse e assai divertito.

Mi giro verso di lui completamente e lui scoppia a ridere, mettendosi le mani sulla pancia.

Lo fulmino con un occhiataccia.

Quando si riprende mi guarda con le lacrime agli occhi.

<< Finito? >> gli chiedo offesa per non so cosa.

<< Immaginavo ti fossi vestita così – fa una pausa e intercettando il mio non capire mi spiega – Per gli addobbi di natale, l’ultima volta a scuola eri vestita quasi interamente di rosso apparte le scarpe e la sciarpina bianca, mentre adesso che è l’ultimo dell’anno indossi un maglione a righe oro e nero, con minigonna e collant nere e scarpe bianco oro – scoppia a ridere nuovamente – per la befana non mi immagino, magari con un bel completino intimo di vari colori, collant a mezza gamba e magari con una bella scopa in mano! >> .

Io lo fisso rossa in volto.

Completino intimo? Collant a mezza gamba?

<< Porco! >> gli grido contro raggiungendolo e mollandogli un ceffone che intercetta.

<< E magari con una bella calza per me, con tante squisitezze come delle caramelle >>

<< Maiale! Piuttosto ti sommergerei di carbone! >> ribatto ancora rossa in viso.

Mi sta prendendo in giro quel porco!

<< Ma se sono un bravo bambino…>> e mi sorride smagliante, vicinissimo al mio volto e con ancora il mio polso nella sua mano.

Lo vedo avvicinarsi di più.

Che cavolo vuole fare? Oddio no! Non quello ti scongiuro!

Una canzoncina natalizia riempe la stanza con i suoi suoni.

Lui si stacca da me e mi guarda smarrito.

Io faccio finta di nulla e prendo il telefono di tasca, rispondendo senza guardare chi sia e già ringraziandolo mentalmente di avermi salvato dal pervertito.

<< Dove diavolo sei?! >> un ringhio , più che una domanda mi arriva all’orecchio.

Mi freddo sul posto.

<< Papà…sono  a scuola, per la punizione…ti avevo avvertito >> singhiozzo la risposta timorosa, dando le spalle a Kellan.

<< Non me lo hai ricordato! >> lo sento biascicare dall’altra parte del telefono.

E’ ancora ubriaco.

Sento le lacrime agli occhi.

Non ce la faccio più con questa situazione.

Lui si ubriaca e io ne rispondo delle conseguenze.

Dovrei ringraziare Kellan se non sono a  casa a sentire le botte di papà.

Tiro su con il naso e scaccio i lacrimoni che stavanno per uscirmi.

<< Scusami, me ne sono scordata >> mormoro in procinto che la voce  mi si spezzi.

<< Ricordatelo, la prossima volta! Quando torni? >> sento gridarmi contro accusatorio quasi.

<< Appena finisco corro a casa >> singhiozzo la mia risposta.

<< Sarà meglio! >> e mi riattacca.

Fisso vuota il cellulare, poi me lo rimetto in tasca e silenziosamente prendo lo zaino e lo metto su una sedia della stanza.

<< Tuo padre è di nuovo ubriaco? >> sento dire da Kellan.

<< Già, e come al solito era furioso e >> non finisco di parlare che mi girò sorpresa verso di lui.

E’ una maschera di serietà.

<< Come fai a saperlo? >> inizio a spaventarmi.

<< Lo so e basta >>.

Lo fisso sconcertata.

<< Cittadina piccola, pettegolezzi enormi >> concludo arresa.

Poi tra noi scende il silenzio.

Uno lungo e  assordante.

<< Dai andiamo, o non finiremo mai >> così lo seguo silenziosa, crogiolandomi della mia disperazione.

Dopo non so quanto tempo, ma abbastanza da far piangere la mia schiena di dolore, mi rialzo dalla mia posizione e decido a occuparmi adesso delle stoffe dei personaggi del presepe, affiancata dalla mia nemesi.

Per tutto il tempo è stato silenzioso, tranne per qualche battutina di poco conto.

Mi carico in braccio le ultime vesti e assieme a Kellan ci dirigiamo fuori, verso il retro del cortile dove c’è una scala che conduce nel seminterrato della scuola, chiamato “sotterraneo” da noi alunni.

<< Allora quando abbiamo finito qua, torni a  casa da tuo padre >> lo sento dire davanti a me con voce neutrale.

<< A quanto pare…>> assentisco, non capendo dove vuole arrivare.

<< Ma non dovevi uscire forse con degli amici dopo? Per festeggiare l’anno nuovo? >> guardo le sue spalle sotto sforzo per il peso dei pezzi di legno della stalla del presepe.

<< E da cosa lo avresti dedotto? >>.

<< Dallo zaino stracolmo di roba e dalla minigonna oscena che ti sei messa >> mi fermo sul posto.

Certo che è davvero acuto, e io che pensavo fosse uno scemo.

<< Oscena? >> lo guardo smarrita.

<< Non vorresti dirmi che quel cosino lo useresti per andarci a scuola o uscire con le amiche? Quel cosino è da discoteca! >> lo sento parlare ancora neutrale, ma con un po’ di vivacità.

<< Quante cose che non sai di noi donne! >> e lo sorpasso posando quelle stoffe al riparo da possibili muffe e topi-mangia tutto.

Fatto ciò, non aspetto che ribatta e me la do a gambe levate e corro a prendere la scala, dietro alla loggia.

Mentre mi munisco della scala mal concia, lo vedo passare per entrare a prendere gli ultimi pezzi e andare verso il cortile.

Appena scompare mi riprendo dalla visione oscurata dalla sera, ma discretamente illuminata dai lampioni della scuola e mi dirigo verso l’albero.

Abbiamo già tolto tutto, manca solo la stella cadente, ma con la scopa non ce l’abbiamo fatta a prenderla.

Così posiziono velocemente la scala, cercando di assestarla alla meglio sulla neve e inizio a salire.

Appena arrivo in cima mi storcio tutta manco facessi yoga,e mi slancio come oggi.

Ce l’ho fatta! Presa!

Mentre esulto internamente sento lo scalino su cui mi appoggiavo cedere e rompersi.

La scala cade e io cerco di arpionarmi all’abete che fa da albero di natale, ma l’unica cosa che ottengo è quella di rallentare la caduta.

Ecco, ora muoio, penso triste, ma forse anche un po’ felice al pensiero egoistico di non rivedere più papà ubriaco.

Poi sento un urlo e  chiudo gli occhi.

Quando penso di toccare terra e morire, invece di sentire il duro ghiaccio della neve sul cortile, sento due forti braccia prendermi.

Apro gli occhi all’improvviso, trovandomi un Kellan pallido come un fantasma, quasi in ginocchioni sul cortile.

Poi si rialza raddrizzandosi e così io.

<< Stupida! >> Mi rimprovera.

<< Scusa! >> gli rispondo e  inizio a piangere abbracciandolo, mentre lui si dirige verso l’aula docenti, sempre con me in braccio.

E’ così caldo…

Mi appoggio alla sua spalla.

<< Che ti è saltato in mente di salire sul quel catorcio da sola? Stupida! >> mi rimprovera ancora.

<< Volevo finire presto, e poi…già regge a ma la pena me, figuriamoci un colosso come te…>> singhiozzo la scusa.

Mi mette a sedere sul tavolo , ma non mi lascia e lo stesso faccio io.

Alzo la testa dalla sua spalla e gli do un bacio sulla guancia, poi prendo e gli stringo le gambe attorno ai fianchi e lo stringo forte, chiedendogli ancora scusa.

Sento qualcosa di caldo sulla testa e un bisbiglio nell’orecchio.

<< Fa nulla. Questa te la passo, ma alla prossima ti sculaccio! >> lo sento quasi sorridere, dal movimento della sua guancia attaccata alla mia.

Sorrido debolmente,e  mi stacco leggermente da lui, allentando l’abbraccio per guardarlo in viso.

<< Ammettilo: il tuo unico intento è quello di mettere le tue manacce sul mio fondoschiena >> lo accuso stando al gioco.

Lo vedo sorridermi complice.

<< Mi hai scoperto >> e mi abbraccia di nuovo.

Nel silenzio della stanza sento i battiti del mio cuore e quello del suo, a cui sto appoggiando l’orecchio sopra.

Batte forte come il mio.

Lo sento armeggiare con i miei capelli e  poi annusarli.

Mi sento pervadere da un calore immenso in tutto il corpo, mentre il mio cuore galoppa sempre più.

Lo sento massaggiami la schiena lentamente e mi sento mancare un battito.

<< Ti va se andiamo a riporrere le ultime cose in palestra e poi ti accompagno a casa? >> mi propone tranquillamente.

Mi blocco istantaneamente.

<< A casa ci torno da sola, non ti preoccupare >> e lo scanso, avviandomi verso gli ultimi oggetti che la palestra ci ha prestato gentilmente per fare il presepio.

Lo sento venirmi dietro e non arrendersi.

<< Sei a piedi e sono già le nove passate,e non è bene che una ragazza cammini da sola per strada a quest’ora >> mi contrasta deciso, mentre chiude a mandate stizzose la scuola.

<< Perché chiudi? Tanto facciamo veloci >> .

<< Per sicurezza, non si sa mai >> assentisco, alzando anche le spalle.

<< Comunque, tornando a prima…so badare a me stessa >> ribatto cocciuta.

<< Come no. Perché invece non mi dici il vero motivo per il quale non vuoi che ti riporti a casa? >> si ferma mentre apre la palestra, dalla porta principale e quindi esterna.

<< Non sono affari che ti riguardano >> dico senza degnarlo di un’occhiata e entrando e dirigendomi nel camerino dei prof e posando la roba, seguita da Kellan che fa la stessa cosa.

Faccio per dirigermi verso l’uscita della stanza, ma Kellan chiude la porta e si ci mette davanti bloccandomi il passaggio.

Incrocio le braccia stizzite, imitata da lui.

<< Forza, sputa il rospo >>.

Alzo gli occhi al cielo e  sbuffo.

<< Mio padre ha un brutto caratteraccio, tutto qui >>.

Fisso uno spigolo della stanza.

E’ troppo acuto per non dirlo.

<< Soprattutto quando è ubriaco >>.

Sto zitta.
Dopotutto, quando uno sta zitto assentisce no?

Vedo poi la sua figura invadere la mai traiettoria e alzo lo sguardo su di lui.

Kellan mi guarda nero in faccia e mi abbraccia.

<< I lividi…ti picchia? >> mi agito nel suo abbraccio.

<< Quali lividi? >> faccio la finta tonta, ma non ci casca, è troppo sveglio purtroppo.

<< Stupida, come potrei non accorgermene? Sei la vittima dei miei importuni, come potrei non accorgermi di cose simili? >> lo sento stringermi di più.

<< Sai, temo proprio che tu soffra di carenze affettive >> affermo cincischiando.

<< Uhm…se lo dici tu. Magari ho battuto la testa >>.

<< Magari…>> lo sento ridacchiare e lasciarmi e riaprire la porta.

Io avanzo e  mi dirigo verso l’uscita.

<< Credo che passeremo il capodanno assieme >>lo sento dire dietro di me.

<< Certo come no. Aih! >> mugolo di dolore per essere andata a sbattere contro la porta della palestra chiusa.

<< Riaprila immediatamente! >> mi giro arrabbiata verso di lui.

<< Non posso, guarda >> e indica qualcosa alle mie spalle.

Quelle sembrano…oh no! Le chiavi!

Mi giro verso di lui e lo riprendo per il maglione e lo sbatacchio tutto.

<< Che cavolo hai combinato! La porta della palestra si richiude a chiave da sola, una volta aperta! E’ stata fatta a posta ! >> mi metto poi le mani nei capelli sconsolata.

<< Scusa… >> lo guardo con gli occhi fuori dalle orbite.

Mi giro verso la porta e fisso le chiavi cadute a terra pure!

<< Non ti rendi conto della gravità della cosa: mio padre mi ammazza! Non hai idea di quante me ne darà non vedendomi rientrare a casa >> resami poi conto di quello che ho detto, ma ormai troppo tarmi mi metto entrambe le mani a coprirmi la bocca, mentre Kellan mi guarda con uno sguardo spaventoso.

Poi mi prende una mano e mi strattona verso la stanza degli oggetti sportivi e mi mette in mano dei tappetini e una coperta di lana.

Un momento.

Cosa ci fa una coperta di lana in palestra?

Lo fisso strana, rassegnata alle botte che riceverò da papà e dalla mia gaffè.

Kellan non me la racconta giusta, a meno che le voci sul prof di educazione fisica e al sua collega della medesima materia non siano vere.

Gira voce che ci diano dentro durante l’orario scolastico…

Poi mi prende per i fianchi e mi fa salire sulle prime gradonate della platea dentro la palestra, poi sale ance lui e  mi trascina in cima, per poi entrare in una stanzetta a lato delle tribune e salire per due piani, poi passiamo per una porta e ci ritroviamo uan stanzetta piccolissima con due lucchetti a chiudere la porta.

Mi lascia la mano e si dirige verso un piccolo buco all’angolo della stanza e ne cava due chiavi con cui ci apre i lucchetti.

Questa storia mi puzza ancor di più, ma sto zitta.

Poi le rimette al suo posto le chiavi e mi trascina dentro quest’altra porta e ci ritroviamo…nella cucina della mensa!

<< Ma come…>> non so che dire.

<< Dato che siamo intrappolati qui fino a domani mattina, fino a quando non arriva il custode, direi di mangiare almeno e festeggiare con i mezzi che abbiamo >> e dicendo così mi toglie la roba di mano e la posa su di un tavolo.

<< Sai cucinare? >> mi chiede tranquillo.

<< Certo, a casa se non cucino io, per mio padre si può morire di fame! >> e sdegnata di una domanda così sciocca, mi avvicino al mega frigorifero e tiro fuori tutto ciò che mi suggerisce la mente, di poter cucinare.

<< Tu rimani qui, che io devo fare una cosa. Torno subito >> e così dicendo sparisce oltre la porta che conduce in mensa con la roba che ho portato.

Lo sento un po’ smanettare, poi non sento più nulla, ma non ci faccio caso.

Intonaco friggo e cuocio, frullo e monto.

Un insieme di odori si sparge per l’aria.

Mentre lascio cuocere il dolce, tranquillamente in forno, prendo una tovaglia e la metto su un tavolo della mensa e apparecchio per due e inizio  portare tutte le cibarie sul tavolo.

Poi torno al dolce,e lo sforno.

Spero che il New York cheescake gli piaccia, era l’unico dolce possibile da fare, penso mentre lo ricopro di panna montata.

Poi sento nuovamente dei rumori e porto anche il dolce di là e trovo Kellan a sbavare alla vista del tavolo.

Io poso il dolce e lo guardo perplessa se non sorpresa.

<< Dove ti sei procurato quegli alcolici e quel televisore? >> gli domando accusatoria.

<< Presidenza e aula video >> e posa tutto da una parte, mentre la televisione sul carrellino la mette in un angolo.

Lo fisso malissimo.

<< Mi hai mentito! Non siamo chiusi dentro, era solo una farsa per farmi restare qui con te! >> lo accuso senza remore.

<< Affatto, mi sono solo servito di questa >> e mi mostra una carta telefonica.

Ci penso su un attimo, poi quando capisco allargo gli occhi sorpresa.

<< Hai aperto le porte con quella! >> lui assentisce e si siede a tavola.

Sto un attimo in piedi cerca di capire il suo gioco, poi mi arrendo e lascio perdere.

<< Mangiamo? >>  mi domanda e io mi siedo di fronte a lui, per poi servirlo, e iniziamo una tranquilla cenetta, come due neo sposini.

Arrossisco ad un certo punto a questo pensiero.

Per tutta la cena chiacchieriamo incessantemente.

Lo devo rivalutare assolutamente.

Non è un pomposo antipatico come pensavo.

E’ simpatico, divertente, gentile, educato, intelligente e pure carino…

Si carino…anzi no bellissimo.

Non posso negarlo più.

Tanto, pazzia per pazzia…

E’ l’ultimo dell’anno, diamoci dentro no?

<< E’ ottimo questo dolce >> e mi sorride di lancio.

Io ricambio e ne assaggio un pezzo pure io.

<< Si, non è venuto male, se si pensa che l’ho leggermente modificato >> e ne mangio un'altra forchettata.

Finisco di mangiare e noto che mi sta osservando.

<< Che c’è? >> gli chiedo con un non so che allo stomaco.

<< C’è che sei bellissima anche quando mangi…>> dice con nonlachance.

Io arrossisco e osservo altro.

Poi lo sento alzarsi e posizionarsi accanto a me e porgermi una mano e invitarmi a ballare.

Lo accontento e mi alzo.

Mi prende per mano e mi porta nel punto della stanza con più spazio, poi accende la tv e mette un canale di musica.

E mi fa piroettare un po’.

Poi, quasi alla mezza notte, smettiamo di ballare per brindare.

Esco così da quelle nuvolette di vapore piene di calore e dolcezza.

Seguo Kellan e lo affianco, e brindiamo alla mezzanotte con un bicchiere di vodka, però con una particolarità.

Incrociamo i bracci e facciamo bere l’uno nel bicchiere dell’altro.

Fisso i suoi occhi.

Grigi.

Bellissimi e maliziosi.

Poso i bicchieri e lo abbraccio,e anche se alla tv non c’è la musica adatta balliamo un lento.

Ad un certo punto spegne la tv e continuiamo a molleggiare sul posto.

Sono in piena frenesia.

Non sono mai stata così felice e piena.

Mi alzo in punta di piedi e gli sfioro il naso dispettosa.

Lo vedo sorridermi compiaciuto e ricambiare.

<< Perché hai spento la tv? Adesso come facciamo per la musica? >> gli soffio sul viso, guardandolo in quegli occhi cerulei che hanno vita propria.

<< Ti basta ascoltare la melodia che batte il mio cuore…>> e mi sfiora il naso e poi le labbra.

Mi fermo e lui fa lo stesso.

Mi sento morire dentro da una felicità e da un calore inimmaginabile.

Sento che potrei scoppiare per tutte le emozioni che sto provando.

Poi sfiora ancora le mie labbra e mi da un bacio dolcissimo che pian piano diventa passionale, con io che gli tengo le mani dietro alle spalle e lui mi stringe i fianchi dolcemente e con tenerezza.

Sembra che il nostro bacio non finisca mai.

Peccato che dopo un bel po’ il fiato diventi corto, non tanto per la mancanza di ossigeno ma di ben altra natura.                                                                                                                          

Mi accarezza una guancia, poi mi da un lieve bacio sulle labbra e mi prende per mano conducendomi ai tappetini e con la coperta che ha improvvisato come letto.

Leva la coperta e si sdraia con me accanto.

Mi porge il braccio a mo’ di cuscino e riprendiamo a  baciarci.

Non si sa come mai, ma certe volte nei momenti meno indicati degli interrogativi poco importanti escono prepontemente dalla nostra bocca, anche se non ce ne era bisogno.

E a me capita proprio ora, nel momento più clu!

Mi stacco e gli accarezzo quei capelli a spazzola che tanto adoro.

Che ho sempre adorato…commenta la mia coscienza.

<< Ammettilo, era tutto premeditato >> e gli do un bacio sul collo.

Sento la sua risata vibrare alla gola, sulle mie labbra e stringermi per un fianco e  far combaciare meglio i nostri corpi lateralmente.

<< Ovvio, come tu sia stata al gioco >> e si lascia sbaciucchiare per tutto il collo fino alle labbra.

<< E da cosa lo dedurresti? >> lo sfido inconscia e presa da tutt’altro…come dedicarmi a baciarli quel collo e quella gola…

<< Non sei una sciocca, anzi, sei molto intelligente oltre che bellissima >>  detto ciò si sdraia pancia in su e mi fa salire sopra di se.

<< Continua…davvero sono bella? >> gli chiedo curiosa di sapere cosa pensi di me, mentre procedo verso la mascella con i baci e salire fino all’orecchio.

A tale azione lo sento prendermi per i fianchi  e massaggiarmeli, salendo su.

Peccato, avrei preferito che scendesse…

<< Come potresti non esserlo? Hai dei capelli neri e lunghissimi, ma tanto soffici con una frangetta sbarazzina che copre a volte quei begli occhioni turchesi da cucciolo, un sorriso che stenderebbe il più duro dei cuori, labbra carnose che starei sempre a baciare, delle gode rosee e piene, sei esile e fine tanto da istigarmi un senso di protezione. Hai le forme al punto giusto, delle gambe lisce e tenere. Ma sei anche intelligente, vivace e impertinente, cosa che mi ha colpito subito in te, e dici sempre quello che pensi e sei sensibile, non che molto dolce. Per non parlare che abbiamo molti interessi in comune, come leggere e qualche sport…Sei perfetta >> detto ciò inverte le posizioni  anche alle mie proteste.

Arrossisco sotto il suo guardo di fuoco.

<< Adesso è il mio turno di farti impazzire, cucciolotta >> e mi da un bacio da farmi svenire e poi scende.

Il mento…la mascella…il collo…poi si ferma e mi guarda in un modo che mi fa sciogliere , ma lo fermo quando vedo che vuole continuare.

Lo riporto su e lo bacio fino allo sfinimento, mentre mi accarezza le gambe sotto la gonna.

Poi gli faccio capire che voglio invertire le posizioni e mi riaccontenta, sempre continuando a baciarlo.

Quando ci stacchiamo per riprendere fiato mi guarda, come mai avrei mai pensato che un uomo potesse guardare una ragazza.

<< Ti amo >>.

Me lo dice così, tra una carezza e l’altra al volto.

Io lo guardo quieta e silenziosa.

E’ tutto troppo bello per essere vero.

Impossibile.

Lo abbraccio accasciandomi su di lui.

<< Come faccio a sapere che è la verità? >> gli chiedo con una stiletta al cuore?

Lo sento accarezzarmi tranquillo la testa, il cuore batte sempre forte come prima.

<< Devi fidarti di me. Sennò perché avrei organizzato tutto ciò? Perché secondo te ti ho sempre preso di mira da sempre? – fa una pausa e lo sento sorridermi trai capelli – Sai, questo l’avevo organizzato l’anno passato, ma mi hai fregato andandotene dai tuoi parenti per le vacanze di natale. Ti sei mai chiesta il perché della mia bocciatura l’anno passato? >> alzo la testa dal suo petto di scatto e lo fisso sconcertata.

<< Ma tu sei pazzo! >> lo rimprovero.

<< Di te assolutamente si! >> e mi da un bacio e  ridiamo assieme.

Poi mi ribacia e capisco nel bacio che vuole di più…

Mi stacco e lo guardo negli occhi, prendendogli il volto tra le mani.

<< Ti credo,e sappi che non ti sono affatto indifferente >>, ma non mi lascia finire .

<< Me ne ero accorto! >> e mi guarda malizioso.

Io sbuffo e lo riprendo, poi continuo.

<< Voglio anche io quello che vuoi te, ma non voglio che accada questa sera >> affermo risoluta.

Non voglio che accada qui, voglio che sia perfetto, non buttato dal caso e da un suo programma.

<< Ho aspettato un anno e mezzo per baciarti, cosa vuoi che sia aspettarne altrettanti o più per fare l’amore con te? >> lo guardo con due palline da tennis al posto degli occhi.

<< Che c’e? Sono il primo ad essere così disponibile? >> e mi sorride felice come una pasqua.

<< No, cioè si, ma non sono sorpresa per quello…sono sorpresa che tu non abbia detto sesso, invece che amore >> lo guardo ammirata.

Mai avevo sentito un ragazzo pronunciare quella parola, mai.

<< Sono due cose assai differenti. Uno è pura ginnastica, l’altro invece è affetto e  completezza, a parer mio…>> e mi da un altro bacio.

Mi stacco dalle sue labbra e gli do un bacino sulla guancia soddisfatta.

<< Sei il mio uomo perfetto! >> e gli faccio ribaltare le nostri posizioni.

Gli do un altro passionale bacio e gli levo il golf e ci copro con la coperta mentre sento che gioca con le mie calze.

<< Mi sa che non devo aspettare la befana per vederti con delle deliziose collant fino a sopra ginocchia…avevo visto bene>> lo fermo un attimo facendogli un pizzicotto sulle spalle.

<< Avevo visto bene? >> lo guardo in attesa di una risposta.

<< Sai prima, quando sei risalita dal sotterraneo…beh, mi hai dato davvero un succulento spettacolino. Io però te lo avevo detto che era oscena la gonnellina. Colpa tua! >> e lo sento ridere mentre io lo guardo a  bocca aperta.

<< Mascalzone di un porcellino! >> lo rimbechetto e lo avvicino a me per baciarmelo il mio mascalzone.

Poi lo sento ancora trafficare con le mie calze.

Nel mentre mi dedico ai suoi pettorali…

Un adone…

Ad un certo punto lo sento baciarmi al collo e mi distrae da quel mio hobby assolutamente piacevole ed esaltante.

<< Sbaglio o la mai cucciola aveva detto niente rumori notturni? >> mi prende in giro quel ragazzaccio.

<< Infatti! Coccolo solo il mio ragazzo! >> e gli do un leggero morsino sul naso.

<< Tesoro, nulla in contrario però te lo dico: non sono di legno >> e mi da un altro bacio.

<< Se devo fare la brava allora fai il bravo anche tu, su…>> e mi si affianca, ridandomi il braccio a mo’ di cuscino.

Nonostante tutto c’è proprio una bella atmosfera.

Glielo faccio notare.

<> e gli do un bacio non facendolo nemmeno finire.

Gli sorrido contenta ed entusiasta.

Mi sa che questo nuovo anno sarà particolarmente entusiasmante e pieno d’amore.

Non lo scorderò mai.

Gli do un altro bacio e mi faccio coccolare fino a  tarda notte,come nel più bello dei sogni…

 

 

 

---ANGOLINO AUTRICE----

Spero che questa piccola one-shot sia stata di vostro gradimento.

Se avete due minuti fatemi sapere cosa ne pensate….

BESOS!!!!!!!!!

  
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