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Autore: Laricchia Bianca    19/01/2010    1 recensioni
Qesta storia parla delle vicende che accadono alle quattro sorelle delle famiglia Yamanka con i loro problemi ma anche di eventi molti belli che avverranno durante il corso deo loro eventi. Ma comunque si concluderà tutto per il meglio. Vi prego datemi una vostra opinione..leggete.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Per poter riprendere in tutta calma il filo della nostra storia e arrivare cosi alle nozze di Hinata con la mente libera da curiosità insoddisfatte, sarà bene dare un'occhiata alle vicende accadute durante il periodo appena trascorso.

 E qui lasiatemi dire che se qualcuno dei letttori più in là con gli anni trova che negli avvenimenti che mi accingo a narrare ci sia un'pò troppo languore non potrò che rispondergli citanto una frase della signora Yamanaka:"Che cos'altro ci si deve ripetere quando in casa ci sono quattro fanciulle piene di vita e, proprio di fronte, un vicino giovane e affascinante?

 Quei due anni non avevano portato che pochi cambiamenti nella vita della quieta famiglia. La guerra si era finalmente conclusa e il signor Yamanaka,tornato sano e salvo, desiderava la sua vita fra i libri e la parrocchia che aveva trovato in lui un ministro davvero ideale per disponibilità, calore umano e religiosità;

un uomo tranquillo, studioso, ricco di quella saggezza che vale più di qualsiasi erudizione, di quella rarità che sola fa chiamare gli altri "fratelli" e di quella devozione che fa suscitare ovunque amore e stima.

Queste doti, a dispetto della povertà e della straordinaria integrità morale che gli avevano precluso successi di matura più mondana, attiravano su di lui le simpatie degli animi migliori, cosi come i fiori attirano le api.

 E, con altrettanta naturalezza il vecchio signore offriva loro un nettare nel quale cinquant'anni di dure esperienze non erano riusciti a mescolare neppure un goccia d'amarezza.

I giovani trovavano che il cuore di quell'uomo dai capelli ormai grigi era giovane quanto il loro, le donne turbate e infelici istintivamente gli confidavano dubbi e dolori, sicure di ottenere da lui la comprensione tanto agognata;

 i peccatori gli parlavano dei peccati commessi avendone in cambio rimprovero e redenzione, gli uomini dotati d'ingegno lo consideravano un interlocutore ideale; gli ambiziosi ricevevano illuminazioni sull'esistenza di ambizioni più nobili di quelle da loro abitualmente coltivate e perfine le persone dedite ai  piaceri della vita riconoscevano la bellezza e la verità della sue convinzioni pur sostenendo, subito dopo, che gli non avrebbero certo reso gran che.

 Agli estranei potevano sembrare che vfossero le cinque donne della famiglia a tenere in pugno le sorti della casa, ma questo era vero sotto certi aspetti.

Quel tranquillo erudito, sempre chino sui libri, rappresentava infatti tutt'ora la conoscienza, la sicurezza e il conforto di ciascuna di loro che a lui, padre e marito ideale nel senso più vero di quelle sacre parole, si rivolgevano ansiose nei momenti di difficoltà.

Le ragazze gli avevano donato l'anima come alla madre avevano dato il cuore e per ambedue i genitori nutrivano un amore che cresceva col tempo, unendoli nel più tenero dei legami,quello che e una benedizione durante la vita e soppravvive alla morte.

 La signora Yamanaka era ancora energica e attiva come nel momento in cui l'abbiamo lasciata, nonostante i capelli ormai grigi e si dava un gran daffare per Hinata, trascurando le abituali visite agli ospedali e agli istituti benefici ancora pieni di feriti e di vedove di combattenti, che alla sua presenza attingevano tanto conforto.

 Naruto Uzumaki aveva fatto il suo dovere al fronte per quasi un anno e, dopo essere stato ferito, aveva ottenuto il congedo.

Nessuno gli aveva dato medaglie o onori, nonostante se le meritasse in pieno per aver rischiato tutto ciò che aveva di più prezioso: la vita e l'amore, ambedue nel pieno della loro fioritura.

Rassegnato alla sorte toccategli aveva pensato a guarire dalla ferita e s'era messo alla ricerca di un'occupazione che gli consentisse di offrire una casa a Hinata.

Il buon senso e la spirito d'indipendenza che da sempre lo avevano conttraddistinto gli avevano anche impedito di accettare le generose offerte del signor laurence.

La scelta, infatti, era caduta su un posto di contabile che gli garantiva un salario sicuro, anche se modesto, senza affrontare il rischio costituito da un'attività in proprio avviata con denari presi in prestito.

Hinata passava il suo tempo lavorando e aspettando; maturava nel carattere, diventava una brava donna di casa e si faceva di giorno in giorno più graziosa perchè l'amore rende bello colui che ama.

 Restavano ancora intatte le sue ambizioni e le sue speranze infantili che poco tolleravano l'idea di iniziare quella vita su basi tanto modeste.

Shikamaru Nara aveva appena sposato Temari e Hinata non poteva fare a meno di poter paragonare la bella casa dell'amica, la carrozza, gli abiti lussuosi, i regali splendidi con le modeste cose che l'aspettavano;

allora provava una punta d'invidia che però subito scompariva al pensiero di quanta pazienza, di quanto amore e di quanto lavoro Naruto avese messo nella cassetta destinata ad accoglierli e quando al tramonto se ne stavano seduti fianco a fianco e parlavano dei loro semplici progetti, allora il futuro le appariva così bello e luminoso da farle dimenticare gli splendori di Temari e da indurla a considerarsi la più fortunata e felice delle ragazze. Tenten aveva smesso di andare a tenere compagnia alla zia Yamanaka.

La vecchia signora aveva preso in gran simpatia Ino e s'era accattivata con la promessa di farle prendere lezioni da uno dei migliori insegnanti di disegno.

 Per raggiungere uno scopo tanto a lungo sognato, Ino sarebbe stata disposta a servire ancor una padrona più esigente.

Cosi riservava la sue mattinate al dovere, i pomeriggi al piacere e, nel complesso, se la cavava a meraviglia.

 Tenten aveva tutto il tempo per dedicarsi alla letteratura e a Matsuri, che dopo la scarlattina era rimasta delicata di salute.

Non che fosse un'invalida, ma no c'è l'aveva fatta a ritornare la creatura sana e rosea di un tempo.

 Tuttavia era felice, serena, piena di speranze nel futuro, sempre indaffarata nelle faccende domestiche che amava, e amica di ogniuno.

 Insomma, un vero dolce angelo della casa.

Da quando lo "Spread Eagle" un dollaro a colonna quella "robaccia senza valore", come lei amava definirla, Tenten si sentiva una donna ricca e continuava a scrivere novelle con assurdità;

il suo cervello ambizioso e affaccendato, però, era tutto un ribollire di grandi progetti e sulla vecchia cucina di ferro che, in soffitta le serviva da scrvania, si andavano accumulando pile di manoscritti che in futuro avrebbero forse dato lustro al nome dei Yamanaka.

Sai si era iscritto all'università soltanto per accontentare il vecchio nonno e stava ormai ambientandosi nel migliore dei modi grazie ai molti soldi che poteve permettersi di spendere, alle maniere gentili e affidabili,All'intelligenza e al buon cuore che lo spingevano a mettersi sempre nei guai pur di aiutare il prossimo: era beneamino di tutti.

 Tanto successo e tanta considerazione lo avrebbero anche irrimediabilmente corrotto se non avese avuto a disposizione tre antidoti contro il male: il vecchio gentiluomo che riponeva in lui tutte le sue speranze, la materna amicizia della signora Yamanaka che gli voleva bene come si vuole bene a un figlio e ultima, ma non per questo meno importante, la convinzione che quattro fanciulle innicenti lo amavano, lo ammiravano e credevano in lui con tutto l'affetto dei loro cuori.

In fondo, però, era un giovane come tutti gli altri e quindi gli piaceva divertirsi, corteggiare le ragazze, posare da elegantone, primeggiare negli sport;

 a volte faceva il prepotente ma subiva le prepotenze altrui,parlava il gergo in voga fra gli studenti e in un più di un caso aveva corso il rischio di essere sospeso o addirittura espulso dal collage.

 Alla base delle sue scappatelle, comunque, non c'era la cattiveria, bensi solo l'incontenibile esuberanza e una sfrenata errequietezza che gli permettevano di riuscire a cavarsela sempre, confessando con coraggio e apertamente i suoi torti e scontando poi il castigo con fermezza virile.

Tante volte, invece, era riuscito a scagionarsi servendosi dell'irresistibile potere di persuasione che certo non gli faveca difetto.

A dire la verità era assai fiero di sapersela cavare per il rotto della cuffia e nele lettere che scriveva alle ragazze Yamanaka gli piaceva vanitarsi di aver messo nel sacco il professore più severo, l'istruttore più attento e i rivali più accaniti e prepotenti.

 Quelli che Sai definiva "gli uomini della mia classe" erano degli errori agli occhi delle ragazze che non si stancavano mai di leggerne le prodezze e quando Sai li invitava a casa sua durante le vacanze, avevano addirittura l'onore e il privilegio di scambiare con quei superuomini qualche sorriso.

Ino specialmente godeva di questo alto onore, per merito della sua indiscussa bellezza e del fascino che sua madre le aveva regalato appiene mani, fascino del quale sapeva servirsi molto bene.

Hinata era assorbita dal suo amore per Naruto per potersi interessare ad altri"padreterni"e Matsuri,troppo timida per andare oltre qualche sbirciatina alla lontana, si meravigliava addirittura che Ino trattasse quei personaggi con tanta disinvoltura.

Chi si trovava nel pieno del suo elemento era Tenten, la quale soltanto a fatica riusciva a non imitare ogni gesto, ogni parola, ogni atteggiamento dei ragazzi che le sembravano assai più naturali delle noiose belle maniere prescritte alle signorine di buona famiglia.

Da parte loro, gli amici di Sai l'ammiravano molto e la consideravano simpaticissima, ma mai nessuno s'innamoro di lei mentre molti sospiravano per la bella Ino, allontanandosene poi col cuore pesante.

 Parlando di sentimenti, non si può a questo punto ignorare la "Piccionia".

Questo era il nome che Sai aveva affidato alla casetta che Naruto Uzumaki stava preparando per Hinata.

Lui diceva che era il nome più appripriato per il nido di due innamorati che quando stavano insieme "sembravano un paio di tortere che non fanno altro che sbaciucchiarsi e tubare".

 La casa era piccola, con un giardino altrettanto piccolo sul retro, e davanti un praticello dalle dimensioni di un fazzoletto.

Hinata profettava di far costruire una fontana, piantare alberi per un boschetto e far crescere fiori a profusione.

Al momento, però, la fontana era rappresentata da una vasca di pietra corrosa dal tempo e incrostata di fango, il boschetto consisteva di pochi giovani larici ancora incerti fra la vita o la morte e la sognata profusione di fiori era suggerita da una fila di bastoncelli che indicavano il punto in cui erano stati interrati i semi.

In compenso l'interno della casa era delizioso e la futura sposa si considerava entusiasta di tutto,dalla soffotta alla cantina.

Per la verità il soggiorno era talmente piccolo da far considerare un bene il fatto di non possedere un pianoforte che per intero non ci sarebbe proprio entrato.

 La sala da pranzo era cosi microscopica da non contenere più di sei persone e le scale della cucina sembravano costruite al solo scopo di far precipitare dentro la cassa del carbone chi serviva in tavola, con l'accompagnamento di piatti e di vassoi.

 Ma una volta che ci si fosse abituati a quei piccoli inconvenienti, e siccome non si può pretendere tutto e subito, l'insieme poteva venire considerato accettabile.

 I mobili erano stati scelti con buon gusto e buonsenso;

 niente tavoli con ripiani di marmo, nè specchi enormi, nè tende di pizzo alle finestre del piccolo salotto, ma cose semplici, molti libri, un paio di bei quadri alle pareti, piante fiorite ai davanzali e, sparsi unpò da per tutto, graziosi regali fatti da mani amiche, semplici testimonianze di un affetto sincero.

La statuetta di Psiche in marmo bianco, dono di Sai, non aveva perduto niente della sua bellezza, anche se la mensola su cui posava, messa a posto da Naruto, si teneva su per un miracolo di equilibrio;

 un tappezziere di professione non avrebbe droppeggiato la modesta mussola delle tende con maggior garbo di quanto non aveva fatto Ino, l'artista di famiglia.

 Il guardaroba traboccante di biancheria e di scatoloni, messo in ordine dalla mamma e da Hinata, aveva un'aria festosa e familiare e la cucina doveva la funzionale disposizione dei mobili ai numerosi tentativi di Sakura che almeno una dozzina di volte li aveva cambiati di posto prima di trovare la soluzione giusta e che addirittura aveva sistemato già legna nei caminetti, in modo da poterli accendere non appena la novella signora Uzumaki avesse messo piede nel suo nido.

 E posso assicurarvi che poche padrone di casa al mondo hanno incominciato la loro nuova vita con una provvista cosi imponente di strofinacci, contenitori, tovaglioli e sacchetti per ogni evenienza.

Matsuri ne aveva preparata una tale quantità che sarebbe abbondantemente bestata fino alle nozze d'argento della sorella.

 Solo, per il servizio di porcellana cinese, quello che era destinato a essere usato per il banchetto nuziale, aveva creato addirittura tre diversi tipi di copripiatto.

La gente non immaginava neppure cosa perde quando acquista in negozio tutte quelle cose invece di nricevere in regalo, perchè anche l'oggetto più umile diventa bello se offerto da mani affettuose.

E Hinata lo sperimentò di persona perchè ogni soprammobile e ogni attrezzo nel suo piccolo nido, dal matterello al vaso d'argento sul tavolo del salotto, erano la testimonianza dell'amore e della simpatia dei suoi cari.

Quante belle ore trascorse a fare progetti, quante corse nei negozi per fare tutti gli acquisti possibili e immaginabili.

Quanti sbagli divertenti e quante risate per le compere assurde e buffe di Sai!

Nonostante stesse per concludere gli studi, il giovanotto a volte si comportava come un ragazzino e non rinunciava alla sua predisposizione per gli scherzi.

 Aveva preso l'abitudine di portare Hinata, ogni settimana, quacosa di nuovo, di originale e utile, almeno al suo parere. Che cosa?

Un sacchetto di eccezionali pinze per stendere la biancheria, oppure una mervigliosa grattuggia per la noce moscata che, invece di grattuggiare, riduceve tutto in pezzi, o una scopa battitappeti che invece di potar via la polvere li scorticava;

un affila-coltelli che toglieva il filo alle lame più robuste, un sapone nuovissimo che ti spellava le mani, una colla infallibile che saldava solo le dita dello sciagurato che la usava.

E poi cento altre cianfrusaglie, da un salvadanaio per gli spiccioli a un miracoloso bollitore che lavava le stoviglie a vapore;

miracoloso davvero a parte il fatto che pareva sempre dover esplodere da un momento all'altro.

 Hinata lo scongiurava inutilmente di piasntarla, Naruto la prendeva in giro e Tenten lo aveva soprannominato"il signor Compratutto".

 Ma Sai non mollava, spinto dal desiderio di incoraggiare le nuove invenzioni del genio americano e di fornire agli amici quanto di meglio e di nuovo offriva la piazza.

E cosi ogni settimana arrivava con qualche novità inservibile.

-Finalmente fu tutto pronto, fin nei minimi particolari.

Ino aveva provveduto a mettere su ogni lavoro una saponetta del colore della tappezzeria e Matsuri aveva apparecchiato la tavola per il pranzo.

 -Sei soddisfatta? Ti senti proprio già a casa tua, tesoro? Pensi che sarai felice qui?

-Chiese alla figlia la signora Yamanaka, mentre, a bracetto, ispezionavano per l'ennesima volta il piccolo regno da cima a fondo.

E'il loro atteggiamonto appariva più tenero di sempre.

 -Si, mamma sono, soddisfattissima, grazie a voi tutti, e talmente felice da non poter dire quanto-riprese Hinata rivolgendole uno sguardo luminoso, più eloquente di qualsiasi parola.

 -Se Hinata potesse avere un paio di persone di servizio, sarebbe tutto perfetto-disse Ino, uscendo dal salotto dove aveva riflettuto a lungo se il Mercurio di bronzo stesse meglio sulla scansia o sul caminetto.

 -Mamma e io ne abbiamo parlato più volte e ho deciso di seguire il suo consiglio e cavarmela da sola-rprese trnquillamente Hinata.

-Non avrò un gran da fare, con Ines che sbrigherà per me le commissioni e mi darà una mano per le faccende più pesanti.

E poi, restando troppo inattività, rischierei dimprovare nostalgia per la mia vecchia casa, o di diventare una pigrona.
-Temari Nara ha quattro servitori-replico Ino.
-Se anche Hinata li avesse,-intervenne Tenten, impegnata a dare un ultima lucidatina alle maniglie, avvolta in un grembiulone azzurro-non saprebbe dove alloggiarli.
Lei e Naruto dovrebbero andarsene a dormire in giardino.
 -La signora Yamanaka sorrise.
-Il marito di Temari era un uomo ricco e la loro casa è impegnativa da mantenere e richiede molto perrsonale.
Hinata e Naruto, invece, cominciano più umilmente, ma sono sicura che saranno ugualmente felici in questa casetta.
Per una giovane sposa e un grosso sbaglio iniziare la vita coniugale non avendo altro da pensare che cambiarsi d'abito, dare ordini alla servitù e spettegolare.
Ricordo che io, subito dopo il matrimonio, mi auguravo che i miei vestiti nuovi si logorassero in fretta, magari si strappassero, per avere il piacere di rammendarli.
 Ero cosi stufa di ricamare e stirare fazzoletti!
-Perchè non te ne sandavi in cucina a mettere tutto sottosopra come pare faccia Temari per divertirsi anche se poi non le riesce mai niente di buono e la cuoca ride di lei?-disse Hinata.
-Lo feci, infatti, ma dopo un'pò di tempo, e non "pasticciare", come dici tu, piuttosto per imparare da Ines come devono essere fatte le cose, e cosi rise di me.
In principio lo facevo quasi per gioco, per sconfiggere la noia, ma poi venne il tempo in cui fui felice e non solo di aver imparato a cucinare, di riuscire a preparare del buon cibo per le mie bambine ma anche di cavarmela da sola in ogni cosa; fu quando non potei sostenere le spese della servitù.
Tu,mia cara Hinata, cominci da niente ma tutto quello che imparerai ora ti sarà utilissimo anche se Naruto diventerà ricco, perchè una padrona di casa, per quanto splendida questa casa sia, bisogna che sappia come vanno fatte le cose se vuole essere servita e non presa in giro.
-Si, mamma, hai ragione-rispose Hinata, che aveva ascoltato rispettosamente la piccola predica della mamma, piuttosto lunga, per la verità, perchè qualsiasi donna, quando si mette a parlare di come condurre una casa, non la finirebbe più.
Poi madre e figlia salirono al piano superiore e raggiunsero il guardaroba dove era riposta in bell'ordine la biancheria nuova.
 -Di quetsa mia casa di bambole, il gurdaroba è la stanza che amo di più-disse Hinata, con aria soddisfatta.
Tenten era la, intenta a disporre sulle scansie pile e pile di biancheria e aveva sul volto un sorriso radioso, come se quel lavoro la divertisse tantissimo.
E tutte e tre risero alle parole di Hinata.
 Quando si parlava del guardaroba, infatti, nessuno riusciva a trattenere un sorrisetto pensando alla zia Yamanaka.
 Dovete sapere che la vecchietta aveva promesso solennemente che se Hinata si fosse davvero sposata con quel Naruto Uzumaki, lei non le avrebbe lasciato nemmeno il becco di un quattrino; ma poi, col passare del tempo, la rabbia e la delusione s'erano placate, mettendola quindi in una posizione molto imbarazzante perchè non sapeva come liberarsi di un giuramento di cui s'era pentita.
Senza confidarsi con nessuno, aveva arzigogolato a lungo sul modo di aggirarlo e alla fine aveva maturato un piano di cui si sentiva pittosto soddisfatta.
La signora Inuzuka madre di Kiba, era stata incaricata di acquistare, far confezione e cifrare una quantità di finissima biancheria da casa e da tavola e di inviarla poi come suo regalo.
Il che era stato puntualmente eseguito. Ma il segreto aveva finito per trapelare, con grande soddisfazione della famiglia Yamanaka.
 La vecchia zia aveva continuato a fare l'indifferente, ripetendo che avrebbe mantenuto l'antica promessa di regalare alla prima ragazza Yamanaka che si fosse sposata la sua collana di perle nient'altro.
-Mi dà una grande gioia vedere tutta questa roba.
Avevo un'amica ricordo, che portò in dote solo sei lenzuola.
 In compenso possedeva sei coppette lavadita e ne era molto orgogliosa-disse la signora Yamanaka, accarezzando con mano esperta la bella tovaglia di tessuto damascato.
 -Io di coppette lavadita no ne ho nenche una ma quasta biancheria mi durerà per tutta la vita-replicò Hinata, con aria d'importanza.
-Almeno a detta di Ines.
 -Sta arrivando Compratutto!-grido Tenten dal basso. E tutte scesero incntroa Sai; le sue visite settimanali erano uno dei principali diversivi nella loro qiete vita di tutti i giorni.
proprio in quel momento, stava attraversando la strada a grandi passi un giovanotto alto, largo di spalle, con i capelli tagliati cortissimi, un cappello di feltro a larghe tese e un vestito alla buona.
 Arrivato al cancello, invece di aprirlo, scavalcò d'un balzo la siepe andando poi incontro a braccia aperte alla signora Yamanaka.
-Eccomi qui mamma!Si, tutto bene-disse con voce allegra.
 Quelle parole erano in risposta all'occhiata dell'anziana signora;
 un'occhiata tenera e interrogativa che i begli occhi del ragazzo ricambiarono con tanta franchezza da far si che la piccola cerimonia fosse conclusa, come sempre, da un bacio materno.
 -Per futura signora Uzumaki, ecco qui, con mille complimenti e da parte dell'autore. Che Dio ti benedica, Matsuri!
E tu,Tenten che piacere vederti. Ino, carissima, ogni giorno diventi più bella.
 Mentre parlava, Sai porse a Hinata un pacchetto avvolto in carta marrone tirò il nastro che stringeva i capelli di Matsuri, lanciò un'occhiata al grembiulone senza maniche di Tenten e un'altra, di esagerata ammirazione ad Ino e quindi distribui strette di mano a destra e a sinistra.
 Poi comincio la pioggia di domande da parte delle ragazze.
-Dov'è Naruto? Chiese anisiosamente Hinata. -E' anadato a prendere la licenza di matrimonio per domani!
-Chi ha vinto l'ultima partita, Kankuro? -Volle asapere Tenten, che continuava a manifetsare grande interesse per gli sport maschili, nonostante i suoi diciannove anni.
-Noi, naturalmente. Avrei voluto che fossi là ad ammirarci.
 -Come sta la bella signirina Randall? -Domando Ino con un sorrisetto significativo.
-Più crudele che mai; non vedi come languisco per lei?
 E Sai si batte il petto, alzando gli occhi al cielo con un spospiro melodrammatico.
-Vediamo unìpò che novità c'è nel pacco. Certo qualcosa di buffo.
Aprilo subito, Hinata-disse Matsuri che fissava con curiosità l'involto pieno di protuberanze.
 -E' una cosa utile da avere in casa in caso di incendio o di furti-spiegò Sai, mentre dal pacco usciva, tra le risate delle ragazze, una raganella uguale a quelle usate dalle guardie notture.
 -Quando Naruto non c'è, se qualcosa ti spaventa, mia cara Hinata, non devi fare altro che affiancarti alla finestra sul davanti e suonare la raganella.
In un attimo sveglierai tutti i vicini. Graziosa vero?
E Sai forni un esempio della potenza dello strumento costringendo tutti a tapparsi le orecchie.
-Cosi sarebbe questa la vostra gratitudine, eh? Oh, a proposito di gratitudine , Hinata, mi viene in mente che devi ringraziare Sakura: è riuscita a salvare la tua torta nuziale dalla distruzione.
 La stavano portando proprio mentre arrivavo e se lei non l'avese difesa a spada tratta avrei proprio incominciato a piluccarla un'pò: aveava un aspetto cosi appetitoso!
 -Io mo mchiedo quando ti deciderai a crescere, Sai-disse Hinata con un'aria da direttrice di collegio.
-Faccio del mio meglio, bella signora, ma temo che non crescerò molto più di cosi.
E poi, in questi tempi di decadenza, direi chge un metro e ottanta abbondante di altezza no sia poida buttar via-rispose Sai la cui testa toccava quasi il piccolo lampadario.
 -Beh, a me sembra che sia una profanazione mangiare qualcosa in questo salottino nuovo e tutto tirato a lucido e siccome ho una fame da lupo, proporrei di togliere la seduta. Che ne dite?
-Mamma e io andiamo ad aspettare Naruto, ci sono ancora le ultime cose da sistemare-disse Hinata filandosela in fretta.
-Matsuri e io mandiamo da Shizune Bryant a prendere altri fiori per domani disse Ino, poggiando con grazia il cappello sui riccioli ben acconciati, soddisfatta come nessun altro del magnifico effetto.
-Non mi abbandonerai anche tu, vero Tenten?-Esclamò Sai.
-Sono talmente sfinito che no c'è la farei a raggiungere casa mia senza un aiuto. No, non toglierti il grembiule, ti dona molto.
Ma Tenteb non gli dette ascolto e rispose in tasca, ben spiegato, quell'indumento per il quale nutriva una spiccata antipatia.
Poi porse il braccio all'amico, come se davvero lui avesse bisogno di sostegno.
-Ora, Kankuro, bediamo di parlare seriamente, una volta tanto-esordi mentre si avviarono fianco a fianco.
-E per domani.
 Devi promettere che ti comporterai bene, che non combinerai qualche diavoleria delle tue, che non farai scherzi e che non ci guasterai in alcun modo la festa. -Nienti scherzi lo giuro.
-Prometti anche che non ti metterai a dire sciocchezze quando è il momento di stare seri.
-Sei tu che fai queste cose, mica io....
-E non guardarmi, durante la cerimonia, ti supplico! Finirei per mettermi a ridere.
 -Non mi vedrai neanche, di sicuro. Sarai cosi impegnata a piangere che uno spesso velo di lacrime ti impedirà la visuale.
-Io non piango mai, a meno che non sia proprio addolorata.
-Come quando un amico parte per tornare all'universita?-ribatte Sai, con un sorrisetto malizioso.
 -Non fare il pavone: ho piagnucolato un poco, tanto per distinguermi dalle mie sorelle.
-Già. E ora dimmi, Tenten, di che umore e il nonno in questi gioni? Malleabile?
-Molto. Perchè me lo chiedi?
Ti sei messo in qualche guaio e vuoi sapere in aniticipo come la prenderà?
 -Chiese Tenten, pittosto aspramente. Via, Tenten, credi che avrei guardato in faccia tua madre e le avrei detto che tutto andava per il meglio se non fosse stato vero?
E Sai si fermò su due piedi con aria offesa. -No, no certo.... -E allora non essere cosi sospettosa!
Ho solo bisogno di soldi-disse Sai, riprendendo a camminare, rabbonito dal tono convinto dell'amica.
-Tu spendi troppo denaro, Kankuro.
-Che Dio ti benedica, Tenten, non sono io a spenderlo, credimi, è il denaro che si squaglia come nebbia al sole, senza che neanche me ne accorga.
 -sei cosi generoso e tenero di cuore che non riesci a dire di no a nessuna richiesta.
Abbiamo saputo di Rock lee, di ciò che hai fatto per lui. Ed effettivamente, quando spendi dei soldi in questo modo nessuno ti può condannare-disse Tenten con calore.
-Oh, Rock lee ha fatto d'una mosca un elefante.
Come avrei dovuto comportarmi, lasciare che un ragazzo in gamba come quello si ammazzasse di fatica, senza intervenire?
Lui, da solo, vale quanto una sola dozzina di perdigiono come noi.
-Infatti nessuno ti biasima per questo, Kankuro.
Però ogni volta che torni a casa, hai una dozzina e più di gilè, un numero incalcolabile di cravatte e almeno un cappello, tutti quanti nuovi.
Speravo che, col passare del tempo, saresti diventato meno vanitoso. Invece peggiori sempre.
Adesso essere alla moda vuol dire assomigliare a quelle caricature: capelli talmente corti che sembrano una spazzola da bucato, giacche larghe e informi, guanti arancioni e scarpe con la punta quadrata.
Se tutti questo orrori costassero poco capieri, ma costano esattamente quanto le cose di buon gusto e allora, scusami, non vedo proprio che soddisfazione ci sia ad andare in giro conciati cosi.
 Sai, la testa gettata all'indetro, si mise a ridere di tutto cuore, tanto che il cappello gli cadde in terra.
Tenten , lo calpesto di proposito.
Lui non se la prese e anzi, mentre coglieva l'occasione per tessere gli elogi dell'abbogliamento casual, lo raccolse e, impolverato com'era, se lo mise in tasca.
 -Basta con le ramanzine, ora, ti orego!-Esclamò.
-Ne ho sopportate a sufficienza per una settimana e voglio un'pò di tranquillità quando torno a casa.
 Domani, con soddisfazione generale, mi vedrete splendere in tutta la mia bellezza, vestito come Dio comanda.
Va bene? -Io non ti lascerò in pace finche non ti sarai fatto crescere i capelli.
 Non sono un'aristocratica, ma non sopporto di farmi vedere in compagnia di una persona che ha l'aspetto di un puglile professionista-osservò severamente Tenten.
 -Vestire comodamente e senza pretesesollecita l'attivatà intellettuale, ecco perchè all'università abbiamo adottato questo stile-replicò Sai, che certo non poteva essere accusato di vanità per aver sacrificato i folti riccioli alla moda dei capelli tagliati a spazzola.
-A proposito, Tenten, credo che il giovane Shino si sia preso una gran cotta per Ino.
 Non fa che parlare di lei, scrivere poesie e se ne sta sempre col naso per aria sospirando.
Non sarebbe meglio che soffocasse la sua passioncella sul nascere?
-Aggiunge poi dopo un minuto di silenzio, in tono protettivo e paterno.
-Certo che dovrebbe! Non vogliamo altri matrimoni in famiglia nel prossimo futuro.
 Che Dio ci aiuti, che cos'hanno in testa questi ragazzi?
Tenten scandalizzata come se Ino e il giovane Shino avessero una decina d'anni o poco più.
-I tempi mutano velocemente mia cara, neanch'io so dove andremo a finire.
Anche tu sei poco più di una bambina, ma la prossima ad andartene per la tua strada srai tu, Tenten, lasciandoci a piangere lacrime sconsolate.
-Disse Sai scrollando tristemente la testa amareggiato dalla degenerazione dei tempi.
 -Non preuccuparti! Io non avrò un simile destino. Nessuno mi vuole e ne sono felice: in ogni famiglia deve pur esserci una zitella. -Tu non offri a nessuno la possibilà di farsi avanti-disse Sai, rivolgendole un'occhiata in tralice.
Nonostante l'abbronzatura si vedeva che Tenten era arecchio arrissita.
 -Non vuoi mostrare il lato più felice del tou carattere-rispose poi-e se per caso qualcuno roesce a scoprirlo, se per caso dimostra di apprezzarlo, tu lo tratti comed faceva la signora Gummidge con i suoi innamorati: un bel secchio di acqua fredda in testa.
E diventi cosi spinosa che nessuno osa più guardarti e ne tanto meno sfiorarti con un dito.
-Cose del genere non mi piaccono, sono troppo indaffarata per occuparmi di sciocchezze. Inoltre penso che non è bello rompere l'unità delle famiglie.
 Non tornare mai più su questo argomento, ti prego: il matrimonio di Hinata ha fatto perdere la testa a tutti, si parla solo di due colombi, di quanto si amino e siano falici e simili assurdità.
Per favore, cambiamo musica o mi arrabbio sul serio. E Tenten sembrava proprio pronta a lanciare una secchiata d'acqua fredda minima provocazione.
Quali che fossero in quel preciso istante i suoi sentimenti, Sai si limitò a lanciare un lungo fischio in sordina, ma quando si separò da Tenten, davanti al acancello di casa sua, non potè trattenersi dal lanciare ancora una volta la sua fosca previsione.
 -Ricorda le mie parole, Tenten: la prossima ad andartene sarai tu.
Continua nel prossimo capitolo spero che vi sia piaciuto......recensite....A presto.......
  
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