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Autore: darkfrance    21/01/2010    2 recensioni
L'inizio del cammino verso la luce, cosa attenderà i protaonisti lungo il loro cammino?. Una storia di luci, ombre e magie sta per aprirsi davanti ai vostri occhi, siete pronti a viverla?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prince Of Persia: The Journey Of Light.

La tomba.

I cammelli procedevano a passo lento in fila per due, in cima alla carovana stavano l'uomo vestito di rosso e la guida, gli unici due a conoscere l'itinerario per la tomba.

Anche se non c'era un filo di vento faceva comunque freddo quella notte.

“I rifornimenti d'acqua dovrebbero essere arrivati ormai, sono partiti con alcuni giorni d'anticipo rispetto a noi” fece la guida accanto a lui.

“sarà meglio per loro” disse miahr, l'uomo in rosso mentre prendeva un sorso dalla sua borraccia.

Odiava i viaggi in carovana, non poter mai portarsi tutto il materiale occorrente in un solo viaggio, dover essere sempre riforniti di acqua durante il tragitto tramite i messaggeri mandati alle oasi, ingrassare le bestie con mesi di anticipo, queste e altre necessità rendevano il viaggio in carovana assai problematico.


Fortunatamente questa volta aveva trovato delle bestie già pronte al viaggio, i duemila cammelli con cui miahr stava viaggiando erano destinati in principio a portare rifornimenti alla città di Almohad, stretta da un assedio di una città vicina, ma alla vigilia della partenza arrivò in città la notizia che amohad era caduta quella notte, grazie a delle spie infiltrate che avevano aperto i cancelli e ucciso le sentinelle notturne.

Ora probabilmente i cittadini erano già schiavi, o morti.

Miahr aveva colto l'occasione e dopo un breve “colloquio” con il proprietario aveva ottenuto il possesso della carovana a un prezzo favorevole.


Ora quella carovana trasportava in viaggio dei predatori verso una tomba che poteva benissimo essere vuota.

“che spreco di risorse” miahr non riusci a trattenere un commento.

“come ?”chiese la guida

“niente, lascia stare” rispose brusco.

Miahr guardò il cielo, privo di nuvole, come sempre del resto, si vedeva bene la costellazione di “talämt”* che era di fondamentale importanza per il loro itinerario.

Avevano deviato dopo aver passato l'ultima oasi, quella di Cufra, e considerate le ore di cammino trascorse ormai dovevano essere prossimi alla meta, il campo doveva essere vicino.

Sul volto di miahr comparve un ghigno beffardo al pensiero di quante oasi erano sotto il loro controllo e cosa questo volesse dire.

Controllare un oasi poteva voler dire controllare la vita o la morte di una o più città in quanto è solo tramite esse che si possono stabilire le vie commerciali nel deserto, e quindi i rifornimenti.

Ovviamente la locazione delle loro oasi era segreta e la maggior parte di esse si trovavano quasi tutte nel pieno del deserto, solo il Capo e le guide più anziane al servizio della setta le conoscevano.

Il capo, spesso miahr si chiedeva come avesse fatto una persona cosi a mettere insieme un organizzazione come quella, certo era un ottimo combattente, ma spesso le sue decisioni apparivano senza senso, e non solo a miahr.

Come questa di mandare immediatamente un carico a depredare una tomba di cui non si sapeva nulla, poteva benissimo mandare un piccolo gruppo in esplorazione, non un intera carovana, se non avessero trovato niente sarebbe stata tutta fatica sprecata.

Ma c'erano anche altri cosi anche più strani, come quella volta in cui, di notte, aveva fatto dipingere un mulo rosso a due teste sul pavimento della piazza di jahmat, senza spiegare il perché di un gesto simile.

Se solo avesse potuto.....

“siamo arrivati” fece la guida

miahr distolto dai suoi pensieri guardo di fronte a se e tirò le briglie del cammello per farlo fermare

“uomini siamo arrivati” disse all'improvviso.

Davanti a loro, illuminata dalla luna e dalle stelle, c'era una cava, un enorme buco nel terreno occupato per la maggior parte dalle tende dell'accampamento.

Sulla destra, vi era lungo un sentiero rialzato che proseguiva dentro una gola, al cui termine vi erano gli ingressi alle caverne che portavano alla tomba, erano tre.

Miahr prese una torcia tra la roba dietro di lui nel carro e la accese, le sentinelle ormai dovevano averli visti.

Si sprigionò una fiamma dal colore di un verde acceso, dopo averla tesa verso l'alto la fece ruotare prima a destra e poi a sinistra, descrivendo in aria un semicerchio.

Dal campo, in lontananza, pochi secondi dopo si accese una luce blu e anch'essa descrisse un semicerchio, ma rivolto verso il basso.

“scendete di sotto e piantate le tende, domani inizierete a lavorare”

miahr vide un sentiero sulla sinistra, una discesa che portava direttamente al campo, lo intraprese, e cosi gli altri dietro di lui.

Alla sua sinistra la guida sembrava preoccupata, stringeva forte un pendente con raffigurata una mezzaluna con una stella davanti.

“Che hai” fece miahr.

“una sciagura potrebbe abbattersi su di noi signore”

“ ma che stai dicendo?” domandò subito.

“ guardi signore, la costellazione talämt*,la stella più in alto e quella più in basso brillano maggiormente, sono gli occhi del maligno che sta per abbattersi su di noi”.

Miahr alzò gli occhi al cielo scettico, effettivamente le due stelle brillavano maggiormente.

“non stare a piagnucolare, sono solo superstizioni, le stelle servono come riferimento punto e basta” disse e continuò a marciare.


Alcune ore più tardi, la maggior parte dei predoni stava dormendo nelle loro tende, eccetto le sentinelle che montavano la guardia scandite da turni rigorosi.

Davanti all'ingresso delle caverne stavano due uomini, seduti vicino a un fuoco, per ingannare il sonno stavano scommettendo, tirando un dado a sei facce per terra.

Erano vestiti pesantemente, con abiti rossi e blu che li coprivano del tutto, lasciando lo spazio solo per vedere con gli occhi.

Avrebbero dovuto impugnare delle lance, ma queste erano posate a terra accanto a loro.

Sopra i vestiti indossavano delle uniformi nere a maniche lunghe, portavano ancora le spade sul fianco sinistro, legate alla cintura, mentre sul destro si poteva scorgere una serie di pugnali da lancio.

“ah ah ah, la fortuna è con me stasera” disse uno tutto contento, mentre raccoglieva i dadi e la sua ultima vincita.

L'altro invece era tutt'altro che allegro “che Allah ti fulmini, è il terzo giro che vinci, non puoi avere tutta questa fortuna”.

“a quanto pare si invece” lo prese in giro.

“magari stai barando” sussurro l'altro con occhi sbarrati.

“con i tuoi dadi?”.

“tira” concluse l'altro.

Prima di tirare, gli passo una fiasca, “ tieni, addolcirà il sapore della sconfitta”.

L'altro, dopo essersi scoperto il viso, aprì la fiasca e la portò alla bocca, dopo appena qualche sorso la allontanò violentemente, tossendo con forza.

“ah forse non te l'ho detto, è una bevanda piuttosto forte”

“....coff.... ,accidenti a te, stai cercando di avvelenarmi? Cos'è questo? Raki**? ” chiese mentre si riprendeva.

“ no arak*** non diluito, piuttosto forte eh”

“anche troppo, ora riprendiamo la partita”

e continuarono con un altra serie di tiri, quando sentirono un rumore sopra di loro.

Si voltarono di scatto, uno mettendo mano all'elsa della spada, l'altro raccogliendo una lancia vicina.

Rimasero fermi alcuni istanti in silenzio cercando qualsiasi movimento o suono, ma non successe niente.

“sarà stata una pietra”

“ si hai ragione” e si rimisero a sedere.

Dopo alcuni minuti uno dei due si alzo “ torno subito, vado a prendere un altro po' di arak,ti lascio l'altra bottiglia, bevila se te la senti” e si incammino verso il campo

“ si , come no...” ironizzo il compare rimasto seduto.

Portò il bordo della fiaschetta al naso per sentirne l'odore, ma lo allontano quasi subito.

“ no, non fa per me”.

Più tardi l'altra guardia stava tornando, con in mano un altra fiasca, più grossa della prima

arrivato al posto di guardia, però trovò il suo compare a terra svenuto, la fiaschetta che gli aveva lasciato era per terra accanto a lui, aperta e vuota.

“lo sapevo che non avrebbe rett.....”

una presenza alle spalle.

un braccio intorno al collo.

Una pressione fortissima contro la gola quasi da temere che la testa stesse per staccarsi.

In pochi secondi era tutto finito

la guardia appena tornata era a terra priva di sensi, la seconda fiaschetta era rotolata per terra, come la prima.

La persona che aveva stordito le due guardie, la prese e la rovesciò sulla faccia dell'uomo appena svenuto.

“ ecco, cosi non ci saranno problemi quando li troveranno qui”


Il Principe correva rapidamente nella caverna con una torcia in mano, presa alle due guardie all'inizio della gola“ bene ora che ho superato le guardie voglio arraffare quanta più roba possibile prima che arrivi il resto di quella gentaglia”

i lavori di scavo erano stati portati parecchio avanti, ormai dovevano essere vicini all'ingresso.

Avevano piazzato delle torce da accendere lungo le pareti mentre al centro stavano alcuni carrelli, probabilmente servivano a portare i pezzi di roccia scavata.

“non avrei mai pensato che della gente come quella potesse darsi cosi tanto da fare per me” pensò mentre proseguiva, “forse allora dovrei lasciare loro qualcosina...........uhm no, basta il pensiero”.


Arrivo a un punto in cui la linea di carrelli e le pareti della caverna si interrompevano, era davanti a una parete fatta di pietre ammassate una sull'altra.

Iniziò a spostarle, servendosi a volte degli attrezzi che erano stati lasciati li dai predatori di tombe.

Dopo qualche ora riusci a creare un passaggio abbastanza grande per passarci attraverso. Si mise a carponi e vi si infilo.

Sbucò in un corridoio, il pavimento era fatto di mattonelle quadrate gialle, come le pareti, che però invece di essere parallele, convergevano verso l'alto, come a formare un triangolo.

“bene ora devo solo trovare le camere funebri”

Inizio a esplorare la tomba tenendo alta la torcia e stando bene attento a non mettere mai il piede al centro di una mattonella, questa disattenzione gli era stata più volte fonte di guai.

Mentre si muoveva cercava di capire a quale popolo potesse appartenere la tomba, sperava fosse egiziana ma dopo i primi minuti gli era parso abbastanza evidente che non era cosi.

Le decorazioni e lo stile di costruzione erano troppo diversi.

Ormai aveva imparato a distinguere abbastanza bene le varie tombe, a seconda di com'erano costruite e strutturate.

Le sue preferite erano appunto quelle egizie, non certo per il trattamento verso il defunto, ma perché erano quelle in cui aveva trovato i bottini più consistenti.

“ ehh loro si che sanno come riverire un morto” ammise.

Gli tornò in mente quella volta in cui era stato inseguito solo per avere preso una piccola coppa sigillata da una tomba egizia, che però invece di gioielli o oggetti preziosi, conteneva solo le viscere essiccate di un faraone di qualche secolo prima.

Quella era stata proprio una fregatura, girò a destra seguendo il corridoio e si trovò di fronte a una porta, provò a spingerla premendo in avanti sulla maniglia e questa si apri senza problemi, rivelando un ampio salone al cui centro c'era un enorme scrigno aperto pieni di gioielli.


Non entrò immediatamente.


“nessun meccanismo particolare per arrivarci, un tesoro in bella vista e anche la porta aperta? , fantastico!, ora devo solo capire dov'è la fregatura ”.


Primo: la porta.

La osservo bene; era di legno ,abbastanza marcio per non essere sfondato con una o più spallate e apparentemente non c'era nessun filo nascosto o meccanismo che potesse aver fatto scattare qualcosa.


Secondo: il pavimento.

Le mattonelle erano le stesse del corridoio; non sembravano pericolose, ma le avrebbe attraversate come aveva fatto in precedenza, per sicurezza.


Terzo: le pareti.

Erano spoglie, assolutamente prive di decorazioni o ornamenti vari, osservò meglio per controllare se ci fossero fori pronti a sparare delle frecce, ma anche di quelli nemmeno l'ombra.


Possibile che fosse tutto libero? Iniziò ad avanzare lentamente verso lo scrigno.

“ forse c'è qualche allarme a pressione, se lo scrigno si svuota troppo scatta la trappola”.

I suoi pensieri vennero interrotti perché arrivato a pochi metri dallo scrigno il suo piede attraverso il pavimento, tirandosi dietro anche il resto del corpo ovviamente.

Si ritrovo a ruzzolare giù in una voragine, appena apparsa al posto del pavimento.

“una magia?? accidenti è una persecuzione! ”.

Le pareti rocciose scorrevano sulla sua pelle graffiandola come fossero artigli.

Cercò di controllare la caduta con la sua agilità e dopo alcune spinte riuscì a riassestarsi continuando a scivolare in profondità lungo le rocce.

La torcia, stretta ancora nella mano libera illuminava la discesa che aveva iniziato a curvare formando quasi una spirale.

“spero davvero che questa discesa non finisca in un...” non ebbe il tempo di pensarlo che un abisso vuoto comparve davanti ai suoi occhi.

Immediatamente usò la mano con il guanto per aggrapparsi alla roccia, ma ormai aveva preso troppa velocità e riuscì solo a rallentare.

Istante dopo istante tentava di aggrapparsi a qualcosa mentre il bordo si faceva sempre più vicino.

La roccia finì e si ritrovo a cadere nel vuoto senza possibilità di scampo

mentre precipitava verso il basso gli passò davanti tutta la sua vita, i primi borseggi, i viaggi in terre lontane, le donne che aveva avuto ( su questo indugio qualche istante in più).

Quando all'improvviso la caduta si fermò, senti il braccio con la torcia in mano teso verso l'alto verso un enorme luce.

D'istinto chiuse gli occhi lasciando che le forze della natura facessero il loro lavoro.

La presa al braccio si sciolse e iniziò di nuovo a cadere.

“Verso gli inferi dunque?” si disse.

Stavolta la caduta finì quasi immediatamente.

Si guardo intorno, il paesaggio sembrava identico a prima

“uh? Tutto qui? Sinceramente me l'immaginavo diverso l'aldilà” disse, mentre la luce tornava ad avvicinarsi dall'alto.

Stavolta però diminui di intensità man mano che si avvicinava a lui, lasciando vedere una giovane donna dai capelli mori al suo centro.

“se non ci fossi io ci saresti già da un bel pezzo nell'aldilà” disse una voce femminile molto familiare.


Talämt*:


I tuareg hanno una profonda conoscenza delle stelle, che costituiscono uno strumento indispensabile per orizzontarsi nel deserto. Anch'essi, come molti popoli del mondo, hanno individuato nella volta del cielo delle costellazioni in cui vedono personaggi e animali collegati ad una serie di miti.

Orsa Maggiore = talämt (la cammella), che comprende almeno 9 stelle:


Raki**:


Il termine raki cambia significato a seconda del posto in cui usa. Infatti per i greci è una grappa bianca, per i turchi è un’acquavite aromatizzata con anice, simile all'ouzo greco, e considerato una bevanda nazionale.

Il Raki si ottiene dalla distillazione di vino fermentato o prugne, dal grano o patate, o dai datteri. Il prodotto viene poi aromatizzato con anice. Si presenta come un liquido incolore con una gradazione alcolica minima del 28%.


Arak***:


L'Arak o anche araq (in arabo: عرق) è una bevanda alcolica tradizionale prodotta e apprezzata nella Mezzaluna fertile. Tradizionale in Libano e in Siria ha visto il concentrarsi della produzione in Libano, dove è presente un'importante comunità cristiana, mentre, a causa del divieto islamico di bere alcolici, sta scomparendo dagli altri paesi del Medio oriente con il declino delle comunità non musulmane prima fiorenti

Lo si ottiene a partire da succo d'uva distillato come acquavite al quale si aggiungono grani d'anice. Viene invecchiato in giare d'argilla. Il risultato è una bevanda all'anice simile all'ouzo, al raki o al pastis.

L'arak puro è prodotto con una gradazione tra 50° e 70° gradi alcolici, ma viene bevuto allungato con acqua o con ghiaccio da 3 a 5 volte.

mi raccomando commentate in tanti!! ^^

  
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