Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Frytty    26/01/2010    3 recensioni
Novembre.
Una giornata come tante.
Una notte come tante.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve! Dopo tre settimane di studio continuo, ritorno ad aggiornare con l'ultimo capitolo. In realtà, non sapevo bene da quanti capitoli sarebbe stata formata la storia, ma si è evolta in questo modo e io ho semplicemente seguito la trama che mi è uscita spontanea dalle dita che scrivevano sulla tastiera, e, anzi, credo che sia meglio finirla qui, altrimenti tutta la storia sarebbe andata avanti all'infinito e avrei finito per ripetere le stesse identiche cose... XD! Ringrazio, ovviamente, tutti quelli che durante tutto questo tempo, hanno commentato, letto, aggiunto tra i preferiti o i seguiti questa storia e riguardo l'ultimo capitolo, volevo ringraziare in particolare:

myki: Grazie per aver recensito, nonostante tutto il tempo che ho impiegato ad aggiornare! Ti ringrazio anche per tutti i complimenti che mi rendono sempre felice *_* spero che quest'ultimo capitolo non ti deluda! Un bacio ^^

La Nika: Spero di essere stata più veloce della scorsa volta ^^ anche se sono stata impegnata un sacco in queste settimane con lo studio *uff, che fatica*! Bando alle ciance ti ringrazio per i tuoi commenti costanti e per tutti i complimenti che mi ha fatto durante questo periodo *_* Spero che quest'ultimo capitolo non ti deluda! ^^ Ed ora, vi lascio al capitolo ^^

Image Hosted by ImageShack.us

James era davvero contento che, finalmente, quell'assurda storia si fosse conclusa. Si, magari era anche un egoista a pensarlo, ma era meglio per tutti se quello a soffrire per le conseguenze del sogno, anzi, dell'incubo, dovesse essere lui. Lily non meritava tutto quel dolore ingiustificato e vederla piangere lo faceva stare male, lui e il suo cuore, e sapeva che sarebbe morto prima del tempo, perché se doveva morire, prima o poi, sperava davvero di poterlo fare dopo aver dato il massimo. La visione di quell'innocente sacrificato per chissà cosa, ancora lo tormentava a volte, ma era più il suo inconscio a rimandargli quella visione che non l'incubo in sé, che, ormai, aveva perso tutto il suo effetto.

Rivivere quelle immagini e quella urla, e la visione della sua Lily affranta e disperata, ancora più bella di com'era adesso, era difficile, e a volte si risvegliava madido di sudore, gli occhi sbarrati e la paura nel cuore, come se sapesse, in fondo, che non l'avrebbe mai abbandonato.

Eppure faceva finta di niente durante il giorno: seguiva le lezioni, scherzava con Sirius e con gli altri, studiava in Biblioteca con Lily, affrontava gli ultimi allenamenti di Quidditch della stagione e poi pattugliava i corridoi con la sua dolce metà. Sembrava essere tornato tutto alla normalità, un qualcosa che era mancato a James nell'ultimo periodo.

C'era quell'ombra che lo tormentava di continuo, eppure, cercava di mandarla via per godersi ciò che rimaneva delle ultime settimane da studente di Hogwarts.

Le giornate erano diventate più miti e il primo venticello caldo del sud cominciava a rumoreggiare tra i rami degli alberi secolari della Foresta. Il Parco di Hogwarts era ritornato al suo antico splendore estivo, pieno di fiori, e la Piovra Gigante veniva avvistata sempre più spesso a nuotare verso riva, spaventando gli studenti più piccoli per la sua mole e la sua velocità.

Lui e Lily se ne stavano seduti sotto il faggio preferito dei Malandrini a studiare, le schiene che toccavano il legno antico dell'albero, il vociare degli studenti, che, terminate le lezioni, si erano riversati nel Parco per godere del sole pomeridiano, approfittandone per arrotolare le maniche della camicia fino ai gomiti, per sfilarsi il maglioncino pesante e per mettere in pratica un nuovo incantesimo appena imparato, o un nuovo lancio con la Pluffa.

I due innamorati, invece, se ne stavano in silenzio, a godere l'una di una delle letture consigliate per l'approfondimento pre-esame dalla McGrannitt stessa, e l'altro immerso nella lettura più piacevole di un Manuale di Difesa Avanzata.

Solo il lento sfogliare delle pagine faceva capire a chi li osservava che non erano statue. Erano immobili, in verità, da più di un'ora in quella medesima posizione e non si erano scambiati neanche una parola, anche se, più di qualche volta, un'occhiata velata di malizia era volata a Lily da parte di James. Insomma, qualcosa di innocente in verità, solo per scherzo, che era accompagnata da un sorriso troppo furbo per poter essere considerata un'occhiata maligna, alla quale Lily rispondeva accennando ad un sorriso senza staccare gli occhi dalla pagina oggetto di lettura.

< Ok, mi sono stufato di leggere! > Chiuse il libro di scatto e lo gettò lontano, sebbene non ebbe modo di allontanarlo da sé più di tanto, data la mole del suddetto libro.

Anche Lily chiuse il suo libro, sebbene in maniera decisamente più gentile, e lo mise da parte accanto a sé, godendo per un momento del delizioso venticello che arrivò a scompigliarle i capelli, trascinando via le poche foglie secche ancora rimaste al suolo dal passato autunno.

James si voltò a guardarla: gli sembrava di vederla per la prima volta, in verità, con i capelli rossi e gli occhi verdi come l'erba sotto di loro, appena più scuri semmai, la bocca sottile quel tanto da renderla sufficientemente attraente, il naso piccolo e dritto, una spruzzata di lentiggini che le decorava le gote e il fisico asciutto, formoso nei punti giusti e delicato come un petalo di rosa, profumato come il miele.

Gli tornò alla mente quella prima volta in cui avevano fatto l'amore. Magari Lily non se ne ricordava affatto, ma lui aveva quelle immagini stampate bene nella memoria come qualcosa di assolutamente perfetto e magico, la prima vera unione d'amore di cui era stato protagonista.

< A cosa pensi? > Le chiese, accarezzandole una guancia con un dito per richiamare la sua attenzione.

< Che la scuola sta finendo. E che mi mancherà Hogwarts. > Gli sorrise, serena.

< Anche a me mancherà tutto questo. > Aggiunse lui, voltando gli occhi al castello che si stagliava, imponente, davanti a loro. 

< Mi mancherai anche tu. > Sussurrò lei.

< Perché, hai intenzione di mollarmi così? > Finse un'espressione stupita, esageratamente stupita e assolutamente poco credibile.

< Scemo! Lo sai cosa intendevo! > Lo rimproverò sorridente, assestandogli una pacca sul braccio, non riuscendo a fargli male.

< Ma noi non ci separeremo mai. Siamo destinati a stare insieme. > La strinse a sé con un braccio e le baciò i capelli.

< Suona tanto come una frase che ho già sentito... > Alzò lo sguardo al suo viso.

< Di cosa parli? > Le domandò, corrugando le sopracciglia.

< Me lo dicesti anche tre anni fa, quando tu mi invitasti ad Hogsmeade ed io rifiutai dicendoti che, semmai un giorno fossi uscita con te, era perché il destino voleva proprio la mia morte. > Sorrise a quel ricordo.

James scoppiò a ridere.

< Neanche lo ricordavo più! > Aggiunse appena riuscì a riprendersi. < E alla fine ti sei pentita di essere uscita con me? > Continuò.

Lily scosse la testa e lo abbracciò.

< Sono stata così tremendamente cieca da non riuscire a vedere altro che i tuoi difetti, quando sei una persona splendida. Mi dispiace per tutto quello che hai dovuto soffrire. > Nascose il viso sulla sua spalla, osservando il Parco che si stendeva dietro di loro fino al lago.

< Non importa. Meglio tardi che mai, e poi anche io sono riuscito a farti perdere le staffe più di qualche volta con il mio comportamento da conquistatore del mondo, no? > Le accarezzò la schiena e i capelli.

Lily rise.

< Sai? Credo che la cosa che più mi sia mancata di te, quando hai smesso di tormentarmi con le tue richieste, sia stato proprio il tuo caratteraccio e la tua arroganza. Buffo, no? > Continuò a sorridere mentre attendeva una sua risposta.

< Pensavo che avresti festeggiato con Burrobirra a volontà e una torta gigante. > Scherzò lui.

< Oh, ma l'ho fatto, e la cosa bella è stato il gioco finale: il tiro a freccette con al centro una delle tue foto autografate. E' stato molto divertente. > Si divertiva un mondo a prenderlo in giro.

< Beh, mi fa piacere. Scatenare la tua ilarità è sempre stato uno dei miei sogni. > Borbottò James poco propenso alla visione di una delle sue foto al centro di un cerchio di cartone pieno di freccette.

< Cose che capitano. Per tutto c'è una prima volta. > Lo consolò lei, separandosi dal suo abbraccio ed osservandolo negli occhi color cioccolato.

James storse la bocca in una smorfia poco convinta a cui Lily rispose alzando gli occhi al cielo, esasperata.

< Posso chiederti una cosa? > Le domandò poco dopo, intrecciando una mano con la sua.

Lei lo guardò curiosa, aggrottando le sopracciglia.

< Certo! Cosa? > Lo incoraggiò.

< Ehm... insomma, non so come chiedertelo... tu mi ami, no? > Arrossì appena e si portò una mano ai capelli.

< Mi trovo costretta a rispondere che si, ti amo. > Rispose con fare melodrammatico.

< E sai che anche io ti amo, vero? > Continuò, ignorando il sarcasmo della ragazza.

< Dove vuoi arrivare, James? > Spostò appena la testa di lato, osservandolo sospettosa. C'era qualcosa che non la convinceva in tutta quella insicurezza.

< Insomma, stavo pensando che adesso che la scuola sta per finire e che gli esami si stanno avvicinando alla conclusione e che noi non ci vedremo per un'estate intera ed io non voglio che ti dimentichi di me. > Confessò.

< Credimi, vorrei, ma suppongo che non succederà. > E tutto quel sarcasmo cos'era? Doveva essere il nervosismo. Si, il nervosismo, perché quando lei era nervosa tendeva a diventare un pochino acida, ma solo un pochino, eh.

< Quello che sto cercando di dirti, Lily, è che voglio presentarti alla mia famiglia e voglio che tu faccia lo stesso, se vuoi. Voglio che il nostro diventi un rapporto ufficiale. > La osservò attento ad una qualsiasi delle sue reazioni.

Lily sgranò appena gli occhi.

< Tu vuoi... fidanzarti con me? Cioè... tu vorresti...? > Ma venne interrotta da lui.

< Sposarti? Si, è quello che vorrei fare. Se anche tu lo vuoi, ovviamente. > Si affrettò ad aggiungere.

Era sbigottita.

Le aveva davvero chiesto di sposarlo? Forse si sarebbe svegliata di lì a qualche minuto e avrebbe dovuto combattere con Alice, come ogni mattina, per farla alzare dal letto.

Ma il rumore di nessuna sveglia la scosse, solo il cinguettio vivace degli uccelli che stavano per ritirarsi nel loro nido, il vociare degli ultimi ragazzi nel Parco che volevano godersi la brezza fresca fino all'ultimo minuto prima del coprifuoco, lo scroscio delle acque del Lago Nero, con le onde mosse dalla Piovra Gigante.

Avrebbe davvero voluto rispondere, davvero, ma aveva perso la voce. Tutto quello che le uscì fu un gemito strozzato che sapeva di disperazione.

< Lily, tutto bene? > Le chiese James, preoccupato.

< Io... io non so cosa dire... > Rispose inebetita.

< Dimmi solo di si. E' tutto quello che voglio sentirti dire, Lily. > Le sorrise.

< Oh, insomma, si! Si, si, si e mille volte si! Certo che voglio sposarti! > Si riscosse quasi all'improvviso, e gli si lanciò addosso, sbilanciandolo all'indietro e facendolo atterrare sul terreno morbido di erba, lei sopra.

James rise prima di baciarla e di armeggiare nelle tasche per estrarne un ciondolo a forma di cuore stilizzato, semplice e bellissimo come lei.

Lily lo guardò meravigliata e si rialzò per lasciarselo allacciare al collo, raggiante di felicità. Il cuore le batteva ancora troppo forte nel petto per poter anche solo produrre un pensiero che avesse senso compiuto, ma in compenso, pensava, non era mai stata così felice come in quel momento e lo doveva solo a James, al ragazzo che le sembrava conoscere da sempre, quasi fossero cresciuti insieme e si fossero innamorati lentamente, con il loro maturare. Le sembrava strano pensare che un tempo l'aveva odiato e aveva sparlato di lui con Alice e con le altre solo per definirlo un borioso pieno di sé ed arrogante. Non lo conosceva abbastanza e non era cosciente di tutto quello che era disposto a fare per i suoi amici, per lei, anche per le persone che, in un certo qual modo, disprezzava, come Piton.

In fondo, era sempre James dal cuore grande e generoso quello con cui parlava in quel momento e che le aveva appena chiesto di sposarlo con non chalance, anche se temeva avrebbe risposto negativamente. Glielo leggeva negli occhi, ora illuminati di gioia e serenità.

< Ti avverto, questo vuol dire che non ti libererai di me per tutta la vita. > Scherzò dopo aver armeggiato a lungo con il gancetto troppo piccolo della collanina ed essere, finalmente, riuscito ad allacciargliela al collo.

< Correrò il rischio. > Rispose lei, sospirando come se stesse per sopportare una lunga pena, toccando il ciondolo fresco contro la sua pelle accaldata dalle emozioni.

< E sappi che, d'ora in poi, sarò gelosissimo di te. > Precisò, sistemandole i capelli dietro l'orecchio.

< Quello che dovrebbe stare attento, sei tu, caro il mio Potter. Ti tengo sotto costante controllo, non dimenticarlo. > Gli ricordò severa, puntandogli un dito contro il petto con fare minaccioso.

< Sono più che disposto a dire addio alla mia florida carriera da dongiovanni, tranquilla, Evans. > E detto ciò la attirò a sé per la vita e le baciò i capelli, mentre il sole tramontava dietro di loro e le prime stelle cominciavano a comparire chiare e lontane, anche se sembrava avrebbero potuto allungare un braccio e sfiorare la loro luminosità.

James pensava che se proprio il destino doveva essere contro di loro, se proprio Voldemort un giorno avrebbe messo in discussione quello che era il loro amore e avrebbe messo in pericolo un loro probabile erede, non importava in quel momento, perché aveva la sua Lily stretta tra le braccia, il suo profumo dolce che lo circondava come un'aura, le sue mani piccole e aggrazziate che lo stringevano per la vita e le gambe intrecciate casualmente con quelle di lui.

Era tutto perfetto. Era troppo persino per lui, che non aveva mai potuto sperare in così tanto per il suo futuro.

Voleva quanto meno essere sicuro che avrebbe vissuto al meglio, donando e insegnando tutto quello di cui era capace. Non gli importava come sarebbe stato ricordato, come i suoi compagni avrebbero parlato di lui a suo figlio. Voleva solo che sapesse che se era morto, era morto per il suo bene, soltanto il suo e che non avrebbe mai smesso di farlo, come non avrebbe mai smesso di amare Lily, ogni minimo centimetro di lei.

Ma era troppo presto per pensarci. C'era tempo, tanto, tanto tempo ancora da trascorrere insieme, tanti attimi felici da condividere.

< Faremmo meglio a rientrare. Il coprifuoco sta per scattare. > Lily si alzò, trascinandolo affinché la seguisse e James non oppose resistenza, sorridendole.

< Lily Potter non suona poi così male, vero? > Gli chiese sorridente.

< Suona benissimo, infatti! > Le baciò una guancia e la strinse a sé un po' di più per apprezzarne meglio il calore e il profumo.

Si, c'era ancora tanto tempo per ricordare.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Frytty