Ho visto la season premiere della 4 stagione in inglese, l’anno
scorso, quando l’hanno mandata in onda in America.
Lasciatemelo dire, il nostro doppiaggio fa un po’ schifetto.
Booth in versione originale dovrebbe essere vietato ai minori. Comunque,
siccome sono una masochista e non posso fare a meno di sfottere le scelte del
doppiaggio, la settimana scorsa me la sono rivista in italiano e rivedendo la
scena finale del primo episodio, mi è venuta in mente questa cosuccia.
Niente di che, solo uno di quei tarli che ti tormenta finché non
lo scrivi nero su bianco.
Ah, solo una precisazione: vi conviene aver visto i primi due
episodi della quarta stagione. Altrimenti questa storia non avrà molto senso
per voi.
Alla mia Sis,
perché sono riuscita a farla
appassionare a una coppia het.
A Lupetta,
because:
“I hate
I’m glad we had a
revolution!”
Tutto il resto è storia.
Il migliore sulla piazza
“Razionalmente parlando, se dovessi essere
operata al cervello, ad esempio, vorresti un chirurgo che abbia
già effettuato cento volte l’intervento, vorresti il migliore sulla
piazza, e allora perché non il migliore anche nel sesso?”
“Razionalmente parlando, hai ragione.”
Temperance guardò i contorni
irregolari delle coste inglesi farsi sempre più piccoli dal finestrino
dell’aereo. Quella era stata la prima volta che andava da qualche parte fuori dall’America in compagnia di Booth e doveva dire che
l’esperienza, colleghi assassinati a parte, era stata tutt’altro
che negativa.
Il suo partner dormiva beato di fianco
a lei, godendosi il volo in prima classe che lei gli aveva regalato come
ringraziamento per averla accompagnata.
Non faceva che pensare alle parole di Ian l’ultima volta che l’avevano visto. Non aveva
importanza da quanti lati avesse esaminato la
situazione, la conclusione era sempre la stessa: aveva ragione lui, lei avrebbe
voluto il migliore sulla piazza. Per questo aveva declinato
il suo invito.
Booth parcheggiò l’auto sotto casa
della collega, compagna, partner (qualunque fosse il termine che usavano quel
giorno per definire il loro rapporto) e scese per darle una mano a scaricare le
valigie e pacchetti vari. La osservò attentamente mentre
recuperava le sue cose. Era stata silenziosa per gran parte del viaggio, ed era
un po’ preoccupato. Certo, parte del suo umore poteva essere facilmente
attribuito all’omicidio di Wexler, ma aveva come la
sensazione che ci fosse di più. Le afferrò gentilmente
il polso e la fece voltare verso di lui.
“Bones, tutto bene? Lo sai che se hai
voglia di parlare sono qui, vero?”
Lei alzò lo sguardo e lo fissò
pensierosa per alcuni secondi. Poi, alla fine, si decide a porgli la domanda
che l’aveva tormentata negli ultimi giorni.
“Booth, hai mai pensato di scalare
l’Everest?”