Da quando aveva conosciuto Effy – quel memorabile primo giorno di scuola, quella meravigliosa scopata che, di sicuro, non avrebbe mai dimenticato -, Cook si era ritrovato anche più spesso del solito con lividi, o occhi neri, o labbra spaccate.
Le aveva date a – e prese da – un bel po’ di gente a causa della principessa e di tutti i guai che lei – e quello che provava per lei - si erano portati con sé: Freddie e Thomas erano solo due dei tanti nomi.
Si era battuto per Effy, aveva mandato a puttane il rapporto con i suoi migliori amici: niente più tre moschettieri, da quando lei era uscita dalla macchina del padre con un cortissimo vestitino grigio e le calze a rete. Si era esposto, aveva sofferto, eppure lei non lo guardava.
Aveva l’impressione che non lo avesse mai guardato, in realtà.
Ed era sicuro che non l’avesse mai baciato per davvero – Cook non riusciva a percepire Effy, quando poggiava le labbra sulle sue -; lui, da quando l’aveva incontrata, non faceva altro che gridarle il suo bisogno di lei.
Effy non lo amava; amava Freddie.
Cook lo sapeva bene, così cercava di curarsi le ferite – i tagli, che bruciavano un po’, i lividi e i non-sguardi di Effy, i suoi non-baci, che facevano molto più male – con degli antidolorifici.
Si strofinava cubetti di ghiaccio sulle labbra – Pandora per prima, Naomi poi e tutte le altre scopate -, per lenirne il dolore: il gelo le avrebbe rese insensibili, si diceva, e Effy sarebbe stata una tra le tante, non più l’unica.
Cook strofinava con caparbietà, ma i tagli non si rimarginavano mai; bastava che sorridesse e questi si riaprivano, il sangue tornava a colare, insieme al suo dolore.
E anche quando le labbra sembravano essere diventate abbastanza fredde, congelate, arrivava Effy, con il suo respiro caldo, e mandava tutti i suoi sforzi a farsi fottere: non riusciva a resisterle - ma faceva male, dannazione.
Fanfiction partecipante all’iniziativa “2010: a year together” indetta dal Fanfiction Contest – prompt scelto: Si strofinava cubetti di ghiaccio sulle labbra.