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Autore: RoseHale    29/01/2010    0 recensioni
E Royce sembrava tutto ciò che sognavo da sempre. Il principe azzurro venuto a trasformarmi in principessa. Era tutto ciò che volevo...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rosalie Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2° Capitolo - Violenza

Avevo trascorso la serata a casa di Vera. Il suo piccolo Henry era adorabile, tutto smorfie e fossette, già stava in piedi da solo. Quando me ne andai, Vera mi accompagnò alla porta, con il bambino in braccio e il marito accanto che le cingeva la vita. Lui la baciò sulla guancia, in un momento in cui pensava non stessi guardando. Provai fastidio. Quando Royce mi baciava non era la stessa cosa: non era così dolce… Misi da parte quel pensiero. Royce era il mio principe. Un giorno sarei diventata regina.

Per strada era buio, i lampioni erano già accesi. Non mi ero resa conto di quanto fosse tardi. Faceva anche freddo. Molto freddo per essere fine aprile. Mancava solo una settimana al matrimonio e mentre tornavo in fretta a casa pensavo preoccupata al tempo.

 Mi stavo preoccupando del tempo… non volevo celebrare il matrimonio al chiuso… Ero a pochissimi passi da casa quando li udì. Un campanello di uomini che ridevano chiassosi sotto un lampione rotto. Ubriachi. Avrei dovuto chiamare mio padre per farmi scortare fino a casa, ma la distanza era così breve che mi sembrava stupido.

Passai davanti a loro e li guardai. Uno… due… cinque! Erano cinque ubriachi! Ero decisa a tornare a casa presto.

Poi uno di loro urlò il mio nome.

<< Rose! >> strillò, e gli altri risero come degli stupidi. Non avevo notato che quei ubriaconi erano tutti molto ben vestiti.

Erano Royce e altri suoi amici, altri rampolli come lui.

<< Ecco la mia Rose!! > gridò il mio futuro marito e rise con loro. Anche lui sembrava uno stupido. << Sei in ritardo. Abbiamo freddo, ci hai fatto aspettare tanto >> Non l’avevo mai visto bere prima. Un brindisi ogni tanto, alle feste. Mi aveva detto che non amava lo champagne. Non avevo capito che era perché preferiva cose più forti. Con lui c’era uno sconosciuto. L’amico di un amico, venuto da Atlanta.

Puzzavano d’alcool. Un odore nauseante, schifoso.

<< Cosa ti ho detto John >> esultò Royce, stringendomi il braccio con violenza e tirandomi verso di sé. << Non è forse più attraente di tutte le tue bellezze della Georgia? >>. Questo ragazzo, John, aveva i capelli neri ed era molto abbronzato. Mi guardava come fossi un oggetto da comprare.

<< Mmmh… difficile da dire >> rispose strascicando lentamente le parole. << E’ tutta coperta >> risero tutti, anche Royce. Di colpo, Royce mi strappò la giacca di dosso – era un suo regalo – facendo saltare i bottoni metallici, che si sparpagliarono sulla strada.

<< Fa vedere come sei fatta, Rose!! >> rise di nuovo e mi tolse via il cappello.

 Quel giorno avevo messo più forcine del solito, c’era vento e non volevo spettinarmi. Le forcine mi strapparono i capelli e per il dolore scoppiai in lacrime. Mi coprì il viso con le mani, per non farmi vedere da loro.. mentre parecchie lacrime scendevano dagli occhi. Avevo tutto il viso rigato.

Subito Royce con violenza mi tolse le mani dal viso e io singhiozzai. Lo guardai in faccia e rideva.. anche gli altri ridevano.. sembrava che godessero.. del suono del mio dolore…

<< Bastardo >> sibilai e con la mano sinistra gli diedi uno schiaffo con tutta la forza che avevo.

Scappai. Corsi più veloce che potevo e sarei arrivata a casa, se non si fosse rotto un tacco.

Caddi. Le ginocchia si sbucciarono e la gonna si strappò. Cercai di alzarmi, ma ero troppo debole e non ce la facevo.

Subito i cinque ragazzi mi furono avanti. Era la fine. Gemetti. John e un altro si misero dietro di me e mi presero per le braccia. Mi tenevano stretta e.. mi facevano male.

Royce, di fronte a me, mi diede uno schiaffo fortissimo, tanto che il mio viso che guardava lui, si ritrovò a guardare alla mia destra.

I due dietro di me mi mollarono e io caddi a terra. Fui di nuovo presa dal dolore.

Royce e gli altri mi strapparono il resto della gonna.

<< Su ragazzi. Portiamola in quel vicolo >>

Royce mi teneva stretta. Mi divincolai, ma senza successo.

Mi portarono nel posto più buio che avessi mai visto.

Mi buttarono a terra. Un altro dolore lancinante.

Si avvicinarono sempre più a me e Royce si fece avanti. Si inginocchiò al mio fianco. Ero contro il muro.

Avevo capito quello che mi stava per succedere.

Lo guardai con aria di supplica << Royce… ti prego… >>. Ma lui mi prese per il polso e mi disse << Rose! Non ti immagini neanche quello che ti farò ora!! >> era furioso. Vedevo nei suoi occhi, nonostante fosse tutto buio, il desiderio di farmi del male. Più male che poteva.

Cominciò a sbottonarmi la camicetta lentamente, finché non me la tolse del tutto. La buttò da un lato, ma non vidi dove.

Mi tolse anche il reggiseno. Io lo guardavo ancora con sguardo di supplica ma lui non voleva darmi ascolto.

Cominciò a baciarmi con violenza, mentre gli altri ridevano di me e del mio destino.. da che stavo per sposarmi con un principe.. a che mi ritrovai in un vicolo buio a essere violentata. Era forse quello il mio destino?

Mi baciò.. non con passione o con amore.. ma facendomi più male che poteva.

Mi baciò il collo e arrivò al seno. Me lo toccò e racchiuse la mano con forza.

<< E ora.. ci divertiamo davvero >> disse mentre gli altri guardavano il mio corpo perfetto e ridevano.

Mi tolse gli slip e li lanciò da qualche parte, nel buio.

La sua mano andò al basso ventre. Ci passò la mano sopra e andò all’interno gambe. Me le toccava con quelle mani unte e poi accarezzò la mia intimità.

Con l’indice andò dentro. Mi scappò un gemito di dolore.

Poi.. premette più forte che poteva verso dentro. Urlai.

Mi faceva male, molto male.

<< T-ti prego R-Royce… basta.. >> mormorai con le poche forze che avevo. Si avvicinò a me e mi diede un altro schiaffo con l’altra mano. Mi prese in pieno viso, facendomi molto male.

Con tutta la mano nella mia intimità premette verso dentro. Mi fece ancora più male di prima. Molto male. Urlai. Quel dolore non riuscivo a sopportarlo.

Royce, finito di stuprarmi, si alzò. Si fece dare qualcosa dal suo amico John. Non capì di cosa si trattava.

S’inginocchiò nuovamente accanto a me.

<< Morirai Rose… questa sarà la tua ultima sera… >> mi disse minaccioso. Ero più terrorizzata di prima. La paura mi si leggeva in volto.

Mi tirò dai capelli e inclinai la testa indietro. Il pugnale che teneva in mano si avvicinò alla mia gola. Gemetti di paura.

<< Royce…ti supplico.. >> lo supplicai con le lacrime agli occhi. Cominciarono a scendere, sul mio viso, una dopo l’altra.

Non mi diede ascolto e non mi stupì affatto.

 Un dolore lancinante  mi distrusse la gola. Sentivo il sangue scendere… caldo sul mio corpo nudo e inerme…  

Mi diede altre coltellate e mi lasciò a terra. Ridevano. Tutti ridevano. Mi guardavano piangere insanguinata.

Royce si avvicinò a me e mi baciò spingendomi verso il muro. Per la velocità con cui lo fece sbattei contro di esso. La mia testa si spaccò in due dal dolore.

<< Rose! >> fece minaccioso << Sei morta!! >>. Scoppiò a ridere e di conseguenza lo fecero anche gli altri.

Si girarono e se ne andarono, lasciandomi a terra.

Mi avevano violentata… accoltellata.. e io stavo per morire.   

  
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