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Autore: Jerry    23/01/2010    2 recensioni
La principessa si alzò piano, le orecchie tese; ma nulla arrivava da fuori, nessuna voce, nessuno scalpitìo, nessun indizio.
Allora capì che la sua libertà non gliel'avrebbe mai donata nessuno, poiché lei era sola.
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'era una volta una principessa che era stata intrappolata in una terribile prigione, una torre dalle mura scure e ricoperte d'edera grigia. C'era solo un'unica finestra, dalla quale passavano luce ed aria, ma nessuna porta e nessun modo per uscire.
La principessa passava i giorni vagando per la sua prigiore, sempre annoiata. Era però fiduciosa: era infatti sicura che prima o poi di lì sarebbe passato un principe che l'avrebbe salvata e portata via con se', facendole assaporare nuovamente il piacere di essere libera.
I mesi passavano e la principessa aspettava; arrivò l'estate, ma nessun principe passò sotto la sua unica finestra: solo un uccellino entrò dentro e le si posò sui capelli rossi. Era una cinciallegra dalle piume morbide, che le fece il solletico passeggiandole sulla testa con le zampette e poi volò via, attraversando quel minuscolo quadrato d'aria e sole.
Arrivò l'autunno, ma nessuna voce la chiamò promettendole amore eterno; nella stanza entrò solo una foglia secca, che cadde su una delle candele con cui la principessa aveva adornato la sua camera e si bruciò.
Arrivò l'inverno, ma nessun suono di zoccoli ferrati arrivò alle orecchie della principessa, che ormai sospirava e tossiva per l'aria fredda che entrava nelle stanze. Un giorno il vento depositò una piuma di cinciallegra sul suo grembo, tutta sfilacciata e sporca di rosso e marrone; la principessa la guardò pallida e pianse.
Arrivò infine anche l'ultimo giorno di freddo. Un raggio di sole attraversò l'aria per sfiorare i suoi occhi mentre dormiva, facendola svegliare.
La principessa si alzò piano, le orecchie tese; ma nulla arrivava da fuori, nessuna voce, nessuno scalpitìo, nessun indizio. Allora capì che la sua libertà non gliel'avrebbe mai donata nessuno, poiché lei era sola.
Arrivò il tramonto; la principessa era seduta davanti la finestra, pensierosa. Il vento impietosito le sfiorava i capelli, triste per la sua condizione. Il suo tocco era gelido quasi quanto le sue mani abbandonate in grembo, pallide e non abituate all'aria aperta. La principessa le guardò e desiderò dar loro un po' di calore; le sporse allora fuori, perché il sole le riscaldasse. Ora le sue mani erano calde, ma non le braccia; si sporse così ancora di più, e poi ancora e ancora finchè non si trovò in equilibrio sul davanzale, con il sole addosso. La principessa sorrise felice, e guardò giù: la distesa dorata dell'erba la aspettava, insieme alla libertà. La principessa aprì le braccia e saltò.
Il vento clemente le fece un ultimo dono: mentre cadeva circondò il suo corpo con folate calde e fredde insieme, e quando arrivò a terra la principessa non c'era più; al suo posto caddero a terra decine di fiori piccoli e rossi, che si depositarono sull'erba come un manto.
E in quel momento si udì nell'aria uno scalpitìo di zoccoli ferrati, e una voce profonda che cantava una canzone d'amore...






N/A
Assolutamente senza pretese, ripescata chissà dove, indiscutibilmente malinconica. Ma chissà, forse può piacere a qualcuno; e in questo caso, non sarà stata scritta invano.
Jerry
  
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