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Autore: samek    17/01/2010    3 recensioni
Una raccolta di flash su Holmes e Watson, ognuna delle quali costituisce una storia a sé.
(Per l’iniziativa Albero delle Drabble di holmes_ita)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Un raggio di sole colpì il mio viso, detestandomi malauguratamente

Fandom: Sherlock Holmes;

Pairing: Holmes/Watson;

Rating: Pg13 (ma potrebbe salire);

Genere: Generale, Introspettivo, Romantico.

Warning: Flash-fic, Pre-Slash (per ora);

Beta: Narcissa63;

Summary: Una raccolta di flash su Sherlock e Watson, ognuna delle quali costituisce una storia a sé.

(Per l’iniziativa Albero delle Drabble di holmes_ita)

 

Note: Questa fic fa parte di un progetto che ho appena aperto sulla mia community, holmes_ita. I capitoli, non sono legati tra loro, ciò che fa da collante a questa raccolta sono le frasi - prese da drabble di altre autrici che lavorano al progetto - che “ramificano” l’Albero partendo dalla prima che è stata scritta e fa da “tronco”.

La flash che trovate qui è proprio il “tronco” che attende solo di essere “coltivato”, venite a giocare con noi!

 

DISCLAIMER: Tutti i personaggi delle saga di Sherlock Holmes non sono opera mia, bensì della mirabile penna di Sir Arthur Conan Doyle. Dato, però, che i diritti d’autore sono ormai scaduti, stappiamo tutti insieme lo spumante ed appropriamocene beatamente! XD Ah, ovviamente non mi paga nessuno, anche perché altrimenti il succitato autore si rivolterebbe nella tomba, poverello.

 

 

ALBERO DELLE DRABBLE

 

0 - Tronco

 

Un raggio di sole colpì il mio viso, detestandomi con malagrazia. In un primo momento mi chiesi come fosse possibile che avessi dimenticato le tende aperte, non era affatto da me. Poi mi resi conto che non mi trovavo affatto nella mia camera, bensì in salotto.

Il mio amico Sherlock Holmes ed io avevamo passato la notte a svolgere delle laboriose ricerche e, con sommo disappunto della mia spalla malandata, mi accorsi che mi ero assopito sopra al taccuino su cui stavo prendendo appunti. Ad ogni modo, non potevo aver dormito più d’un paio d’ore.

«Buongiorno, mio caro Watson» la voce di Holmes provenne dalla sua poltrona preferita, nella quale il mio coinquilino, avvolto nella consueta vestaglia color topo, stava leggendo la prima pagina del Times.

Dalla luce che albergava sul fondo dei suoi occhi penetranti, compresi che doveva aver trovato l’indizio risolutivo per il nostro nuovo caso.

«Le è rimasta l’impronta di una parola sulla guancia. Un bell’impiccio, quell’inchiostro è quasi indelebile» aggiunse, risvegliandomi dalle mie osservazioni.

«Sta scherzando, spero!» esclamai, ma non gli diedi tempo di replicare e mi rifugiai nella mia camera per rendermi presentabile.

Comparvi di nuovo in salotto, circa un quarto d’ora dopo, sbarbato e vestito di tutto punto, per ritrovare il mio amico nella medesima posizione, con l’unica variante della sua pipa d’argilla tra le labbra.

«Prima di mettersi a fumare, potrebbe almeno fare colazione» lo rimproverai, accomodandomi di fronte a lui «comunque non ho avuto difficoltà a lavare via l’inchiostro» lo informai soddisfatto.

La risata calda e leggera di Holmes mi prese totalmente alla sprovvista, confermandomi con il suo buon umore come il caso fosse, di certo, risolto.

«Lei è troppo buono con me, dottore, davvero troppo buono» affermò con semplicità, facendomi capire di avermi bellamente preso in giro.

   
 
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