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Autore: speranza19    21/01/2010    5 recensioni
Questa one shot, scritta per l'iniziativa 2010: A year together del Fan fiction Contest - Collection of starlight, è sul Chair, cioè il solo ed unico motivo per cui seguo Gossip Girl ^_^ Come si evince dal titolo, tutto riguarda un anello di fidanzamento di Tiffany...secondo voi cosa avrà organizzato Chuck per chiedere la mano della sua adorata Regina B?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Chair *Chuck/Blair*'
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The Tiffany engagement ring

 

Le avevo regalato una giornata di gennaio perfetta.

Nella mattinata un mazzo enorme di orchidee bianche cymbidium, le sue preferite, le era arrivato nell’ufficio legale dove svolgeva il praticantato in legge; col biglietto la invitavo alla prima al Met della “Traviata”,la sua opera preferita, quella sera stessa.

La nostra tribuna era la più vicina al palcoscenico, per averla avevo fatto il diavolo a quattro. Come da programma, Blair pianse per tutto il terzo atto. Quando piangeva si vergognava a farsi vedere da me, nonostante stessimo assieme da sei anni;  al buio del teatro poteva sfogarsi tranquillamente, invece.

Dopo l’opera, andammo al suo ristorante preferito, Le Cirque. Prenotai l’intero locale solo per noi due e feci cucinare allo chef un menu speciale, composto esclusivamente dai suoi piatti preferiti. Mi avevano timidamente detto all’inizio che non sarebbe stato possibile far chiudere il locale una serata intera, ma nessuno avrebbe potuto osare contraddire il sottoscritto. E ottenni ciò che volevo, come sempre.

Blair era entusiasta. Non si aspettava tutte queste sorprese una dopo l’altra in così poche ore. Eppure avrebbe dovuto saperlo che Chuck Bass non era un uomo che amava la monotonia, la routine. Stupirla era una delle regole principali che mi ero prefisso da sempre.

E i pensieri per lei non erano terminati. Una volta tornati a casa nostra, davanti a quel camino che tanto adorava, le avrei dato l’ultimo dono. Il più importante di tutti.

Dalla vita avevo ricevuto praticamente qualsiasi cosa desiderassi: una solida posizione sociale, un impero industriale che prosperava floridamente sotto la mia guida, riconoscimenti vari per le mie imprese imprenditoriali, rispetto misto a timore nel difficile mondo degli affari newyorkesi.

Ero sempre stato uno squalo e avevo imparato ad esserlo ancora di più dopo aver preso l’azienda sulle mie spalle, anni prima. Ma davanti a lei tutte le mie maschere cadevano, inesorabilmente, una dopo l’altra.

L’amavo veramente, più di quanto potessi sperare o immaginare.

E volevo trascorrere la mia vita con lei. Fino alla fine. 

I milioni,le montagne di dollari che accumulavo con facilità imbarazzante non mi avrebbero mai dato quello che lei sapeva regalarmi: l’amore totale ed assoluto, la dedizione, la tenerezza, la sincerità.

Nessuno al mondo mi amava come Blair Waldorf e nessuno l’avrebbe mai amata come me. Era la certezza base della mia esistenza.

E dopo sei anni assieme era giunto il momento di ufficializzare tutto questo.

«Amore sei davanti al camino? Mi metto comoda, prendo una bottiglia di vino e arrivo subito» mi urlò dalla camera da letto.

«Il fuoco è acceso. Vieni quando vuoi, fai con calma» le dissi. Dalla tasca della giacca appoggiata dietro la mia schiena tolsi una piccola scatolina quadrata color verde acqua circondata da un bel nastro bianco e la fissai per qualche minuto, intensamente.

Il mio futuro e il mio cuore erano chiusi in quel cofanetto, che nascosi di nuovo non appena sentii i suoi passi leggeri avvicinarsi al grande divano bianco posizionato proprio davanti al camino.

«Ho preso il Bordeaux del 1987. Penso sia perfetto per coronare questa serata stupenda» mi soffiò in un orecchio. La sua voce era deliziosa.

Si strinse a me, con addosso la vestaglia di seta, la sottoveste corta a scoprire le gambe bellissime e i capelli sciolti; stappai la bottiglia e brindammo a noi due.

Dopo aver bevuto e riso, finalmente trovai il coraggio di fare quello per cui tutta quella serata era stata orchestrata fin nel minimo dettaglio.

«Blair, ti dispiacerebbe chiudere gli occhi ?» dichiarai deciso. Più che una domanda, sembrava un’imposizione. Il vino sembrava rendermi più sicuro, anche se non lo ero affatto.

La sua risata echeggiò per la nostra casa.

«Direi che dopo le orchidee ,la Traviata e il Le Cirque prenotato solo per te e me posso concederti questo piccolo favore, Bass» replicò presuntuosamente.

Stronza come al solito, ma ero innamorato perso di lei anche per questo.

Serrò le palpebre come le avevo chiesto.

Scivolai dietro il divano, recuperai la giacca ormai caduta per terra ed estrassi lo scatolo. Tornai davanti a lei e mi misi in ginocchio.

«Adesso aprili»

Appena mi vide in quella posizione di sottomissione, con l’astuccio di Tiffany & Co. in mano pronto ad essere dischiuso, vidi lo stupore vagare in quegli occhi da cerbiatta che si ritrovava.

Non faceva altro che guardare la mia mano e ciò che racchiudeva a bocca spalancata.

Non so come, riuscii a districare il cordoncino della scatola e a liberare il suo contenuto: un anello di fidanzamento. Era sormontato da un diamante purissimo di cinque carati taglio smeraldo circondato da altri diamanti più piccoli sia a fianco della pietra che sui bordi laterali, il tutto collocato su un cerchio di platino. Un modello esclusivo, creato solo per lei.

Era il gioiello che aveva sempre desiderato ricevere. Nessuno conosceva Blair e i suoi gusti meglio di me.

Iniziai a parlare, la voce mi tremava esattamente come le mani, ma in modo impercettibile.

«Blair Waldorf, hai dato un senso alla mia vita. Senza di te sarebbe arida e vuota. Mi rendi felice ogni singolo giorno da sei anni, sei l’unica persona che amo su questo pianeta e penso che resterai l’unica per sempre. Vuoi sposarmi?»

Il mio amore aveva gli occhi velati di lacrime, che la luce fiammeggiante del camino illuminavano perfettamente. Non le avevo mai parlato così, a cuore aperto, ma c’è sempre una prima volta in fondo.

«Ti voglio sposare più di qualsiasi altra cosa al mondo. Sì ,Chuck Bass, la mia risposta è sì» sussurrò dolce.

Le baciai l’anulare e ci infilai l’anello. Sembrava che avesse un pezzo di stella sul dito per quanto quel diamante brillava.

Poi vidi i suoi occhi risplendere ancora più luminosamente mentre mi guardava. In quell’esatto momento capii ancora di più cosa fosse la vera felicità, quella profonda e dannatamente vera.

Le nostre labbra si unirono in modo appassionato. Non riuscivamo a staccarci l’uno dall’altro. L’adagiai sul divano mentre i bottoni della mia camicia d’alta sartoria strappata si sparpagliavano per tutto il pavimento. Quella notte l’avremmo trascorsa davanti al camino a fare l’amore, era certo.

Tra un bacio e l’altro Blair riuscì a parlare.

«Ma ricordati, accetto la tua proposta solo perché Waldorf Bass suona divinamente come doppio cognome».

La sua ironia sottilmente perfida non l’aveva persa nemmeno in un momento romantico come quello che stavamo assaporando.

«Va bene amore mio. Adesso vieni qui però, dobbiamo fare le prove per la nostra prima notte di nozze... »


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Angolo dell'autrice


Questa one-shot è stata scritta per l'iniziativa 2010: a year together , indetta dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight } , basata sul prompt 259-Una notte davanti al camino.

La dedico a tre mie amiche eccezionali: 

Stefania, la mia sorellina, che mi sopporta da mesi e mesi  e ascolta paziente ogni mia idea folle per sms e telefono (l'idea di Blair avvocato è sua ^^)

Giuly, la fan più accanita di Chace Crawford mai vista in vita mia, che ha letto questa storia per me e mi ha detto che le è piaciuta tanto nonostante non ami questo pairing *grazie mia adorata critica letteraria*

Clementina, il mio tesò, la prima (e unica) persona sul nostro forum con cui ho diviso la passione per Twilight e GG, con cui è un vero piacere parlare e dividere tante piccole cose che ci uniscono

 

 

 

 

 

  
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