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Autore: Bonhiver    27/01/2010    3 recensioni
«La sposa si stava sfogando.» Disse Sirius, con un tono di voce che fece sembrare quell’affermazione una giustifica, agli sguardi inquisitori di Alice, Remus e Peter. «D’altronde è il giorno più importante della sua vita.»
Sirius Black e Lily Evans
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily, Sirius/Lily
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Witness'
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Witness in Trouble








Lily uscì dalla stanza il più in fretta possibile, lasciando i due ragazzi a digerire quella nuova notizia.
Faceva caldo o era solo una loro impressione?
«Lo sai che il testimone e la testimone finiscono sempre insieme, vero?» Proruppe ad un certo punto Sirius dal nulla, mantenendo lo sguardo perso e dritto davanti a sé.
Anche Alice, affianco a lui, sembrava completamente stordita, ma dalla felicità.
«Non succederà nulla fra di noi… a meno che io non sia ubriaca.»
Lentamente si girarono gli uni verso gli altri e per qualche secondo, in religioso silenzio, si studiarono.
«Che cosa bevi?»
«Wisky Incendiario.» Rispose subito lei con un gran sorriso, mentre già s’incamminava verso la porta, come aveva fatto poco prima la sua migliore amica.
«Grande.»



Il vestito era semplicemente fantastico, cadeva perfettamente in morbide pieghe ordinate.
Lily Evans, consapevole di poter essere riconosciuta con quel cognome ancora per poco, si stava sistemando una ciocca di capelli, quando una voce interruppe i suoi gesti.
«È perfetto.»
Senza voltarsi, servendosi solamente dello specchio di fronte a sé, seguì i movimenti di Sirius mentre si chiudeva la porta alle spalle.
«Cosa ci fai qui? Lo sai che porta male vedere la sposa prima-»
«Del matrimonio, sì.» La interruppe lui, avvicinandosi lentamente. «Ma questa regola vale solo per lo sposo.»
Si guardarono negli occhi, sempre attraverso lo specchio. Sirius le posò le mani sui fianchi, facendo combaciare i loro profili.
«Dove sono le damigelle?» Le sussurò sul collo, distogliendo lo sguardo.
«Volevo stare sola.» Rispose a stento Lily, completamente soggiogata dal profumo che l’aveva avvolta all’improvviso.
O meglio, credeva di volere stare sola, fino a quando lui non era arrivato.
Sirius si staccò da lei all’improvviso, dopo averla sentita rabbrividire contro il suo petto, allontanandosi in un attimo e andandosi a sedere sull’unica poltrona presente.
Lì doveva stare, pensò, in un angolo della vita di Lily.
«James mi ha mandato a controllare la situazione.»
Lily rise, non riuscendo proprio a trattenersi, mentre ricominciava ad aggiustare la stessa ciocca di capelli con cui aveva lottato prima di venire interrotta.
Rimasero in silenzio per qualche istante, concentrati sul respiro dell’altro.
«Aveva paura che scappassi?» Lasciando perdere una volta per tutte la chioma, che sembrava aver preso vita propria, la ragazza si girò e lo guardò direttamente negli occhi, anche la minima traccia di riso sparita dal suo volto.
Forse ci fu uno scoppio di elettricità, forse lo immaginarono soltanto.
Sirius distolse lo sguardo ancora una volta.
«Già, che pensiero stupido.»
Lily gli si avvicinò, tra il frusciare del vestito che la teneva ancorata alla realtà e alla sua posizione, e si appoggiò ai braccioli della poltrona coi palmi. Si piegò in avanti e i capelli le ricaddero sciolti di lato, in una vaporosa nuvola di fuoco.
«Non avresti nemmeno il coraggio di chiedermelo.»
Sirius, a quella provocazione, inevitabilmente si sporse in avanti, lasciandosi lo schienale ben lontano dalle spalle, mentre un rabbia sorda gli rimbombava nelle orecchie.
«Ciò non toglie che vorrei sbatterti contro quello specchio e fotterti fino a farti svenire.»
Quelle parole così ostentatamente rudi fecero sgranare gli occhi a Lily, mentre un gran calore le saliva su per la schiena.
Sirius Black era così reale in quel momento, pensò con lo sguardo fisso sulle sue labbra meravigliose. E così proibito.
«Ma non lo farò.»
Sospirando, Sirius si lasciò ricadere all’indietro, riportando una distanza ragionevole tra i loro volti. Anche Lily si raddrizzò, rimanendo però immobile, con le punte dei piedi che sfioravano ancora quelli di lui.
«È così banale, no? Il ragazzo perfetto, la fidanzata e il migliore amico. Siamo un cliché su tutti i fronti.»
Una lacrima le scivolò veloce sul volto e ancora più velocemente lei la asciugò, ma Sirius la notò comunque. Forse aveva esagerato con il sarcasmo, si rimproverò.
«Quando è diventato tutto così orribile, Sirius?»
Un’altra lacrima infranse le barriere che la ragazza si era imposta per tutto quell’ultimo periodo, ma lei suppose che non avesse più importanza, l’essere debole, se questo significava venire stretta in quel modo fra le braccia.
Affondò il volto nella camicia di lui, non curandosi di poterla bagnare o sgualcire.
Sentì quasi subito le mani di Sirius fra i capelli e non poté fare a meno di sospirare. Gli si aggrappò alle spalle e i singhiozzi ebbero il sopravvento su tutto.
Avevano entrambi paura di quel matrimonio e di ciò che ne sarebbe derivato, ma la colpa di tutto quello era solamente loro. Loro che si erano, senza gli adeguati ripensamenti, immersi in una storia impossibile e dolorosa su tutti i fronti.
«Perché mi hai scelto come testimone?» Si azzardò a chiedere Sirius, quando sentì che quello scoppio di tensione si era in parte placato.
Non che dubitasse di essere scelto per quel ruolo, ma una notizia del genere si era aspettato di riceverla da James, non da lei.
«Non io, James voleva…» Lily sospirò lasciando cadere la frase.
Chi voleva prendere in giro? La persona più acuta che conoscesse?
«Me lo hai detto tu, Lil. E questo significa qualcosa.»
Lei si strinse maggiormente nell’abbraccio, strizzando gli occhi e sperando che la sua voce non risultasse troppo incerta. Non era più una ragazzina, ma con Sirius Black si comportava sempre come tale.
«Eravamo d’accordo per la scelta e avrebbe voluto dirtelo lui, ma l’ho convinto che era meglio lo facessi io, così da spiegarti tutti i tuoi doveri.» Lentamente, come se farlo le procurasse del dolore fisico, Lily sciolse l’abbraccio, arrivando a guardarlo negli occhi. Sentiva il naso del ragazzo sfiorarle delicatamente la fronte. «Per ricordarti che rimarrai per sempre una delle persone più importanti della mia vita.»
Il tempo parve fare un sobbalzo, fermarsi per un istante in cui mancò anche l’aria nei polmoni, per poi tornare alla normalità e continuare a seguire le leggi universali.
Sirius la guardò a lungo, sondando ogni suo sentimento, come faceva tutte le volte. Qualche secondo dopo, Lily si ritrovò le sue dita affusolate che le strofinavano via lacrime e, ne era più che certa, una gran parte della matita irrimediabilmente sbavata.
«Guarda che disastro hai combinato.»
Lo guardò, stando attenta a tutto ciò che passava sul suo volto. Dal momento che non erano su un territorio minato per quanto riguardava l’attrazione, decise che poteva permetterselo. Così notò le tipiche pieghe fra le sopracciglia che gli indurivano i lineamenti quando era agitato.
E aveva ragione ad esserlo, in effetti. Lei si stava per sposare e gli diceva quelle cose.
«Lascia stare.» Mormorò scostando le sue mani dal volto e allontanandosi, in direzione del grande specchio ad angolo. «Faccio io.»
Con un colpo di bacchetta fece sparire il trucco che le ricopriva il volto, rendendolo spigoloso e estremamente lucente. Sicuramente sua madre e le sue amiche l’avrebbero uccisa, ma al momento non aveva né la voglia né la forza di pensare a quello che sarebbe degenerato sicuramente in un problema di livelli epici.
Non riuscendo a trattenersi, spostò lo sguardo ancora una volta su Sirius e notò senza sorpresa che la stava fissando.
«Ti preferisco decisamente al naturale.»
Si guardò e constatò che forse poteva essere vero. Con i capelli leggermente scompigliati, le guance in fiamme e gli occhi sgranati era la Lily che aveva imparato a conoscere.
Rimasero immobili, cercando di non pensare a cosa li attendeva fuori da quella stanza.
Improvvisamente il peso del matrimonio ricadde sulle loro spalle, perché se fino a quel momento avevano sviato il più possibile, ora non restava altro da fare se non seguire il loro destino.
«Dovresti andare.»
«Già, Ramoso si starà preoccupando.»
Lily annuì, ma non si mosse per accompagnarlo all’uscita, non riuscendoci. Come era possibile?
Quando rialzò gli occhi, trovò Sirius a pochi centimetri da lei, gli occhi insolitamente scuri.
«Vorrei baciarti.»
Passò il tempo di un battito di ciglia, prima che lei rispondesse decisa.
«Fallo.»
Sirius trattenne il fiato e Lily schiuse le labbra mentre lo vedeva avvicinarsi.
In quel momento bussarono alla porta e i due ragazzi, o forse adulti, sobbalzarono per lo spavento.
Dopo neanche un attimo di indecisione, Lily tornò allo specchio, per l’ennesima volta, mentre Sirius apriva la porta, sebbene entrando non avesse fatto scattare la serratura.
Guardò per un istante l’orologio rigorosamente babbano di casa Evans e si accorse di quanto fossero stati chiusi in camera della ragazza.
«La sposa si stava sfogando.» Disse Sirius, con un tono di voce che fece sembrare quell’affermazione una giustifica, agli sguardi inquisitori di Alice, Remus e Peter. «D’altronde è il giorno più importante della sua vita.»
Si voltò verso la diretta interessata e la vide abbassare lo sguardo. Quello che successe dopo perse importanza, visto che Alice lo spinse fuori e gli sbatté la porta in faccia, questa volta premurandosi di chiudere a chiave.
Sentì indistintamente un urletto di orrore provenire da dentro e una giustifica sussurrata, prima di incamminarsi con due dei Malandrini verso l’uomo fortunato di quel giorno.



«Quanti hai detto che erano?»
«Quattro.» Ripeté scocciato Sirius, guardando Alice davanti a sé leggermente disgustato. «Quattro bicchieri di Wisky Incendiario.»
«Sai, credo di essere decisamente ubriaca.» Biascicò lei, aggrappandoglisi al collo.
Lo era seriamente, i festeggiamenti erano durati a lungo ed era già mattina.
Sirius sbatté gli occhi assonnato e cercò di capire dove volesse andare a parare. Poi gli tornò in mente la loro conversazione e tutto si fece lampante.
«Sì? Non ne ho voglia, però. Magari un altro giorno, quando sarai un po’ più cosciente di quello che fai.»
Le prese le mani fra le sue e gliele riportò lungo i fianchi, poi chinandosi leggermente le sfiorò le labbra con un bacio, che lei cercò di approfondire senza risultati.
Sirius si voltò verso il banco che conteneva tutti i liquori avanzati dalla sera precedente e pensò che aveva decisamente bisogno di un altro bicchierino.
Passò oltre Frank Paciock, completamente sdraiato sul bancone, e afferrò una bottiglia di Vino Elfico.
I coniugi Potter erano partiti poche ore prima e già si sentiva morire, pensò bevendo senza servirsi di bicchieri.
Chissà cosa stavano facendo ora, quante volte avevano già fatto l’amore. Chissà il sorriso di James quanto era raggiante, di sicuro non più del momento in cui avevano pronunciato i voti nuziali.
Chissà Lily. Quanti chissà erano legati a lei.
Chissà se era felice. Chissà se almeno per un attimo aveva pensato a lui.
Chissà se fra le braccia del suo migliore amico tramava come quando erano insieme. Chissà quante volte aveva guardato la fede.
Chissà se l’avrebbe mai dimenticata.

  
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