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Autore: _moonlight    18/01/2010    6 recensioni
Un sorriso diverso dai suoi soliti, più dolce, era dipinto sul suo bel volto.
Anche stavolta Lily cercò di nascondere lo stupore in un sorriso sincero, aprendo la bocca per dire qualcosa e richiudendola subito dopo.
«Voi Malfoy sarete la mia rovina» disse.
«Probabilmente sì».
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non domandatemi perché sto scrivendo così tante L/S, non lo so nemmeno io.
La shot si chiama “Ti racconto la fine” perché non si saprà mai cosa Lily e Scorpius hanno fatto prima di arrivare al Lago Nero, questa semplicemente è la fine della loro malandrinata e forse chissà, dei loro litigi. Ringrazio tutte le persone che leggono le mie fiction, “This is okay” ha superato le 350 letture addirittura : D e ringrazio vivamente chi mi recensisce e segue questo paring. Mi sono allungata troppo non è cosi ç_ç ? Dedicata a ...boh <3

 

 

 

Ti racconto la fine 

 

 
Aveva sempre pensato che il suo istinto e il suo cervello non andassero d’accordo. Sapeva benissimo che questo non succedeva solo a lei, ma il suo ormai era un caso perso.
Ci stava giusto pensando in quel momento, mentre correva a perdifiato per il corridoio affollato di studenti facendosi spazio tra loro spintonando e chiedendo veloci e sussurrati “scusa”.
Guardò indietro continuando a correre e sbattendo violentemente sul petto di chissà quale persona, che solo poco dopo riuscì a riconoscere come la professoressa McGranitt.
«Potter, non si corre per i corridoi!» aveva urlato quando era ormai troppo lontana per sentirla.
Sorrise leggermente e fece l’occhiolino ad un ragazzo del secondo anno che la guardava stranito. Possibile che tutti quei ragazzi andassero nel senso opposto al suo?
Si girò nuovamente e questa volta i suoi occhi trovarono quello che stavano cercando.
«Potter, non ti girare e corri!»
«Cosa pensi stia facendo?»
Brusca come sempre, poco male comunque. Ormai stava al centro della pista e le toccava ballare – correre, in questo caso.
«La colonna!» urlò la voce dietro di lei.
Questa volta doveva ammetterlo: per la prima volta l’aveva salvata. Lily sfiorò per poco quella che sembrava un enorme masso davanti al suo naso e ringraziò Godric con tutto il suo cuore per averlo schivato.
«Idiota, l’avevo vista…»
«Che cogliona.»
Come si era potuta cacciare in un guaio simile?
Complimenti Agente P3, hai appena fatto la cazzata più grossa della tua vita!
Restate sintonizzati per sapere le grandi avventure di Miss Potter e Mr Deficienza.
Roba da far arricciare la barba a Merlino!
Se l’avesse saputo Hugo l’avrebbe uccisa e James probabilmente avrebbe avuto la stessa identica reazione; idem i suoi genitori e Al.
Ma se non fosse stata così stupida e con così poco buon senso non si sarebbe mai divertita così tanto.

 

La sua corsa, fortunatamente, finì presso il Lago Nero, dove i troppi pensieri strozzati dai battiti frenetici del suo cuore non le fecero notare il terreno scivoloso, così che, due secondi dopo, si trovò stesa per terra con un dolore lancinante al lato B.
Senza muoversi da quella posizione cominciò a respirare più lentamente, cercando di calmare il suo cuore galoppante. Fissò il cielo grigio per qualche minuto prima che una chioma bionda gli si parò davanti, ansimante.
Con le mani poggiate sulle sue ginocchia ispirava ed espirava fissandola al sotto di lui.
«Ti rendi conto cosa hai appena fatto?» riuscì a domandare la rossa.
«Ti correggo: cosa abbiamo appena fatto»
Lily rise forzata.
«Divertente, imbecille, ottima battuta».
«Pensi che stia scherzando?» gli chiese sorridendo malignamente lui dall’alto.

«Non ti sopporto!» sbottò la ragazza alzandosi senza preavviso e sbattendo contro la fronte del compagno.
«Ahhhh! Malfoyyy!» si lamentò Lily tenendosi la testa come se potesse cadere e indietreggiando leggermente.
«Per Salazar, Potter, ogni movimento che fai è mortale per chi ti sta intorno!» disse Scorpius massaggiandosi la fronte dolente.
Era possibile che ogni cosa che lei faceva, lui la criticasse sempre? Era seccante.
«Smettila di criticarmi»
«Sei noiosa» azzardò il Serpeverde.
«
Senti» iniziò Lily, «se proprio ti annoio perché non te ne vai?» gli domandò acida sedendosi nuovamente.
Scorpius fece spallucce.
«Non sei tu che mi devi dire quello che devo o non devo fare»
«Non ho detto questo» si scusò lei strappando distrattamente qualche erbaccia.
«Te lo concedo, Potter…»
Si mise affianco a lei, rimanendo in piedi.
«Come complice non sei niente male».
Lilian trattene lo stupore sbuffando.
«L’ho fatto solo perché mi andava.
»
«Ma te lo concedo, Malfoy, nemmeno tu sei un cattivo compagno di disgrazie» disse mostrandogli il suo sorriso migliore.
«Ricordiamo chi ha fatto il piano».
«E ricordiamo chi ha fatto la pozione».
Scorpius storse il naso con aria disgustata.
«L’hai anche fatta sbagliata se è per questo».
«Sì, ma… quelli sono dettagli» abbozzò Lily.
Il ragazzo scosse la testa facendo qualche passo verso il Lago Nero e strozzando una risata per i vacui pensieri di qualche ora prima.
«Hai visto la faccia di Brian?»
La Grifondoro cominciò a ridere tenendosi la pancia tra le braccia.
«Aveva gli occhi spalancati come un pesce» aggiunse tra le risate osservando la figura maschile di fronte al lago dove il cielo coperto dalle nuvole si rifletteva come in uno specchio.
«Non ha tutti i torti però: insomma, anche se era una cazzata abbiamo pur sempre collaborato».
Non ci aveva mai pensato Lily che era la prima volta che faceva una cosa di comune accordo con lui. La maggior parte delle volte che parlava con Malfoy era per prendersi in giro, parlare male delle reciproche famiglie e finire in punizione dal preside.
Capitò una volta in cui lui, Prefetto, levò dieci punti a Grifondoro senza un motivo ben preciso, almeno per Lily, che si era vendicata facendolo diventare un topo.
Questa volta era diverso, però: Scorpius l’aveva raggiunta e gli aveva chiesto di fare, beh… quello che avevano fatto, e lei aveva accettato. Aveva accettato.
Ma cosa gli era passata per la testa in quel momento? Sarebbe stato un mistero anche per una testa calda come lei, ne era certa.
«Sarà stato uno shock aver scoperto che eravamo stati noi due insieme».
«Penso di sì vista la faccia» disse Scorpius attento a non far bagnare le scarpe dalla riva del Lago.
«Non dovrà succedere più allora» disse la ragazza.
«Lo dici sempre».
«Non è vero, quando l’avrei detto?».
«Quando ti ho fatto ripetizioni di pozioni, quando mi hai fatto diventare un topo, al tuo compleanno… ogni volta che litighiamo e-».
«Okay, okay, ho capito» lo fermò la rossa, sapendo che avrebbe continuato all’infinito se necessario.

Rimasero qualche minuto di silenzio.
Faceva freddo ma dovevano aspettare che al castello si fossero almeno in parte scordati dell’accaduto. Ma anche nel caso che se ne fossero dimenticati – cosa improbabile – Lily non aveva alcuna intenzione di andarsene: in quel momento si stava così bene lì, si sentiva come se si trovasse a casa sua davanti al cammino con delle Cioccorane; era una bella sensazione anche al freddo.
Restava il fatto, però, che quel silenzio era estremamente imbarazzante.
Non avevano niente da dirsi? Allora perché stavano tutti e due fermi lì come due imbecilli?
Uno che fissava il lago e lanciava qualche sassolino che andava formando vari cerchi nell’acqua e l’altra che continuava a strappare qualche ciocca d’erba ed aspettare che l’altro parlasse. Se non fosse stato per quel qualcosa di non ben definito che la faceva rimanere lì, si sarebbe alzata e se ne sarebbe andata senza tanti complimenti.
Chissà, se non fosse stata in sua compagnia, magari se ne sarebbe andata sul serio e non sarebbe rimasta lì aspettando immobile un suo segno di vita.
Quando però questo “segno” arrivò, si pentì vivamente di aver sperato che parlasse, perché lo sguardo che le rivolse era di chi aveva appena pensato una cosa geniale.
«Nah... sei troppo fifona» rimuginò Scorpius.
«Cosa?» chiese Lily, non capendo di cosa stesse parlando.
«Dico che sei troppo fifona per bagnarti la mano con l’acqua del Lago» si spiegò lui abbassandosi e toccando la superficie dell’acqua.
«Il nuovo regolamento dice che non si potrebbe nemmeno avvicinarsi al lago, pensa toccarlo» l’ammonì lei, sgranando gli occhi quando vide la mano bagnata del ragazzo.
«Ecco, come non detto.»
«Lo faresti…oppure sei troppo buona e santa per farlo?».
«Ti sei per caso dimenticato cosa abbiamo appena fatto?».
«Certo che no, ma quello rispetto a questo è una cavolata».
Non sapeva cosa doveva fare. Si bagnava la mano e gli dimostrava che non era una fifona o non lo faceva e se lo sarebbe fatto rinfacciare a vita? Questi erano i dilemmi di Lily Potter.
Se fosse stata un’altra persona avrebbe sicuramente lasciato perdere e detto: “Ma chi se ne frega di quello che dici, io non voglio rischiare l’espulsione!”, che sarebbe stata la cosa migliore. Purtroppo lei non era “qualcun altro”, era semplicemente… Lei.
Ed è per questo che l’istinto aveva nuovamente vinto sul suo cervello, così che si era alzata, si avvicinata al ragazzo e, dopo averlo guardato con aria di sfida, aveva contato fino a tre –come gli aveva spiegato la madre- per poi immergere la mano nell’acqua.
Con il senno di poi, probabilmente non avrebbe più fatto una cosa del genere con un Malfoy affianco, perché, casualmente, perse l’equilibrio e cadde, di faccia stavolta, nell’acqua che non si sarebbe dovuta nemmeno toccare con un dito.

Complimenti un'altra volta, Agente P3!

 

Quando riemerse dall’acqua fredda e nera, tutti i suoi vestiti aderivano al suo corpo magro e i capelli lunghi e rossi era ormai appiccicati alle gote e alla curva del suo collo. A quella vista, Scorpius non riuscì a trattenere una risata: per quanto in un certo senso fosse eccitante, c’era qualcosa di divertente nel vederla così.
«Devo dire, Potter, che l’effetto bagnato non ti dona proprio».
Lily strinse i pugni per sopprimere la rabbia trascinando le scarpe zuppe d’acqua fuori dal Lago.
Non riuscì però a trattenersi dal rispondere irata.
«Non avvicinarti a me, Malfoy, rischieresti di morire».
Senza un'altra parola tornò a sedersi al posto di prima, imbronciata.
«Tu cadi e la colpa sarebbe mia?» chiese Scorpius, inginocchiandosi davanti a lei.
«Mi hai spinto!».
«Sei tu che non sai reggerti sulle tue gambe».
«Ti avevo detto di non avvicinarti se no ti avrei ucciso».
«Non ne saresti capace» sorrise il Serpeverde.
Irritata da tutto ciò e dalla sua stupidaggine, strappò qualche pezzo d’erba lanciandolo verso il ragazzo con un gesto secco della mano. I fili verdi e sottili, però, per una folata di vento inaspettata volarono dalla parte opposta al biondo e diritti in faccia a lei finendo tra i suoi capelli, sui suoi occhi ed anche in bocca.
Il perché la sfortuna ormai la perseguitasse era un mistero. Sta di fatto che era caduta facendosi male al sedere, aveva corso a perdifiato e sbattuto contro la nuova preside, era bagnata fradicia ed ora era ricoperta d’erba. Tutto questo, come se non potesse bastare, davanti a Scorpius Malfoy. Che umiliazione stare davanti a lui, vedeva le sue labbra sottili curvarvi in un sorriso fino a diventare una risata acuta!
Non era un suono sgradevole, dopotutto…
«Potter, devi vedere la tua faccia, è bellissima!» cominciò a ridere.
Lily non rispose e distolse lo sguardo da quegli occhi di ghiaccio, arrossendo leggermente.
Solo quando sentì le mani di lui toglierle i vari ciuffi verdi dai capelli vermigli si girò di scatto, sorpresa.
Non era un sogno o un’illusione: Scorpius le stava davvero levando l’erba dalla divisa e dai capelli.
Non diceva niente.
Un sorriso diverso dai suoi soliti, più dolce, era dipinto sul suo bel volto.
Anche stavolta Lily cercò di nascondere lo stupore in un sorriso sincero, aprendo la bocca per dire qualcosa e richiudendola subito dopo.
«Voi Malfoy sarete la mia rovina» disse.
«Probabilmente sì».
Quando finì il suo lavoro, la ragazza si sentì tremendamente in colpa per tutte le cattiverie che aveva pensato di lui, maledicendosi per la sua stupidaggine.
Non si sa per quale impulso frenetico fece sì che la sua mano prendesse quella di Scorpius per stringerla leggermente.
«Beh…Grazie».
«Figurati» disse lui allontanando subito la mano da quella di lei e alzandosi. «Su, Potter, alzati».
«Non possiamo rimanere un altro po’ qui?»
«No, fa freddo per te»
Lily sorrise.
«Da quando ti preoccupi per la mia salute?»
«Lily-». Sospirò. «Alzati».
La Potter sgranò gli occhi.
«Ehi, m-mi hai chiamato per nome!» boccheggiò alzandosi e guardandolo negli occhi.
«E allora?».
«E’ la prima volta che i chiami così».
«Non ci ho fatto caso…».
«P-potresti rifarlo?».
Questa volta fu Scorpius a rimanerne sorpreso.
«Hai la febbre per caso?».
«No, è solo che è strano!».
«No».
«Come?».
«Ho detto di no!».
«Perché?» disse sofferente Lily.
«Stai diventando noiosa».
La Grifondoro si zittì di botto, abbassando lo sguardo sulle sue scarpe bagnate.
«Scusa» sussurrò.
«Non ti scusare».
«Non per questo; perché ho sempre pensato male di te quando invece sei-… beh, simpatico e sì, passare del tempo con te non mi dispiace affatto».
Scorpius inarcò le sopracciglia.
«E’ per caso un complimento?».
«Nooo! Cioè, pensala come vuoi» arrossì Lily.

«Potter…».
«Lily» precisò lei.
«Stai congelando».
Si levò la felpa per posarla sulle spalle di Lils.
«Sei una femmina, anche se non può sembrare» disse notando questa volta il suo stupore.
«Scorpius… vuoi che ti racconti la fine di questa storia?» chiese.
Non sapendo di cosa stesse parlando, il Malfoy sospirò per poi annuire.
«Noi due non ci parleremo più e sarà tutto come dovrebbe essere» disse.
«Non credi sarebbe uno scherzo della natura se io e te andassimo d’accordo?»
Lily sorrise tra le braccia di lui. «Già! È disgustoso, vero?»
«Penso si».
Mentre s’incamminavano per raggiungere il castello in un velato silenzio, Scorpius sbuffò rassegnato, pensando a quello che aveva detto cinque minuti prima la ragazza, per poi capire che: «La fine non ci sarà mai».
Sarebbe stato così: perché ormai le farfalle nello stomaco erano lì anche se era strano a dirsi e le frasi imbarazzanti iniziavano a farsi largo nei loro discorsi. Sarebbero finiti i giorni delle litigati, presto o tardi.
«Hai detto qualcosa?» domandò Lily.
«No, Potter, non ho detto niente».
Lilian sorrise.
«Comunque, stavo pensando, hai presente Gazza…».

 

 

 

 

 

 

 

 

Roberta.

   
 
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