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Autore: Fiery    14/01/2010    2 recensioni
-Mar…- -Sì?- -Non andartene.- Marta alzò il viso verso di lui, che aveva bloccato l’altalena dal suo andamento dolce. Si ritrovò incastrata nell’abisso degli occhi di Kevin, così verdi che dovette sbattere un paio di volte le palpebre, improvvisamente a disagio nel guardarlo negli occhi, come non le era mai capitato. {Solo ed esclusivamente per Marta x3}
Genere: Generale, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kevin Jonas, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Bene, che dire di questa one-shot? È uscita quasi dal nulla! Principalmente stavo cercando idee proprio su questa coppia e quando ho sentito la canzone mi sono apparse davanti agli occhi tutte le parole e tutti i gesti.

Iniziata ieri sera e finita stamattina, ed è solo ed esclusivamente per Marta (in arte Minako_86) per il suo “efpario”, anche se in notevole anticipo x3 ma in particolar modo perché sto stringendo con lei una bella amicizia in questi giorni, che mi auguro di approfondire piano, piano <3

La canzone è, ovviamente, la bellissima “Eppure sentire (un senso di te)” di Elisa *-*

Detto questo vi lascio alla lettura e spero, come sempre, nei vostri commenti :D

Love <3

×××

 

Un senso di te

 

« La fotografia è probabilmente fra tutte le forme d'arte la più accessibile e la più gratificante. Può registrare volti o avvenimenti oppure narrare una storia. Può sorprendere, divertire ed educare. Può cogliere, e comunicare, emozioni e documentare qualsiasi dettaglio con rapidità e precisione. »
{John Hedgecoe}

 

Eccola lì, seduta su quella vecchia panchina, mai ri-verniciata. Accarezzò piano il verde pallido, facendo passare le dita sulle incrostature della vernice e soffocò nella sciarpa di lana un sospiro. Intorno a lei si sentivano solo le risate di alcuni bambini, che giocavano intorno all’unica altalena, posta di fronte a lei, esattamente dall’altra parte del piccolo sentiero del parco davanti casa sua, dove si trovava. Appoggiò entrambe le mani alle ginocchia e fece un sorriso: era il posto migliore dove pensare. Era cresciuta in quel quartiere e quel parco era stato complice dei suoi giochi infantili e adolescenziali. Alzò lo sguardo sulle altalene, i bambini stavano correndo verso le madri, pronti a riportarli a casa, mentre il tramonto si affacciava all’orizzonte.

Non ci pensò due volte: si alzò in piedi e affondò le mani nel cappotto, dirigendosi verso le altalene. Si sedette e iniziò a dondolare lentamente, appoggiando la testa su una delle due catene che tenevano l’altalena. Si lasciò andare ai pensieri, permettendo al vento di accarezzarle dolcemente le guance, colorandole di un rosso acceso a contatto con il freddo. Erano cambiate tante cose, decisamente troppe cose, in pochi giorni.

Primo fra tutti il cambio di università: se prima studiava per diventare stilista, ora il suo sogno era la fotografia. Sorrise, quasi inconsciamente, nel ricordare che alcune sue foto risalivano proprio al parco in cui era. Era stato un cambio repentino, dettato dal cuore e dalla consapevolezza che era un lavoro decisamente adatto a lei.

Anche se quel cambiamento avrebbe comportato un altro enorme sacrificio.

-Ciao, Mar!-

 

A un passo dal possibile
A un passo da te

 

Il respiro di lui le solleticò il collo, mentre il ragazzo le spostava delicatamente i boccoli biondi per depositarle un bacio sulla guancia, leggero proprio come il respiro di lui. Chiuse gli occhi, godendosi quell’attimo che pareva infinito, fino a quando Kevin non decise di sedersi sull’altalena a fianco della sua.

-Volevi vedermi?- domandò Kevin.

Marta si irrigidì un momento, sentendo l’ansia crescere, -Sì, io… devo dirti una cosa.- ammise, chiudendo gli occhi un attimo.

Kevin la guardò preoccupato, -Marta… stai bene?- le domandò allungando un braccio per sfiorarle la spalla. Sarebbe bastato un passo, un solo passo per alzarsi e buttargli le braccia al collo, soffocando le lacrime che premevano agli angoli degli occhi.

-Ho deciso di cambiare corso di studi.-

 

Paura di decidere
Paura di me

 

-Mi sembra abbastanza normale.- sorrise Kevin, iniziando anche a lui dondolarsi piano, -Più volte mi hai detto che non volevi dare gli esami.-

-Già.- pigolò Marta, torturandosi le dita, -C’è solo un piccolissimo problema.-

-Quale?-

Marta sospirò, puntando i suoi occhi azzurri in quelli verdi del ragazzo accanto a lei. Il suo migliore amico. A quel pensiero ebbe un’ondata di rabbia e delusione: non poteva più considerarlo tale da troppo tempo.

-Torno a Parigi.-

 

Di tutto quello che non so
Di tutto quello che non ho

 

Quello che ricevette in risposta fu il silenzio più assoluto. Marta respinse le lacrime indietro, quando Kevin non disse ancora nulla, limitandosi a fissarsi la punta delle scarpe e il prato verde leggermente innevato.

-Penso di aver capito male.- disse infine Kevin.

-Hai capito benissimo, invece.- esalò in un sussurro lei, -Me ne vado a Parigi. Ho fatto domanda in un’accademia di fotografia e mi hanno accettata. Sai che è come se non l’avessi mai lasciata.- gli ricordò, tentando in quel modo di aprire un qualche discorso, che non fosse a senso unico. Le sembrava di recitare un monologo, -E’ casa mia. E il pensiero di tornare a fotografare quei luoghi, dopo tanti anni, mi rende felice. Non avrò problemi ad ambientarmi.-

-Amb…- Kevin scosse la testa, sorpreso, -Marta! Te ne stai andando!- esclamò, scioccato.

Marta lo fissò confusa, -Kev… sei l’ultimo da cui mi aspettavo una reazione del genere… pensavo saresti stato felice per me. Sei il mio migliore amico da sempre.-

-Io sono felice per te.- puntualizzò Kevin, -E’ che… è che ti stai trasferendo. E chissà quando tornerai.- si passò le mani tra i scuri ricci, scombinandoli più del dovuto.

-E’ la stessa cosa che mi sono chiesta io quando tu e i tuoi fratelli avete fatto il primo tour tre anni fa.-

 

Eppure sentire
Nei fiori tra l'asfalto
Nei cieli di cobalto - c'è

 

-L’hai già detto a Joe e Nick?- domandò Kevin fissandola.

Marta sorrise, -Sì. Il piccolo è il primo che ho informato.- rispose, -Joe è stato più difficile da convincere… come al solito d’altronde.- scosse la testa, divertita.

-Non cambierà mai.- sorrise mestamente l’amico.

Marta inclinò la testa da un lato, sorridendogli grata, -Sapevo avresti capito.-

Kevin ricambiò il sorriso, -So che hai bisogno di andartene.- ribatté prontamente, -So che Parigi è casa tua, in qualche modo. E so anche che lì sarai felice.-

-Ma…?-

-Mi mancherai.- annuì Kevin.

Marta nascose il sorriso nella sciarpa, ringraziando il freddo che mascherava il reale rossore delle sue guance. Conosceva Kevin, Joe e Nick da quando aveva sei anni, esattamente da quando lei e sua madre erano partite per l’America, per seguire il padre impegnato in una promozione di lavoro. Ogni estate tornava a Parigi, anche a Natale, quando poteva. Era il suo punto fermo da quando era nata. Un punto fermo che si era incrinato da quando Kevin era diventato più di un semplice amico.

 

Eppure sentire
Nei sogni in fondo a un pianto
Nei giorni di silenzio - c'è

 

-Anche tu mi mancherai, Kev.- Marta sospirò, spingendo i piedi sul prato per darsi la spinta all’indietro. Kevin sorrise e si alzò, posizionandosi dietro di lei. Appoggiò le mani su quelle della ragazza, la quale sussultò un attimo, e spinse l’altalena, facendola sorridere, come se fossero bambini. Continuò a dondolarla dolcemente, in silenzio. Marta aveva un rapporto completamente diverso con lui: sapeva che c’era sempre, poteva stare in silenzio per ore e Kevin ascoltava quel silenzio e lo interpretava, avendo sempre la reazione che si aspettava. Parlare con lui era come parlare con un pezzo del suo cuore e anche quando erano distanti lo sentiva dentro di sé.

 

Un senso di te

 

-Mar…-

-Sì?-

-Non andartene.-

Marta alzò il viso verso di lui, che aveva bloccato l’altalena dal suo andamento dolce. Si ritrovò incastrata nell’abisso degli occhi di Kevin, così verdi che dovette sbattere un paio di volte le palpebre, improvvisamente a disagio nel guardarlo negli occhi, come non le era mai capitato.

-Kev…-

-Lo so che sono quello che fa sempre la cosa giusta.- decretò Kevin, deciso, -Sono il tuo migliore amico. So che cosa è giusto o sbagliato per te e penso di conoscerti molto di più, rispetto a Joe e Nick. In modo del tutto diverso da come ti vedono loro due. Siamo cresciuti insieme… e il pensiero che…- si bloccò, prendendo fiato, -Il pensiero che tu te ne vada per sempre mi fa male. Terribilmente.-

-Avanti…- sorrise nervosamente Marta distogliendo lo sguardo, -Tornerò a trovarvi… e poi siete famosi, avete i tour, verrete a Parigi ne sono certa. E poi mica possiamo dividerci, siamo…-

-Stai stra-parlando.- la interruppe lui divertito dallo sbuffo che ne conseguì, -Non sarà la stessa cosa. Non ci vedremo spesso, due… tre volte l’anno al massimo.- le fece notare Kevin, facendo il giro dell’altalena. Le si mise di fronte, inginocchiandosi davanti a lei, prendendole le mani.

-Kevin, per favore.- replicò Marta, di nuovo con le lacrime agli occhi, -Per favore…- ripetè.

-Leggo nei tuoi occhi, Marta… e non è la fotografia a spingerti verso Parigi.-


mmm...mmm...mmm...mmm...
C'è un senso di te
mmm...mmm...mmm...mmm...

 

Eccolo il suo punto fermo. Kevin Jonas.

-Perché te ne vai?- domandò Kevin in un sussurro.

Marta sospirò, cercando di sostenere lo sguardo del ragazzo. Non poté comunque impedire che una lacrima le solcasse la guancia, fiocamente illuminata da un lampione. Sentì la mano calda di Kevin scivolarle sulla guancia, raccogliendo quella singola lacrima, come a volerle far tornare il sorriso il prima possibile, -Kevin, c’è una cosa che non ti ho detto…- prese un grosso respiro: che importava, oramai? Se ne sarebbe andata. Per sempre.

-Ti ascolto.- Marta fece per aprire bocca ma lo squillo del cellulare di Kevin fece sobbalzare entrambi, interrompendo il loro scambio di sguardi. Kevin imprecò debolmente, tirando fuori il telefono e leggendo sul display illuminato chi lo stava chiamando, -E’ lei?- chiese, con una punta acida nella voce, che non riuscì proprio a fare a meno di mascherare.

-Sì.- rispose monosillabico lui, rifiutando tuttavia la chiamata, -Non ti sta proprio simpatica, eh?- sollevò un sopracciglio, rivolgendole un breve sorriso.

Marta si strinse nelle spalle, -Se sei felice tu, lo sono anch’io.-

 

Eppure sentire
Nei fiori tra l'asfalto
Nei cieli di cobalto - c'è

 

-Richiamala.- scosse la testa Marta.

-Mar…- la guardò eloquentemente, -Sei più importante di lei e lo sai bene. Quindi parla.-

-E’ che…- sospirò, non voleva rovinare il rapporto di Kevin con l’attuale fidanzata, da più di un anno. Forse sbagliava, ma tenere dentro di sé tutti quei sentimenti era doloroso e doveva in qualche modo esprimerli. Doveva dirglielo, -E’ che io sento…-

-Senti… cosa?- la esortò a continuare.

-Te.- rispose brevemente Marta, -Ti… ti sento, Kevin.- si portò una mano fra i capelli, scostandosi uno dei suoi boccoli biondi, -Io ti sento sempre e comunque.- sentì la presa sulle sue mani farsi più salda, come se Kevin volesse che continuasse.

 

Eppure sentire
Nei sogni in fondo a un pianto
Nei giorni di silenzio - c'è

 

-Quando parli…-

-Quando stai in silenzio.-

Marta sgranò un poco gli occhi chiari, mentre Kevin si apriva in un sorriso, -Quando mi guardi dritto negli occhi.-

-Quando mi sgridi perché ho fatto tardi ad un appuntamento.-

Marta ridacchiò, -Quando sei lontano…-

-E quando sei vicina.- concluse Kevin sfiorandole di nuovo la guancia con una mano, sorridendole in modo indecifrabile, -Anche io, Marta. Anche io ti sento.-

 

Un senso di te

 

Kevin si rialzò in piedi, soffermandosi a guardarla negli occhi un secondo più del dovuto. Marta non resse quello sguardo e inclinò la testa verso il basso: quello sguardo non era ciò che si immaginava. Lui, probabilmente, pensava parlasse solo per amicizia.

-Il legame che abbiamo, Marta… è indissolubile.- la distolse dai suoi pensieri lui, appoggiando le mani nuovamente alle catene e chinandosi piano verso di lei, a raggiungere il suo viso, -E’ qualcosa di speciale. Che non dobbiamo perdere di vista e che, ammetto, di aver perso in tutto questo tempo.- appoggiò la fronte contro quella di lei, -E mi sento in colpa, sai? Perché tu mi hai appena detto che te ne vai per me.-

-No, Kev, non è così.- cercò di interromperlo Marta.

Kevin sorrise, -Sì, è così.- sospirò, -Ma sai per cosa mi sento più in colpa?-

-No.-

-Perché hai avuto il coraggio di dirmi quello che provi.- Marta deglutì, le sue parole erano state capite perfettamente e non fraintese, -Un coraggio, che purtroppo, ammetto di non aver mai avuto io.-

-Che… che stai cercando di dirmi?- sussurrò Marta, sentendo il respiro del ragazzo contro il suo, leggermente acuito dalla distanza minima fra i loro visi.

Un solo passo. E avrebbero potuto azzerare ogni distanza.

-Che tu sei più importante.- ripetè Kevin, -Più di chiunque altra persona.- esalò, sfiorando le labbra di lei dolcemente con le proprie.

 

mmm...mmm...mmm...mmm...
C'è un senso di te
mmm...mmm...mmm...mmm...

 

-Prova a ripetermelo.- esalò Marta ad occhi chiusi, il respiro affannoso quando sentì che Kevin non aveva intenzione di allontanarsi un singolo centimetro dal suo viso.

-Che cosa?-

-Lo sai cosa.-

Kevin rifletté un attimo, per poi sorridere, -Mar…-

-Sì?-

-Non andartene.-

Marta sorrise, riaprendo gli occhi e puntandoli in quelli del ragazzo di fronte a lei. Improvvisamente in quello sguardo ci trovò il suo più grande desiderio e sogno inespresso. Allungò le braccia, alzandosi in piedi sorretta da lui. Passò le mani tra i suoi ricci e sorrise contro le sue labbra, -Mai.- sussurrò, prima che un bacio bloccasse qualsiasi altra parola.

 

Un senso di te
mmm...mmm...mmm...mmm...
C'è un senso di te

  
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