Due occhi azzurri osservano la luna, in cielo. Piena, luminosa, che schiarisce la sera donandole un'aria misteriosa e al contempo romantica.
Il villaggio sembra risplendere sotto la sua luce. Luna che lui odia.
Luna che si prende gioco di lui, non rispecchiando il suo umore, decisamente degno di una notte senza luna, magari di tempesta.
E l'azzurro dei suoi occhi non è più quello del cielo, ma quello del mare, schiaffeggiato dal vento, ferito dagli scogli, gonfiato dalla pioggia. La stessa pioggia che scende sulla pelle del viso, bagnandogli le guance.
Così chiude gli occhi e Morfeo lo prende con se, tra le sue braccia. È un sogno strano, quello che si ritrova a vivere, accompagnato dalla stessa Luna.
C'è... un lupo? No. Una volpe. Un cucciolo di volpe. Che corre.
Pelo fulvo, e gli occhi vispi, sempre pieni di quella speranza illusoria, quasi folle, ossessiva, forse.
Per i boschi, le pianure... ma corre... dove?

Il cucciolo alza il muso e continua a seguirlo, il falco che vola sopra di lui, splendido e regale, come solo lui sa essere.
Il falco continua a volare verso la sua meta, senza degnalo di uno sguardo, ma sa che lo segue.
Lui vorrebbe poter spezzare quel legame che li lega, mentre l'altro vorrebbe solo che restassero insieme.
E nel suo volo si perde il lamento di un cuore che non batte più, cuore senza nido in cui tornare.
Eppure un nido c'è, ed è lì che lo aspetta.
Ma lui continua a volare, inseguito dalla piccola volpe, che non vuole saperne di fermarsi. Corre, ferendosi le zampe, instancabile, ignorando il dolore. Ma il suo cuore, oh si, batte.

Segue il ritmo del battito di un paio di ali che brillano alla luce della luna.

La Luna, meta del falco.
Luna che ride sadica, portandoglielo via.

L'inseguitore continua la sua corsa, fino ad arrivare al ciglio di un burrone.
Il falco continua a volare, ma il volpacchiotto deve fermarsi. Non può andare oltre.
Ma, testardo, non vuole. Testardo pensa di raggiungerlo.
E salta, senza pensare, guidato dall'istinto e un credo che non può non ascoltate.
Il volatile è lassù, a pochi metri.
Ma si sa, benchè le volpi siano animali furbi, veloci e fieri, non sono dotate della capacità di spiccare il volo. Non hanno ali di penne o piume.
Sebbene il cucciolo lo desideri, la forza che regola il mondo, lo spinge inesorabilmente verso il basso. E cade.
Nel vuoto.
Non sa per quanto, nè se arriverà mai in fondo al baratro. Ma il cucciolo di volpe sa soltanto che continuerà a cadere. Soltanto un paio di ali potrebbero salvarlo.

Peccato che quelle ali stiano conducendo il corpo di uno splendido falco lontano da casa. Lontano dalla sua amicizia. Da lui.

E Naruto si risveglia e pensa che é tutto inutile.
Quel falco non tornerà mai a casa.
Non tornerà mai indietro.
Perché ha trovato un nuovo cielo. Non più azzurro, ma nero. Non più sole, ma Luna...


Ti Odio, Luna...