Primo Capitolo
BELLA'S POV
“Jazz,
ti prego! Toglimela di dosso!” Supplicai il fidanzato della
mia
migliore amica, che giocava alla Play Station, insieme ad Emmet e
Edward.
“Bellina,
il sabato sera tocca a te sopportare Alice, quindi...”,
sghignazzò
Emmett, che con una mossa secca uccise il personaggio di Jasper.
Maledetti!
“Daaai!”
Le bambine piccole facevano meno capricci di quanti ne facevo io.
“Swan,
stai interrompendo i miei pensieri, ossia 'tattiche da
gioco'”.
“Oddio!”
Urlai, mentre tutti si giravano. “Cullen pensa!”
Finii, mentre
Jasper ed Emmett scoppiavano a ridere insieme a me.
Peccato
che fra me e Edward non scorreva buon sangue, anzi, fra me e Cullen
non scorreva buon sangue.
E
tutto era iniziato per colpa di quel cinico, lunatico, idiota, bello
e terribilmente attraente.
Capelli
ramati che ricadevano disordinati sulla sua fronte, occhi verdi che
lasciavano poco all'immaginazione.
Un
Dio Greco, nel vero senso della parola.
“Bella!”
Sospirai pesantemente, quando sentii le urla della mia migliore amica
provenire dal piano superiore.
“Sali
Swan,
può essere che per una buona volta mia sorella ti faccia
diventare
'attraente'”, alla parola 'attraente' mimò con le
mani due
virgolette.
Poteva
essere anche bello, ma era cattivo.
Nel vero senso della parola.
Finsi
di non ascoltarlo.
“Emmett,
perché Rosalie non è qui?” Chiesi,
stavo davvero per mettermi a
piangere.
Rosalie
– ragazza di Emmet, stava sempre insieme a noi.
Per
chissà quale disgrazia questo sabato non si era presentata,
ed io
ero diventata la cavia di Alice.
“Doveva
sbrigare delle faccende con mamma”, rispose Jasper, fratello
di
Rosalie.
“Ottimo”,
borbottai, salendo la rampa di scale.
Sembrava
una lenta processione, che mi portava al patibolo.
“Dai,
muoviti che la maschera è pronta!” Alice
sbucò dalla sua stanza,
strattonandomi per un braccio.
La
Maschera.
Chissà questa volta cos'aveva mescolato per il mio povero
viso.
“Senti,
perché un sabato non scendiamo insieme agli altri e
giochiamo alla
play con loro?” Non che il fatto di giocare alla play mi
allettasse
così tanto.
Ma
questo ed altro, pur di non sottostare alla furia di Alice.
“So
che ti piace mio fratello, e che stravedi per lui. Ma non devi
esagerare in questo modo, sai, fa male vederlo così a lungo.
Tutti i
giorni a scuola, ed ora anche il sabato sera a casa
nostra...”.
Il
bello?
Aveva
iniziato a parlare come una macchinetta, e si era fatta i film
mentali.
Il
pensare a Cullen,
alle sue labbra sulle mie e alle smancerie che potrebbe fare... mi
salì un conato di vomito.
“Ti
prego, non esagerare”.
Alice
rise, passando con una spugnetta quella
maschera sul mio viso.
“Oh,
Bellina cara. Io non sto proprio esagerando. Si vede lontano un
miglio che stravedi per Edward, e che lui stravede per te!”
Finì,
con un ghigno malefico.
Certe
volte mi faceva davvero paura.
“Senti,
basta”. Già era molto quello che stavo facendo,
cioè farmi
torturare.
Ci
mancavano solo le paternali su Cullen.
“Okay,
basta. E non pensi a Tanya?”
Una
rabbia improvvisa s'impossessò di me.
“A
Tanya? All'oca giuliva che è 'fidanzata' con Cullen?
Quella a cui a momenti le scoppia il seno?” La odiavo.
E
proprio non riuscivo a capire da dove nascesse tale odio.
Così
profondo ed irrequieto.
“Si,
proprio quella”, sussurrò Alice con un sorrisino
dipinto sulle
labbra, mentre si dirigeva al bagno per lavarsi le mani.
“E
perché dovrei pensare a quella?” Chiesi
innocentemente, chiudendo
gli occhi e cercando di rilassarmi.
“Visto
che quell'idiota di mio fratello sta con lei, e tu stravedi per lui.
Io ci penserei”, rivelò, posando delle
cianfrusaglie in un
cassettino.
Pensare
a Tanya e Cullen,
insieme! Dio, che disgusto!
“Ribadisco:
io non stravedo per lui! Nemmeno lo vedo!”
Forse
non vederlo era una parolona. Affascinante e terribilmente sexy.
“Dai,
andiamo a letto”. Arcuai le sopracciglia.
“Con
questa roba?” Indicai il mio viso, scettica.
“Ovvio,
dobbiamo tenerla per otto ore”, guardò la radio
sveglia. “Ora
sono le due. Ho messo la sveglia per le dieci”.
Sospirai
pesantemente, cadendo tra le braccia di Morfeo.
EDWARD'S POV
“Jazz,
ti prego! Toglimela di dosso!” Quella voce era il mio incubo
peggiore.
Sospirai
rassegnato, muovendo i tasti del joy stick.
Jasper
che era seduto accanto a me rise silenziosamente, per non farsi
sentire dalla Swan.
Avevamo
organizzato una bellissima serata fra ragazzi.
Birre
e play station.
Alice
aveva il compito di tenere a bada la Swan,
che ovviamente iniziò a rompere come non mai.
“Bellina,
il sabato sera tocca a te sopportare Alice, quindi...”
Esordì
Emmett, che con una botta secca uccise il personaggio di Jasper.
Risi
fra me e me. Meno uno, avevo la possibilità di vincere
quella
partita.
“Daaai!”
I bambini del corso di pianoforte erano meno petulanti di lei.
“Swan,
stai interrompendo i miei pensieri, ossia 'tattiche da
gioco'”.
Sapevo che il solo sentire la mia voce le dava fastidio, ed era lo
stesso per me.
Tanto
valeva farla arrabbiare di più.
Aspettai
una risposta, per iniziare con i punzecchiamenti, che stranamente non
arrivarono.
Gli
alieni dovevano essersi impossessati della vera
Swan.
“Oddio!”
Urlò, mentre tutti ci giravamo contemporaneamente. Non che
mi
importasse molto di lei, ma quell'urlo mi preoccupò
più del dovuto.
“Cullen
pensa!” finì, passandosi una mano sul viso, come
scioccata.
Emmett
e Jasper iniziarono a ridere sommessamente. Dove diamine era finita
la coalizione maschile?
“Bella!”
In quel momento amai con tutto me stesso la mia piccola sorellina.
Aveva
un tempismo perfetto.
Non
potevo dargliela vinta: “Sali Swan,
può essere che per una buona volta mia sorella ti faccia
diventare
'attraente'” Mimai la parola 'attraente' da due virgolette
con le
mani.
Avevo
esagerato? Forse.
Da
parte di Jasper mi arrivò una gomitata nello stomaco, e mi
trafisse
con lo sguardo.
“Emmett,
perché Rosalie non è qui?” In quel
momento pensai davvero che gli
alieni si fossero impossessati della vera Swan.
Anche
questa volta non aveva risposto ai miei attacchi con delle battutine.
“Doveva
sbrigare delle faccende con mamma”, rispose Jasper,
sicuramente
pensando a sua sorella e a sua madre.
“Ottimo”,
borbottò la Swan,
salendo la rampa di scale.
Nel
momento in cui vidi la sua figura scomparire, rilasciai un sospiro di
sollievo.
Mi
faceva un effetto così brutto vederla? Pare di si.
“Non
credi che hai esagerato?” Domandò Emmett,
ridestandomi dai miei
pensieri.
Io,
esagerare? Quando mai!
“No!”
Risposi semplicemente, riprendendo in mano il joy stick.
“Edward,
rispettiamo la tua scelta di stare insieme a Tanya anche se stravedi
per Bella, ma qualche volta vacci piano”. Mi
ammonì Jasper,
accasciandosi sul divano.
Ancora
con la storia che io stravedevo per lei? Ma cosa si erano bevuti?
Poi
io avevo una fidanzata, meglio definita come 'compagna di giochi'.
“Si,
e io non andrò a letto con Rose per due mesi”,
Emmett rise da solo
per la sua infelice
battuta.
“Questa
volta – stranamente, concordo con l'orso”.
Si
erano coalizzati contro di me?
“Non
è affatto divertente”, mi alzai prendendo le
chiavi della Volvo,
vicino alla porta. “Vado da Tanya”.
In
qualche modo dovevo scaricare la tensione.
Meglio
Tanya che una Swan
petulante in giro per casa.
SE VOLTE POTETE UCCIDERMI, SONO D'ACCORDO CON VOI.
AVEVO DETTO: NIENTE PIù STORIE SU TWILIGHT, MA... ECCOMI
QUI, CON UNA NUOVA FANFICTION T.T
E' STATO PIù FORTE DI ME... CHE DIRE? CAPITOLO CORTO, PER
FARVI CAPIRE COME STANNO LE COSE. HO SEMPRE PENSATO A UN EDWARD CHE
ODIA BELLA, ED ECCOLO QUI.
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