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Autore: speranza19    20/01/2010    1 recensioni
Questa one shot sul Suliet è stata scritta per il contest 2010: a year together indetto dal Collection of Starlight. Seguo Lost praticamente da sempre e shippo forsennatamente due coppie: il Jate e il Suliet. Penso che siano due accoppiate stupende e quando il Suliet è nato mi ha conquistato subito ^^ Non vi dico quante lacrime ho versato per il finale T_T Comunque, enjoy it!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Juliet, Sawyer
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Suliet *Sawyer/Juliet*'
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My future is with you

Non ero una brava persona. Almeno, così credevo.

Io ero un truffatore, un bugiardo, un uomo che usava gli altri a suo piacimento per ottenere il proprio scopo. E una volta raggiunta la meta, li buttava via senza remora alcuna. Un pessimo soggetto da cui stare alla larga.

 Eppure,tutto stava cambiando per colpa di un paio di occhi blu mare e una cascata di capelli biondi. Incredibile, ma vero.

Mi ero ritrovato intrappolato, dopo tre mesi infernali come superstite di un incidente aereo, su una stramaledettissima isola che si era messa a viaggiare allegramente nel tempo e che finalmente si era bloccata negli anni Settanta. Figlio di puttana. Nulla di ciò che conoscevo era stato ancora creato, lasciare l’Isola sarebbe stata una inutile fuga verso qualcosa che non c’era.

Avevo anche convinto lei a restare, una notte, sul pontile. L’avevo letteralmente pregata, con il cuore in mano, di non lasciarmi solo lì, in quel pezzo di terra sperduto chissà dove nell’oceano.

Non credevo che una persona potesse darmi retta a quel modo. Juliet Burke lo fece. E restò. Da quel momento è diventata davvero importante per me, ma non glielo avrei ammesso nemmeno sotto una tortura tremenda come quella del bambù di Sayid. Non lo ammettevo nemmeno a me stesso, figurarsi…

Adesso era gennaio ed era quasi un anno che eravamo nella Dharma Initiative. Juliet era stata assunta nelle officine, io nel servizio di sicurezza del Progetto Dharma.

Il lavoro mi piaceva, eh si. «Datemi una pistola e sarò vostro» avevo detto al colloquio ad Horace. Neanche il tempo di finire la frase e venni immediatamente messo in squadra.

Juliet mi aveva sempre detto che avrei potuto aspirare a qualcosa di più. Il posto da responsabile della sicurezza si era appena liberato, dato che il tizio era tornato sulla terra ferma con l’ultimo sottomarino.

«Sei intelligente, rispettato, ti stimano tutti qui James. Prova a fare domanda per quel posto, ti prego. Hai delle ottime possibilità. Fallo, o chiederò per te andando direttamente da Horace».

I suoi occhioni azzurri mi imploravano e mi minacciavano allo stesso tempo mentre parlava. In fondo, le dovevo un favore dopo averla fatta rimanere con me quella famosa notte, ma non avrei ceduto compiacendola troppo facilmente.

«Ah, è una sensazione estremamente piacevole essere supplicato da una dottoressa laureata. Dà una certa soddisfazione sai? » la stuzzicai.

«Guarda che cerco solo di darti una mano. Ricordati, sei molto di più del ladro senza arte né parte che ritieni di essere. Io lo so » affermò in maniera decisa, guardandomi dolcemente negli occhi.

Quelle parole mi colpirono nel profondo, esattamente come il suo gesto di stare al mio fianco quella volta un anno prima. Nessuno al mondo aveva mai mostrato tanta fiducia in me e nelle mie capacità. Nessuno mi aveva mai guardato come se fossi meritevole di credito e lealtà. Nessuno mi aveva mai guardato come lei in quel momento.

Lei mi sorrise felice per invogliarmi a capitolare alla sua richiesta e le mani iniziarono a sudarmi. Ero in imbarazzo totale, dannazione.

Fui costretto a distogliere lo sguardo da lei e mi ripresi dal mio black out indossando la consueta maschera da stronzo che ben conosceva.

«Ok biondina. Farò questo colloquio. Se andrà male, mi preparerai la cena e mi farai il bucato per un mese » dissi col mio solito tono bastardo.

«Affare fatto James.Ma se vinco io dovrai prepararmi tu la cena. Anche solo per una serata, mi va benissimo. Voglio avere io la soddisfazione di vederti cucinare intrugli sicuramente immangiabili con in testa un ridicolo cappello da chef e il grembiulino ai miei fornelli » mi sfidò.

«Non mi tiro indietro. E sia.»

Tanto ero sicuro che non sarei mai stato adatto a quel posto. Già mi godevo le sue prelibatezze a cena e montagne di lenzuola e mutande pulite.

Due giorni dopo feci il colloquio. Horace rimase entusiasta della nostra conversazione e del mio modo di organizzare la protezione del nostro villaggio. Divenni all'istante il nuovo capo della sicurezza del Progetto Dharma.

Accidenti a Juliet, aveva avuto ragione.

Adesso chi sarebbe andato da lei, sicuramente gongolante, prostrandosi ai suoi piedi e ringraziandola per aver avuto un ruolo prestigioso?

Sbuffavo all’idea di essere in debito con la biondina, ma sotto sotto ne ero contento.

Ero davvero in debito con lei. Ero diventato qualcuno adesso. Non ero più il ladro senza arte né parte, ero una brava persona, con un ottimo lavoro, una vera esistenza da costruire.  Esattamente come mi aveva detto.

Stavo diventando un James migliore, una cosa che non avrei manco lontanamente immaginato. Ed era solo per merito suo, della sua ostinazione, della sua cocciutaggine e della sua inspiegabile fede in me. Della scommessa persa non me ne fregava molto, alla fine per una sera potevo anche sforzarmi e cucinarle qualcosa di buono. Se l’era guadagnata no?

Corsi a casa sua per dirle la bella notizia e annunciarle la mia prossima disfatta nella sua cucina. La trovai fuori nel portico, ancora con la tuta cobalto da meccanica addosso e un grandioso sorriso di auto approvazione sul viso. Era bellissima.

«So già tutto James. Congratulazioni nuovo capo della sicurezza Dharma! » cantò lodandomi.

Ma come diamine…? Mi hanno rovinato la sorpresa. Se becco chi è stato…sicuramente Horace,figlio di puttana.

Per una volta decisi di non fare l’ironico e di essere sincero sul serio. A lei potevo, e dovevo, concederglielo.

«Grazie Juliet. Ti devo una cena cucinata da me e un lavoro che mi piace moltissimo. Non so davvero come ringraziarti » mormorai farfugliando.

Ero a disagio. Non ero mai stato grato a qualcuno in vita mia prima d’allora. A malapena riuscivo a guardarla negli occhi.

«Figurati James. Ero sicura che ce l’avresti fatta. Lo sapevo » e mi abbracciò orgogliosa, stringendomi  fortissimo a sé. Le mani tornarono a sudarmi di nuovo, ma la legai a me con la stessa identica forza .

 Non ero mai stato meglio in vita mia.

In quell’istante capii che avrei voluto condividere tutto ciò che il futuro mi avrebbe riservato solo con lei.

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Angolo dell'autrice
Fanfiction partecipante all'iniziativa2010: a year togheter , indetto dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight }basata sul prompt 81- Ladro senza arte né parte.
Dedicata a Stefania,Giuly,Laura,Any e a tutte, ma proprio tutte, le mie adorate lostiane,amiche vere che con pazienza infinita leggono per mail  i miei scleri sul Jate sul Suliet e con cui divido tante passioni di una vita. Vi voglio bene girls!

  
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