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Autore: MizuTeam    14/01/2010    0 recensioni
Canta, o Diva, le avventure della 2C, che imprudentemente offese gli Dei. Mai si avvide una classe sì sfortunata, in quanto terribili mostri occuparono il trono della classe, e traditori si insinuarono tra i compagni fidati.
“Quale fu la classe che offese gli dei Olimpi? Che motteggiò il divino Zeus?”
Parlò solenne Eurito dalla voce forte “Che qualcuno ci procuri una fiera da sacrificare!”
Un Poema Epicomico di marchio MizuTeam... leggete e dite che ne pensate! ^__-
Genere: Generale, Parodia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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9.

Aprì lentamente gli occhi rossi e provando a muoversi s’accorse di essere bloccato.

La personcina si ritrovò legata alla cattedra circondata dai fanciulli.

“Ve ne prego! Non uccidetemi!” supplicò allora.

“Non ti uccideremo!” Disse Forbante dalla voce forte.

“Già! Ti faremo provare solo molto dolore!” disse Talia sadica.

“Cioè… mi torturerete?” chiese esitante la personcina.

“Più o meno!” Intervenne Eurito.

“Diciamo che… non t’è detto di sapere…” disse Licurgio sghignazzante.

Impetuosa come un tuono la campanella suonò, segnando la fine dell’ora della personcina. I fanciulli la slegarono permettendole di andare da un’altra parte.

La personcina uscente lasciò entrare la nera figura, che sedendosi sulla cattedra notò lo scompiglio della classe e per porvi rimedio decise: “Su, su! Verifica di Morfosintassi Latina! Ah e mi raccomando, fate i bravi, oggi pomeriggio c’è il Gran Consiglio!”

Gli studenti si preoccuparono un po’, su cosa avrebbe potuto dire la personcina sul loro comportamento, ma appena data un’occhiata alla verifica impallidirono.

“Cotale prova è inattuabile! Anche per un fiero cittadino dell’antica Roma!” pensò Menaleo guardando di soppiato la verifica dell’attiva Ebe, esperta di lingue latine.

La giornata finì per gli impavidi fanciulli che si avviarono alle loro case. Stessa cosa non fu per i loro insegnanti, i quali rimasero malvolentieri a scuola per discutere sull’andazzo dei fanciulli.

“Per me la classe è tranquilla…” disse pacatamente un amabile prete.

“Non v’è insidia alcuna nella 2C!” affermò solenne una donnona dai capelli a l’aura sparsi.

“Certo… se studiassero un po’ di più di matematica… Ah… non ci sono più gli alunni di una volta… quanto mi mancano Pitagora, Archimede ed Erone!” proferì una donna dai capelli grigi.

“Diciamo che si coalizzano contro la povera Idotea!” disse una donnina con gli occhiali.

“Giammai! Questa classe non va per niente bene! Non studiano né storia né l’utile Latino!” disse la nera figura.

“Vorrei far presente che Cosmia e Adone sono dei soggetti preoccupanti, che rispondono in malo modo all’insegnante” disse la personcina.

“Mi associo al tuo pensiero! Ed aggiungo che anche Aristide è da tenere d’occhio!” aggiunse la nera figura.

Il Gran Consiglio si chiuse e la donnona pensò “Sono sempre stati calmi… non capisco cosa capiti in questo periodo a quei fanciulli!”

  
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