Può causare perdita
dell’udito e cecità temporanea.
“se qualcosa
può andar male, con il mio
aiuto lo farà”
3. Di diabolici piani, esseri inutili e abbietti e
cugini invadenti
È
domenica mattina e sono da poco passate le nove. La fresca aria di settembre mi
sferza il viso in modo delizioso, ma non sono certo tipo da perdersi in simili
futili riflessioni, quindi continuo a camminare decisa.
Le strade
sono deserte, molto probabilmente perché a quest’ora una persona dotata
di un minimo di senno se ne starebbe a casa, comodamente
sdraiata sotto le lenzuola a dormire almeno fino a mezzogiorno; ma, ammettiamolo,
io non sono una persona con un minimo di senno.
Chris
invece, nonostante cammini accanto a me senza lamentarsi, non si è rivelata
affatto contenta della levataccia, quanto al vagare per la città ad
orari improponibili… beh, credo che in qualità di mia sorella vi abbia ormai
fatto l’abitudine.
La nostra
destinazione? Nelson Road.
Nonostante
io indossi senza vergogna una vecchissima maglia dei Rolling
Stones e degli scandalosi quanto inguardabili bermuda
a fiorellini verdi, ho obbligato Christine a vestirsi bene: intendiamoci, non
che solitamente si vesta male, ma noi Miller siamo dotate di un particolare
senso estetico che ben pochi sono in grado di apprezzare, e di certo la persona
che dobbiamo incontrare non è tra quegli eletti.
Ora devo
solo sperare che il mio piano funzioni alla perfezione!
Forse a
questo punto è mio dovere informare di una cosa: io ho sempre un
diabolico, malvagio, geniale, contorto, improponibile piano. Sempre. Comunque.
Per qualunque cosa. E anche questo non fa eccezione.
In cosa
consiste? Beh, è facile: avete presente Gabriel?
Ehm, ok,
temo di no.
Dunque
Gabriel è per prima cosa un bassista eccezionale, giuro; io stessa non
esiterei nel definirlo geniale, dotato di uno straordinario talento naturale.
Il problema è che, in secondo luogo, il nostro bassista eccezionale
è anche eccezionalmente antipatico e repellente. Punto tre: è
cotto di mia sorella da anni e,
sinceramente, non mi sarei mai immaginata che questo aspetto della sua
disgustosa persona sarebbe potuto rivelarsi tanto
utile ai miei scopi.
In sintesi
ho intenzione di proporre a Gabriel di unirsi alla mia band improvvisata (dico
mia, ma lo so, dannazione, che alla fine il merito è da attribuirsi a
quel fulminato di Alex) in cambio di un appuntamento con Chris.
Quest’ultima
ancora non conosce il proprio ruolo all’interno della vicenda, ma è
solo una questione di minuti, purtroppo non ho altra scelta che metterla di
fronte al fatto compiuto: Christine, non essendo stupida, si sarebbe ribellata
e mi avrebbe uccisa. E io ci tengo alla mia misera e patetica vita, ok?
«
Ehi, eccoci a Nelson Road! » esclamo giuliva,
prendendo Chris sotto braccio. « Non sei
contenta? ».
«
No, non proprio » rivela perplessa. « Mi
potresti almeno dire chi conosci che abita qui? ».
«
Ehm… una persona » rispondo vagamente, senza entrare nei dettagli. « Un amico, se così si può dire. O forse
è meglio definirlo conoscente? Beh, insomma, hai capito ».
«
E come si chiama questa persona? ».
Ecco, sto
cominciando a sudare freddo.
« N-non la conosci » balbetto, cercando di prendere
tempo: siamo quasi arrivati! « Anche se ti
dicessi il suo nome sarebbe inutile, ti pare? ».
« Tu
prova a dirmelo, magari il mio giro di conoscenze è più vasto di quanto immagini ».
«
No, non credo sorellina! » dico tra i denti,
cercando di convincerla.
«
Sono solo curiosa » ammette. « Dimmi l’iniziale del nome,
almeno ».
Chris
comincia ad insospettirsi, è meglio che io affretti il passo.
«
Oh, non serve: siamo arrivate! » annuncio con
voce squillante. Mi fingo serena, ma in realtà sto morendo di paura.
« La casa è questa » aggiungo poi, indicando un’enorme
villa vittoriana.
Mia
sorella mi fissa sconvolta.
« Tu…
tu conosci veramente qualcuno che abita qui?! » esclama incredula.
« A
dire il vero lo conosci anche tu » comincio a confessare, sentendomi
tremendamente in colpa.
« Ma
se prima hai detto… »
«
Ma prima era prima, mentre adesso è adesso! »
la interrompo, ormai in preda al panico. « Dobbiamo solo suonare il
campanello e chiedere a questa persona di unirsi alla mia pseudo band ».
«
Allora cosa aspetti? » incalza.
«
Vedi Chris, sorella unica e adorata, il mio senso di ragno mi dice che sarebbe
meglio se fossi tu a parlare con quella persona ».
Meglio
darla la notizia con tatto e calma. In questo modo avrò più tempo
per scappare dalla sua ira funesta, giusto?
«
Charlie… » ecco, si sta innervosendo. Si salvi chi può! « Chi è? »
Bene,
è venuto il momento di dire la verità.
«
Gabriel » sussurro piano, facendomi piccola piccola. Insomma, ancora più piccola di quel
che sono, per quanto questo possa sembrare impossibile.
«
Gabriel?! » grida lei,
mentre le vene sul suo collo si gonfiano e cominciano a pulsare pericolosamente.
« Si
può sapere perché diavolo urlate il mio nome, davanti a casa mia,
di domenica mattina per giunta?! »
una voce stizzita, dal lieve accento francese, ci interrompe.
Lentamente
sia io che Christine ci voltiamo, scorgendo il suddetto essere inutile e
abbietto appoggiato allo stipite della porta d’ingresso, avvolto in una
stravagante vestaglia in tartan rosso.
Lupus in
fabula.
«
Ga-gabriel! » balbetta
mia sorella vedendolo. « Non è che ci
scuseresti un attimo? ».
Detto
questo mi artiglia un braccio e mi trascina per qualche metro lungo il
marciapiede, in modo che l’essere inutile e abbietto non ci possa
sentire.
«
Questa volta hai superato te stessa » sibila, rossa come un peperone. « Ti ha dato di volta la testa? Dio… come ti
è venuto in mente? Stiamo parlando di Gabriel, quel Gabriel! ».
«
Sai… forse dovresti dargli un’occasione, magari non è poi
così antipatico e disgustoso come sembra! »
lo so, mentire non è mai una bella cosa, soprattutto alla propria
sorella, ma si tratta pure sempre di una giusta causa. E il successo della band
con conseguente coronamento del mio sogno d’amore è una giusta
causa, no?
«
Io… insomma… no, sei senza speranze! »
«
Dai, ti prego! Non sai nemmeno cosa ho in mente! »
«
È questo che mi preoccupa. Le tue elucubrazioni sono qualcosa di
potenzialmente mortale per te e chi ti sta intorno. Dovresti pensarci qualche
volta, sai? ».
« Eh-Ehm
» qualcuno alle nostre spalle tossisce, cercando di richiamare su di
sé la nostra attenzione. « Forse non ve ne siete accorte, ma state
svegliando tutta la via » ci fa notare. «
Invece che confabulare tra voi, potreste almeno dirmi cosa ci fate qui, di
grazia? ».
Gabriel!
Mi ero quasi scordata di lui.
«
Gabriel, amico mio! » esordisco smielatamente, esibendo uno dei miei peggiori sorridi a
mille denti.
« No
» taglia corto lui, con estrema risolutezza.
«
N-no? » chiedo
leggermente infastidita, storcendo il naso in una smorfia. « Ma se non
sai nemmeno quello che sto per dirti – o chiederti ».
«
Credimi, sono certo che qualunque cosa tu abbia da dirmi non mi
interesserà minimamente. Quindi –a prescindere- la risposta
è no ».
Anche se
le sto voltando le spalle, scommetto che Chris sta sorridendo.
«
Beh, te l’ho mai detto che sei un bassista eccezionale? ».
«
Non c’è bisogno che tu me lo dica Miller, lo so ».
Calma
Charlie, non lasciarti scalfire dalla sua boria.
«
Sai, l’altro giorno parlavo con Alex, Alex Carlsson…
lo conosci? ».
Gabriel
solleva un sopracciglio, ottenendo come unico risultato quello di farmi
innervosire ancora di più, ma capisco che in certi casi è meglio
fare buon viso a cattivo gioco.
«
Dici l’esaltato che si crede il dio delle tastiere? ».
«
Beh, tu che dai dell’esaltato a qualcuno è davvero il colmo! » sbotto, incapace di contenermi, come una pentola a
pressione.
« Un
consiglio: se vuoi chiedermi qualcosa ti conviene essere gentile ».
Ah, se
solo potessi scuoiarlo e appendere le sue membra insanguinare ad un albero
e… no, stop. Devo smetterla con queste fantasie omicide e concentrarmi
sul mio piano.
«
Hai ragione» ammetto. « Scusa, non era mia intenzione offenderti
» o forse sì? « Insomma, veniamo al dunque… ».
«
Era ora! ».
«
Alex ha formato una band di cui faccio parte, ma abbiamo un serio problema:
siamo senza bassista ».
«
…ed hai pensato di chiederlo a me, dal momento che suono divinamente?
».
«
Esatto! » esclamo, per poi mordermi la lingua. « Sei dei nostri? ».
L’essere
inutile e abbietto ci beneficia di un espressione
concentrata, come se stesse effettivamente pensando di unirsi a noi,
lasciandomi col fiato sospeso per parecchi istanti.
« No
» esclama nuovamente, alla fine.
«
Come no? » piagnucolo disperata. « E se ti pregassi? ».
« No
».
«
E se ti supplicassi in ginocchio? ».
«
Un momento, fammi pensare… no! ».
Giuro, sto
per ucciderlo.
«
E se mi mettessi a danzare in cerchio come gli gnomi della Loacker? ».
«
Ottima idea! » esclama illuminandosi. «
Comunque no ».
«
Perché? » domando infine, esasperata. « Mi odi a tal punto? ».
«
Prima di tutto sei tu ad odiare me, non il contrario, in secondo luogo,
mi spiace dirtelo, ma non sono caduto ancora così in basso ».
« E
se… »
Ecco che
un eccezionale lampo di genio mi attraversa la mente.
«
E se Christine uscisse con te? ».
«
Che-cosa-hai-detto? »
mi chiede improvvisamente Chris, che era stata in silenzio fin
dall’inizio della nostra vivace trattativa.
«
Ma sì! » continuo rivolta
all’essere inutile e abbietto. « Mia
sorella esce con te per una ed una sola sera, mentre tu in cambio non devi far
altro che suonare con noi una ed una sola volta. Poi, se ci giudicherai
abbastanza bravi per degnarci della tua presenza,
rimarrai, altrimenti non rivedrai mai più la mia faccia né
sentirai la mia voce ».
«
Oh, questo sarebbe troppo bello per essere vero » commenta lui, con un
mezzo ghigno. « Ok, può andare, Affare
fatto? »
«
Ottimo, affare fatto! » confermo io, mentre le
deliziose manine di Christine si stringono sempre di più attorno al mio
collo. « Facciamo, non so, sabato prossimo a
casa di Alex? Novantottesima strada, numero ventitré
».
«
Bene, ora che vi siete accordati, noi ce ne dovremmo andare » si
intromette Chris. « Sai » aggiunge rivolta a Gabriel « Devo uccidere mia sorella! ».
«
Come hai potuto?! »
sbraita Christine, sbattendo violentemente la porta di casa. «
Avresti potuto consultarmi prima! ».
«
Scusa, scusa, scusa! » ammetto sinceramente dispiaciuta,
chinando il capo. « Ma alla fine non è andata poi così male
».
«
Ah, no? » domanda sconvolta. «
Dovrò uscire con Gabriel! L’abbiamo chiamato “essere inutile
e abbietto” per anni ed ora tu ti aspetti che esca con lui come se niente
fosse? ».
«
Andiamo, sarà solo un appuntamento » le faccio notare, piena di
filosofia. « Lui suonerà con noi, si
accorgerà di quanto siamo bravi, tu uscirai con lui e poi lo mollerai
subito dopo! Facile, no? ».
«
Una sera è già troppo Charlie, credi a me ».
«
Lo so, davvero! So di chi stiamo parlando! »
dico. « Ma… forse –e dico forse- non
è poi così male. Stamattina non è comportato in modo
particolarmente sgradevole, no? ».
Chris mi
lancia un occhiata di fuoco.
«
Volevi ucciderlo, ti si leggeva nello sguardo ».
«
Ma io voglio sempre ucciderlo, a
prescindere! Ci odiamo! » ammetto. « Con te sarà diverso, no? Tu sei
più… ehm… pacifica e assennata di me ».
«
Ma che bella scenetta famigliare! »
Ecco, mi
chiedo perché la gente debba sempre –e dico sempre- interrompere
le nostre discussioni in malo modo. Almeno questa volta siamo state interrotte
da qualcuno leggermente meno abbietto di Gabriel, ma solo leggermente.
«
Ciao Art, cugino caro! » esclamo senza voltarmi.
« C’è un che di inquietante nel
fatto che tu sia a casa nostra quando in realtà dovrebbe essere deserta,
lo sai? ».
Arthur non
mi risponde, restando svaccato sul divano, intendo a navigare in internet col
proprio iPhone.
«
Che ci fai qui? » gli chiede allora Chris,
leggermente indispettita.
« Uh,
è una storia lunga » si limita a dire lui. «
In ogni caso mi hanno aperto gli zii prima di andare dalla nonna. Ieri hanno
parlato al telefono con mia madre, a quanto pare rimarrò qui per un
po’, qualche mese, almeno fino a quando i miei genitori non avranno
sistemato tutte le pratiche del divorzio »
conclude, indicando un borsone, presumibilmente contenente tutta la sua roba.
Il tempo
si ferma, io e mia sorella ci fissiamo intensamente.
No, non
è possibile.
In un
attimo tutta la faccenda della band e dell’appuntamento perde importanza,
i nostri cervellini sono troppo impegnati a digerire la notizia.
Art.
A casa
nostra.
Per
qualche mese.
Il mondo
sta impazzendo per caso?
«
Comunque ho sentito tutta la vostra conversazione » ci informa.
« Si
chiama origliare » puntualizza Christine, lasciandosi andare pesantemente
accanto a lui. « E non è una cosa carina ».
«
Pensala come vuoi… ma secondo me faresti bene ad uscire con quel Gabriel!
».
Non ci credo, Art che dice qualcosa di sensato? Sono sconvolta.
«
Insomma » continua « Se quel ragazzo odia
Charlie non può che essere estremamente saggio, no? ».
Come non
detto: parenti serpenti.
_____
Sto morendo assiderata, quindi non mi perderò in
quisquilie e passerò subito alle recensioni:
Across the universe: A quanto pare per tanti lettori i
manga sono sacri! Anche io li tengo piuttosto ordinati, ma non mi considero una
maniaca… diciamo
che cerco di contenermi XD Family Troubles è
una mia vecchia storia, praticamente la vecchia versione della legge di
Charlie. Ora ho deciso di approfondire le vicende, sistemare i buchi della
trama e dare più spessore ai protagonisti ^^
Talpina Pensierosa: Oh, quale onore <3 Contenta di
aver raccattato un’altra fan di Charlie lungo la strada u_u Evviva lo sblocco!
Mikybiky: Ah, non
c’è nessun gusto nel rispondere alle tue recensioni: sai
già come andrà a finire. Ma cosa c’entra Charlie con filosofia? XD in
ogni caso anche io mi alzo alle 5 per studiare, ma poi spengo la sveglia e
continuo a dormire. Sempre. Alex ti piace? Io nella vecchia storia lo odiavo
quasi XD Lo sto rivalutando. Per quanto riguarda il resto… lo scopriremo
solo vivendo, oh oh oh!
Niggle: Ehi, guarda che le geniali
elucubrazioni mentali della nostra protagonista sono tutto tranne che
sgangherate XD Contenta che ti piaccia!
Mela