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Autore: vale_cullen1992    19/01/2010    12 recensioni
- BELLA! DOVE SEI? CHE È SUCCESSO? – Edward urla. Non capisce. Non immagina nemmeno lontanamente che sto per dirgli addio. Che sto morendo. - Io non… non lo so… c’è la neve… e fa’ freddo… c’è sangue… Edward… - mi blocco, rilasciando un sospiro tremolante e ricolmo di dolore. – Mi… mi dispiace… -
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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red 1
Salve a tutti!
Vi chiederete: che cosa cavolo ci fai, qui??
Bella domanda... -.-
Vabbè... allora, questa è una storiella in tre parti, nata da un sogno fatto la scorsa settimana. Anzi, più correttamente, da un incubo.
Avete presente quando un pensiero non fa' che ronzarvi nella testa?
Ecco, a me è successo questo. Ho deciso quindi di scrivere questo sogno, così da levarmelo dalle scatole - o dalla testa, che dir si voglia. -
Non è niente di che, ma se vi va lasciatemi un commentino. Non mi offendo.
Un bacio.
Buona lettura.

Betato By Yara89



Red.

Part I

Pov Bella.

- Coraggio Bella! Vedrai che sarà divertente! – strepita Jessica, saltandomi addosso e stringendomi in un abbraccio stritolatore.


Le scocco un’occhiataccia, per poi continuare a fissare un punto indefinito davanti a me.  – Dovrei essere da Edward ora, non al freddo aspettando un stupido pullman, oltretutto in ritardo! – mi lamento, mentre iniziano a cadere alcuni fiocchi di neve. Ecco, per l’appunto. Il colpo finale al mio umore.

Angela, seduta sulle ginocchia di Ben, mi guarda compassionevole. Beh, almeno lei dimostra un po’ di pietà verso la sottoscritta. Tutta un’altra cosa rispetto Jessica, che non fa’ che alzare gli occhi al cielo e sbuffare.

- Cullen lo vedrai appena torniamo, non essere seccante, per favore. State sempre appiccicati, per una volta stai con le tue fantastiche amiche, no? – mi rimbecca acidamente. Le mostro il dito medio, senza risponderle. - Complimenti, stai uccidendo la mia euforia. - si lamenta, cercando di farmi sentire in colpa.

Le scocco un'occhiataccia. - Si, lo vedo quanto la sto uccidendo. - dico sarcastica.

- Ehi, è il nostro! Il pullman per Seattle! – strilla Lauren, saltando in piedi e indicando un bus giallo, in arrivo dalla parte opposta.

Inizio a ringraziare una lunga carrellata di Santi e Sante, mentre tolgo dal mio viso un fiocco di neve. Odio questo freddo, e odio dover andare a fare shopping in queste condizioni. Meglio un letto caldo e un buon libro, decisamente. O un letto caldo e Edward. Una delle due, insomma.

- Ehi? Muoviti Bella! – mi chiama Angela, in fila per salire.

Afferro la borsa Nike accanto a me, alzandomi in piedi e camminando prudentemente verso gli altri. Meglio evitare di scivolare sull’asfalto ghiacciato. Non mi va di ritrovarmi la testa fasciata. Edward non ne sarebbe troppo felice.

Mi blocco, quando una serie di brividi mi scuotono. Non posso vederlo a causa degli indumenti che indosso, ma sono sicura di avere una maxi pelle d’oca.

Avete presente quando vi colgono quelle brutte sensazioni?

È come se ci fosse un campanello che suona incessantemente, indicando “pericolo”. La maggior parte delle persone non da mai retta a questo campanello, preferendo passarci sopra e ignorare tutto.

Beh, io sono una di queste persone.

Salgo sul pullman, rilasciando un sospiro di puro piacere quando una ventata di aria calda mi raggiunge il viso. Raggiungo uno degli ultimi posti, sedendomi e tirando fuori il mio Ipod fucsia. Metto le cuffie, scegliendo la lista delle canzoni da ascoltare. Parte la prima, “I’m Outta Time”, degli Oasis.

Mi rilasso sullo schienale, osservando la strada che scorre davanti a me e ignorando gli schiamazzi delle persone che mi circondano.

Canticchio la canzone, pensando a Edward. Chissà che starà facendo. Non era molto contento di questa gita, anzi. Non fa’ che ripetermi che attiro disgrazie, andare a Seattle, secondo lui, era come buttarsi tra le braccia di innumerevoli casini e guai.

Afferro il cellulare dalla tasca, scrivendoli un sms. Gli avevo promesso che appena sarei salita in pullman gli avrei scritto, giusto per rassicurarlo un po’.


“Amore, sono in pullman. Come vedi non sono morta, ne ferita, ne altro. Continua a nevicare e il pullman va a rilento. È una palla immane, ma non posso mica prendere a pugni l’autista e costringerlo ad accelerare, no? Cioè, teoricamente potrei. Ma meglio stare buona qui. Ci sentiamo dopo, Eddy. Ti amo. “


Chiudo il cellulare non appena l’sms risulta inviato. Parte un’altra canzone, “The Resistence” dei Muse.

Mi coglie nuovamente quell’odiosa sensazione di poco prima, che mi fa’ agitare inquieta sul sedile.

Accade tutto così in fretta.

A causa della musica, non sento il pullman che slitta e cerca di frenare sull’asfalto ghiacciato.

Finisco contro il vetro, sbattendo violentemente la testa. Le cuffie mi cadono, facendomi sentire le urla spaventate di tutte le persone sul pullman. Attorno a me, sembra sia scoppiato l'Inferno, ovunque vi sono urla spaventate.

Il pullman esce fuori strada, finendo contro una quercia secolare, enorme. L’impatto è talmente forte che i vetri vanno in mille pezzi, mentre io vengo sbalzata sull’asfalto ricoperto di neve.

La caduta è tremenda, dolorosa. È come cadere su dei coltelli o sul vetro. Non trovo qualcosa di anche solo lontanamente simile al dolore che provo.

Continuo a rotolare. Sbatto nuovamente la testa, ferendomi. La spalla esce fuori, scomposta. Il braccio destro si spezza di netto. La tortura si blocca quando sbatto contro un grosso masso, che mi rompe almeno tre costole.

Fatico a respirare.

Tossisco sangue.

Le costole sono penetrate nei polmoni.

L’unica cosa che sento è un ronzio sordo alle orecchie. Ormai il mio corpo ha fatto l’abitudine al dolore che mi opprime, non fa’ più nemmeno tanto male.

Calde lacrime iniziano a rigarmi le guance, mentre rantolo alla ricerca di ossigeno, spaventata. Sento freddo, un freddo diverso da quello che si prova in una giornata invernale.

È come se mi stessi spegnendo. E come se stessi… morendo.

Accanto alla mia mano sento un piccolo trillo, il cellulare. Lo afferro con mani tremanti, gemendo dal dolore. Apro lo sportellino e lo metto accanto a me, non ho la forza di tenerlo tra le mani.

- Amore? – la voce calda di Edward è un colpo allo stomaco, mi fa’ singhiozzare forte, togliendomi quel poco fiato che mi è rimasto. – BELLA! – strilla Edward, spaventato.

- Edward… - riesco a mormorare. – Non… Fa’ male, Edward… Aiutami, ti prego… per favore… - scoppio a piangere, mentre al contempo mi assale nuovamente la paura. Il silenzio tombale, attorno a me, non aiuta di certo. Da un ultimo tocco di agghiacciante spettralità.

- BELLA! DOVE SEI? CHE È SUCCESSO? – Edward urla. Non capisce. Non immagina nemmeno lontanamente che sto per dirgli addio. Che sto morendo.

- Io non… non lo so… c’è la neve… e fa’ freddo… c’è sangue… Edward… - mi blocco, rilasciando un sospiro tremolante e ricolmo di dolore. – Mi… mi dispiace… -

Non sento la risposta di Edward, è come un lontano ronzio.

Dinanzi a me si para una figura. Un ragazzo alto.

È bello, una bellezza sconvolgente e inquietante. Ha capelli neri come la notte, e occhi dello stesso colore. È pallido, e sorride in una maniera agghiacciante. Si china verso di me, afferrando il cellulare.

- Questo non serve più. – mormora, chiudendo la chiamata. Mi agito, pensando a Edward e a cosa sta facendo. Non sentendomi più al telefono potrebbe fare qualche follia, ne sono certa.

- Ora, passerotto, a te ci penso io. – il ragazzo si china, sorridendo crudelmente, e io vengo avvolta dalle tenebre.

*****

** Note **

Solo io posso fare sogni allucinanti e orribili come questo... -.-
E ancora è all'inizio!! Vi chiederete: chi è il ragazzo e cosa le farà??!!
Eh eh eh... io lo so... =P
Le tre parti sono già scritte, quindi non aspetterete secoli... ^_^
La seconda parte verrà postata Giovedì, e l'ultima Lunedì.
Sabato ho una festa - l'ennesima... >_< - e non sarò a casa.

Un bacione a tutti.
Vale_cullen1992

   
 
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