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Autore: Akane    14/10/2003    1 recensioni
Hiragi non è con me. Domani potrei non vederlo. Potrei non vederlo non solo domani. Per quello che ne so potrei non vederlo per...no non posso dirlo.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hitonari Hiragi, Akane Tachibana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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* questa fic su GB e i miei due amori scritta in prima persona da parte di akane...mi è venuta sul momento ed è stata scritta dalle ore 21 alle ore 21.44, di getto. Questo è quello più o meno che è accaduto a me venerdì sera e tutto ieri, fino a oggi. Una mia persona a me cara aveva avuto la stessa cosa che accade qua a Hitonari...solo che il mio lui aveva la macchina...leggendo capirete bene...ed io ho reagito molto come Akane. quindi ho messo la mia esperienza modificandola leggermente per farla adattare a quei due. Ma anche il rapporto mio e del mio lui era come quello che akane descrive qua...solo che noi due non ci siamo ancora messi insieme...ok, ora leggete il resto...volevo farla questa premessa. La dedico alla persona di cui sto parlando che ora sta bene come Hiragi: Stefano...anche se so che lui non la potrà mai leggere. Spero di aver reso ogni cosa. Mandi Baci akane*

WITHOUT YOU

Il tempo intorno a me mi si cristallizza. I battiti si fermano per un secondo per poi riprendere ad una velocità assurda ed incontrollabile. Tutto il mio corpo. Tutto. Lo sento. Lo sento come non l'ho mai sentito. Ogni più piccola parte, ogni cosa di esso lo sento...ma è strano...la più minuscola particella è concentrata in un modo incredibile sulle parole di Kanemoto...ma cosa sta dicendo? Lo so...dentro di me lo so ma ho paura di sentirlo, non voglio sentirlo con la mente e allora è il mio corpo a sentirlo...o in un modo o nell'altro devo ascoltare le sue parole che mi arrivano dal telefono. Stavo dormendo beato nel divano di casa mia ed è arrivata mia madre sbraitando che c'era la telefonata del vice...l'ho presa su rimanendo disteso ma appena ho sentito il suo tono e le prime parole mi sono drizzato in piedi rigido e teso subito come una corda di violino:

- Hai saputo di Hiragi?-

Cosa diavolo vuol dire? Non sono mica la sua ombra....mica so tutto di lui....che dovrei sapere? Siamo solo compagni di squadra...nulla di più. E le parole di Kanemoto mi sembra stiano assumendo un importanza mai avuta fin ora...cosa può essere successo a quel tipo freddino che pensa a giocare a basket? Eppure non riesco a buttarla sullo scherzo....vorrei non dar peso a nulla di quel che mi sta per dire ma non riesco...è tutto fermo immobile, anche il mio respiro. Non ricordo di essere mai stato così, per nulla...e parla dannazione....che c'è di Hiragi che ancora non so? Vuole lasciarci di nuovo? Se ne è tornato a casa? Non ci crederei mai a queste cose!

- ...è in ospedale...-

un battito...lo sento...ma poi comincia ad andare troppo veloce per poterli contare. Mi sento gelido...cosa mi succede? Hiragi in ospedale? Perchè mai? Che gli è successo? Cazzo...muoviti a dirmelo! Le mie parole sono in un nodo in gola....non riescono ad uscire.

- ...ha avuto un incidente...non so nulla di più...-

non può non sapere...non può dirmi così e poi non sapere che diavolo si è fatto...dimmi...dimmelo...dimmi quella frase...dimmela per favore...ho bisogno di sentirla dire....dimmela...

- non dovrebbe essere grave...ma non so di preciso altro...mi dispiace...-

silenzio...le parole non vogliono uscire...ma perchè? Dovrei forse parlare? No...non ce n'è bisogno...non saprei che potrebbe uscirmi. Non capisco più nulla...non so niente. Non riesco a muovermi, a dire il vero non sento nemmeno il mio corpo, in che posizione è ora? Forse ancora come prima.

Quella frase non era esattamente come quella che volevo sentire...volevo che dicesse che ad ogni modo non è grave e sta bene...ci sono vari tipi di incidenti...quello non ha macchine, torna sempre a casa a piedi, abita vicino alla scuola, non deve prendere treni come faccio io...come può aver fatto un incidente? Cosa faccio? Cosa devo dire? Cosa devo...non lo so...il respiro mi torna in petto...i polmoni lo prendono a pieno...respirano profondamente...i miei orecchi da lontano mi fanno arrivare le ultime parole di Kanemoto prima che io interrompa la comunicazione:

- io vado in ospedale appena so qualcosa te lo dico...stai tranqui...-

BIIIP

Ho chiuso....non ho sentito quel che ha detto....sono concentrato assolutamente sul mio corpo. Su me stesso. Sudo...gocce prendono a cadere dalle tempie scivolando sulle guance e sul collo...i miei vestiti si appiccicano alla mai pelle.

Li sento.

I repiri profondi sono corti ora...a ritmo con i battiti del mio cuore. Cosa vuol dire questa reazione del mio corpo? Non so che reazione avere dalla ragione, dalla mente ma il mio corpo mi ha preceduto...ha sentito capito compreso tutto....tutto quel che penso e che non riesco a realizzare....i sentimenti...quelli li sente bene ma non li capisco.

Hiragi è in ospedale.

Hiragi ha avuto un incidente.

Hiragi non dovrebbe essere grave ma non si sa più di così.

Hiragi non c'è con me.

Domani potrei non vederlo. Potrei non vederlo non solo domani. Per quello che ne so potrei non vederlo per...no non posso dirlo...

Hiragi in questo momento il mio corpo è disperato per te.

Ma la mia mente com'è?

Mi guardo le mani che tremano.

Devo vederlo. Solo questo so.

Hiragi.

Non farmi uno dei tuoi soliti scherzi maledetto imbecille. Ora non li reggo più.

Mi guardo intorno e muovendomi a scatti faccio fatica a realizzare che devo uscire, mi metto le scarpe ma tremando faccio fatica sono lento invece vorrei essere veloce. Non so in che stato sono, sono agitato, questo lo capisco. Il mio corpo è agitato. Per te. Non prendo giacche, niente. Apro la porta ed esco senza pensieri nella testa. Per l'ospedale devo prendere il treno. Arrivo in stazione ma mi dicono che i treni non ci sono più a quest'ora...quest'ora...perchè, che ora è? È notte già...ma come mai i treni devono sempre finire così presto? Io ora come diavolo faccio? Devo aspettare fino a domani mattina...non ce la farò...io devo vederlo ora. Non so bene il perchè ma devo vederlo subito!

Da ora in poi non so più che farò. Il mio corpo lo sento muoversi, sento ogni più sottile ed invisibile parte di esso ma non so dove mi porta. Cammino per il quartiere...non posso mica tornare a casa, che farei là? Devo muovermi, solo questo so. Vado nel campetto minuscolo vicino a casa mia, dove da bambino mi allenavo sempre...c'è una palla da basket. La prendo e la guardo a lungo. Cosa dovrei farci ora? Non riesco proprio più a ragionare...fino a questo punto? La palla da basket...il simbolo di ciò che unisce me e Hiragi...unisce...che strana parole...unisce anche me agli altri della squadra...ma no...non so...è diverso. Tutti lo pensano...forse perchè noi l'unico modo per andare d'accordo, insieme in simbiosi completa senza picchiarci e litigare è proprio il basket. Ha una strana funzione nella nostra vita il basket. È stato lui a farci incontrare di nuovo...a...unirci in un certo senso...come amici, credo di doverci considerare amici dopo tutto questo tempo...tutto quel che abbiamo passato insieme...insieme...uniti...amici...rapporto...sono tutte parole che mi fanno un effetto assurdo. Cosa vuol dire tutto ciò? Cosa sarà da ora in poi? provo a palleggiare. Non sento. Non lo sento più. Non sento quello che sento sempre quando tengo in mano una palla da basket. Non ho più il mio senso di giocare a basket, forse? Si, perchè io ho ripreso unicamente per Hiragi...per batterlo...non per diventare il numero uno...o semplicemente per vincere....o per giocare e basta...ma per battere lui. Ed ora...ora...che il mio obiettivo sembra possa sfumare...ora che non ha più senso...non riesco ad essere quello di prima con la palla in mano...mi fermo. Continuo a fissarla e nella mente rivedo le immagini di quel giorno...dopo la prima partita d'allenamento con lo Hayamazaki...dopo che abbiamo vinto...dopo che ci siamo fermati io e lui di fronte, guardati negli occhi...gli ho detto il mio obiettivo. È quella volta che abbiamo stipulato la nostra promessa di non separarci fino a quel momento. E poi sarebbe stato quel che sarebbe stato. Abbiamo preso a giocare dando sempre il meglio...ma soprattutto divertendoci insieme. Abbiamo scoperto un mucchio di cose...ma sempre col basket...niente ci ha separati...il basket sembrava volerci dividere ma non ci è riuscito....perchè sempre lui ci ha riuniti...sto usando parole strane ma sono quelle giuste. Invece ora...un semplice incidente che non riguarda il basket e nemmeno al volontà di nessuno rischia di separarci...ma che vado dicendo? Ma c'è questa possibilità. Io non sono mai stato stupido e ipocrita con me stesso. Il basket non c'entra eppure separati non possiamo più pensare al nostro sport....sfuma...sembra eresia continuare a giocare separati. Non ha più senso il gioco dell'altro se non lo facciamo più insieme.

Hiragi...rivedo il suo volto sulla palla che tengo in mano e comincio a stringere spasmodicamente...mi fa venire in metne tutte le nostre litigate, tutti i nostri idiota e imbecille, tutti i nostri pugni e calci volanti...tutti i nostri passaggi, tutte le volte in cui tiravamo su di morale l'altro a modo nostro, tutte le volte in cui marinavamo insieme le lezioni sul tetto della scuola dove io mangiavo e lui dormiva. Tutto questo potrebbe anche esserci ancora...ma anche non esserci più. No non ci sto. Non voglio, ma non posso farci nulla...questa volta non posso andare da lui e riprendermelo, non posso parlargli e convincerlo a tornare da me, non posso dimostrargli quanto io abbia bisogno di lui, quanto lo voglia giocando a basket contro di lui...non posso fare nulla maledizione...nulla!

Sono impotente ed è una cosa insopportabile...

Hiragi e un altro suo idiota che potrei non sentire più e non ce la faccio, alzo la palla che artiglio e con una smorfia di rabbia sul volto la scaglio con violenza contro la rete che trema e barcolla per un bel po'.

Non farmi brutti scherzi Hiragi.

Prendo e inizio a correre, non so dove vado...corro fino al mattino...mia madre starà dormendo di sicuro come tuta la gente del vicinato...solo io...sono solo...e potrei continuare ad esserlo a lungo.

Non guardo nulla, continuo a vedere ogni istante passato con lui.

Come stai Hiragi?

Cosa ti è successo?

Tornerai a giocare a basket con me?

A fare tutto quel che facevamo?

Ai piedi ho ancora le tue scarpe lo sai?

Cosa provi ora?

Stai male?

Stai bene

Cosa vuol dire che non dovresti essere grave?

Cosa vogliono dire tutti questi pensieri per te?

Cosa vuole dirmi il mio corpo reagendo in questo modo?

Non riesco a pensare...i pensieri sono troppo veloci, corro per raggiungerli ma non riesco...stanno lontani...sempre avanti a me...e sono sicuro che tu sapresti prenderli per me e ridarmeli...ma non ci sei...non puoi farlo...chi mi capirà senza farmi parlare, ora?

Chi darà un senso al mio basket?

Chi starà con me?

Chi mi spiegherà ora che cosa sono questi sentimenti che il mio corpo non riesce a farmi capire?

Voglio te.

Punto.

Te e basta...nessun altro può far cessare questa furia dentro di me incomprensibile.

Il nulla.

Non so.

Non vedo.

Non capisco.

Mi muoverò incessantemente fino a domani mattina. Per arrivare dove? Non ha importanza...basta che non mi fermi.

Mattina.

Sole.

Sereno.

Bello.

Questo è il tempo quando riesco a riprendermi la ragione.

Edificio alto e grande.

Bianco.

Macchine parcheggiate.

Gente che entra ed esce in continuazione.

Silenzio.

Questo è il luogo in cui mi trovo dopo essermi mosso tutta la notte.

L'ospedale dove è ricoverato Hiragi.

Ma non è questo a colpirmi a bloccarmi di nuovo i battiti del cuore per poi farmeli accelerare impazziti. Non è questo che mi fa fermare anche il fiato e risentire tutto il corpo ogni più piccola particella concentrato su un unico punto. Su un unica persona.

E' colui che ho davanti.

Hiragi.

Sto fermo a lungo e anche lui sembra sorpreso e non si muove. Ci fissiamo come due imbecilli...il mio corpo sta cercando di comunicare con la mia ragione...ma non capisco...sono solo su Hiragi ora. E' in piedi, solo. Ha un braccio ingessato e il collare al collo, qualche botta e cerotto. Ma che diavolo ci fa in piedi a camminare da solo come nulla fosse? È imbecille forte!

Ma non ha importanza nemmeno questo ora.

Sta bene.

Questo e basta.

Mi fissa nello stato piuttosto pietoso in cui sono e sembra rimanere indeciso sulla reazione da prendere.

Il mio corpo sale la temperatura, lo sento bollente...cosa sta cercando di dirmi? Quali sono i sentimenti che stavolta non capisco?

Hiragi...ci sei e questo mi basta...mi calmo...o almeno dovrei...mi spieghi tu allora che ci faccio qui in questo stato? Mi catturerai tu i sentimenti che ho inseguito tutta la notte e che mi hanno portato da te?

Quando ci siamo avvicinati così tanto? Non siamo molto vicino tuttavia.

- che diavolo ci fai lì?-

gli chiedo cercando di essere il solito. Lui mi guarda un po' freddo...anche lui cerca di essere il solito...ma al tempo stesso sta cercando di capirmi.

- volevo sbrigarmi a tornare visto che un certo idiota avrebbe di certo perso la testa appena avrebbe saputo che avevo avuto un incidente...-

il certo idiota sono io...questa volta lo capisco perchè parla solo di me in questo modo.

E sono sicuro che i medici non lo sanno che se ne è uscito da solo. Sono sicuro che non ha avvertito nessuno che se ne andava e che lo venisse a prendere...non che si possa proprio contare sui suoi genitori...ma stava tornando a scuola da solo per non far preoccupare me. Cosa dovrei fargli ora? Non è il caso di prenderlo a pugni. Almeno non stavolta.

Ma il mio corpo si muove da solo.

Mi piace.

Mi piace il fatto che per pensare a me è scappato di nascosto e da solo in quelle condizioni dall'ospedale.

Mi piace il fatto che stava venendo a scuola da me.

Mi piace come mi guarda stupito.

Mi piace il pensiero che ha avuto.

Mi piace come mi sento.

Il mio corpo sta cercando di comunicare con me. Che sta dicendo?

Non gli stacco gli occhi di dosso e in un istante mi tornano alla mente tutte le immagini che ho ricordato stanotte, tutto quello che ho pensato e passato per lui...il peggio che ho pensato, la paura di perderlo che ho avuto, il basket...tutto...mi torna tutto in un secondo e non resisto più. Faccio quel che il mio corpo cercava di dirmi fin ora.

Di slancio e impulso lo abbraccio.

Sento un suo lamento, forse devo fare più piano.

Non mi stacco, non so esattamente cosa faccio così e lì, ma lo faccio e basta perchè ne ho voglia e non mi vergogno più.

Una sua mano si posa delicata sulla mia schiena, l'altra la deve tenere ferma, non può fare gesti e mosse particolari, ma non si ritrae, rimane lì accoccolato per quanto può contro di me. Affondo il volto nella sua spalla e sento il dolore che ho provato di fronte alla concreta prova che avrei potuto anche perderlo.

Non so come definire quel che sento, ma provo troppe cose, e tutte a causa di questo qua che stringo. Mi accarezza i capelli...posso vedere il suo volto con la mente sorridere leggermente come dire che non potrò mai cambiare.

- idiota...anch'io ti voglio bene...-

lo sento, le sue parole mi arrivano dirette e sincere, e capisco ogni senso di questa frase.

Sapevo che avrebbe afferrato prima di me i miei sentimenti e pensieri che scappavano e me li avrebbe ridati insieme ai suoi.

Non so assolutamente che farei senza di lui....ma anche lui senza di me vale ben poco eh?

Non posso mica valorizzare solo lui...ed io allora?

Non posso fare a meno di sdrammatizzare anche dentro di me.

Ora che ho tutto, ho coscienza di ogni cosa, non solo del corpo, ma anche della mente e pensieri...mi sento bene...e può succedere qualsiasi cosa purchè sia sempre insieme a questo persona. La più importante della mia vita.

Quello che sin dal primo momento mi ha fregato senza farmelo sapere e accorgere.

Hiragi, ora sarai mio.

E mi piace dirlo perchè mi fa sentire una sensazione di possesso che adoro. Come se fossi una persona importante che decide sapendo che l'altro è d'accordo con me. Glielo faccio sapere con un leggero bacio dato davanti alla porta d'uscita d'ospedale con la gente che entra ed esce senza far troppo caso a noi. Un leggero bacio, simbolo del nostro marchio l'uno sull'altro. Firma definitiva della nostra promessa che si allungherà ancor di più. Non fino a quando lo sconfiggerò sul basket. Non è più solo basket. Ma vita. E sarà sempre così.

Ora e sempre.

FINE

   
 
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