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Autore: StillAnotherBrokenDream    27/01/2010    2 recensioni
Giusy, bimba di quarta elementare, si domanda del perchè sia successa una cosa orribile come la Shoah....
Genere: Introspettivo, Storico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Olocausto
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Disclaimer: Questa è una storia di pura invenzione, ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale

Disclaimer: Questa è una storia di pura invenzione, ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale. La Shoah, purtroppo, è un orrore realmente accaduto.

 

 

Perché?

 

 

 

“Allora bambini”, disse la maestra, “oggi come saprete è il Giorno della Memoria, istituita dieci anni fa per commemorare le vittime della Shoah avvenuta durante la seconda guerra mondiale.

Quindi”, aggiunge, “vorrei che tutti voi scriveste un pensierino su questa terribile vicenda, l'abbiamo spiegata la settimana scorsa prima della gita, ricordate?”

I bambini annuirono contemporaneamente, alcuni convinti altri un po' meno.

“Bene”, riprese l'insegnante, “allora prendete un bel foglio dal vostro quaderno e scrivete come titolo: 27 gennaio - per non dimenticare.

Gli alunni presero ognuno un foglio di quaderno, strappandolo dal centro di esso, e iniziarono a scrivere il titolo.

“Maestra, ma con la penna rossa?” domandò uno di loro.

“Sì tesoro, con la rossa. Ma il testo con la blu.”

Il bimbo annuì e scrisse.

“Bene ragazzi, disse la maestra quando vide che erano pronti, adesso scrivete un breve pensiero così poi andremo tutti ad attaccarlo al grande tabellone che hanno messo all'entrata, l'avreste visto stamattina quando siete arrivati a scuola.”

“Sì!” esclamarono tutti in coro.

“Bene, iniziate allora!”

E venti testoline si piegarono ognuna sul proprio foglio, impegnate a trovare le parole giuste da scrivere

 

 

***

 

 

Passarono circa dieci minuti, e ad uno ad uno i bambini terminavano il loro compito e si alzavano per consegnare il foglio alla maestra.

Arrivati al diciannovesimo bambino, l'insegnante si accorse che un'alunna era ancora assorta nella scrittura, ed era passata più di mezz'ora.

“Giusy”, la chiamò la maestra, “qualcosa non va? Non hai ancora finito?”

La bimba alzò la testa e la scosse facendo ondeggiare le codine.

“Ancora no signora maestra, un minuto e finisco.  e riabbassò la testolina sul foglio.

 

 

***

 

 

Passarono altri dieci minuti, i bambini cominciavano a far baccano ma Giusy sembrava non ascoltarli, e continuava a scrivere imperterrita.

“Giusy tesoro, hai finito? se hai problemi dimmelo che ti aiuto.”

“No maestra, ce la faccio da sola, un altro minuto e ho finito.

 

 

***

 

 

Invece ne passarono altri dieci, quando finalmente Giusy posò la propria penna e si alzò dal suo banco, avvicinandosi alla cattedra.

“Giusy finalmente! E' stato difficile?” si informò la maestra, credendo fosse questo il motivo del suo ritardo.

“No”, rispose l'alunna, “è che il mio non è un pensierino, ma un pensierone. e tornò al suo posto.

La maestra si strinse nelle spalle e iniziò a leggere i pensieri dei bambini.

 

 

“Quello che è successo è una cosa molto brutta, e spero non succede mai più”

 

“Tanti anni fa hanno ammazzato tante persone innocenti, una cosa davvero brutta.

 

“Mi dispiace tanto per quello che hanno fatto agli ebrei, è stata un'ingiustizia.

 

La giovane maestra leggeva mentalmente i compitini dei suoi alunni, intenerita dalla semplicità e dall'innocenza dei loro pensieri nei confronti di una cosa decisamente troppo delicata per essere compresa da bambini di quarta elementare. Ma apprezzava lo sforzo, seppure condito con qualche errore grammaticale.

Arrivò al compito di Giusy e quando ne vide la lunghezza, restò meravigliata. La bambina aveva scritto tutte e quattro le facce del doppio foglio di quaderno. Alzò lo sguardo nella sua direzione e la vide intenta ad osservare un punto imprecisato fuori dalla finestra. Riabbassò la testa sul foglio e iniziò a leggere.

 

“Signora maestra, io lo so già cosa scriveranno i miei compagni. Cose tipo oh che brutta cosa, oh che cattivi che sono stati, oh speriamo che non lo fanno più. Io invece voglio fare una domanda: perchè? Io sono piccola, e di politica non ne capisco niente, pensate che a volte dimentico anche come si chiama il presidente della repubblica, però c'è questa cosa che davvero non capisco.

 Perchè quando c'era la guerra, e i soldati prendevano tutta quella gente per portarla a morire, la maggior parte delle persone non faceva niente? Io l'ho chiesto ai grandi ma mi hanno risposto che non potevano fa niente, che non si potevano ribellare, ma sinceramente continuo a non capire. Alla Tv vedo spesso documentari sulla Shoah, tanta gente spaventata che sale su treni, e mi chiedo ogni volta perchè è successa questa cosa. Non è che ne hanno preso solo una o dieci, migliaia di persone, davvero nessuno poteva opporsi?

Ho sentito dire anche che la gente non sapeva cosa gli sarebbe successo ma secondo me facevano finta di non sapere. Io lo capisco che avevano paura, anzi voglio pensare che avevano paura, perchè se invece non intervenivano perchè erano d'accordo allora sì che è davvero brutta. So anche che ci sono state persone buone che hanno aiutato gli ebrei, persone che hanno rischiato di morire per salvarli, e questo è bello, ma non è bastato a salvare tutti quegli altri che morirono. Secondo me si poteva fare tanto di più, ma per qualche strano motivo non è stato fatto niente. Ah poi c'è una cosa strana, ci sono persone che hanno il coraggio di dire che la Shoah non è mai esistita, che non è vero che sono morte tutte quelle persone e che è un'invenzione tutto quanto.

Io se potessi gli regalerei qualche videocassetta con quei documentari che ho visto io. Tanta gente morta, scene proprio brutte, e poi la voce fuoricampo che spiega come venivano gasati e bruciati tutti quegli esseri umani. Come fanno a dire che queste cose non sono accadute per davvero? Secondo loro si sono inventati tutto per pubblicità? Io avrò pure nove anni, ma questi qui ne hanno di meno. Uno si può inventare di essere stato sulla Luna, o in Africa o di vedere le fate, ma non si può inventare lo sterminio di migliaia di persone.

Questi qui che dicono che non è successo nulla o non ci vedono o non vogliono vedere. Magari si vergognano allora preferiscono far finta che non è mai successo, oppure sono d’accordo con quelli che volevano sterminare tutti gli ebrei del mondo. Perchè sennò proprio non capisco. Ecco signora maestra, quello che voglio dire è che io voglio che non succede più una cosa così brutta, per nessun popolo al mondo.

Ma voglio anche che la gente finalmente si leva le mani davanti agli occhi e la finisce di fare finta che non è mai successo, perchè è brutto dire “no non è vero” davanti a quelle persone che nei campi di concentramento hanno perso tutta la famiglia. Lo so che questo non si può mettere sul tabellone perchè è troppo lungo, ma volevo parlare un po' di più dei miei compagni, anche se neanche queste quattro pagine mi bastano per dire tutto quello che penso. Ma devo finirla qui perchè voi maestra mi state chiamando per consegnare.

Allora in conclusione voglio dire che la gente non deve dimenticare ma deve pure capire che non è che se fa finta che non è mai successo, tutte quelle disgrazie vengono cancellate. Se fanno finta che non è successo niente offendono la memoria dei morti, e feriscono i vivi.”

 

Finito di leggere, la maestra era quasi sconvolta, tutto si sarebbe aspettato tranne un tema del genere da parte di una bambina taciturna e mediamente intelligente come Giusy. La guardò di nuovo e la trovò intenta ad osservare lei, con un'espressione di attesa.

“Giusy”, la chiamò, “puoi venire qui un momento?”

La bimba si alzò di scatto, era evidente che si aspettava di essere chiamata dalla maestra.

“Piccola.... come fai a sapere queste cose? Chi te l'ha dette?”

“Nessuno.”

“Non è possibile, forse hai parenti che hanno subito queste cose?”

“No”

“Conosci qualcuno che ha visto queste cose?”

“No”

E allora come fai?”

“La maestra era davvero curiosa di sapere come faceva una bambina come Giusy a concepire pensieri di quel genere.

“La piccola si strinse nelle spalle.”

“Signora maestra, mica bisogna essere ebrei o conoscere ebrei per restare schifati da quello che gli hanno fatto. Io l'ho capito da sola, e penso che tutti quelli con un pochino di cervello dovrebbero capirlo da soli, ma invece a volte sento delle cose proprio strane. Non solo dicono che non è successo, ma c'è gente che ancora è d'accordo con quella ideologia. Vi sembra una cosa normale?”

Ideologia? L'insegnate dubitava che Giusy sapesse scriverlo, ma sicuramente aveva capito cosa significava.

“Amore, e come hai fatto a capire queste cose? Le hai lette, o le hai viste alla Tv?”

Giusy annuì. “Sì alla Tv, per fortuna ne parlano spesso, chissà che a forza di parlarne non entrano nella testa delle gente, ma ho i miei dubbi.”

E cosa hai visto?”

“Cose brutte maestra, tanti morti. Tante persone che veniva trattate come animali, invece erano persone, come facevano quegli uomini a fare quelle cose ai loro simili? Io ancora non ci credo.” confessò scuotendo la testa.

La maestra rifletté per un attimo, poi sgranò gli occhi

Ma i tuoi genitori ti lasciano vedere... quei documentari da sola?”

Non è che me li lasciano vedere, sono io che vado a guardarli. Perchè, è sbagliato?”

“Alla tua età non dovresti vedere... quelle cose. Non le capisci...”

Giusy sorrise. “Oh le capisco invece, quello che non capisco è perchè sono successe.

La maestra le sorrise e le accarezzò una guancia.

“Piccola, quelle sono cose da grandi, è ovvio che non le capisci..

E voi le capite? Cioè, voi potete dirmi perchè uomini hanno ammazzato altri uomini credendo di fare un bene all'umanità?” domando l'alunna con una sguardo speranzoso. Magari la maestra finalmente le avrebbe spiegato il perchè quella di follia.

Ma la maestra non sapeva che dire, perchè in fondo l'abominio di quegli anni era un enigma anche per lei.

“Non lo so Giusy.” ammise tristemente.

La bambina sospirò. “Lo sapevo. Penso che in realtà nessuno si sa spiegare perchè è successo, anche se danno tante spiegazioni. Vedete? Faccio bene io a guardare quei filmati. Io non voglio dimenticare e spero che prima o poi riesco a capire perchè.”

La maestra annuì. “Sei proprio una brava bambina.”

“Grazie. Non metterete il mio compito sul tabellone, vero? E' troppo lungo lo so, ma non importa. Lo sapevo che sarebbe andata così.”

Infatti Giusy, non possiamo metterlo sul tabellone, non è quello il suo posto.”

 

 

***

 

 

Il giorno dopo, la maestra di Giusy fece incorniciare il compito della sua alunna e lo fece appendere all'ingresso della scuola, con questa dicitura:

 

Ecco cosa dovremmo fare tutti: non smettere mai di interrogarci sul perchè avvengano degli orrori come quello della Shoah e sopratutto non smettere mai di indignarci e rifiutarli con tutte le forze, anche se non capiremo mai perchè gli uomini arrivano a massacrare altri uomini, in nome di una folle ideologia che non può esistere né in cielo né in terra.

 

 

Note d’autore: Al Sud si usa ancora dare del “voi” invece che del “lei”. O almeno è quello che ho sempre fatto io e che faccio tutt’ora.

Giusy non esiste, è una mia invenzione e non è il mio nome. Non sono nessuno per commentare quei fatti, ma sono cose che volevo esternare.. e l’ho fatto tramite l’innocente ma coscienziosa Giusy. L’incerta grammatica è voluta in quanto, a nove anni, è ovvio che ci siano delle incertezze.

Non è ovviamente mia intenzione urtare la sensibilità di nessuno.

   
 
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