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Autore: Sbruby    28/01/2010    9 recensioni
Londra, 1817. Damon Tremaine è un duca forte ed irresistibile, ma anche un uomo arrogante e dissoluto. Della sua vita fa quel che vuole, senza dar conto a chicchessia. Whisky, donne e feste. La sua vita ha oramai perso qualsiasi altro significato. Ma Miss Lily Craven è di tutt'altra pasta. E quando si ritrova da sola con lui e per di più nella sua camera da letto, quasi le viene un colpo. Eppure scatta la scintilla. Lily scopre di essere attratta dall'ultimo uomo che vorrebbe sposare. Di certo, Tremaine, non possiede alcuna qualità del buon marito. Damon, dal canto suo, cerca di convincersi che Lily è una donna come tante altre. Eppure diventa, odiosamente, la sua segreta ossessione. Forse è giunto il tempo che la Gloria del Peccatore si faccia da parte per lasciare spazio a qualcosa di molto più grande...
"Voi..Voi non avete nessun diritto di parlarmi in questo modo. In sono una fanciulla perbene che..."
"Qualunque sia il vostro prezzo, io lo triplico. Concedetemi l'onore di possedervi, chèrie"
A quel volgare affronto, fu naturale per Lily mollargli un sonoro schiaffo. "Come osate? Io non sono una di quelle...Donne!"
Genere: Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La gloria del Peccatore




Prologo
Londra 1817


Il mondo è pieno di cose ovvie che nessuno
si prende la cura di osservare

Sherlock Holmes



Damon se ne stava seduto su di una poltrona proprio di fronte al camino, nel quale scoppiettava un bel fuocherello. A dispetto del lungo ozio, la testa gli faceva un male atroce e non riusciva ad immaginare come potesse trascinarsi fino al letto nella sua camera. Grugnì accigliato. Poi si piegò malamente in avanti e scagliò la bottiglia vuota di wisky che aveva in mano contro il muro.
"Chiswick!" Chiamò riappoggiandosi allo schienale della morbida poltrona, mentre le palpebre gli si abbassavano sempre più.
Dopo pochi istanti, l'uomo sentì la porta chiudersi. "Milord?" Al timido richiamo del suo maggiordomo, Damon aprì gli occhi foschi. Lo fissò, se possibile, ancora più accigliato.
"Chiswick, portami un'altra bottiglia di...di...quella roba" Comandò strascicando le parole, piuttosto ubriaco e confuso. Il suo linguaggio era inaspettatamente dozzinale. Egli, con un gesto secco indicò al factotuma ciò che restava dell'ultima bottiglia di whisky, andata irreparabilmente in frantumi.
"Vostra Grazia, credo che non sia..."
"No! - Lo interruppe il Duca – Portami una donna!" Damon cercò forzosamente di mettersi in piedi, ma le gambe non sembravano voler reggere il resto del corpo. Chiswick fu subito al suo fianco per aiutarlo. "Una donna?" Ripetè stupito. Il Duca non si era mai rivolto a lui per cose...di tale genere. Si era sempre comportato in un modo decisamente discreto, limitandosi a lasciare le dovute tracce avverso indomabili pretendenti.
"Si, Chiswick, spero che conosciate una di quelle... che possa fare al caso mio." Grugnì il Duca, appoggiandosi con il suo massiccio peso sul piccolo e magro maggiordomo dotato di una allegra zazzera di capelli rossi e di un sorriso perennemente smagliante. Questi a stento riuscì a rimanere in piedi una volta che il suo signore gli fu addosso. Lentamente, entrambi si avviarono verso la porta.
"Portatemi nella camera padronale. Portatemi una donna. Ed in quest'ordine!" Tuonò il Duca, quando furono alla porta. Poi si passò una mano tra i folti capelli scuri, sentendosi accaldato come mai. Aveva bisogno di un bagno ristoratore, ma non prima di una bella dormita tra le morbide braccia di una donna. Percorsero il lungo corridoio e, non appena Chiswick lo lasciò solo nella sua camera da letto, Damon si accasciò sul letto sfinito.

Chiswick, invece, non sapeva esattamente cosa fare. Era al servizio dei Tremaine da ben due generazioni, eppure la richiesta del Duca era troppo, anche per lui. Sospirò frustrato e si avviò verso le scale che discese a capo chino. Proprio per questo, per poco non si scontrò con il migliore amico del Duca, il Conte Kilbourne.
"Chiswick, diamine! A cosa state pensando?" Esclamò questi, sorpreso più che infastidito. Drew Kilbourne aveva da sempre considerato Chiswick il più ineccepibile dei maggiordomi, tanto da desiderarlo spesso per sè. "Cosa c'è?" Insistè privo di mollezza. Egli era un uomo forte, biondo, sebbene poco alto. Agile e snello nelle forme, oratore affabile ed incurabile romantico. Drew era, inoltre, dotato di una bellezza algida quanto di un cuore leale.
"Il Duca...Il Duca...Non sta bene." Balbettò Chiswick ed il deciso rossore sul suo volto dimostrò quanto si vergognasse di quelle sue parole. "E' ubriaco e mi ha chiesto di...di...."
"Perbacco, non fate il timido! Cosa vuole Tremaine?"
"Una donna"
Uno strano ghigno mosse le labbra del Conte assieme ad una spezzata scrollata di spalle. "Tutto qui? E semplice: trovatene una i cui problemi siano traducibili in denaro."
"Io non posso, Vostra Grazia. Non credo di poter..."
Il loro discorso fu interrotto dalla cameriera, poco più di una ragazzina, che coraggiosamente si fece avanti, anche se avrebbe voluto essere da tutt'altra parte. "Monsieur Chiswick, c'è una Miss Lily Craven alla porta" Pigolò, prima di indietreggiare e scomparire alla vista.
Sia Chiswick che Kilbourne raggiungero il portone d'ingresso che fu spalancato dal maggiordomo. Nel varco dell'entrata si stagliava una magra figura femminile, il viso delicato, cherubino, era incorniciato da una massa di indisciplinati boccoli biondi. Un paio di splendidi occhi celesti si posarono sul Conte. "Buon giorno, Signori" Esclamò la fanciulla con voce amabile, ma vagamente imperiosa. Si profuse in un cortese inchinò al quale sia Chiswick che Kilbourne non poterono non rispondere immediatamente. "Siete il duca Tremaine?" Ella, poi, domandò con voce ferma che male si addiceva ad un aspetto così fragile.
"No, Miss Craven. Ma entrate pure. Chiswick andate, qui ci penso io" Dichiarò gentilemente Kilbourne, rivolgendo a Lily il più accattivante dei sorrisi.
"Perchè volete incontrare il Duca, Miss Craven?" Domandò, poi, quando il maggiordomo li ebbe lasciati soli. Fu lo stesso Drew a richiudere la porte, parandosi dinnanzi ad essa con movimenti quasi sinuosi.
Lily lo seguì con lo sguardo, cercando di reprimere il moto di simpatia che cominciava a provare verso quell'uomo. "Avrei una richiesta da fargli. Si tratta di un orfanotrofio..."
Il sorriso di Kilbourn si ampliò. "Perchè non parlargliene di persona?"
"P..Potrei?"
"Certo. Come dire di no ad un fiore come voi?"
Lily non arrossì, ma nemmeno rispose al suo complimento. Titubante, si avviò verso le scale. "Dove posso trovare il Duca?" Domandò, tornando con lo sguardo al Conte.
"Salite le scale e prendete il primo corridoio che incontrate. Mi raccomando: terza porta a destra." Rispose lui indicandole con un braccio il percorso.
"Vi ringrazio, Milord" Disse Lily, prima di voltare le spalle al Conte.
Drew, dal canto suo, non smise per questo di sorridere, piuttosto compiaciuto.

Lily Craven era la figlia di un ricchissimo imprenditore, ma non per questo poteva dirsi una di quelle damine aristocratiche con la puzza sotto il naso di cui Londra era piena. Anzi...Il suo impegno con gli orfanotrofi la aveva resa ancor meno frivola e più disincantata. Conosceva il mondo per quel che era e, di certo, la compagine di impettiti nobiluomini non la incantava più. Però, era arrivata al punto di doversi servire della sua avvenenza per tirare avanti gli orfanotrofi, in fattispecie quello di Londra da lei stessa istituito proprio poco fuori la zona residenziale. Questa era la causa precipua della sua visita al Duca Tremaine, un uomo dal passato oscuro e dalla risaputa dissolutezza. Intendeva affascinarlo senza, però, donarsi e condurlo incosapevolmente a sborsare una generosa offerta.
Con un leggero sorriso sulle labbra, alzò la mano e bussò alla porta.
"Entrate" Gridò una voca chiaramente mascolina. Doveva essere quella del Duca.
Lily si fece coraggio ed entrò. Tutto si sarebbe aspettata, ma non di ritrovarsi da sola col Duca e per di più nella sua camera da letto. La ragazza rimase così sorpresa da non spiccicare più parola.
Tremaine, dal canto suo, se ne stava sì in piedi, ma comodamente appoggiato ad una delle quattro colonne che custodivano il suo letto a baldacchino. Le energiche braccia incrociate al petto. Indossava un paio di calzoni neri aderenti che metteveno in risalto i muscoli delle sue lunghe gambe ed una camicia bianca a maniche lunghe che lasciava completamente scoperto il collo abbronzato. Il volto, seppur mal rasato e segnato dalla stanchezza, era di una bellezza così virile da lasciare Lily doppiamente senza fiato. Non aveva messo in conto di dover aver a che fare con un bellissimo, irresistibile duca.
"Che bel lavoro, Chiswick....E' deliziosa" Disse Tremaine a bassa voce, ma non sembrava volersi riferire alla ragazza. Lily se ne stava impalata nel bel mezzo della stanza, senza osare compiere un passo verso di lui. Avrebbe voluto andarsene e non tornare mai più. Gli occhi di Damon, di un verde smeraldo acceso e brillante, si erano posati su di lei e non ne volevano sapere di perderla d'occhio.
"Siete..sfacciato, Milord. Ricevere gli ospiti nella vostra..camera padronale non sta bene" Lo redarguì lei, lanciandogli un'occhiata infuocata. Non era giusto che dovesse trovarsi in una simile situazione d'imbarazzo.
Damon la guardò molto attentamente, prima di scoppiare a ridere. "Dove pensavate che vi avrei accolta? Nel mio ufficio, per caso?" Le domandò, compiendo i passi che lei non si decideva a fare."Non credo che il mio ufficio sia il posto adatto per...- Le prese il volto in una mano – ... Donarci l'uno all'altra" Le sorrise con sorniona dolcezza, ma, dopo un lunga occhiata scandalizzata, Lily riconobbe che il Duca era ubriaco. Emanava un leggero odore di alcool. Con stizza si liberò dalla sua presa sul volto.
"Voi..Voi non avete nessun diritto di parlarmi in questo modo. Nè di prendervi alcuna libertà con me. In sono una fanciulla perbene che..."
"Qualunque sia il vostro prezzo, io lo triplico. Concedetemi l'onore di possedervi, chèrie"
A quel volgare affronto, fu naturale per Lily mollargli un sonoro schiaffo.
"Come osate? Io non sono una di quelle...Donne!" Si lamentò ritirando la mano, non potendo evitarsi di pentirsi poichè l'istinto la aveva spinta ad un atto di riprovevole violenza.
Damon si massaggiò la guancia colpita e la fissò in cagnesco. Aveva, oramai, perso ogni desiderio di giocare con Lily. "Come oso? Io, il Duca Tremaine, come oso? Cosa ci fate qui se non per farvi scopare?" Proruppe senza pudore, poi la afferrò bruscamente e la strinse a sè. Egli la sentì dimenarsi contro il proprio corpo, ma facilmente la bloccò tra le sue braccia. La ragazza era combattiva e dovette riconoscere che a letto sarebbe stata una furia. Si piegò su di lei, trascinandola in un forte abbraccio. Quando Damon le catturò la bocca, Lily non potè, non volle resistergli. Si lasciò baciare dal Duca, nonostante la rabbia le accendesse il sangue. Permise alle loro labbra di conoscersi, sebbene lui pensasse che fosse una sgualdrina. Chissà per quale ragione? Ne ho forse il volto? Si chiese disperatamente Lily, mentre il bacio diventava più profondo, molto più intimo e passionale. Sembrava quasi che Tremaine intendesse divorarla. Lily si arrese a quell'assalto consapevole che, se anche lo avesse voluto, non sarebbe potuta scappare. Non da quelle forti braccia che la avvolgevano possessivamente, non da quel petto muscoloso che si muoveva contro il suo. Un gemito disperato le uscì dalle labbra, prima che il Duca interrompesse quell'intimo confronto. "Voi...voi avete il sapore dell'innocenza" Mormorò lui, negli occhi sembrava esserci un barlume di lucidità. Lily ne approfittò per scostarsi da lui e dalla sconcia influenza che aveva su di lei.
"Io sono innocente. Sono anche la figlia di Derek Craven. Lily Craven" Dichiarò e, poi, alzò il mento verso l'alto più per darsi un contegno che per uno scatto d'alterigia.
Ma il Duca non sembrò recepire la gravità della situazione. Barcollando, si avvicinò a Lily con un'espressione furba sul volto. "Craven? Non lo...conosco." Esclamò, scuotendo il capo.
"Vostra Grazia, io..."
"Ma vorrei tanto...approfondire la vostra di conoscenza, Llily"
"Esigo che mi chiamate Miss Craven, milord!E no...La nostra conoscenza dovrà rimanere strettamente formale"
Si guardarono a lungo ed alla fine Lily fu costretta a distogliere lo sguardo, furibonda. Ma sentì immediatamente un forte peso su di sè e subito si voltò, constatando di aver tra le braccia il duca. Che aveva perso i sensi.
"Dannazione!" Imprecò tra i denti, cercando di non finire a terra assieme al corpo di Damon. "Aiuto!" Gridò, cominciando a perdere terreno. Era sicura che da lì a poco sarebbero entrambi rotolati sul pavimento.
"Milady?" La voce del maggiordomo, che era sopraggiunto alla porta, la richiamò alla realtà. Lily gli rivolse un sorriso forzato. "Giuro di non aver fatto nulla a Sua Grazia. E' svenuto"
"Non volevo colpevolizzarvi, milady. Prego, date a me" Rispose Chiswick, entrando rapidamente nella camera ed avvicinandosi a lei.
"Darvi cosa?" Ribattè Lily sconcertata.
"Il Duca. Affidatelo a me" Chiarì il maggiordomo, offrendo le braccia. Felicemente Lily ne approfittò per scaricarsi del peso di Tremaine. Con uno sforzo non da poco.
Poi si guardò. Era uno strazio. Gonna sgualcita e corpetto mal messo, respiro affannoso, per non parlare dei capelli. Una triste balla di fieno. Cosa avrebbe detto al suo inflessibile tutore?
"Volete che riferisca un vostro messaggio a Sua Grazia?" Chiese cortesemente il Maggiordomo che sembrava non essersi scandalizzato della sua presenza nella camera del Duca. Probabilmente era avvezzo ad incontrare donne di ogni risma ai piedi del regale letto.
"Si, ditegli che tornerò. Oh sì...tornerò molto presto. E durante la mia prossima visita, Sua Grazia dovrà impegnarsi a spiegarmi diverse cose."
"Nient'altro, milady?"





Angolo di S.:
Che ne dite? Fa schifo? Mi piacerebbe molto conoscere le vostre opinioni, anche per valutare se valga la pena continuare. Ho scritto questo inizio di getto, ispirata da un'idea precisa. (per ora Damon non vi piacerà lo so, ma le cose cambieranno ^ç^) Per esprimere perplessità o nefandezze grammaticali non esitate a commentare. Credo che qualche svista ci sia ancora.
Vi ringrazio anticipatamente.
In particolare Kry, che sopporta pazientemente i miei momenti di creatività ^_^
Sbruby.
  
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