Disclaimer: Questa è una storia di pura
invenzione, ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale. La Shoah, purtroppo, è un orrore
realmente accaduto.
Perché?
“Allora bambini”, disse la maestra, “oggi come saprete è il Giorno
della Memoria, istituita dieci anni fa per commemorare le vittime
della Shoah avvenuta durante la seconda guerra mondiale.”
“Quindi”, aggiunge, “vorrei che tutti voi
scriveste un pensierino su questa terribile vicenda, l'abbiamo spiegata la
settimana scorsa prima della gita, ricordate?”
I bambini annuirono contemporaneamente, alcuni convinti altri un po'
meno.
“Bene”, riprese l'insegnante, “allora prendete un bel foglio dal
vostro quaderno e scrivete come titolo: 27
gennaio - per non dimenticare.”
Gli alunni presero ognuno un foglio di quaderno, strappandolo dal
centro di esso, e iniziarono a scrivere il titolo.
“Maestra, ma con la penna rossa?” domandò uno di loro.
“Sì tesoro, con la rossa. Ma il testo con la
blu.”
Il bimbo annuì e scrisse.
“Bene ragazzi, disse la maestra quando vide
che erano pronti, adesso scrivete un breve pensiero così poi andremo tutti ad
attaccarlo al grande tabellone che hanno messo all'entrata, l'avreste visto
stamattina quando siete arrivati a scuola.”
“Sì!” esclamarono tutti in coro.
“Bene, iniziate allora!”
E venti testoline si piegarono ognuna sul proprio foglio, impegnate a
trovare le parole giuste da scrivere
***
Passarono circa dieci minuti, e ad uno ad uno i
bambini terminavano il loro compito e si alzavano per consegnare il foglio alla
maestra.
Arrivati al diciannovesimo bambino, l'insegnante si accorse che
un'alunna era ancora assorta nella scrittura, ed era passata
più di mezz'ora.
“Giusy”, la chiamò la maestra, “qualcosa non va?
Non hai ancora finito?”
La bimba alzò la testa e la scosse facendo
ondeggiare le codine.
“Ancora no signora maestra, un minuto e finisco.” e riabbassò la
testolina sul foglio.
***
Passarono altri dieci minuti, i bambini cominciavano a far baccano ma Giusy sembrava non ascoltarli, e continuava a
scrivere imperterrita.
“Giusy tesoro, hai finito? se hai problemi
dimmelo che ti aiuto.”
“No maestra, ce la faccio da sola, un altro minuto e ho finito.”
***
Invece ne passarono altri dieci, quando finalmente Giusy posò la
propria penna e si alzò dal suo banco, avvicinandosi alla cattedra.
“Giusy finalmente! E' stato difficile?” si informò
la maestra, credendo fosse questo il motivo del suo ritardo.
“No”, rispose l'alunna, “è che il mio non è un pensierino, ma un pensierone.” e
tornò al suo posto.
La maestra si strinse nelle spalle e iniziò a leggere i pensieri dei
bambini.
“Quello che è
successo è una cosa molto brutta, e spero non succede mai più”
“Tanti anni fa hanno
ammazzato tante persone innocenti, una cosa davvero brutta.”
“Mi dispiace tanto
per quello che hanno fatto agli ebrei, è stata un'ingiustizia.”
La giovane maestra leggeva mentalmente i compitini
dei suoi alunni, intenerita dalla semplicità e dall'innocenza dei loro pensieri
nei confronti di una cosa decisamente troppo delicata
per essere compresa da bambini di quarta elementare. Ma
apprezzava lo sforzo, seppure condito con qualche errore grammaticale.
Arrivò al compito di Giusy e quando ne vide la lunghezza, restò
meravigliata. La bambina aveva scritto tutte e quattro le facce del doppio
foglio di quaderno. Alzò lo sguardo nella sua direzione e la vide intenta ad
osservare un punto imprecisato fuori dalla finestra.
Riabbassò la testa sul foglio e iniziò a leggere.
“Signora maestra, io lo
so già cosa scriveranno i miei compagni. Cose tipo oh che
brutta cosa, oh che cattivi che sono stati, oh speriamo che non lo fanno più.
Io invece voglio fare una domanda: perchè? Io sono piccola, e di politica non
ne capisco niente, pensate che a volte dimentico anche come si chiama il presidente
della repubblica, però c'è questa cosa che davvero non capisco.
Perchè quando c'era la guerra, e i soldati
prendevano tutta quella gente per portarla a morire, la maggior parte delle
persone non faceva niente? Io l'ho chiesto ai grandi ma
mi hanno risposto che non potevano fa niente, che non si potevano ribellare, ma
sinceramente continuo a non capire. Alla Tv vedo spesso documentari sulla
Shoah, tanta gente spaventata che sale su treni, e mi chiedo ogni volta perchè
è successa questa cosa. Non è che ne hanno preso solo
una o dieci, migliaia di persone, davvero nessuno poteva opporsi?
Ho sentito dire anche
che la gente non sapeva cosa gli sarebbe successo ma
secondo me facevano finta di non sapere. Io lo capisco che avevano paura, anzi
voglio pensare che avevano paura, perchè se invece non
intervenivano perchè erano d'accordo allora sì che è davvero brutta. So anche
che ci sono state persone buone che hanno aiutato gli ebrei, persone che hanno
rischiato di morire per salvarli, e questo è bello, ma non è bastato a salvare
tutti quegli altri che morirono. Secondo me si poteva fare tanto di più, ma per
qualche strano motivo non è stato fatto niente. Ah poi c'è una cosa strana, ci
sono persone che hanno il coraggio di dire che la Shoah non è mai esistita,
che non è vero che sono morte tutte quelle persone e che è un'invenzione tutto
quanto.
Io se potessi gli
regalerei qualche videocassetta con quei documentari che ho visto io. Tanta
gente morta, scene proprio brutte, e poi la voce fuoricampo che spiega come venivano gasati e bruciati tutti quegli esseri umani. Come
fanno a dire che queste cose non sono accadute per davvero? Secondo loro si
sono inventati tutto per pubblicità? Io avrò pure nove anni, ma questi qui ne hanno di meno. Uno si può inventare di essere stato sulla
Luna, o in Africa o di vedere le fate, ma non si può inventare lo sterminio di
migliaia di persone.
Questi
qui che dicono che non è successo nulla o non ci vedono o non vogliono vedere. Magari si vergognano allora preferiscono far finta che
non è mai successo, oppure sono d’accordo con quelli che volevano sterminare
tutti gli ebrei del mondo. Perchè sennò proprio non capisco.
Ecco signora maestra, quello che voglio dire è che io voglio
che non succede più una cosa così brutta, per nessun popolo al mondo.
Ma voglio anche che la
gente finalmente si leva le mani davanti agli occhi e la finisce di fare finta
che non è mai successo, perchè è brutto dire “no non è
vero” davanti a quelle persone che nei campi di concentramento hanno perso tutta
la famiglia. Lo so che questo non si può mettere sul tabellone perchè è troppo
lungo, ma volevo parlare un po' di più dei miei compagni, anche se neanche
queste quattro pagine mi bastano per dire tutto quello che penso. Ma devo finirla qui perchè voi maestra mi state chiamando
per consegnare.
Allora in conclusione
voglio dire che la gente non deve dimenticare ma deve
pure capire che non è che se fa finta che non è mai successo, tutte quelle
disgrazie vengono cancellate. Se fanno finta che non è successo niente offendono la memoria dei morti, e feriscono i vivi.”
Finito di leggere, la maestra era quasi sconvolta, tutto si sarebbe
aspettato tranne un tema del genere da parte di una bambina taciturna e
mediamente intelligente come Giusy. La guardò di nuovo e la trovò intenta ad osservare lei,
con un'espressione di attesa.
“Giusy”, la
chiamò, “puoi venire qui un momento?”
La bimba si
alzò di scatto, era evidente che si aspettava di
essere chiamata dalla maestra.
“Piccola.... come fai a sapere queste cose? Chi te l'ha dette?”
“Nessuno.”
“Non è
possibile, forse hai parenti che hanno subito queste cose?”
“No”
“Conosci
qualcuno che ha visto queste cose?”
“No”
“E allora come fai?”
“La maestra
era davvero curiosa di sapere come faceva una bambina come Giusy a concepire
pensieri di quel genere.”
“La piccola
si strinse nelle spalle.”
“Signora
maestra, mica bisogna essere ebrei o conoscere ebrei
per restare schifati da quello che gli hanno fatto. Io l'ho capito da sola, e
penso che tutti quelli con un pochino di cervello dovrebbero capirlo da soli,
ma invece a volte sento delle cose proprio strane. Non solo dicono che non è
successo, ma c'è gente che ancora è d'accordo con quella ideologia.
Vi sembra una cosa normale?”
Ideologia?
L'insegnate dubitava che Giusy sapesse scriverlo, ma
sicuramente aveva capito cosa significava.
“Amore, e
come hai fatto a capire queste cose? Le hai lette, o le hai viste alla Tv?”
Giusy
annuì. “Sì alla Tv, per fortuna ne parlano spesso, chissà che a forza di
parlarne non entrano nella testa delle gente, ma ho i
miei dubbi.”
“E cosa hai visto?”
“Cose
brutte maestra, tanti morti. Tante persone che veniva trattate come animali, invece erano persone, come
facevano quegli uomini a fare quelle cose ai loro simili? Io ancora non ci
credo.” confessò scuotendo la testa.
La maestra rifletté per un attimo, poi sgranò gli occhi
“Ma i tuoi genitori ti lasciano vedere... quei documentari da
sola?”
“Non è che me li lasciano vedere, sono io che vado a
guardarli. Perchè, è sbagliato?”
“Alla tua
età non dovresti vedere... quelle cose. Non le capisci...”
Giusy
sorrise. “Oh le capisco invece, quello che non capisco è perchè sono successe.”
La maestra le sorrise e le accarezzò una guancia.
“Piccola,
quelle sono cose da grandi, è ovvio che non le capisci..”
“E voi le capite? Cioè, voi potete
dirmi perchè uomini hanno ammazzato altri uomini credendo di fare un bene
all'umanità?” domando l'alunna con una sguardo speranzoso. Magari la maestra
finalmente le avrebbe spiegato il perchè quella di
follia.
Ma la
maestra non sapeva che dire, perchè in fondo l'abominio di quegli anni era un
enigma anche per lei.
“Non lo so
Giusy.” ammise tristemente.
La bambina
sospirò. “Lo sapevo. Penso che in realtà nessuno si sa spiegare perchè è
successo, anche se danno tante spiegazioni. Vedete? Faccio bene io a guardare
quei filmati. Io non voglio dimenticare e spero che prima o
poi riesco a capire perchè.”
La maestra
annuì. “Sei proprio una brava bambina.”
“Grazie.
Non metterete il mio compito sul tabellone, vero? E' troppo lungo lo so, ma non
importa. Lo sapevo che sarebbe andata così.”
“Infatti Giusy, non possiamo metterlo sul tabellone, non è
quello il suo posto.”
***
Il giorno
dopo, la maestra di Giusy fece incorniciare il compito della sua alunna e lo
fece appendere all'ingresso della scuola, con questa dicitura:
Ecco cosa dovremmo fare tutti: non smettere mai
di interrogarci sul perchè avvengano degli orrori come quello della Shoah e
sopratutto non smettere mai di indignarci e rifiutarli con tutte le forze,
anche se non capiremo mai perchè gli uomini arrivano a massacrare altri uomini, in nome di una folle ideologia che non può esistere né
in cielo né in terra.
Note d’autore: Al Sud si usa ancora dare del
“voi” invece che del “lei”. O almeno è quello che ho sempre fatto io e che faccio
tutt’ora.
Giusy non esiste, è una mia invenzione e non è il mio
nome. Non sono nessuno per commentare quei fatti, ma sono cose che volevo
esternare.. e l’ho fatto tramite l’innocente ma
coscienziosa Giusy. L’incerta grammatica è voluta in
quanto, a nove anni, è ovvio che ci siano delle incertezze.
Non è ovviamente mia intenzione urtare la sensibilità di nessuno.