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Autore: Beatrix Bonnie    22/01/2010    3 recensioni
Edmund non è un ragazzino normale: vive in un orfanotrofio e non sa nemmeno chi siano i suoi genitori, ma quello che è più preoccupante è la sua capacità di muovere gli oggetti con il pensiero e di parlare con i serpenti. Ama la solitudine e non ha nessun amico, tanto che il suo unico passatempo è divorare libri per accrescere la propria conoscenza.
Ma quando si lascerà convincere a frequentare il "Trinity college per giovani maghi e streghe", una bizzarra scuola di magia dove imparerà a fare incantesimi e a preparare pozioni, Edmund sarà trascinato dai suoi nuovi amici verso folli avventure, riguardanti alghe carnivore e stanze stregate, che gli insegneranno il vero valore dell'amicizia e del coraggio.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Trinity College per Giovani Maghi e Streghe'
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Capitolo 12

Il potere della Lancia






«Finalmente!» ululò la Trust, con il volto deformato dalla brama. Scaraventò Laughlin di lato e si lanciò verso la botola per afferrare l'arma, ma Edmund fu più veloce.

«Accio Lancia!» gridò il ragazzino e questa gli volò tra le mani.

La Trust, gli occhi sgranati per la rabbia, gli si scagliò contro come un cane rabbioso. «Dammela!»

«Mairead, tieni!» strillò Edmund, passando la Lancia all'amica. D'impulso Mairead la indirizzò contro la Trust, che aveva buttato a terra Edmund e ora gli puntava la bacchetta al petto. Non pronunciò nessun incantesimo, semplicemente un getto di luce colpì in pieno la Trust e la spedì fuori dalla stanza.

«Edmund, Laughlin, tutto bene?» esclamò Mairead ancora in preda all'euforia per la magia appena compiuta, aiutando gli amici ad alzarsi da terra.

«Sono appena stato usato come ostaggio, secondo te?» si lagnò Laughlin, cercando si sistemarsi le pieghe della divisa scolastica.

«Muoviamoci, la Trust è ancora là fuori!» ordinò Edmund, trascinando Laughlin per la giacca.

Uscirono dalla stanza, ma della donna non c'era traccia.

«Dove è finita?» domandò Mairead, guardandosi in giro. Si fermarono davanti alla porta, con le bacchette in mano, pronti alla battaglia.

«Io credo che tu l'abbia fatta rotolare giù dalle scale» osservò Laughlin in tono risoluto, sporgendosi lungo la scalinata. I tre amici allora scesero lentamente, guardandosi in giro guardinghi. Arrivarono fino al piano sottostante senza incontrare nessuno. D'improvviso la porta di una stanza si aprì con un colpo secco e una maledizione ne uscì serpeggiando. Ancora una volta Mairead non fece altro che sollevare la lancia di Lugh e uno scudo protettivo si parò davanti a loro tre, salvandoli dalla fattura. Eccitata dal potere che le dava la Lancia, la puntò contro la Trust con una foga tale che la donna fu scaraventata attraverso la stanza, frantumò la finestra e cadde nel buio. Mairead ricevette un rinculo talmente potente che fu scagliata all'indietro sulle scale.

Un dolore lancinante le scoppiò nella testa.

Qualcuno gridò il suo nome... e poi tutto divenne buio.


C'erano delle voci che stavano sussurrando qualcosa, ma Mairead non riusciva a capire cosa dicessero. Aprì lentamente gli occhi, ma una luce accecante la costrinse a richiuderli. Mugugnò qualcosa e si coprì il volto con la mano per tentare nuovamente di aprire gli occhi.

«Mairead!» strillò Laughlin e abbracciò l'amica con un po' troppa euforia.

«Ahia, fa male...» si lagnò la ragazza, massaggiandosi la testa.

«Scusa, scusa» rispose Laughlin, sciogliendosi dall'abbraccio.

Quando Mairead riuscì a mettere a fuoco quello che vedeva, notò di essere distesa su un letto dell'infermeria. Laughlin e Edmund stavano seduti in fondo al letto ed erano abbracciati da una calda luce che proveniva dalla finestra dietro di loro.

«Cosa è successo? Che giorno è oggi?» domandò la ragazza con aria perplessa.

«Be'... sei rimasta incosciente per un'intera settimana» cominciò a raccontare Edmund, ma a quella notizia Mairead cacciò un urlo.

«Una settimana? Ma sabato c'era la partita di Quidditch dei Raloi!» esclamò allibita.

Edmund e Laughlin si guardarono a disagio. «Sai... la squadra ha dovuto giocare con un Cacciatore in meno e... hanno vinto i Llapac» biascicò Edmund.

«Hanno vinto i Llapac?» ripeté a pappagallo Mairead, mettendosi le mani tra i capelli. «Ma allora chi ha vinto la coppa di Quidditch?»

Non ci fu bisogno che i suoi amici le rispondessero questa volta: le bastò vedere il sorriso smagliante di Laughlin.

«Santo cielo, O'Shalley sarà furente» commentò in tono lugubre.

«In effetti ti consiglierei di evitarlo in questi giorni» rispose Laughlin, senza smettere di sorridere.

«Ma come ho fatto a restare in coma per un'intera settimana?» domandò la ragazzina.

Questa volta il sorriso di Laughlin si spense. «È stato terribile, Mairead. Hai sbattuto la testa contro un gradino... e poi c'era una pozza di sangue enorme... e...» la voce dell'amico di spense in un sussurro, così fu Edmund a continuare il racconto.

«Noi non sapevamo che fare: eri pallidissima e respiravi a fatica e poi c'era tutto quel sangue. Io... be', mi terrorizzo alla vista del sangue. Per fortuna è arrivato Cumhacht. Era appena tornato da Dublino e aveva visto che qualcuno si era introdotto nella stanza, grazie all'Incantesimo Sensore. Così è corso a vedere. Devo dire che non era affatto felice di vederci lì con la lancia di Lugh in mano. All'inizio è andato su tutte le furie, convinto che eravamo stati noi a rubarla, poi ha notato che tu eri a terra, allora ti si è avvicinato e ha cominciato a curarti. Però avevi una gran brutta ferita alla nuca, ti hanno strappato alla morte per miracolo» concluse Edmund con un filo di voce.

Mairead non seppe dire se si sentì più sollevata o più spaventata per quello che era successo. «Ma... Cumhacht non crederà ancora che siamo stati noi a rubare la Lancia, vero?» domandò in un sussurro.

Edmund scosse la testa. «No, gli abbiamo spiegato quello che era successo e Captatio ci ha messo una buona parola».

«E la Trust che fine ha fatto? Non è... morta?» chiese ancora la ragazza a disagio. Per quanto quella donna avesse tentato di ucciderli, Mairead non voleva essere la causa della morte di una persona.

Questa volta fu il turno di Laughlin di rispondere: «No, ha fatto un bel volo però: è caduta dal terzo piano, ma sono riusciti a salvarla. Ora è in carcere in attesa del processo, con l'accusa di sequestro di persona e tentato furto».

Mairead si rilassò, nonostante il gran mal di testa che aveva, a causa del colpo ricevuto. Si toccò delicatamente il punto dove aveva battuto, ma la signora Flanders, l'infermiera, l'aveva fasciato con delle bende.

La ragazza stava per chiedere ai suoi amici se loro stessero bene, quando entrò in infermeria il preside Captatio, con un sorriso incoraggiante sul viso. «Oh, bene Mairead, ti sei svegliata» esclamò quando la vide, sedendosi sul letto vuoto in parte al suo. «I tuoi amici Edmund e Laughlin sono stati al tuo capezzale ogni secondo libero dalle lezioni» aggiunse poi, strizzando l'occhio ai due ragazzi.

Ci fu qualche secondo di imbarazzato silenzio.

«Vi ho portato qualcosina» sussurrò allora Captatio in tono complice, frugando nella tasca interna del mantello, da cui tirò fuori una scatola di Cioccorane per porgerla a Laughlin.

Quest'ultimo la fissò leggermente impacciato, poi la aprì e ne distribuì una a testa. «Ehm... lei professore, vuole?» domandò poi, offrendone anche a Captatio.

«Mmm... ma sì, perché no?» rispose questo con aria gioviale, come se fosse un loro compagno di classe. «Oh, accidenti! Ho trovato di nuovo la figurina di Silente» esclamò dopo aver scartato la Cioccorana. I tre amici si lanciarono degli sguardi perplessi, senza sapere come commentare la scena.

Passarono alcuni secondi di silenzio imbarazzato, in cui ognuno mangiò la propria cioccolata. Infine il Preside si decise a spiegare il motivo della sua visita. «Sono venuto per parlarvi della lancia di Lugh» annunciò ai ragazzi, guardandoli dritti in volto. «Vedete, quel manufatto, oltre ad avere un preciso valore storico e artistico, è anche molto potente. Chiunque potrebbe desiderare di impugnarla. Però, come Mairead ha potuto constatare sulla propria pelle, è anche molto pericolosa. Se non si mantiene un controllo sufficiente sulle proprie capacità, la Lancia è in grado di trascinare chiunque con la sua forza e il suo potere si rivolta anche contro chi la impugna. Ci vuole autocontrollo per maneggiare un'arma così potente» concluse con un tono di leggero rimprovero.

Mairead si stropicciò le mani a disagio. «Io... mi sono lasciata elettrizzare dalla sua forza» si scusò in un filo di voce.

Captatio le sorrise bonario. «Lo so, Mairead. Maghi più esperti di te sono caduti nelle spire della Lancia. Ma l'importante è che tutto sia finito bene».

«Ehm, professore?» domandò Edmund con un filo di voce.

Captatio si voltò verso il ragazzo.

«Ora che ne sarà della Lancia?» chiese Edmund incuriosito.

«Io e il Presidente della Magia abbiamo appurato che non sia sicuro tenerla a scuola: verrà riportata nella sua cassetta di sicurezza alla Gringott. Non vorremmo che qualcun altro tentasse di rubarla o si facesse del male nel proteggerla» rispose, facendo l'occhiolino a Mairead.

Per qualche secondo nessuno parlò, poi Edmund alzò lo sguardo verso Captatio. «Posso farle un'altra domanda, professore?»

Il Preside annuì tranquillo.

«Il trucco degli specchi, è opera sua, non è vero?»

«Sì, una bella pensata, non trovi?» rispose Captatio con un sorriso, come se fosse orgoglioso di aver inventato chissà quale potente manufatto magico.

Edmund sembrava a disagio, come se volesse chiedere al professore qualcosa di intimo. «Sì, ma... perché con tutte le magie potenti che esistono ha scelto proprio un trucchetto Babbano per proteggere la Lancia?»

Captatio puntò i suoi penetranti occhi azzurri in quelli di Edmund. «Questa è una bella domanda, ma scommetto che conosci già la risposta».

Il ragazzo distolse lo sguardo e fissò per qualche secondo una piega del copriletto. «Be', tutti si aspettavano qualche magia come protezione, mentre nessuno si sarebbe aspettato un giochetto Babbano di illusione ottica» rispose, tornando a guardare Captatio in volto, che batté le mani con entusiasmo.

«Esatto, esatto! Infatti è stato quell'ostacolo che ha fermato Trust. Solo tu sei riuscito a capire il trucco perché hai un'ottima conoscenza della cultura Babbana e inoltre, permettimi di dirlo, una buona dose di intuito e di intelligenza» rispose il Preside, rivolgendogli un'occhiata complice.

Edmund arrossì violentemente: nessuno gli aveva mai fatto un complimento del genere, tanto meno qualcuno di così importante come Captatio.

«Se me lo lasci dire...» continuò il Preside. «Moltissimi maghi sottovalutano la cultura Babbana, ritenendo che non sia degna di nota. Io penso invece che potrebbe insegnarci molte cose e come vedi è bastato un semplice trucchetto da illusionista per fermare la signorinaTrust».

Edmund sorrise, affascinato dalla possibilità di integrare la cultura e la tecnologia Babbana con la magia più avanzata.

Captatio si alzò dal letto e batté le mani ancora una volta. «Bene, credo che sia giunta l'ora di andare ad occuparmi delle mie faccende da Preside» disse con un sorriso, dirigendosi verso l'uscita dell'infermeria.

«Signore?» lo richiamò Mairead prima che questi uscisse.

Captatio si voltò verso la ragazza e la incitò a parlare con un cenno del capo.

Mairead sembrava imbarazzata almeno tanto quanto lo era stato Edmund. «Mi chiedevo... ecco, quale fosse il motivo dell'odio che prova il professor Cumhacht nei miei confronti» disse in un sussurro.

Captatio scoppiò a ridere divertito. «Oengus? Be', diciamo che più che altro ce l'ha con tuo padre» le rivelò.

«Mio padre? E perché?» domandò sorpresa Mairead.

Captatio sorrise, come se stesse raccontando una cosa buffa. «Vedi, un tempo Reammon era fidanzato con la sorella di Oengus, Daireen, ma poi lui l'ha lasciata quando ha conosciuto tua madre. Credo che l'umiliazione di essere stata mollata per una ragazza inglese abbia sconvolto troppo sia Daireen che Oengus».

«Oh» rispose Mairead con aria allibita: tutto si sarebbe aspettata, fuorché questo. Una sciocca storia d'amore. E il professor Cumhacht ce la aveva ancora con lei per quella cosa?

Detto ciò Captatio fece per andarsene, ma di nuovo si fermò sull'uscio della porta. «Quasi dimenticavo!» esclamò battendosi una mano sulla fronte. «La questione dei punti...»

I tre ragazzi si fissarono a disagio, sicuri che il Preside avrebbe tolto alle loro case altri punti, visto che avevano gironzolato per il castello di notte, si erano inoltrati un'altra volta nell'ala proibita e avevano rubato la lancia di Lugh.

«Penso che cento possano bastare» disse il professore.

«Cento?» esclamò Laughlin in preda allo sconforto.

«Sì, cento a testa!» confermò Captatio con tono allegro.

I tre amici si guardarono scoraggiati, convinti che ora i loro compagni di casa li avrebbero odiati a morte.

«Per aver impedito alla Trust di rubare la Lancia e per aver salvato in questo modo la scuola e oserei dire l'Irlanda intera dalla catastrofe!» riprese il Preside, strizzando l'occhio prima di uscire definitivamente dall'infermeria.

«Ma allora ce li ha aggiunti, non tolti!» strillò Laughlin entusiasta.

I ragazzi si guardarono con un sorriso pieno di gioia.

«Sai questo che vuol dire, Laugh?» sussurrò Mairead con fare accattivante.

Il ragazzo scosse la tesa, ancora troppo incredulo per quello che era successo.

«Che i Raloi vincono l'Arpa Celtica quest'anno!» urlò Mairead con soddisfazione.

«Oh no!» esclamò Laughlin, prendendosi il volto tra le mani, con autentica disperazione.



Mi spiace annunciare che siamo quasi giunti alla fine: questo era l'ultimo capitolo e fra poco posterò l'epilogo della storia...

@Sydelle: sì, credo che Captatio abbia avuto una brillante idea con gli specchi! Volevo dare un tocco di originalità, altrimenti avrei semplicemente dovuto inventare un complicato incantesimo, che avrebbe reso la situazione certamente più noiosa. Ma povera O'Connel! È solo un po' vecchia e acida, ma non certo cattiva! Eheheh! Ciao ciao

@quigon89: sono contenta che la colpevole fosse inaspettata! Significa che è un buon giallo se il lettore non scopre l'assassino! Eheh! Al secondo racconto ci sto lavorando... la storia c'è già, devo solo trovare il tempo di scriverla! Appena finisco con gli esami universitari mi ci metto seriamente, promesso! Però non assicuro una frequenza così regolare. Piaciuta la sorpresina della sorella di Cumhacht? Si scopriranno un sacco di cose interessanti su Daireen Cumhacht! A presto!

@darllenwr: grazie dei tuoi commenti! Anche io trovo davvero affascinante l'Irlanda e mi sembrava giusto che una terra dalle radici magiche avesse una sua scuola di magia indipendente da Hogwarst. Sono contenta che ti piaccia Edmund perché è anche il mio personaggio preferito: spero che non ti sia rammaricato troppo del fatto che si è rabbonito! Grazie per l'idea di mettere un nome anche gaelico al Trinity, ci penserò per i prossimi racconti. In effetti anche il mondo magico è bilingue e i ragazzi studiano l'irlandese a scuola. Infatti ho cercato per quanto possibile (visto che non conosco il gaelico!) di inserire delle parole irlandesi nel linguaggio comune dei maghi. E sì, hai indovinato su Mary Weasley, che dovrebbe essere una cugina diretta di Arthur (hai ragione, sono proprio dappertutto!). In effetti per l'EIF mi sono ispirata all'IRA, anche nel nome (eirenacht-irish, fighters-army), ma ho scelto che questo gruppo di combattenti non si limiti all'indipendenza dall'Inghilterra, ma continui le sue lotte xenofobe anche nei decenni a venire. Infine, anche io adoro la risposta di Edmund alla provocazione, mi sono divertita un sacco nello scriverla! Spero che continuerai a leggere il mio racconto e che si riveli sempre interessante ai tuoi occhi. Grazie mille e a presto, Beatrix.




EDIT: continua l'opera di sistemazione dei dialoghi. B.B. Già che ci siamo, QUI il link di una vecchissima immagine che rappresenta il mitico trio; Mairead regge la lancia di Lugh, ovviamente!

   
 
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