Disclaimer: I personaggi
di Criminal Minds presenti in questa storia non appartengono a me bensì agli
aventi diritto. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro
divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.
Note: Vivere con Derek Morgan...
Una
cena iniziata come tante.
Caro diario,
dopo quasi due anni ho deciso di tornare a scrivere tra le tue pagine, per non
correre il rischio che il tempo ingiallisca un momento della mia vita che
voglio, invece, ricordare il più precisamente possibile.
La cena, ieri sera, è iniziata come una delle tante che facciamo da quando io e
Derek condividiamo appartamento, vita e sentimenti. Anche se confesso che, in
realtà, non riusciamo a mangiare insieme spesso, perché il suo lavoro non ha
orari e lo porta fuori città anche per diversi giorni consecutivi.
Finora non mi sono lamentata della cosa: è il suo lavoro, lo ama, l’ho
conosciuto quando era già un agente speciale dell’FBI e ho deciso di vivere
insieme a lui nonostante questo. E poi, ogni volta che torna a casa, sento che
ha una marea di pensieri e sensazioni che gli vorticano per la testa e non
voglio essere io a creargli ulteriori problemi con le mie recriminazioni.
Per esempio qualche sera fa, mentre guardavamo un telefilm poliziesco alla
televisione, l’ho sentito irrigidirsi di fronte a certe scene, particolarmente
efferate, mandate in onda. Ero appoggiata a lui con la schiena, stretta tra le
sue braccia e ho capito subito che qualcosa lo aveva turbato. Allora mi sono
messa a sedere in modo da poterlo guardare in viso e un forte brivido mi ha
scosso quando ho visto i suoi occhi, per me sempre freschi e cristallini,
opacizzati dalla tristezza.
Non è stato necessario chiedergli che cosa non andasse. Me lo ha detto lui a
bruciapelo, confessandomi quanto fosse frustrante sentirsi impotente in certi
casi. Mi ha guardato in silenzio per un altro lungo istante e poi si è
accoccolato tra le mie braccia, cercando conforto nel battere palpitante del
mio cuore. Sapevo che non c’era nulla che potevo dirgli per alleggerire il suo
peso, quindi l’ho solo stretto a me, cullandolo dolcemente per fargli sentire
il mio amore e il rispetto che provo per un uomo tanto forte da essere
infinitamente fragile.
Ma ieri volevamo cenare insieme senza pensieri cupi, qui in casa, soli. Avevamo
scelto un cibo preferito per uno da ingurgitare e, quindi, al mio riso al curry
era seguita una coppa di gelato al cioccolato. Come sottofondo alle nostre
chiacchiere, la tv era stata lasciata accesa sull’ennesimo programma di falso
approfondimento, in cui si parte per discutere di una cosa sviscerandola a
fondo e, invece, si finisce con personalità più o meno famose che si parlano
sopra senza far comprendere il problema affrontato neanche a livello
superficiale.
Stufo di ascoltare gli scambi di epiteti poco carini che si lanciavano gli
strani ospiti dello show, Derek si è alzato per andare a cambiare canale. Eh
sì, perché purtroppo da quando ho fatto fuori l’ennesimo telecomando, oltre una
settimana fa, nessuno dei due ha ancora trovato il tempo per comprarne uno
nuovo, quindi i canali vanno cambiati direttamente dal tasto sul televisore. A
volte non so proprio come lui riesca a sopportare la mia sbadataggine, ridendo,
anche sonoramente, dei disastri che combino!
Comunque, Derek si è messo a fare zapping tra i canali fino a che ne ha trovato
uno che a quell’ora trasmetteva vecchi video musicali degli anni ’70 e ’80.
L’ho visto bloccarsi sulle note di YMCA, appena iniziata.
Improvvisamente si è girato verso di me, con un bellissimo sorriso ad
illuminargli il viso, e ha cominciato a cantare tenendo il cucchiaino come un
microfono.
Io sono scoppiata a ridere per l’inaspettato spettacolo che mi stava mettendo
in scena e lui, per tutta risposta, ha cominciato ad accompagnare la voce con
sensuali movimenti del bacino e ad avvicinarsi a me, fermandosi di tanto in
tanto per scivolare su un acuto o tirarsi su la maglia, quanto bastava a fare
vedere la perfetta tartaruga dei suoi addominali. Con il braccio teso verso di
me, mi ha costretto ad alzarmi e a seguirlo imbarazzata in quella sua
momentanea follia.
Quando la canzone è finita e un’altra, ancora più spettacolare (Love of my
life), ne ha preso il posto mi sono appoggiata al tavolo, con il fiatone.
Lui si è avvicinato, guardandomi malizioso come fa in certi momenti, e ha
cominciato a baciarmi appassionatamente, dapprima quasi con violenza, poi
sempre più lentamente seguendo la dolcezza delle note della canzone.
Io ho sempre odiato il gelato al cioccolato, ma il suo sapore nella bocca di
Derek è stato il migliore che abbia mai assaggiato. Ho sentito le sue mani
giocare sulla mia schiena e scendere sui glutei, spingendomi delicatamente più
vicino a lui. Ho provato quasi dolore quando le sue labbra hanno lasciato le
mie, ma il piacere ha ripreso subito il suo posto, sentendo che semplicemente
le spostava nell’incavo del collo, mentre con le dita faceva scivolare più in
basso possibile la spallina del vestito leggero che indossavo.
Non so dire quando di preciso è riuscito a sfilarmi gli slip, so solo che ad un
certo punto ha riportato le mani sui miei fianchi e mi ha sollevato a sedere
sul tavolo. Ho chiuso gli occhi e inarcato la schiena sotto i suoi baci sempre
più audaci, incapace di dire o fare niente che lui non potesse approvare. Incredula
al pensiero, passato veloce come lampo nella mia testa, che fossi io, da sempre
così razionale e composta, la donna intenta ad amoreggiare in cucina, mi sono
ritrovata a cercare di nuovo la sua bocca e a stringermi a lui, aggrappandomi
alle sue spalle e, insieme, alla nostra vita.
E' entrato in me senza trovare ostacoli e mi sono sentiva completa, perfetta,
mentre rispondevo alle sue spinte dolci e profonde. La canzone trasmessa è
cambiata ancora ed era Love me two times che dava il ritmo ai nostri movimenti
e al respiro sempre più corto. Il mio orgasmo è arrivato un secondo prima del
suo, liberandomi di tutte le tensioni, le ansie e i dissapori della vita.
Ero sudata e profondamente felice di respirare nel suo fiato ansante, quando mi
ha baciato piano la guancia e mi ha sussurrato all’orecchio un fugace “Ti amo”.
Il cuore, già sotto sforzo, ha quasi ceduto a quelle parole, sentite per la
prima volta da lui, così geloso dei suoi sentimenti che non credevo mai avrebbe
osato confessarmi a voce quella verità che, per me, era già ovviamente palesata
con gesti e quotidianità.
Sono rimasta immobile e persino il fiato ha faticato a farsi strada nei
polmoni, per quanto il cervello fosse tutto preso ad incamerare quello che mi
era stato appena detto. Sicuramente lui si è accorto di questo mio attimo di
sorpresa, perché mi ha regalato un bacio stampo sulle labbra e uno dei suoi
stupendi sguardi malandrini dicendomi “Non penserai, adesso, che solo per
questo pulisca io la cucina, eh?!”
Siamo scoppiati a ridere di noi e mi sono ritrovata, a malincuore, a dover
sciogliere l’abbraccio con cui ancora lo tenevo avvinghiato a me.
Naturalmente i piatti li ho lavati io, ma ne è assolutamente valsa la pena!