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Autore: SimmyLu    16/01/2010    6 recensioni
Il villaggio di Amajitaku nel Paese della Pioggia viene attaccato da misteriosi ninja mascherati. Soltanto una geisha di nome Akisame viene trovata ancora in vita dalla squadra di ninja del Paese del Vento guidata da Kankuro. Il giovane jonin mette a repentaglio la propria vita per portare la ragazza al Villaggio della Sabbia in tempo per essere curata prima che sia troppo tardi. Fra i due si crea così un legame profondo, ma una volta raggiunto il Villaggio tutto comincia a cambiare...
Chi è e cosa nasconde questa misteriosa ragazza che per qualche motivo non ricorda nulla della propria aggressione?
Genere: Romantico, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kankuro, Sabaku no Gaara , Temari, Nuovo Personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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PIOGGIA NEL DESERTO

di SimmyLu



Capitolo Quattordicesimo: L'incantesimo che cattura le nuvole del tempo


Un antico incantesimo aveva costretto all'obbedienza il tempo, intrappolandolo in una minuscola prigione dorata in cui fini granelli di sabbia scivolavano gli uni sugli altri, sensualmente attratti dalla gravità come una falena dalle fiamme. Rotolando pigri e inarrestabili, essi riflettevano la luce nelle mille sfumature dell'oro e della terra, protetti dal loro piccolo involucro di vetro. Quando anche l'ultimo scomparve, Akisame si ritrovò a fissare il vuoto. Il ritmo del nulla era scandito dai battiti del suo cuore che poteva percepire sulla nuca sudata, sotto i lunghi capelli raccolti in una pesante treccia scura. Il dolore al ventre tracciava l'eco dei ricordi perduti in fitte dolorose che ne stavano esaurendo la debole resistenza. Intorno a lei suoni e rumori erano come nuvole in una scatola: ridondanti, vaporose, inconsistenti.
Nella lenta misura in cui i minuti scorrevano, come avvolti e controllati da un potere misterioso e dal volere del giovane Kazekage, ella si era allontanata da ciò che la circondava per occuparsi solamente dei propri vaghi pensieri, senza bisogno di rincorrere le parole degli uomini avvolti nelle bianche mantelle, come fantasmi intrappolati in una gabbia di sole.
Il calore era insopportabile.
Da quando la porta al fondo della Sala si era chiusa alle spalle di Kankuro, era calato un momentaneo silenzio. Uno dei due fanciulli era entrato stringendo fra le manine rosate la sua campanella e si era inginocchiato accanto al palco di legno posando davanti a sé il tintinnabolo con estrema cura. Aveva poi estratto da una tasca interna della casacca una clessidra minuta che aveva messo in funzione con la medesima precisione nell'indifferenza generale.
Akisame era rimasta seduta sul cuscino al centro della stanza, ignorata in egual misura; ma ciò era ben lontano dall'offenderla, poiché la poca coscienza rimastale era stata rapita dai giochi di luce del piccolo oggetto.
Iroyoi si grattò nervosamente un lato del collo; senza Kankuro al suo fianco si sentiva a disagio. Escluso da qualsiasi tipo di interazione, avvertiva il pericolo di ritrovarsi senza protezione nella tana del predatore: infatti se i membri del Consiglio ne avessero approfittato per porgli nuove domande, egli avrebbe corso il rischio di dire qualcosa che avrebbe potuto nuocere all'amico o a Gaara-sama. Fortunatamente, dopo il suo breve interrogatorio, era divenuto una comparsa ininfluente di uno spettacolo in cui gli attori principali avevano ben poco interesse in una parte marginale come la sua. Guardò la porta con aspettativa, sperando che i fratelli non tardassero a tornare e dimenò le dita dei piedi per risvegliare le gambe intorpidite a causa della scomoda posizione.
Il bambino ruotò la clessidra e il tempo riprese ad avanzare.
«C'era da aspettarselo!» proruppe Atama battendo le mani sulle ginocchia e rompendo così un silenzio che poco gli si addiceva, «Consultarsi col fratellino maggiore!»
«State oltrepassando il limite.» lo avvisò minacciosamente Baki; non era disposto ad ascoltare ulteriori provocazioni.
«Il nobile Baki ha ragione.» convenne Senaka, «Comprendo la vostra insofferenza, ma vi pregherei di contenere entro il consentito le vostre esternazioni nei riguardi del Kazekage.»
«Perdonatemi.» si scusò Atama con leggerezza, «Ma l'attesa non giova alle mie povere articolazioni.» aggiunse alzandosi e sistemandosi la veste.
«Pensate che il Capovillaggio voglia mettere la proposta della ragazza ai voti?» si informò il nobile Onaka con la solita voce leggera e gentile.
«È ovvio!» si spazientì Atama torturando la barbetta da capra e voltandosi per osservare il paesaggio da una delle finestre, «Ed è il motivo per cui ha sentito la necessità di parlare con Kankuro: prima di farci votare, egli preferisce chiedere il permesso al fratello.»
«Consentitemi di dire che è una cosa comprensibile. È una forma di rispetto verso chi dovrà occuparsi della questione in prima persona...» disse Kuchihige sistemandosi gli occhiali sul naso.
«...e sappiamo quanto egli rispetti l'opinione di Kankuro-san.» concluse il nobile Hoo.
«Sì, forse troppo.» gracidò malevolo Shita.
«Una forma di rispetto verso quel che rimane della sua famiglia, certo.» ammise Atama con incurante cattiveria, sollevando lo scettico sopracciglio, «Ma una mancanza del medesimo rispetto nei nostri confronti!»
«Illuminateci.» intervenne prontamente Baki mentre lanciava un'occhiata indagatrice in direzione di Akisame, «Che cosa per voi non è una mancanza di rispetto nei confronti del Consiglio o della vostra persona?» chiese ironicamente; il nobile Atama serrò la mascella e non replicò, osservandolo lasciare a sua volta il proprio posto e raggiungere la giovane geisha.
«Se non foste sempre occupato a preoccuparvi delle apparenze, avreste notato che la ragazza davanti a voi non si sente bene.» lo accusò il ninja prima di chinarsi vicino a lei e borbottare qualcosa di incomprensibile.
Akisame sollevò il mento e sorrise, come se fosse una reazione involontaria.
«Quante storie!» esclamò Atama incollerito.
«Può essere colpa del caldo.» suggerì Mayuge, «Non è sicuramente abituata a questo clima. Ricordiamoci che proviene dal Paese della Pioggia.»
«Come potete rimanere impassibili!? Fatica perfino a restare seduta.» constatò Baki abbandonando i panni del consigliere e vestendo quelli più comodi e familiari dell'uomo d'azione, «Dovrebbe tornare immediatamente in ospedale!»
«Sarà un normale giramento di testa, non c'è bisogno di agitarsi tanto!» belò il nobile Atama nascondendo un certo nervosismo; «Tu!» disse richiamando l'attenzione del bambino, «Porta dell'acqua!»
Il ragazzino si alzò di scatto, come se fosse stato punto da un insetto; guardò con esitazione la porta e poi la clessidra, indeciso sul da farsi, come se lasciarla incustodita e priva della sua supervisione comportasse la possibilità di un'esplosione. Vagliata con attenzione l'improbabile ipotesi, guadagnò prontamente l'uscita.
«Avete il cuore tenero, Baki...» sorrise il nobile Tebuki socchiudendo i piccoli occhi e accentuando così le rughe a zampa di gallina, «Quasi quanto il venerabile Kazekage... o il vostro allievo Kankuro!» insinuò suscitando il divertimento di alcuni consiglieri.
«Dovreste avere più fiducia...» disse seriamente Baki ignorando volutamente la possibile accusa, «...invece di limitarvi a criticare. Rimarreste sorpresi di cosa...»
«Facile per voi parlare!» lo interruppe Shita.
«Che cosa intendete dire?» domandò il ninja.
«Che siete uno dei pochi eletti a cui il Capovillaggio riserva un trattamento di riguardo.» spiegò Mayuge cercando con lo sguardo una silenziosa intesa con il nobile Atama.
«Siete diventato membro di questo Consiglio grazie a lui.» aggiunse Shita.
Baki prese fiato fra l'indignazione e la sorpresa: «Gaara non ha mai... Io non godo di alcun favore particolare!»
«Ma è pur vero che il Kazekage dà molto peso alla vostra opinione, come è normale che sia. È innegabile inoltre che abbia sempre la vostra approvazione.» disse Atama, lasciando intendere la poca considerazione che il resto dei consiglieri aveva per il collega.
«Non è affatto vero!» obbiettò.
«Ma è altrettanto inoppugnabile...» proseguì Atama tagliente, «...il fatto che, purtroppo per voi, il mio voto a proposito della questione che ci apprestiamo ad affrontare varrà esattamente quanto il vostro. Cosa avete intenzione di decidere, maestro Baki?»
Il ninja sostenne il suo sguardo penetrante e capì quale fosse lo scopo dell'astuto membro del Consiglio: portate i probabili indecisi dalla sua parte. Mettere in cattiva luce chi avrebbe espresso un parere positivo era un ottimo metodo per guadagnare dei voti sfavorevoli. Doveva quindi prestare attenzione alle parole da utilizzare, perché Atama, non potendo attaccare direttamente Gaara, lo aveva preso di mira come bersaglio sostitutivo.
«Io credo che la ragazza debba rimanere. La morale, il buon nome o quello che credete che sia... non vale una vita umana.»
Atama represse una risata amara: «Quello che forse non riuscite a comprendere è che non si tratta di una questione irrilevante di carattere meramente pratico. In quanto consiglieri dobbiamo pensare a ciò che ogni singola azione rappresenta e rappresenterà per il Villaggio e per il Paese del Vento. Si tratta di scegliere a chi essere fedeli: se alla Sabbia... o al capriccio di un ragazzino.»
Baki strinse i pugni e comprese il desiderio violento che aveva colto in precedenza Kankuro, ma non ebbe occasione di replicare a tono: proprio in quel momento la piccola porta si aprì. Tutti tacquero credendo che il Capovillaggio stesse per fare il suo ingresso, ma furono solo i due fanciulli a rientrare nella Sala, portando dei bicchieri e una grossa caraffa d'acqua fresca con cui si affrettarono a servire ciascuno dei presenti. Quando Akisame ebbe bevuto e apparentemente ripreso un po' di colore, Baki tornò al suo posto.
«Permettetemi di farvi un esempio.» esordì il nobile Onaka, schiarendosi poi la voce soave con un colpo di tosse, «Un pastore ha cento pecore... oh, grazie.» disse al bambino afferrando il bicchiere che gli stava porgendo.
«Nobile Onaka, vi sembra il momento per questi esempi infantili?» lo aggredì Mayuge aggrottando le spesse sopracciglia.
«Vi prego.» lo bloccò lo stesso Onaka alzando il dito indice prima di bere un sorso d'acqua, «Lasciatemi finire.»
«Sentiamo cosa ha da dire prima di interromperlo!» propose Tebuki con piccata ovvietà.
«Proseguite.» lo invitò Senaka osservando i ragazzini riprendere le precedenti mansioni, «Cosa fa il vostro pastore?»
«Dicevo... poniamo il caso che un lupo affamato attacchi il gregge.» continuò Onaka.
«Chi rappresenta il lupo?» domandò subito Tebuki.
«Nobile Tebuki!» lo richiamò Hoo, «Avete appena detto che...»
«Come posso comprenderne il significato se non so a cosa corrispondono i personaggi!» si difese nervosamente il consigliere.
«Non credo che sia una semplice storia, ma un paragone.» indicò Kichihige.
«È una similitudine.» disse Hoo, «O una metafora.»
Iroyoi alzò gli occhi al cielo; avrebbe sbattuto volentieri la testa sul pavimento pur di non essere più costretto ad ascoltarli.
«Che differenza volete che faccia?» si alterò Shita.
«Rispondete alla domanda.» lo incoraggiò Senaka per fermare l'inutile disputa.
«Il lupo in questo caso rappresenta i ninja che hanno attaccato Amajitaku, ma volendo...»
«Andate avanti!» ordinò Atama.
«Eravamo rimasti al lupo che attacca il gregge.» precisò Kuchihige leggendo gli appunti del suo quaderno.
«Sì, ecco... Cosa fareste al posto del pastore? Dareste in pasto alla belva affamata una pecora per placare la sua fame e salvare così le altre novantanove?» chiese Onaka.
«Forse può sembrare crudele, ma sarebbe la scelta più razionale.» analizzò svogliatamente Atama.
«Non cerchereste di scacciare il lupo e salvare l'intero gregge?»
«Il pastore rischierebbe la vita, ma nel nostro caso non si tratta di un paio di pecore!» ridacchiò Atama con atteggiamento superiore.
Onaka non diede peso alle sue parole e continuò con tranquillità: «E quando, il giorno seguente e quello dopo ancora, il lupo tornerà, nuovamente affamato... cosa farete? Sacrificherete un'altra pecora? Quando anche l'ultimo animale sarà stato divorato, il lupo aggredirà il pastore.»
Baki sorrise a mezza bocca e fissò il consigliere con aria di sfida.
«Non siate assurdo!» strepitò Atama al limite della sopportazione, cercando di respingere dalla mente dei presenti quel terrificante scenario, «Il vostro esempio, come ho già spiegato, non è pertinente! La Sabbia rischia molto di più... della perdita di una pecora! Parliamo di un intero Villaggio e dei suoi rapporti con gli altri Paesi.»
Fu il suono della campanella a porre fine a quel vivace scambio di battute che minacciava di trasformarsi in un acceso litigio. I consiglieri si voltarono irritati verso il bambino che rimase immobile con la campanella a mezz'aria prima di raccogliere le sue cose ed eclissarsi quanto più in fretta possibile oltre la porta dalla quale, subito dopo, comparvero Gaara e Kankuro.
«Cos'hanno detto?» sussurrò Kankuro all'orecchio di Iroyoi raggiungendo il suo posto e notando con disappunto che Atama era in piedi.
«Il solito.» sillabò il chunin, «Atama ha cercato di convincere tutti che tu e Gaara-sama siete la rovina del Villaggio, ma Onaka-san ha fatto un bel discorso sulle pecorelle e lui non ha saputo controbattere a dovere.»
«Pecorelle?» domandò dubbioso il jonin, distratto: Akisame era più pallida di prima.
«Te lo racconto dopo.» tagliò corto Iroyoi, «Spero solo che facciano in fretta, non resisterò ancora a lungo in questa posizione.» aggiunse, dimenandosi sul candido cuscino nel vano tentativo di sgranchirsi gli arti dolenti.
Il Kazekage salì sul palco e sedette sul guanciale azzurro; la geisha lo osservò trasognata, come se qualcuno avesse acceso un lume oltre un velo di nebbia.
Il nobile Atama, per puro scrupolo, si premurò di accomodarsi per ultimo.
«Fine della sospensione. Dichiaro nuovamente aperta l'Udienza.» disse Gaara.
«Venerabile Kazekage, come avete intenzione di procedere?» domandò Senaka.
«Desidero che la proposta di Akisame-san venga sottoposta al giudizio del Consiglio.»
«Una votazione?» chiese per scrupolo l'assistente personale.
«Sì, procedete.» confermò il Capovillaggio.
La penna di Kuchihige correva sul taccuino con frenesia, tanto che l'uomo non trovò il tempo per sistemare gli occhiali che gli erano nuovamente scivolati sul naso.
«Signori del Consiglio, siete chiamati a votare.» annunciò Senaka con autorità, «Prego chi è contrario alla proposta e desidera l'espulsione della ragazza... di alzare la mano.»
Il braccio di Atama scattò verso l'alto ed egli si guardò attorno come a voler prendere le distanza dagli altri. Mayuge e Shita lo imitarono immediatamente, seguiti da Tebuki e dall'indaffarato Kuchihige che dovette abbandonare i suoi appunti per qualche istante.
«Cinque voti contrari.» contò Senaka, controllando che Kuchihige avesse il tempo di trascrivere ogni cosa.
Kankuro guardò preoccupato il fratello che rimase impassibile; la tattica di Atama aveva portato i suoi frutti.
«Prego adesso di alzare la mano chi è invece favorevole.» disse Senaka, sollevando egli stesso il braccio. Baki fece altrettanto e così anche Onaka e un titubante Hoo.
«Quattro voti a cinque.»
Atama sfoggiò un sorriso trionfale, in totale contrasto con l'espressione tesa di Kankuro e le labbra serrate di Baki.
«La proposta è dunque...»
«Nobile Senaka, il... il nobile Hitai.» gli fece notare Kuchihige, in imbarazzo.
«Oh, sì...» farfugliò quello sbattendo le palpebre: era assai raro che Hitai intervenisse in una discussione e ancor meno che prendesse parte ad una votazione, ma aveva appena mosso la mano. «Nobile Hitai, vi astenete?»
«Sono vecchio, non rimbambito. Ho alzato la mano. Lo avrei fatto se avessi voluto astenermi? Contate il mio voto.» rispose seccato l'anziano consigliere.
«A favore o contro?»
«A favore! Perché avrei alzato la mano adesso e non prima? Nobile Senaka, dormite?»
L'assistente personale del Kazekage ammutolì, interdetto e confuso, prima di riprendere il controllo e proseguire senza soffermarsi oltre: «Cinque a cinque. La votazione è nulla. Qualcuno desidera cambiare il proprio voto?»
Nessuno parlò.
«Una situazione insolita...» temporeggiò Senaka, indeciso sulla procedura da seguire in quel particolare frangente e ancora scosso a causa di Hitai.
«Se il Consiglio non giunge ad un accordo è il Capovillaggio che deve...» bisbigliò Kuchihige.
«Lo so, lo so!» si innervosì Senaka; i due si squadrarono per un momento al di là delle reciproche lenti.
«Venerabile Kazekage?»
Iroyoi osservò Akisame chiedendosi cosa avesse portato la ragazza a sacrificare l'esistenza in nome dell'onore. Era stato un atto degno di lode, doveva ammetterlo, ma non necessario. Il chunin venne colto dal dubbio che, oltre alla ricerca di protezione, potesse avere davvero un secondo fine, così come alcuni avevano sostenuto durante l'Udienza. Provò a ricostruire i fatti relativi alla missione svolta; la supposizione gli apparve semplicemente irreale.
Proprio in quel momento, come se fosse stata consapevole del suo sguardo, Akisame si voltò lentamente, fissandolo. Un'espressione insolita era comparsa sul volto segnato dalla stanchezza: c'era in lei qualcosa di oscuro e inspiegabile, un’ombra di morte che raggelò il cuore di Iroyoi.
«Akisame-san sarà ospite del Villaggio della Sabbia, in modo che possa ripagare il suo debito, e verrà trattata come tale. Rimarrà costantemente sotto la custodia di Kankuro. In sua assenza sarà un altro ninja di grado jonin a garantirne la protezione. Queste sono le disposizioni riguardo il codice porpora, da rispettare fino a quando non sapremo cosa è accaduto ad Amajitaku.» disse Gaara dimostrano un'estrema sicurezza, «Il Paese della Pioggia deve essere avvisato quanto prima di tutta la faccenda.»
«Ci facciamo raggirare da dei ragazzini!» sibilò Atama a denti stretti.
«Avete qualcosa da obbiettare, nobile Atama?» chiese Gaara con severità.
«No, certo che no... venerabile Capovillaggio.» rispose aspro distogliendo lo sguardo.
«Sarebbe opportuno riportare la ragazza in ospedale per un controllo.» ribadì Baki.
Gaara annuì: «Kankuro verrà con voi e la scorta.» disse, riferendosi al ninja che li aveva accompagnati in precedenza e che aveva assistito in silenzio al dibattito, «L'Udienza è conclusa. Nobile Senaka, nobile Kuchihige, ho bisogno di voi nel mio ufficio.» concluse; scambiò un'ultima occhiata con Kankuro prima di andarsene seguito dai due uomini.
«Ti ringrazio.» sospirò Iroyoi alzandosi dolorante.
Il resto dei consiglieri lasciò il proprio posto e le porte principali vennero spalancate, consentendo ai presenti di uscire nel corridoio. Mayuge e Shita si avvicinarono subito ad Atama che aveva un'aria a dir poco contrariata. Onaka e Hoo aiutarono il nobile Hitai e Baki fece altrettanto con Akisame che non pareva avere la forza di reggersi in piedi. Kankuro li aspettò appena fuori dalla Sala.
«Akisame-san sostiene di poter camminare. Possiamo andare.» assicurò Baki quando furono sulla soglia, «Kankuro, vorrei scambiare due parole con te mentre ci muoviamo.»
Il jonin accennò un assenso col capo, avvicinandosi al maestro.
Non percorsero che pochi metri, prima di rallentare per agevolare l'incedere insicuro della ragazza.
«Non credo che sia una buona idea farla camminare fino in ospedale.» disse il ninja che aveva l'incarico di scortarla.
Si fermarono e Akisame barcollò, rimanendo qualche passo indietro. Li guardò con occhi spenti, faticando nel metterli a fuoco.
Un sortilegio aveva catturato il tempo, giocando con esso a suo piacimento. I movimenti rallentarono, si fecero impalpabili, il ritmo del suo cuore divenne inafferrabile. I suoni erano fuggiti, come nuvole liberate da una scatola.
«Akisame!»
Kankuro l'aveva afferrata appena in tempo, evitandole una dolorosa caduta.
«È svenuta!»
«Dobbiamo portarla subito da un dottore.»
Il jonin si apprestò a prenderla fra le braccia, ma ritrasse immediatamente la mano e la fissò tremante: era sporca di sangue.
Abbassò lo sguardo, allarmato e spaventato.
Rosso e denso, il sangue le colava fra le gambe.
Atama squadrò la scena da lontano e sorrise.
«Lasciamo pure che il Kazekage porti quella sgualdrina in casa sua... Sarà lei stessa a condurlo alla rovina.»



FINE QUATTORDICESIMO CAPITOLO, continua...

Naruto © Masashi Kishimoto


N.d.A. - Ringrazio chi mi segue e mi scuso di non riuscire a pubblicare più spesso. Spero che la storia continui ad essere di vostro gradimento.


Risposte alle recensioni:

x Valery_Ivanov: Sì, evvai! Non ce la facevo più con questa cavolo di Udienza! XDD prima della convivenza effettiva ci vorrà ancora un pochetto come vedi... ^_^
x slice: ciao ti ringrazio del commento e dei tuoi gentili complimenti! Mi fa piacere che il pezzo in cui i due fratelli parlano ti sia piaciuto. Mi viene sempre una certa ansia quanto tento di fare qualcosa di vagamente comico perché ho paura di esagerare e diventare pesante e non far ridere per niente. Anche sul pezzo con Temari avevo qualche dubbio, quindi ho cercato di ridurre al minimo la sua comparsa. In questo capitolo potrai sfogarti su Atama a ragion veduta! XD Apro ancora una piccola parentesi in modo da chiarire per bene il discorso sulle geishe. Non vorrei aver dato per scontato qualcosa che non è possibile conoscere se non ci si è informati in qualche modo sull'argomento. Ho evitato di specificarlo nel capitolo 12 perché più che un discorso mi sarebbe sembrata una noiosa e pedante lezione. Un danna ha una serie di diritti e di doveri nei confronti della propria geisha, ma questo non implica d'obbligo che egli debba portarsi a casa l'amante, anzi spesso questi uomini sono già sposati. Il danna va a trovare la propria geisha quando vuole e si intrattiene con lei nelle case da the e in stanze in affitto. Ciò non toglie che la relazione possa diventare qualcosa di serio e duraturo in casi differenti. No, Akisame non ha più la sua virtù, ma spiegherò meglio questo tipo di dettaglio in seguito. ^_^ Baci!
x piantina: Ti ringrazio, sei sempre molto gentile. Mi fa piacere che il discorso fra Kankuro e Gaara sia riuscito a trapparti un sorriso. Se mi trovo a mio agio nel fare del male ai miei personaggi (XD), faccio molta fatica a creare situazioni divertenti... sudo! XDD Hai ragione, il 13° è uno dei capitoli più corti. Faccio una stima sommaria sulla lunghezza, ma non mi pongo mai un massimo o un minimo. Mi baso sui fatti che in un capitolo ho necessità di far accadere, il resto è affidato all'ispirazione del momento ed al mio gusto personale. Avrei potuto allungare "il brodo" e rendere il ritmo più lento, ma sinceramente penso che sarebbe risultato tutto più noioso... già ci metto una vita per pubblicare, in più che faccio? vi annoio? XD Mi dispiace se l'attesa fra un capitolo e l'altro è abbastanza lunga, ma faccio quello che posso. Mi piacerebbe pubblicare più spesso, ma fra le altre storie da scrivere e un sacco di altre cose da fare, ovviamente, non ho il tempo materiale di dedicarmi di più a questa storia... per ora. Baci! ^_^
x Nemeryal: Grazie mille per la tua recensione! Sono contenta che la mia storia ti piaccia! Se Akisame è una MarySue, io sono Cleopatra! XDD Mi fa piacere sapere che ne apprezzi il personaggio. Hai colto alcuni degli aspetti che la caratterizzano, ma non ti dico altro, preferisco discutere su questo tipo di argomento quando metto più carte in tavola; è sempre affascinante vedere come risulta dall'esterno un mio personaggio. È la prima volta che provo un tipo di stile così dettagliato e ho spesso paura di eccedere o di fare troppo poco, così riscrivo i pezzi finché non mi sento soddisfatta (cosa che capita raramente! XD). Ho creato un sacco di nuovi personaggi e ho cercato di dare un'impronta ben definita a ciascuno, sperando che questo servisse ad una loro buona riuscita. Con Gaara fatico tantissimo, credo che cadere nell'OOC con questo personaggio sia anche troppo facile. Sapere che apprezzi il mio lavoro non può che rendermi felice! Grazie ancora! Spero che anche il nuovo capitolo ti sia piaciuto!
x Sihaya10 (cap 7): Ciao mia cara! Lo sai che un tuo commento mi fa sempre enormemente piacere! Già, non ho mai scritto capitoli così lunghi, sarà la vecchiaia? XD Cerco di definire sempre con relativa cura i dettagli perché voglio che il lettore entri nella storia, nella visione che cerco di dipingere di volta in volta. Ognuno ha poi una percezione diversa e personale, ma se riesco a coinvolgere, significa che non è troppo distante dalla mia. Momo avrà un ruolo di un certo spessore anche più avanti! XDD L'idea del gatto non era programmata, ma appena ho pensato ad un felino mi è venuta in mente una scena che descriverò più avanti e da lì ho deciso che il gatto avrebbe avuto lo spazio che meritava. Ho avuto due gatti e sono animali che mi piacciono molto, quindi renderli dei pesonaggi mi diverte. Il capitolo 6 era un rapido alternarsi di varie scene e situazioni, dalla realtà al sogno. È un capitolo importante perché alcune cose verranno riprese più avanti e anche alla fine della storia. Inoltre c'è un pezzo di azione e lotta che mi ha davvero distrutto... credo di averlo scritto iperventilando in un sacchetto! XDD Spero di non perdermi in tutti questi personaggi e intrighi! XDD Ti ringrazio! Un abbraccio!
   
 
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