Crossover
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Autore: Fiamma Drakon    18/01/2010    3 recensioni
[Anime/Manga principali: Pandora Hearts, Full Metal Alchemist] [Altri anime/manga: Vampire Knight, Death Note, Vocaloid, Hellsing]
Lo Strahl★Night era uno dei più rinomati istituti di formazione vampira di tutta la nazione.
La sua fama si fondava su una secolare tradizione che vantava una ferrea istruzione, insegnanti intransigenti e inflessibili, discipline che comprendevano materie tecniche, scientifiche e liceali piuttosto difficili, che richiedevano un livello d’istruzione precedente non da poco e, ovviamente, corsi completi sulla gestione di poteri, capacità e istinto dei vampiri.
Insomma, lo Strahl★Night era l’obiettivo finale di ogni giovane vampiro con mirabili pretese lavorative per il futuro.
L’unica pecca di quell’istituto altrimenti perfetto, era la difficoltà degli esami d’ammissione: su migliaia di esaminandi, solo una ventina o meno riuscivano ad essere ammessi.
E tra i fortunati, il gentil sesso non era mai stato presente, tanto che lo Strahl★Night era da tutti considerato allo stesso livello di un istituto puramente maschile, esattamente come i suoi studenti.

Ma, quando tre vampire riescono a guadagnarsi l'ammissione, iniziano anche ad aver luogo strane apparizioni... e morti.
[Altri generi: Drammatico, Mistero]
Genere: Horror, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Anime/Manga
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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1_Nuovi arrivi Lo Strahl★Night era uno dei più rinomati istituti di formazione vampira di tutta la nazione.
La sua fama si fondava su una secolare tradizione che vantava una ferrea istruzione, insegnanti intransigenti e inflessibili, discipline che comprendevano materie tecniche, scientifiche e liceali che richiedevano un livello d’istruzione precedente non da poco e, ovviamente, corsi completi sulla gestione di poteri, capacità e istinto dei vampiri.
Insomma, lo Strahl★Night era l’obiettivo finale di ogni giovane vampiro con mirabili pretese lavorative per il futuro.
L’unica pecca di quell’istituto altrimenti perfetto era la difficoltà degli esami d’ammissione: su migliaia di esaminandi, solo una ventina o meno riuscivano ad essere ammessi.
E, tra i fortunati, il gentil sesso non era mai stato presente, tanto che lo Strahl★Night era da tutti considerato allo stesso livello di un istituto puramente maschile, esattamente come i suoi studenti.

Era una notte come tante altre all’istituto.
Nei dormitori, i ragazzi si stavano preparando all’inizio di un’altra spossante sessione di studio: chi si affrettava a vestirsi perché in ritardo per la colazione, chi ripassava in vista di un compito, chi si fermava a chiacchierare nella sala comune, incurante dell’orario.
- Ma qui non si riesce mai a trovare un cavolo!! Che fine ha fatto il mio libro di Chimica?! -.
Un biondo, capelli lunghi legati in una coda di cavallo, con due ciuffi ad incorniciargli il viso e l’uniforme già indosso, frugava incessantemente in uno scaffale sopra il suo letto.
Il resto della camera era un caos: libri ammonticchiati un po’ ovunque e vestiti sparsi a terra.
Al lato opposto della stanza, su di un altro letto, un altro ragazzo biondo, poco più basso dell’irascibile compagno di stanza e già vestito di tutto punto, stava beatamente sdraiato, gli occhi smeraldini che guardavano distrattamente il soffitto, spostandosi poi attorno, senza una precisa meta.
Pareva piuttosto tranquillo. Certamente molto più dell’altro.
- Edward, hai già guardato sotto al tuo letto? - chiese il più piccolo al compagno, il tono disinteressato ma divertito.
- È il primo posto dove ho guardato!!! Non c’è! - ribatté aspramente quell’altro, avvicinandosi alla scrivania.
- No, lì non lo troverai di certo: non ricordi la nostra chiacchierata sulla scrivania? -
- Oz smettila di stare lì come un cretino a non fare niente e dammi una mano!!! -.
Oz fece spallucce, mettendosi a sedere.
- Il libro è tuo -
- E quella faccia da schiaffi è tua, quindi, se ci tieni a farla rimanere così com’è, dammi una mano! - lo minacciò Edward, perdendo sempre più la pazienza.
L’altro rise, alzandosi.
- Va bene - acconsentì, allegro.
Attraversò quasi saltellando la stanza, quindi si chinò sul comò del compagno e aprì il secondo cassetto.
Sotto lo sguardo attonito di Edward, Oz estrasse il suo libro di Chimica, facendone bella mostra con un sorriso fanciullesco quasi inquietante.
- Contento? - disse, lanciandoglielo.
Edward lo prese e lo fissò alcuni istanti, allibito, prima di inveire contro l’altro biondo a pieni polmoni: - L’AVEVI NASCOSTO TE!?!? -.
- No, affatto: tu i libri che ti servono li metti sempre in quel cassetto - spiegò semplicemente l’altro.
- Piccolo...! -
- Ehi, ragazziii! Ed, Oz, dobbiamo... -.
La porta si aprì, rivelando un terzo ragazzo, molto simile a Edward, che si fermò ad osservare la scena che gli si parava davanti: Oz, strattonato per il bavero della camicia, paurosamente vicino al viso di Edward, ambedue gli occhi puntati sulla porta.
- Che cosa state facendo? Mica sarete diventati gay pure voi, vero??? -
- Aah! No, ma cosa dici?! - esclamò Edward, lasciando  con un moto quasi di ribrezzo l’altro, che si risistemò la camicia, le guance lievemente tinte di un vago fantasma di rossore.
- Piuttosto... tu che ci fai qui, Alphonse? Non dovresti essere con Pride? - domandò Oz, cambiando repentinamente argomento.
- No: Pride doveva finire una relazione sulla brama di sangue nei vampiri adolescenti, quindi ci aspetta in classe... - spiegò Al.
Edward e Oz presero le borse dei libri e uscirono dalla camera, assicurandosi di chiudere bene la porta.
Si avviarono quindi lungo il corridoio su cui si affacciavano le varie camere degli altri studenti.
- Allora, pronti per l’interrogazione di Chimica? - domandò ad un tratto Alphonse.
Ed mandò uno sbuffo e fu Oz a rispondere: - Siamo stati in piedi fino a mattina inoltrata... nessun risultato -.
- Se non altro c’è stata la buona volontà... - osservò Al.
- Macché buona volontà! Questo qui ha la testa dura! - esclamò Edward, battendo un colpetto in testa ad Oz.
- Parla chi a Drammaturgia Vampira è un genio, eh? - lo rimbrottò Oz, sottraendosi ai colpetti di Edward e zittendolo all’istante.
- Attenzione - li avvertì all’improvviso Alphonse, spostandosi di lato.
Dal fondo del corridoio si sentirono arrivare passi di corsa, seguiti dall’apparizione di una figura che sfrecciava attraverso il corridoio.
- AIDOOOOHH!!! RIDAMMI LA CAMICIA!!! -.
Edward e Oz si fecero da parte appena in tempo per non essere investiti dai due vampiri in corsa.
- Grazie - mormorò Oz.
Alphonse fece spallucce, sorridendo: - E di che? Se posso rendermi utile con quell’abilità che ho, lo faccio volentieri -.
Edward lo guardò un istante: il suo fratellino aveva la capacità di vedere nell’immediato futuro.
Era uno dei pochi “eletti” a possedere una qualche abilità speciale.
- Certo che quando il capo dormitorio Kuran è assente ne combinano di tutti i colori... - commentò Alphonse, perplesso, riprendendo a camminare, seguito a breve distanza dagli altri due.
Scesero quindi le scale che davano sulla sala comune, dove erano radunati vari gruppetti di vampiri.
- Andiamo a far colazione? - chiese Edward.
- Sì! Così mi aiuti con Chimica... un’ultima volta, ti pregoooo!! - lo supplicò Oz.
- Sei una causa persa... uff! E va bene... - acconsentì Ed - Ma esigo il tuo aiuto, Al! -
- Se proprio vuoi... -
- Sì, voglio -.
Attraversarono la sala comune ed uscirono dall’edificio adibito ai dormitori degli studenti, quindi attraversarono il breve tratto di giardino che separava l’edificio principale dagli altri, diretti a mensa.
Qui trovarono gran parte degli studenti già seduti, alcuni a chiacchiera, altri che, infischiandosene altamente della loro pubblica dignità, manifestavano molto apertamente le loro inclinazioni omosessuali.
- Quando ti trovi perennemente in mezzo ad altri maschi, alla fin fine ti riduci a scoprire il lato omosessuale di te che non avresti mai immaginato d’avere... - commentò Alphonse in un soffio, passando accanto a due vampiri intenti ad amoreggiare intensamente.
Edward sospirò.
- Lasciali fare, a te che importa? -
- Un po’ mi dà fastidio... - affermò Al, andando a prendere la colazione.
- In effetti mangiare con gente che ti amoreggia a quella maniera davanti fa passare l’appetito... - convenne Oz.
- Comunque se li beccano i prof sono dolori - osservò Edward.
- Be’, ovvio: ti pare che un professore possa permettere che due si bacino in sala mensa in quel modo? Oltretutto, con certi docenti rigidi... - esclamò Oz, e il pensiero di tutti e tre corse alla medesima persona.
Andarono a sedersi, in mano una bottiglietta di vino: la loro colazione.
La colazione di tutti gli studenti, lì dentro: sui vampiri l’alcool non aveva alcun effetto e, inoltre, la colorazione rossastra non dava a vedere il fatto che dentro ci fosse stato diluito del sangue.
- Allora? Mi aiutate? - supplicò ancora una volta Oz, prendendo il libro dalla borsa.
- Ci vorrebbe un miracolo per farti capire almeno una piccola parte del programma di questi giorni e noi, come puoi vedere, non siamo Dio... - esclamò Edward.
- Daiiii... -.
Edward e Oz si fissarono alcuni istanti: lo sguardo del primo, irritato, era puntato in quello del più piccolo, il quale ostentava un’espressione innocente e supplicante al limite del possibile.
Alphonse affogò una risata in un lungo sorso di vino: quei due formavano una coppia a dir poco comica.
Suo fratello maggiore Edward, oltre ad essere estremamente irritabile, era più testardo di un mulo, ma anche il giovane Oz Bezarius non era da meno: fra tutti e due era difficile dire chi fosse il più cocciuto, ognuno a modo proprio.
Infine, con uno sbuffo di rassegnazione, Edward afferrò il libro, cercando l’ultimo argomento.
Si lanciò quindi in un’articolata e piuttosto esauriente spiegazione dei vari metodi per esprimere la concentrazione di una soluzione, puntellata qua e là da interventi di Alphonse.
- Hai capito? - chiese il biondo alla fine, prendendo la sua bottiglietta di vino lasciata a metà e vuotandola in un lungo, unico sorso, per idratare la gola, rimasta secca per il lungo parlare.
- Ehm... - esordì l’altro, incerto - Sì! -.
- No... - lo contraddisse Ed, scuotendo la testa.
- Ma è difficile! - protestò Oz.
- Ho capito: dovremo riprovarci con più calma a fine nottata, dopo le lezioni. Ergo: altra giornata insonne... sperando che almeno al prossimo compito tu ce la faccia a prendere una sufficienza... - esclamò Edward.
- Grazie! - replicò l’altro, contento.
- Se, se... ma che non ti salti in testa di abbracciarmi, eh! - lo redarguì il più grande, alzandosi.
- Andiamo in classe? - chiese Alphonse.
- E dov’altro vorresti andare? -.
Detto ciò, Edward si avviò verso l’ingresso della sala mensa, fermandosi solo per buttare la bottiglietta di vino vuota, che aveva nel frattempo accartocciato, come fosse un pezzo di carta.
Gli altri due lo seguirono di corsa, per non rimanere indietro.
L’edificio principale, quello adibito alle lezioni, era a dir poco immenso: un totale di cinque piani per sei classi, ciascuna delle quali comprendeva vampiri con un solo anno di differenza, eccetto la Sesta, formata solo da vampiri ventenni, situata al quinto piano assieme ai diciottenni e i diciannovenni.
Il totale di anni d’istruzione era dieci.
Dieci lunghi anni, che tutti gli studenti dovevano passare chiusi là dentro, ad affinare le loro capacità di vampiri e ampliare la loro istruzione, in vista del futuro al di fuori dell’istituto.
Tuttavia, dieci anni da passare interamente ed esclusivamente in compagnia di altri dello stesso sesso erano troppi: tutta l’adolescenza di un vampiro veniva spesa lì, e quello era il periodo più disturbato di tutta la loro vita, oltre che il lasso di tempo in cui affioravano i cosiddetti “primi amori”.
Dato che erano tutti maschi, ovviamente le prime cotte erano da e per i maschi, con la conseguenza che la maggior parte dei vampiri che uscivano dalla scuola aveva tendenze omosessuali che, nel mondo di fuori, non erano molto ben viste.
Edward, Alphonse e Oz erano una delle poche eccezioni, tre dei pochi sopravvissuti ancora con gusti prettamente eterosessuali.
Loro facevano parte della Terza, la classe dei quattordici/quindici anni, situata al terzo piano.
Appena entrati in aula, la prima cosa che videro fu Pride, seduto come di consueto al primo banco davanti alla cattedra, in compagnia di un altro vampiro, sedutogli in grembo, che lo stava appassionatamente baciando.
Il compagno di Pride aveva capelli lunghi e verdi, tenuti lontani dalla fronte da una fascia nera, e gli occhi ametista.
Edward stirò le labbra in un sorrisetto ironico, appoggiandosi allo stipite della porta.
- Ehi, Envy! Non è che hai sbagliato classe? - esclamò, ironico.
Envy si staccò dalle labbra di Pride e si volse verso l’altro.
- Elric, non t’impicciare! - gli ringhiò contro, mostrando i canini affilati.
- Uhuh, che paura! Aspetta, vado a chiamare il nostro docente di Filosofia, magari la scena gli piace! -.
Al sentir nominare il professore di Filosofia, Pride scostò velocemente Envy da sé, mandandogli un’occhiata eloquente.
L’altro si limitò a fissarlo, risentito, quindi si avviò verso la porta.
- Edward Elric... sappi che non finisce qui!! - lo minacciò, uscendo.
- Certo, certo... - fece Edward.
Alphonse scosse la testa.
- Non riesci proprio a non dar fastidio, eh fratellone? - gli chiese.
- Tsk! - si limitò a replicare l’altro, andando a prendere posto nel secondo banco della fila sotto le finestre, dalle quali si poteva benissimo osservare il cielo stellato.
Oz lo seguì, prendendo posto accanto a lui.
Alphonse, invece, si sedette al fianco di Pride, che evitò accuratamente di incrociare il suo sguardo.
Pride era un vampiro diligente, ben educato, il classico “bravo ragazzo”, carino tutto sommato: capelli neri corti, con qualche ciuffetto a coprirgli la fronte, occhi scuri, espressione costantemente mansueta e pacata, anche di fronte alle peggiori situazioni.
Ed era gay.
Ma, in fondo, a nessuno di loro importava: Alphonse, che ci divideva la stanza, non aveva mai avuto nessun problema di nessun tipo.
Era un ragazzo come tanti altri.
- Come fai ad esserti innamorato di quel cretino di Envy, davvero non lo so... - commentò stancamente Edward, scuotendo la testa.
Le guance di Pride si tinsero d’un vaghissimo rossore appena accennato, ma non rispose.
Ben presto iniziarono ad arrivare anche gli altri compagni di classe, entrando alla spicciolata in aula. L’ultimo ad entrare fu il docente di Letteratura, il professor Roy Mustang.
Capelli corvini dal taglio sbarazzino, occhi lievemente allungati, del color del cielo notturno; indossava una camicia aperta a rivelare un piccolo scorcio del petto marmoreo e un paio di pantaloni neri appartenenti senza dubbio all’uniforme del corpo insegnanti.
Si sedette alla cattedra, fece rapidamente l’appello, quindi si alzò, prendendo la consueta posizione di quando faceva lezione: si mise di fronte alla cattedra, una mano poggiata sul piano di essa, a reggerlo.
Si rivolse quindi alla classe.
Stava per parlare, quando qualcuno bussò alla porta.
- Avanti - esclamò, rivolto a chiunque avesse bussato, nel tono un lieve cenno di allegria - Ragazzi, da quest’oggi avrete tre nuove compagne di classe! - continuò il docente, rivolgendosi quindi agli altri studenti.
Questi rimasero allibiti da un unico particolare, che avevano distintamente percepito tutti: il professore aveva parlato al... femminile?






Angolino autrice
Be', eccomi qui, con il primo capitolo di questa fic che, davvero, non so nemmeno io dove andrà a parare XD
Premetto che i personaggi sono tutti vampiri e che, in alcuni casi, ho dovuto modificare le età per conformarli meglio alla trama, come nel caso di Pride, che nel manga ha circa otto/nove anni (il Pride della fic è Selim Bradley, ossia l'Homunculus Pride nel manga e in Brotherhood).
Inoltre, per quanto riguarda il corpo insegnanti, essendo a corto di personale di anime/manga (mi sono accorta che ci sono troppe materie O_O) dovrò inventarne alcuni ^^''.
Be', spero comunque che piaccia! ^^''
Quindi... al prossimo chappy!
F.D.
   
 
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