Petali di dolore
“Sanakoooooooooo..”scattai subito composta sulla sedia dopo
essere stata chiamata dalla professoressa Chisaco, interrompendo il mio
pisolino.
“Ti sembra che l’ora di matematica sia adatta per dormire?”continuò gridando.
“Si prof. ho sonno, non ho voglia di ascoltare la lezione, non ci capisco
niente”. Mi alzai nervosa con il capo abbassato, stanca.
“Allora spero che fuori da quest’ aula starai più a tuo agio”,disse sarcastica.
Uscii dalla classe trascinandomi e appoggiata sul muro del corridoio iniziai a
guardare fuori dalla finestra il cortile della scuola deserto.
“Ciao”. Balzai dallo spavento dopo essermi
accorta della presenza di Akito, dalla rabbia gli detti un martello di
gomma in testa.
“Così impari a comparire dal nulla”, dissi rigida.
Io e Akito ci conoscevamo da quando avevamo tre anni, e siamo stati sempre
buoni amici che come la maggior parte delle coppie tra maschio e femmina ci
siamo innamorati, ma i nostri sentimenti non sono mai stai semplici da
esprimere tra noi. Io ero innamorata di lui da molto tempo ma anche se sono
sempre stata una persona coraggiosa non sono mai riuscita a rivelargli i miei
veri sentimenti esplicitamente e infondo anche lui per me.
Akito con il capo abbassato e gli occhi coperti dalla frangia mi
porse la mano. “Akito”, dissi ignara del suo gesto. “Vieni con me”. Presi la
sua mano e iniziammo a correre come due innamorati che scappano felici alla
fine di un film. Arrivammo in un prato coperto di alberi di ciliegi in fiore. I
petali cadevano dinanzi i nostri occhi.
“E’ bellissimo”, dissi sorpresa con gli
occhi incantati da quello spettacolo meraviglioso. Akito interruppe la mia
meraviglia dandomi un bacio intenso e romantico. Avrei voluto picchiarlo per la
sua sfacciataggine, ma sapevo che lo aveva fatto perché mi amava. Mi lasciai
andare facendo l’amore su quel prato incantato mentre i petali che cadevano su
di noi beneficiavano quel nostro sentimento espresso
-in questo caso-, col nostro corpo.
Dopo quel giorno ci fidanzammo e in meno di un mese mi accorsi
di essere rimasta in cinta, perchè dopo quella prima volta senza precauzioni ci
fu la seconda e poi la terza e così via. Avevamo solo 15 anni però avremmo
potuto badare a un figlio. Decisi di parlarne con mia madre e Akito ma prima
che prendessi il coraggio mi sentii male e la mia migliore amica Mysao mi portò
in ospedale. Persi il figlio che mi era cresciuto per quasi un mese in grembo.
In parte ero contenta del fatto che avrei continuato la mia vita com’era sempre
stata, ma dall’altra mi sembrava di aver smesso di vivere come se una parte di
me fosse morta. Non sapevo se dirlo ad Akito o far finta che tutte quelle mie
preoccupazioni fossero state solo un brutto sogno. No, Akito doveva sapere che
io ero stata in cinta di suo figlio e che non l’avremmo mai visto nascere.
“Aki?”lo chiamai con la voce tremante. Mi guardò aspettando che parlassi. “Cc’è
una cosa che devo dirti”. Eravamo nella mensa a bere qualcosa, non sapevo da
dove cominciare quindi iniziai dal principio. Arrivata al punto più brutto, la
perdita di nostro figlio, l’asciò cadere la tazza sul pavimento rimanendo fermo
per vari minuti.
Non riuscii a trattenermi a lungo con quel silenzio e dopo un
po’ mi buttai fra le sue braccia piangendo disperata, ignorando la gente che ci
circondava. “Mi dispiace di non essere stata prudente, mi dispiace di averti
detto solo ora quello che stava succedendo, mi dispiace che non sia andata come
speravamo”. Dopo vari secondo mi strinse a sé trasmettendomi anche il suo
dolore e poi mi allontanò con lo sguardo rivolto in basso:“Ci vediamo domani a
biologia”. Furono queste le uniche parole che riuscì a dirmi prima di
andarsene. Incominciai a piangere disperatamente fra le braccia di Mysao
sfogandomi più che potevo. Volevo stare con lui, condividere questo dolore con
la persona che amavo ma come poteva perdonarmi per quello che avevo fatto.
Sarei dovuta andare da lui appena scoperto di essere incinti, no ora che lo
avevo perso. Mi sentivo in colpa e sola.
Per tre settimane il dialogo tra me e Akito fu breve e freddo.
Non sapevo cosa fare e come farmi perdonare.
“Sanako?”, mi chiamò lui con voce cupa. “Mi dispiace di non esserti stato
vicino tutto questo tempo, come te anch’io sono stato scosso da questo
avvenimento. Pur troppo abbiamo perso nostro figlio”, sentire pronunciare le
parole nostro figlio mi dava una strana e
bella sensazione. “Ci rimane ora il nostro amore. Io ti amo Sanako e un giorno
quando saremo maggiorenni e sarai mia moglie avremmo dei figli, ora c’è solo
quello che proviamo l’una per l’altra ed è l’amore”. Non avevo mai sentito
delle parole così dolci da parte sua, ma sapere che pensava questo mi vece
sentire meglio. Mi baciò con tutta la passione che aveva e io risposi al bacio
facendo così iniziare un nuovo capitolo della nostra storia che sarebbe durata
tutta la vita.
Spero che il capitolo
vi sia piaciuto *__* Mi raccomando recensite in tanti ^^ grazie mille in
anticipo… baci da xD_faby_xD