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Autore: Raven_95    24/01/2010    4 recensioni
Questo è una specie di seguito di un'altra FF che ho postato (medaglietta), ma non ho voluto metterla come secondo capitolo di quella storia perché non c'entrano un gran che l'una con l'altra. Leggetela per favore e commentate.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anna Raven/Rogue, Logan/Wolverine, X-men
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rogue è in piedi, sulla porta della sala da ballo.

Riesce a sentire le musiche che si susseguono e vede i suoi compagni ballare.

Aspetta a braccia conserte il suo cavaliere.

E’ impaziente: ci ha messo secoli per scegliere cosa indossare, ma lui ancora non è arrivato.

Poi una voce:

“Ehi ragazzina, chi aspetti?”

 

Flashback

Qualche giorno prima.

 

Rogue camminava per il parco, persa nei suoi pensieri.

Aveva 23 anni, ma era rimasta all’istituto.

Ha sempre sostenuto di aver preso questa decisione perché sapeva di dover ancora imparare molte cose, e poi non aveva dove andare, ma in rimase perché era sempre in attesa del ritorno di qualcuno, e aveva paura che, andandosene, l’avrebbe perso.

E, in quel momento, stava proprio pensando a lui.

 

Ad un tratto notò alcuni studenti dello Xavier appendere manifesti.

Curiosa com’era non poté fare a meno di avvicinarsi e di staccare uno di quei foglietti.

Lo lesse.

 

 

Signori e signore, siamo orgogliosi di presentare il ballo di fine anno dello “Charles Xavier Institute”!


Cari signori, invitate le vostre dame e preparatevi a una serata danzante


Ci saranno musica, cibo e spettacolo!


Vi aspettiamo Lunedì 25 alle 19:00!

 

 

Si immaginava qualcos’altro, qualcosa di… più interessante, ecco.

Fissava la pagina delusa: chi mai avrebbe potuto invitare?, e poi lei non era tipa da cose del genere…

Stava per accartocciare il foglio, quando sentì il suo braccio destro stretto in una morsa d’acciaio, eppure estremamente dolce.

“Ciao” disse Kitty.

La ragazza si voltò a guardarla.

Non poté fare a meno di sorriderle: Kitty aveva la facoltà di mettere di buon umore la gente intorno a lei.

Era vestita di tutti i colori e emanava più solarità del solito, in netto contrasto con la solitaria e ombrosa figura di Rogue.

Eppure erano amiche.

“Ciao” rispose Rogue riprendendo a camminare, con Kitty sempre arpionata al braccio.

“Ci vai?” Le chiese l’altra indicando il manifesto.

“Certo che no! Kitty, dovresti sapere che non sono tipo da balli e simili, io…”

“Oh, ma devi venire… ho tanti bei vestiti, anche per te!”

Rogue tornò a guardare l’amica.

Scosse la testa, pensando che lei non avrebbe mai nemmeno pensato di indossare uno dei vestiti di ShadowCat.

“Comunque, nessuno mi inviterà…” riprese tornando a guardare avanti a sé

“Mmh… e che mi dici di Logan?”

Rogue si arrestò di scatto.

Logan…

Bastava solo sentire quel nome per farla arrossire come una 12enne alla sua prima cotta… ma lei non era una 12enne, e Logan non era una cotta.

Guardò per un attimo il terreno, cercando di tornare in sé, poi ricominciò a camminare evitando lo sguardo della ragazza.

“Lui mi inviterebbe meno di tutti…” sussurrò con una nota di tristezza nella voce “Non mi considera altro che una… ragazzina.” Quell’ultima parola sputata come veleno.

“Au contrair, mia piccola Rogue, lui ti considera la sua ragazzina… e poi non credere che non vi abbia visto, l’altro giorno, quando lui era appena arrivato, abbracciati stretti stretti, che vi sussurravate a vicenda qualcosa…”

Rogue si bloccò nuovamente.

Guardò l’amica con faccia adirata.

“Tu mi spiavi?”

“NO, passavo lì per caso… comunque il fatto è che lui, non ti guardava come si guarderebbe una ragazzina… più che altro ti guardava come se…”

“Ti sbagli… io per lui non sono altro che una ragazzina…”

Cadde il silenzio.

Rogue si dispiacque per averla trattata in quel modo…

Decise di rompere il ghiaccio: Kitty era insopportabile quando parlava a macchinetta, ma era deprimente quando se ne stava in silenzio.

“Comunque scommetto che tu ci vai col nostro Bobby…”

“Già, me l’ha chiesto non appena ha visto il manifesto… lui è la mia metà, il mio amore, la mia stessa vita, lui è…” si fermò di colpo.

Sì, era normale che parlasse in quella maniera del suo ragazzo, ma non con la sua rispettiva ex ragazza…

La guardò, lei non sembrava turbata, ma Kitty aveva imparato che Rogue sapeva fingere molto bene…

Rogue intuì quello che l’altra stava pensando e si affrettò a dire:

“Tranquilla, non mi dà fastidio che mi parli di lui… sono contenta che voi siate felici insieme. Io non avrei mai potuto renderlo realmente… felice”

“Io provo a non parlarne, ma lui è la costante della mia vita, è la mia salvezza, è… Oh, ho ricominciato!” mise il broncio

Rogue sorrise e l’abbracciò: Kitty era una 23enne come lei, ma aveva ancora un atteggiamento così infantile e dolce…

“Ehi, ragazze”

“Bobby!” strillò Kitty lasciando il braccio di Rogue e aggrappandosi al collo del suo ragazzo.

“Buon giorno splendore…” disse lui baciandola.

 

Rogue provò una fitta d’invidia…

Non era il fatto che il suo ex ragazzo baciasse la sua migliore amica, ma era proprio il bacio in sé… lei non avrebbe mai potuto baciare qualcuno così… non senza rischiare di ucciderlo…

 

Appena i due si staccarono la salutarono e se ne andarono, mano nella mano.

Rogue si sfilò un guanto e passò l’indice sul suo palmo…

Si infilò nuovamente il guanto in tutta fretta e riprese a camminare: non aveva senso rimuginare su i se e i ma.

 

Camminava senza realmente decidere dove andare da un po’ e, alla fine, si trovò al garage, dove Logan stava riparando la sua moto, lasciata a lui da Scott.

“Posso entrare?” chiese lei.

“Certo, ragazzina” rispose lui.

Solo allora lei si accorse di avere ancora in mano quel cavolo di manifesto.

Avendo paura di venire fraintesa lo accartocciò e buttò per terra.

“Che fai?”

che domanda stupida, non potevo inventarmene una migliore? Si disse

“Sistemo la moto… ha le gomme quasi a terra e bisogna dare una controllata al motore… l’ultimo viaggio deve averla proprio affaticata…” rispose lui.

“Logan?”

Lui grugnì.

Lo prese come incitamento a continuare.

“Ehm… cosa ne pensi dei balli?”

Si pentì subito di quella domanda, ma ormai… si era buttata.

“Perché me lo chiedi?” domandò lui, finalmente voltandosi e guardandola negli occhi.

“Niente, fa niente… senti… io… devo andare.”

Scappò via.

Cosa le era venuto in mente?

Che stupida.

 

Logan, molto, molto lentamente, si alzò e si avvicinò alla porta.

Schiacciò qualcosa col piede.

Lo raccolse.

 

Signori e signore, siamo orgogliosi di presentare il ballo di fine anno dello “Charles Xavier Institute”!

 

 

Ecc.

 

O, che idiota… pensò.

Uscì di corsa dal garage e raggiunse Rogue davanti al portone della scuola.

Le prese il polso.

“Senti, se il tuo era un invito, sì.”

Lo disse serio, senza un accenno di ghigno o sorriso, e la lasciò a bocca aperta.

“Ok.” Riuscì solo a dire lei.

Lui le lasciò il polso e se ne tornò in garage.

“A lunedì.” Le disse salutandola.

“A lunedì” rispose lei ancora stupita.

 

Kitty ci aveva preso.

 

Fine flash Back.

 

 

“Ciao Logan.” Dice Rogue voltandosi in direzione della voce.

Lo vede.

E’ vestito in maniera elegante, ma non troppo.

Indossa una camicia bianca con sopra una giacca nera e un paio di Jeans.

L'unica cosa che rovina la perfezione, è la cravatta con la quale si sta arraffando.

Lei sorride.

“Sei elegantissimo.”

“Anche tu.” Risponde lui, lasciando per un attimo la cravatta e guardando seriamente Rogue.

Indossa un vestito lungo, viola scuro, stretto da un bustino nero.

La scollatura è in pizzo, come l’orlo dei lunghi guanti viola che le arrivano fino al gomito.

Il trucco è composto solo da un po’ di matita e mascara.

Sta veramente bene.

Se Logan ne avesse avuto il coraggio avrebbe fischiato, per cui, onde evitare altri pensieri, diciamo, non troppo… signorili sulla ragazza che ha di fronte, torna a prendersela con la cravatta.

“Perché l’hai messa? Tu odi le cravatte!”

Logan torna a qualche giorno prima.

 

Flash Back

 

Logan era di nuovo nel garage.

Stringeva i bulloni del cerchione della moto.

Sentì bussare.

Pensando fosse Rogue disse:

“Entra, ragazzina.”

“Spiacente, non sono la tua ragazzina” Kitty rimarcò quel tua con uno sguardo malizioso rivolto alla schiena dell’uomo.

Lui subito si voltò per guardarla.

Non era arrabbiato per l’insinuazione, più che altro era stupito: si notava così tanto?

“Cosa vuoi?” le chiese in maniera non troppo gentile.

L’altra non si scompose minimamente.

“Volevo solo chiederti se finalmente l’avevi invitata.”

“Sì, anzi, in realtà mi ha praticamente invitato lei.” Rispose lui

“Ahi ahi, Logan… avresti dovuto farlo tu… in questo modo lei penserà che non sei tipo da prendere decisioni… che non hai il coraggio di assumerti le tue responsabilità…”

Logan si sentì punto sul vivo…

“Senti se era solo per questo, puoi anche andartene.”

Dichiarò tornando alla moto.

“Va bene… ma poi non venire da me perché la serata è stata un disastro…”

Detto questo voltò le spalle e fece per andarsene, ma…

“Perché dovrebbe andare male?”

Lei, che era di spalle, fece un ghigno malefico, subito sostituito dalla sua faccia d’angelo.

“Bé, anche se non sembra, Rogue è alquanto esigente…” cominciò voltandosi verso di lui “ fossi in te mi vestirei in maniera decente per la serata… non con i soliti… Jeans e maglietta…”

“Senti, fin qui ci arrivavo anche da solo… non volevo mica presentarmi così!” disse lui indicando la maglietta sporca di grasso e i pantaloni strappati “ma se vuoi darmi seriamente una mano, dimmi un capo specifico…”

A Kitty tornò subito quel ghigno malefico, ma solo per un istante.

“Una cravatta.”

“Una cravatta?” ripeté lui stupito.

“Sì, una cravatta… non giacca e cravatta come un avvocato, ma una cravatta… dovrei averne una di Bobby… penso che ti starà veramente bene.”

“Ok”

 

Fine flash back.

 

“Pensavo ti sarebbe piaciuta…” dice lui sincero.

Lei a queste parole si scioglie come un panetto di burro.

Si è preoccupato per me!!! Continua a pensare.

Lui si sta ancora azzuffando con quella cravatta.

Lei lo guarda.

Una luce le brillò negli occhi, solo per un momento…

Forse…

“Lascia, ti do una mano io” dice mettendo le proprie mani su quelle di lui.

Wolverine lascia subito la presa.

Lei sorride.

Prende la cravatta con entrambe le mani e tira, portandolo a un centimetro da lei.

 

Logan arrossisce.

Guarda Rogue fargli il nodo alla cravatta.

Possibile che….?

No, Kitty non poteva architettare un piano tanto diabolico… o no?

 

Intanto Kitty, nella sala da ballo, stretta tra le braccia del suo innamoratissimo Bobby, ghigna.

 

“Ecco fatto.” Dice Rogue lasciando la cravatta di Logan.

“Grazie” borbotta lui.

A un tratto si accorgono della musica.

Logan porge il braccio a Rogue, finalmente sorridente.

“ mi permette questo ballo, mademoiselle?

“Con molto piacere, monsieur.” Risponde lei prendendolo.

Si dirigono nella sala e cominciano a ballare.

 

Stanno suonando un valzer viennese.

Logan si sta dimostrando un gran ballerino, con enorme stupore di tutti, compresa la sua dama, che non si sarebbe mai aspettata una cosa simile.

“Ma dove hai imparato?” chiede lei

“Ho fatto un corso” risponde lui.

 

Sì, lo so, pensare che Logan, WOLVERINE, prenda lezioni di ballo da sala è inammissibile, ma lui non aveva proprio perso lezioni…

Diciamo che Kitty lo aveva… costretto?, sì, COSTRETTO, a imparare a ballare, tirando fuori la scusa che sennò Rogue ne sarebbe rimasta delusa.

Ma quant’è perfida quella donna?

 

I due sono al centro della pista.

Assomigliano alla bella e la bestia, non tanto per l’aspetto, quanto per il fatto che lei sembra scomparire tra le sue braccia e lui era in evidente imbarazzo.

Logan la guarda.

Lei ha la testa appoggiata al suo petto, gli occhi chiusi, si gode ogni istante.

Wolverine si sarebbe volentieri preso a pugni per quello che doveva dirle.

Ha paura di ferirla ancora.

Paura che lei non accetti.

Ma lui lo faceva solo per il suo bene.

Ad un tratto si ferma.

La ragazza apre gli occhi e alza lo sguardo.

Il volto di Logan è oscurato dal dubbio e il timore.

Rogue si stacca da lui.

 

No, ti prego, no… 

 

“Rogue – mio Dio ha usato il mio nome! – devo dirti una cosa.”

Rogue lo guarda, la bocca spalancata, il corpo scosso da brividi.

 

No, Dio, ti prego… no… no. 

 

Sono al centro della pista, incuranti della gente che volteggia loro intorno.

Sembra fossero in un posto tutto loro… dove il tempo è fermo e non c’è nessun altro.

“Rogue…” allunga un braccio verso di lei, ma lei si allontana un po’ di più.

“No.” Sussurra.

“Rogue, devo dirti che…”

“NO!!!!” urla la ‘ragazza intoccabile’

Corre via, lontana da quella sala ballo.

Esce dall’istituto.

Si slaccia le scarpe e continua a correre a piedi nudi sull’erba del parco.

Si ferma presso una panchina di pietra.

Vi si siede sopra.

Si rannicchia e posa la fronte sulle ginocchia.

Piange.

 

 

Flash Back

 

"Rimarrai?"

Logan ghignò.

Strinse le braccia attorno alla sua vita per farla più vicina, mise le sue labbra vicino all'orecchio di lei e disse:

"Penso che terrò la medaglietta per un po'..."

 

Fine flash back

 

“bugiardo… bugiardo… bugiardo… BUGIARDO!!!!” urla ancora scossa dai singhiozzi.

“Avevi detto che saresti rimasto, l’avevi detto… che saresti rimasto per un po’… ma è passato appena un mese! Valgo così poco per te? BUGIARDO!!!!”

 

Trema.

I piedi a contatto con la gelida pietra hanno quasi perso sensibilità.

 

“Ragazzina, non mi hai fatto finire…”

Logan ha la sua, solitamente calma, voce triste e malinconica.

Rogue alza lo sguardo.

Lui la guarda.

Ha il mascara tutto colato sulle guance e la matita era sbavata, ma è comunque bella ai suoi occhi.

È furiosa, lui lo sa, ma è anche distrutta.

“Io volevo dirti…”

“Che te ne stai per andare… di custodire la tua stupida medaglietta e che tornerai in un tempo indefinito a riprendertela… Allora dammela e facciamola finita.” Completa la frase lei allungando la mano per esortarlo a consegnarle la sua stupida medaglietta.

Lui, lentamente, sgancia la medaglietta dal collo e la depone sul palmo di lei.

Comincia ad andare.

Lei affonda di nuovo il viso nel vestito.

Lui ormai è abbastanza lontano, dietro di lei.

Poi dice:

“Comunque non mi hai fatto finire… io volevo dirti che stavo partendo, ma anche che io volevo partire con te.”

Rogue alza di scatto il capo.

Volta la testa nella sua direzione.

“Come?” gli chiede incredula

“Allora? Sì o no?” esorta lui.

Non sorride.

È, più che serio, teso.

“Perché?” chiede nuovamente lei, voltandosi completamente verso di lui.

“Ho deciso di smettere di cercare il mio passato… voglio trovare un tuo futuro… sono certo che Xavier non fosse l’unico in grado di aiutarti a controllare il tuo potere.” Risponde lui, ancora teso.

Lei lo guarda stranita.

Ancora una volta chiede: perché?

“Perché… perché ho bisogno di te…” sussurra lui, a voce bassissima, ma comunque abbastanza alta per farsi sentire da lei.

Rogue non capisce più nulla, ma sa cosa fare.

 

Si alza, molto lentamente, dalla panca di pietra, e si avvicina con cautela a Logan.

Sono vicini ora.

Lei può sentire il suo inconfondibile odore di tabacco e alcool e lui può sentire il delicato profumo di fresia di lei.

“Allora, che hai deciso?” chiede lui.

“Sì.”

Finalmente sorride, un sorriso vero, uno di quelli che pochissime volte gli illuminavano il viso.

L’abbraccia e lei si sente protetta da quell’abbraccio.

Poi lei si allontana da lui, di nuovo triste.

“Logan, sai che se tu starai con me non potremo… hai capito?”

Lei guarda per terra, sconfortata.

Si sapeva che Logan non aveva mai rinunciato a quello… e hapaura di perderlo.

Lui sorride ancora.

Si inchina un po’.

Mette una mano sotto il mento di lei, che si affretta a evitare il contatto e si ritrova faccia a faccia con l’uomo che popolava, e popola tuttora i suoi sogni.

Si guardano negli occhi.
Logan si avvicina sempre più pericolosamente alla sua bocca.
Entrambi desiderano, anzi, 
bramano quel contatto.

Lui non ha paura, ma lei sì.

"No."
Gli posa i palmi delle mani su petto e delicatamente lo spinge via, spostando lo sguardo per terra.
Lui torna serio e si allontana.
"Va bene, non farei mai qualcosa senza che tu lo voglia."
Ma io voglio, TI voglio!!!

Logan prende un accendino e un pacchetto di sigarette dalla giacca.
Ne accende una e aspira.

"Comunque non sai quel che ti perdi..." continua.
Eccome se lo so!!!

"Non possiamo..." dice mesta lei.
Lui continua a darle le spalle.

Inspira ed espira boccate di fumo, in tutta tranquillità, come se lei non ci fosse.

Poi getta la sigaretta ormai finita per terra, la calpesta e si girò verso di lei.

"Io non ho paura."
"Ma io sì!!!"
Rogue è esasperata. Possibile che lui non capisse? Possibile che fosse così ottuso?
"Perché?" le chiede alzando un sopracciglio.
Come perché? Potrei ucciderti, potrei...
"Perché ho già rischiato di perderti... non voglio accada ancora..." ha le braccia conserte e guarda ancora per terra.
Lui si fa più vicino.
"Non mi perderai..." le soffia sulle labbra.
Dio, com'è difficile resisterti... ma come puoi dire che non ti perderò, tu che ne sai?
Rogue alza lo sguardo verso di lui che, in effetti, era molto divertito dalla situazione.
Lo fissa seria.
"Sai che una volta per questo ho mandato in coma un ragazzo per 3 settimane?"
"Se non l'avessi fatto l'avrei fatto io a suon di pugni, nessuno deve permettersi di toccarti... e comunque io non sono un ragazzino." ghigna lui
"Lo so." sorride finalmente lei.
"Bene, allora." dice lui prendendole la vita e avvicinandola a sé, stretta tra le sue braccia, sempre con quel maledetto ghigno sulla faccia.
Lei lo detestava... e insieme lo adorava.
Lui comincia ad accarezzarle i capelli.

"Mia piccola, dolce, ragazzina..."
Ogni parola proferita dalla sua voce roca e bassa scaturisce da lui come un dolce ringhio.

Rogue non ce la fa più ad aspettare, ma non osa fare la prima mossa.

Logan posa (titubante nonostante il discorso di prima) le proprie labbra su quelle di lei.
E Rogue cede.

Gli cinge il collo con le braccia e lo fa sempre più vicino a lei.
Finalmente è suo, non l'avrebbe più lasciata e l'avrebbe aiutata... sarebbe stato con lei.

Il sapore di fumo e birra è mischiato all'inconfondibile sapore di Logan.

Lui sa che dovrebbe smettere, sa che si potrebbe fare male, ma non riesce a trattenersi.

Sa così, di buono... di puro...

Poi Rogue sente la stretta di lui allentarsi e, in tutta fretta stacca le labbra e lo spinge via, lontano.

Lui cade per terra di schiena.
Lei gli corre incontro preoccupata.
Si china su di lui e, con una mano sotto la testa e una sul petto, lo fa alzare un po'.
Si sente in colpa.
Lo sapeva che sarebbe accaduto,  ma non voleva smettere...
"Te l'avevo detto..." gli sussurra
"Ma tu vedi che non sono in coma..." ride della sua preoccupazione.
“Ti capisco se cambi idea..."
"Per privarmi del privilegio di baci come questo? E poi, magari troviamo chi ci potrà far sfiorare senza rischiare la morte... quindi no, non cambio idea."

Rogue non può fare a meno di sorridere.
"E ora la medaglietta." dice lui.
Lei gliela mette sul cuore.
"Non ci sarà più bisogno che tu la tenga come ricordo... ci sarò io accanto a te..."

 

 

 

E ora un piccolo ringraziamento a PerfectConcert_ per i suoi ottimi consigli:

Grazie, spero di averli messi in pratica come mi hai chiesto... per favore, continua a recensire le mie storie, le tue critiche costruttive sono sempre ben accette....
Grazie ancora

  
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