Non
domandatemi perché sto scrivendo così tante L/S,
non lo so nemmeno io.
La
shot si chiama “Ti racconto la fine”
perché non si saprà mai cosa Lily e Scorpius
hanno fatto prima di arrivare al Lago Nero, questa semplicemente
è la fine della loro malandrinata e forse chissà,
dei loro litigi. Ringrazio tutte le persone che leggono le mie fiction,
“This is
okay” ha superato le 350 letture addirittura : D e ringrazio
vivamente chi mi recensisce
e segue questo paring. Mi sono allungata troppo non è cosi
ç_ç ? Dedicata a ...boh <3
Aveva
sempre pensato che il suo istinto e il suo cervello non
andassero d’accordo. Sapeva benissimo che questo non
succedeva solo a lei, ma
il suo ormai era un caso perso.
Ci stava giusto pensando in quel momento, mentre correva a perdifiato
per il corridoio affollato di studenti facendosi spazio tra loro
spintonando e
chiedendo veloci e sussurrati “scusa”.
Guardò indietro continuando a correre e sbattendo
violentemente
sul petto di chissà quale persona, che solo poco dopo
riuscì a riconoscere come
la professoressa McGranitt.
«Potter, non si corre per i corridoi!» aveva urlato
quando era
ormai troppo lontana per sentirla.
Sorrise leggermente e fece l’occhiolino ad un ragazzo del
secondo
anno che la guardava stranito. Possibile che tutti quei ragazzi
andassero nel
senso opposto al suo?
Si girò nuovamente e questa volta i suoi occhi trovarono
quello
che stavano cercando.
«Potter, non ti girare e corri!»
«Cosa pensi stia facendo?»
Brusca come sempre, poco male comunque. Ormai stava al centro
della pista e le toccava ballare – correre, in questo caso.
«La colonna!» urlò la voce dietro di
lei.
Questa volta doveva ammetterlo: per la prima volta l’aveva
salvata. Lily sfiorò per poco quella che sembrava un enorme
masso davanti al
suo naso e ringraziò Godric con tutto il suo cuore per
averlo schivato.
«Idiota, l’avevo vista…»
«Che cogliona.»
Come si era potuta cacciare in un guaio simile?
Complimenti Agente P3, hai appena fatto la cazzata più
grossa
della tua vita!
Restate sintonizzati per sapere le grandi avventure di Miss Potter
e Mr Deficienza.
Roba da far arricciare la barba a Merlino!
Se l’avesse saputo Hugo l’avrebbe uccisa e James
probabilmente
avrebbe avuto la stessa identica reazione; idem i suoi genitori e Al.
Ma se non fosse stata così stupida e con così
poco buon senso non
si sarebbe mai divertita così tanto.
La sua corsa,
fortunatamente, finì presso il Lago Nero, dove i
troppi pensieri strozzati dai battiti frenetici del suo cuore non le
fecero
notare il terreno scivoloso, così che, due secondi dopo, si
trovò stesa per
terra con un dolore lancinante al lato B.
Senza muoversi da quella posizione cominciò a respirare
più
lentamente, cercando di calmare il suo cuore galoppante.
Fissò il cielo grigio
per qualche minuto prima che una chioma bionda gli si parò
davanti, ansimante.
Con le mani poggiate sulle sue ginocchia ispirava ed espirava
fissandola al sotto di lui.
«Ti rendi conto cosa hai appena
fatto?» riuscì a domandare la rossa.
«Ti correggo: cosa abbiamo
appena fatto»
Lily rise forzata.
«Divertente, imbecille, ottima battuta».
«Pensi che stia scherzando?» gli chiese sorridendo
malignamente
lui dall’alto.
«Ahhhh! Malfoyyy!» si lamentò Lily
tenendosi la testa come se
potesse cadere e indietreggiando leggermente.
«Per Salazar, Potter, ogni movimento che fai è
mortale per chi ti
sta intorno!» disse Scorpius massaggiandosi la fronte
dolente.
Era possibile che ogni cosa che lei faceva,
lui la
criticasse sempre? Era seccante.
«Smettila di criticarmi»
«Sei noiosa» azzardò il Serpeverde.
«Senti»
iniziò Lily, «se proprio ti
annoio perché non te ne vai?» gli
domandò acida sedendosi nuovamente.
Scorpius fece spallucce.
«Non sei tu che mi devi dire quello che devo o non devo
fare»
«Non ho detto questo» si scusò lei
strappando distrattamente
qualche erbaccia.
«Te lo concedo, Potter…»
Si mise affianco a lei, rimanendo in piedi.
«Come complice non sei niente male».
Lilian trattene lo stupore sbuffando.
«L’ho fatto solo perché mi andava.»
«Ma te lo concedo, Malfoy, nemmeno tu sei un cattivo compagno
di
disgrazie» disse mostrandogli il suo sorriso migliore.
«Ricordiamo chi ha fatto il piano».
«E ricordiamo chi ha fatto la pozione».
Scorpius storse il naso con aria disgustata.
«L’hai anche fatta sbagliata se è per
questo».
«Sì, ma… quelli sono
dettagli» abbozzò Lily.
Il ragazzo scosse la testa facendo qualche passo verso il Lago Nero
e strozzando una risata per i vacui pensieri di qualche ora prima.
«Hai visto la faccia di Brian?»
La Grifondoro cominciò a ridere tenendosi la pancia tra le
braccia.
«Aveva gli occhi spalancati come un pesce» aggiunse
tra le risate
osservando la figura maschile di fronte al lago dove il cielo coperto
dalle
nuvole si rifletteva come in uno specchio.
«Non ha tutti i torti però: insomma, anche se era
una cazzata
abbiamo pur sempre collaborato».
Non ci aveva mai pensato Lily che era la prima volta che faceva
una cosa di comune accordo con lui. La maggior parte delle volte che
parlava
con Malfoy era per prendersi in giro, parlare male delle reciproche
famiglie e
finire in punizione dal preside.
Capitò una volta in cui lui, Prefetto, levò dieci
punti a
Grifondoro senza un motivo ben preciso, almeno per Lily, che si era
vendicata
facendolo diventare un topo.
Questa volta era diverso, però: Scorpius l’aveva
raggiunta e gli
aveva chiesto di fare, beh… quello
che
avevano fatto, e lei aveva accettato. Aveva accettato.
Ma cosa gli era passata per la testa in quel momento? Sarebbe
stato un mistero anche per una testa calda come lei, ne era certa.
«Sarà stato uno shock aver scoperto che eravamo
stati noi due
insieme».
«Penso di sì vista la faccia» disse
Scorpius attento a non far
bagnare le scarpe dalla riva del Lago.
«Non dovrà succedere più
allora» disse la ragazza.
«Lo dici sempre».
«Non è vero, quando l’avrei
detto?».
«Quando ti ho fatto ripetizioni di pozioni, quando mi hai
fatto
diventare un topo, al tuo compleanno… ogni volta che
litighiamo e-».
«Okay, okay, ho capito» lo fermò la
rossa, sapendo che avrebbe
continuato all’infinito se necessario.
Rimasero qualche
minuto di silenzio.
Faceva freddo ma dovevano aspettare che al castello si fossero
almeno in parte scordati dell’accaduto. Ma anche nel caso che
se ne fossero
dimenticati – cosa improbabile – Lily non aveva
alcuna intenzione di andarsene:
in quel momento si stava così bene lì, si sentiva
come se si trovasse a casa sua
davanti al cammino con delle Cioccorane; era una bella sensazione anche
al
freddo.
Restava il fatto, però, che quel silenzio era estremamente
imbarazzante.
Non avevano niente da dirsi? Allora perché stavano tutti e
due
fermi lì come due imbecilli?
Uno che fissava il lago e lanciava qualche sassolino che andava
formando vari cerchi nell’acqua e l’altra che
continuava a strappare qualche
ciocca d’erba ed aspettare che l’altro parlasse. Se
non fosse stato per quel
qualcosa di non ben definito che la faceva rimanere lì, si
sarebbe alzata e se
ne sarebbe andata senza tanti complimenti.
Chissà, se non fosse stata in sua compagnia, magari se ne
sarebbe
andata sul serio e non sarebbe rimasta lì aspettando
immobile un suo segno di
vita.
Quando però questo “segno”
arrivò, si pentì vivamente di aver
sperato che parlasse, perché lo sguardo che le rivolse era
di chi aveva appena
pensato una cosa geniale.
«Nah... sei troppo fifona» rimuginò
Scorpius.
«Cosa?» chiese Lily, non capendo di cosa stesse
parlando.
«Dico che sei troppo fifona per bagnarti la mano con
l’acqua del
Lago» si spiegò lui abbassandosi e toccando la
superficie dell’acqua.
«Il nuovo regolamento dice che non si potrebbe nemmeno
avvicinarsi
al lago, pensa toccarlo» l’ammonì lei,
sgranando gli occhi quando vide la mano
bagnata del ragazzo.
«Ecco, come non detto.»
«Lo faresti…oppure sei troppo buona e santa per
farlo?».
«Ti sei per caso dimenticato cosa abbiamo appena
fatto?».
«Certo che no, ma quello
rispetto a questo è una cavolata».
Non sapeva cosa doveva fare. Si bagnava la mano e gli dimostrava
che non era una fifona o non lo faceva e se lo sarebbe fatto
rinfacciare a
vita? Questi erano i dilemmi di
Lily
Potter.
Se fosse stata un’altra persona avrebbe sicuramente lasciato
perdere e detto: “Ma chi se ne frega di quello che dici, io
non voglio
rischiare l’espulsione!”, che sarebbe stata la cosa
migliore. Purtroppo lei non
era “qualcun altro”,
era
semplicemente… Lei.
Ed è per questo che l’istinto aveva nuovamente
vinto sul suo
cervello, così che si era alzata, si avvicinata al ragazzo
e, dopo averlo
guardato con aria di sfida, aveva contato fino a tre –come
gli aveva spiegato
la madre- per poi immergere la mano nell’acqua.
Con il senno di poi, probabilmente non avrebbe più fatto una
cosa
del genere con un Malfoy affianco, perché, casualmente,
perse l’equilibrio e cadde, di faccia stavolta,
nell’acqua che non si sarebbe
dovuta nemmeno toccare con un dito.
Complimenti
un'altra volta,
Agente P3!
Quando riemerse
dall’acqua fredda e nera, tutti i suoi vestiti
aderivano al suo corpo magro e i capelli lunghi e rossi era ormai
appiccicati
alle gote e alla curva del suo collo. A quella vista, Scorpius non
riuscì a
trattenere una risata: per quanto in un certo senso fosse eccitante,
c’era
qualcosa di divertente nel vederla così.
«Devo dire, Potter, che l’effetto bagnato non ti
dona proprio».
Lily strinse i pugni per sopprimere la rabbia trascinando le
scarpe zuppe d’acqua fuori dal Lago.
Non riuscì però a trattenersi dal rispondere
irata.
«Non avvicinarti a me, Malfoy, rischieresti di
morire».
Senza un'altra parola tornò a sedersi al posto di prima,
imbronciata.
«Tu cadi e la colpa sarebbe mia?» chiese Scorpius,
inginocchiandosi davanti a lei.
«Mi hai spinto!».
«Sei tu che non sai reggerti sulle tue gambe».
«Ti avevo detto di non avvicinarti se no ti avrei
ucciso».
«Non ne saresti capace» sorrise il Serpeverde.
Irritata da tutto ciò e dalla sua stupidaggine,
strappò qualche
pezzo d’erba lanciandolo verso il ragazzo con un gesto secco
della mano. I fili
verdi e sottili, però, per una folata di vento inaspettata
volarono dalla parte
opposta al biondo e diritti in faccia a lei finendo tra i suoi capelli,
sui
suoi occhi ed anche in bocca.
Il perché la sfortuna ormai la perseguitasse era un mistero.
Sta
di fatto che era caduta facendosi male al sedere, aveva corso a
perdifiato e
sbattuto contro la nuova preside, era bagnata fradicia ed ora era
ricoperta d’erba.
Tutto questo, come se non potesse bastare, davanti a Scorpius Malfoy.
Che
umiliazione stare davanti a lui, vedeva le sue labbra sottili curvarvi
in un
sorriso fino a diventare una risata acuta!
Non era un suono sgradevole, dopotutto…
«Potter, devi vedere la tua faccia, è
bellissima!» cominciò a
ridere.
Lily non rispose e distolse lo sguardo da quegli occhi di
ghiaccio, arrossendo leggermente.
Solo quando sentì le mani di lui toglierle i vari ciuffi
verdi dai
capelli vermigli si girò di scatto, sorpresa.
Non era un sogno o un’illusione: Scorpius le stava davvero
levando
l’erba dalla divisa e dai capelli.
Non diceva niente.
Un sorriso diverso dai suoi soliti, più dolce, era dipinto
sul suo
bel volto.
Anche stavolta Lily cercò di nascondere lo stupore in un
sorriso
sincero, aprendo la bocca per dire qualcosa e richiudendola subito
dopo.
«Voi Malfoy sarete la mia rovina» disse.
«Probabilmente sì».
Quando finì il suo lavoro, la ragazza si sentì
tremendamente in
colpa per tutte le cattiverie che aveva pensato di lui, maledicendosi
per la
sua stupidaggine.
Non si sa per quale impulso frenetico fece sì che la sua
mano prendesse
quella di Scorpius per stringerla leggermente.
«Beh…Grazie».
«Figurati» disse lui allontanando subito la mano da
quella di lei
e alzandosi. «Su, Potter, alzati».
«Non possiamo rimanere un altro po’ qui?»
«No, fa freddo per te»
Lily sorrise.
«Da quando ti preoccupi per la mia salute?»
«Lily-». Sospirò.
«Alzati».
La Potter sgranò gli occhi.
«Ehi, m-mi hai chiamato per nome!»
boccheggiò alzandosi e
guardandolo negli occhi.
«E allora?».
«E’ la prima volta che i chiami
così».
«Non ci ho fatto caso…».
«P-potresti rifarlo?».
Questa volta fu Scorpius a rimanerne sorpreso.
«Hai la febbre per caso?».
«No, è solo che è strano!».
«No».
«Come?».
«Ho detto di no!».
«Perché?» disse sofferente Lily.
«Stai diventando noiosa».
La Grifondoro si zittì di botto, abbassando lo sguardo sulle
sue
scarpe bagnate.
«Scusa» sussurrò.
«Non ti scusare».
«Non per questo; perché ho sempre pensato male di
te quando invece
sei-… beh, simpatico e sì, passare del tempo con
te non mi dispiace affatto».
Scorpius inarcò le sopracciglia.
«E’ per caso un complimento?».
«Nooo! Cioè, pensala come vuoi»
arrossì Lily.
«Potter…».
«Lily» precisò lei.
«Stai congelando».
Si levò la felpa per posarla sulle spalle di Lils.
«Sei una femmina, anche se non può
sembrare» disse notando questa
volta il suo stupore.
«Scorpius… vuoi che ti racconti la fine di questa
storia?» chiese.
Non sapendo di cosa stesse parlando, il Malfoy sospirò per
poi
annuire.
«Noi due non ci parleremo più e sarà
tutto come dovrebbe essere»
disse.
«Non credi sarebbe uno scherzo della natura se io e te
andassimo
d’accordo?»
Lily sorrise tra le braccia di lui. «Già!
È disgustoso, vero?»
«Penso si».
Mentre s’incamminavano per raggiungere il castello in un
velato
silenzio, Scorpius sbuffò rassegnato, pensando a quello che
aveva detto cinque
minuti prima la ragazza, per poi capire che: «La fine non ci
sarà mai».
Sarebbe stato così: perché ormai le farfalle
nello stomaco erano
lì anche se era strano a dirsi e le frasi imbarazzanti
iniziavano a farsi largo
nei loro discorsi. Sarebbero finiti i giorni delle litigati, presto o
tardi.
«Hai detto qualcosa?» domandò Lily.
«No, Potter, non ho detto niente».
Lilian sorrise.
«Comunque, stavo pensando, hai presente
Gazza…».
Roberta.