Kaname’s
pov
Sto iniziando a dubitare della mia sanità mentale. Forse ho
tendenze al masochismo… ancora non so.
Non posso credere di star veramente facendo tutto questo per
un ragazzo così… così…
stupido, idiota ed insensibile!
Possibile che sia tanto autolesionista da innamorarmi di un
tipo che mi dice davanti a tutti i miei amici “Chidori,
hai il naso sporco” e che lo esponga con una
chiarezza ed
un’ intensità tale da farlo passare per la notizia
più importante delle ultime
ventiquattrore?!
No, sono malata… devo ritirarmi in uno chalet di montagna e
meditare sulla vera essenza del mio essere…
Grrrr…
Se solo non l’avessi mai incontrato… uffa!
Perché sono una
wishper?!
Naturalmente so già che questi pensieri svaniranno non
appena
la mia ira si sarà dissolta ma per ora li lascio a piede
libero…
Fantastico… come se non bastasse mi ritrovo affianco al mio
nuovo pseudo cagnolino Ono-D che mi gironzola attorno con gli occhioni
dolci e
l’espressione adorante dipinta in viso.
Assolutamente insopportabile.
Santo cielo, non posso credere che abbia fatto tanto la
civettuola con lui… mi ha proposto un appuntamento.
Naturalmente ho accettato
ma la trasformerò in un’uscita di gruppo
così che possa essere presente anche
Sousuke. Ancora non ho deciso però chi sarà il
ragazzo a cui dovrò riservare
più attenzioni. Ono-D neanche a parlarne (insomma, se
proprio devo farlo voglio
almeno che sia una persona gradita!)… il povero Kazama si
troverebbe in una
situazione troppo spinosa per lui… della mia classe non
c’è nessuno degno di
nota… con Hayashimizu non funzionerebbe mai… il
mio vecchio senpai delle medie?
No, neanche lui… è stato così carino
con me, non mi va di deriderlo in questo
modo… un momento… Tsubaki!
Bhe, credo che con lui potrebbe andare bene… è
carino, a volte
penso che sia un po’ interessato a me, non gli sono
abbastanza affezionata per
pentirmi di prenderlo in giro e poi… cosa più
importante… lui e Sousuke sono in
eterno conflitto! Oh fantastico! Questo non farebbe altro che
alimentare la
competizione tra i due!
Oddio.
Sto ragionando proprio come vorrebbe che ragionassi Kurz. È
terribile! Altro che chalet di montagna… mi ci vuole proprio
un corso zen…
Però, accantonando i sensi di colpa, è
l’idea migliore.
Bene, ora non devo far altro che definire i dettagli.
“Ono-D? Allora siamo
d’accordo per stasera, vero?” chiedo.
“Certamente, karaoke
alle cinque” dice contento.
“Perfetto!”trillo
fingendomi allegra.
Naturalmente non ho nessuna
intenzione di dirgli che inviterò anche Sousuke, Kyoko,
Kazama, Mizuki, Tsubaki
e Ren. Spero che non si mettano in mezzo anche Melissa e Kurz,
trovandomi in
loro compagnia sarebbe per me più difficile recitare la mia
parte…
Già sarà traumatizzante vestirmi
con quegli osceni vestiti che mi ha dato Kurz (non voglio assolutamente
sapere
dove li abbia procurarti), figuariamoci come sarei nervosa se sentissi
le sue
risatine sommesse minimo ogni sette secondi!
“Allora…”
incomincia Ono-D avvicinandosi maliziosamente al mio
corpo e prendendomi per un polso.
“Noto con immenso piacere che ti sei
finalmente resa conto di essere
attratta da me. Oh, Kaname, ma ci voleva così tanto? Abbiamo
perso tanto di
quel tempo…” lascia in sospeso la frase
avvicinandosi pericolosamente alle
mie labbra.
No. Questo mai.
Sento l’impellente bisogno di
allontanarlo da me, subito, prima di scoppiare. Quello che sta per
accadere non
potrei mai sopportarlo. È successo già una volta,
la prima volta per sbaglio, non
tollero che avvenga ancora.
Gli punto una mano sul petto
allontanandolo bruscamente da me, lasciandolo con le labbra socchiuse e
l’espressione sognante.
“M-ma…”
balbetta offeso mentre stringe la presa sul mio polso.
“Oh mamma mia
quant’è tardi! Tra un po’ dovrebbe
iniziare la sesta ora.
Se non ci sbrighiamo arriveremo in ritardo”
snocciolo repentinamente.
Oh, patetico. Non riesco proprio
ad inventare di meglio che la stupida scusa dell’orario? La
solita
giustificazione del tempo che vola vista e rivista in chissà
quanti film
stucchevoli.
“Kaname stai perdendo smalto” mi
dico mentalmente.
Mi libero velocemente dalla sua
presa girando il polso facendo pressione sul pollice (ecco,
Sousuke serve anche
a questo…) e mi avvio spedita e tracotante di falsa gaiezza
verso l’atrio scolastico,
convinta più che mai di ritornare immediatamente in classe
per non offrire
altre imbarazzanti occasioni al mio nuovo cagnolino.
Sono ormai nel corridoio quasi
deserto quando, all’improvviso, vengo atterrata da
“qualcosa” che piomba
rudemente su di me schiacciandomi al pavimento.
“Chidori, non muoverti”
mi impartisce la voce glaciale posando di
malagrazia una mano sulla mia testa pressandola sui mattoni ruvidi e
posizionando l’altra sulla mia schiena per impedirmi di
alzarmi…
No, anche questo oggi! Non ne
posso più!
“Sousuke!! Lasciami, ora, subito,
immediatamente!”
Niente. Riesco a notare con la
coda dell’occhio il suo sguardo concentrato fuori dalla
finestra, verso dei
palazzi alti che confinano a poca distanza con la zona della scuola in
cui ci
troviamo.
“Mi fai male!”
mugugno piccata tentando inutilmente di sfuggire
alla sua presa d’acciaio. Impresa impossibile... eh, non
è proprio Ono-D…
Al suono delle mie parole Sousuke
toglie subito le sue mani dal mio corpo e si rimette in ginocchio.
“Che cos’è
successo questa volta, eh? Hai visto qualcuno giocare con
delle pistole giocattolo? Hai notato un ragazzo senza la nostra divisa
scolastica nel cortile? Il cane della signora che abita qui vicino
aveva un
comportamento sospetto??” lo schernisco inviperita
riportandomi celermente
in piedi e massaggiandomi piano la schiena indolenzita dalla sua mano
pressante.
“Qualcuno ti ha puntato un laser
addosso! Ne sono più che sicuro, non è
la prima volta che accade” mi dice allarmato.
“Oh naturalmente! ... Quando la
smetterai di essere così maniacale
Sousuke?! Il tuo comportamento è a dir poco
detestante!” sfogo su di lui la
mia frustrazione accumulata nelle ore precedenti.
Lui mi scruta intensamente con i
suoi occhi terribilmente freddi e distaccati. Quasi mi sento mancare
sotto la
forza di quello sguardo. Dietro l’apparenza glaciale ed
imperturbabile si
riesce quasi a cogliere un’imprevista intensità ed
un subitaneo ardore che
maschera nel giro di pochi attimi. Uno sbattito di ciglia ed i suoi
occhi
ritornano impenetrabili tanto che neanche io, che sono a meno di un
metro da
lui, riesco più captare alcuna emozione.
“Cerco solo di proteggerti”dice
grave riportando lo sguardo fuori,
nell’insolito grigiore dell’aria pomeridiana.
Chiudo gli occhi inspirando
lentamente. La mia ira si placa mentre il mio animo accoglie
placidamente la
tristezza che provocano in me quelle parole e mi sento terribilmente
stanca,
desiderosa di gettarmi tra le sue braccia per farmi sorreggere, per
farmi aiutare
a sostenere un peso tale da non riuscire più sopportarlo da
sola. Se lo facessi
ora… porrei fine a tutto. Interromperei questo patetico
teatrino che
infantilmente sto mettendo in atto per indurlo a cercarmi. Come al
solito
però, il mio orgoglio me lo impedisce. E non è
solo la fierezza che me lo vieta.
Forse c’è anche una piccola dose di voglia di
essere desiderata. E se mi
arrendessi ora, sarei io che mi concederei a lui ridicolmente.
No, non ne ho alcuna intenzione…
voglio fare le cose a modo mio.
“Forte e sicura di te, Kaname!
Lascialo marinare lentamente… solo così
puoi farlo vacillare. Quel ragazzo è forte… non
si fa corrompere presto! Non
aver paura di infierire, non dargli tregua, punzecchialo e
rimproveralo. Da poco
adito alle sue parole, ridi e flirta
con gli
altri ragazzi. Man mano lo vedrai sempre più debole... ma
naturalmente i miei
accessori saranno il colpo finale… hihihihi. BAM! Centrato
in pieno” Questa
è la tattica suggerita dal pervertito.
Per ora diamogli, fiducia…
mettiamola in atto!
“Potresti farlo più
discretamente? Aspetta un attimo… sbaglio o non è
più tuo compito proteggermi? Quindi Sousuke… io
direi di darci in taglio!”
provo ad usare il tono più convincente che conosca con
aggiunta di una nota
lievemente stizzita.
“Che io non sia più
incaricato alla tua sicurezza è vero. Tuttavia
questo non significa che debba ignorare eventuali pericoli”
il tono
asciutto e distaccato, parla con lo sguardo ancora puntato sugli
edifici più
alti.
“E perché non lo fai? Io
starei più tranquilla, tu provocheresti meno
problemi all’intera società, la scuola non
dovrebbe più sborsare valanghe di
soldi per riparare i tuoi danni e forse potremmo anche andare
d’accordo!” urlo
sfacciatamente.
Sousuke riporta lentamente lo
sguardo su di me, in silenzio.
Fuori inizia a piovere. Il
ticchettio delle gocce d’acqua che si infrangono sui vetri
affianco mi mette
leggermente a disagio. È da quella maledetta sera in cui Lui ha osato poggiare le sue labbra sulle
mie che non sopporto più
la pioggia. Mi ricorda le sue parole, il suo tocco, la solitudine e la
disperazione che ho provato… la decisone infine di rivelarmi
a Sousuke.
Promessa che non ho mantenuto.
Mi rammenta l’amaro sapore della
separazione, il tormento di quelle notti insonni, la paura che si
impossessa
velocemente dell’animo, l’innata
lucidità del corpo nella confusione della mia mente
e ancora altri ricordi, delineati dal terrore,
dall’incredulità e incertezza,
dal caos e dall’assurdo silenzio della morte.
Malgrado ciò… non devo lasciarmi
condizionare dalle mie emozioni, devo vincerle e superarle, forza!
“In effetti lo potrei fare,
tuttavia, perdonami. Non ci riesco” la
sua voce è dura e sicura, come i suoi occhi che ora scrutano
i miei leggermente
spaesati.
“Bhè…
provaci!” mi ritrovo a dire.
Silenzio.
“Chidori, davvero non mi
sopporti?”
Oh. Oh oh. Oh oh oh.
Voglio eclissarmi!!
Fantastico, bene, splendido. Ed
ora che gli dico?
Se gli dicessi di no magari si
arrabbierebbe ed il mio piano andrebbe a rotoli. Insomma, non sto mica
nella
sua testa!
E se gli dicessi di sì? Oh cielo,
ma Kurz mi ha detto di non farmi vedere minimamente interessata a lui! “Lascialo marinare lentamente” così
mi
ha suggerito.
Quindi? Che faccio?
Ooooo… opto per una via di mezzo!
“Bhè, no
Sousuke… io … non è che non ti
sopporto… cioè,sì, alcune volte
mi verrebbe da buttarti fuori dalla Tokio Tower ma… altre
volte ti… ti… accetto
di buon grado”
S-C-H-I-F-O-S-O!!!
Ridacchio nervosamente portandomi
una mano dietro la nuca.
Oddio che pena!! Ma che cos’è che
ho detto? Non lo so neanch’io.
Mi guarda corrucciato (non a
torto!!) tentando di afferrare il vero senso delle mie parole
sconclusionate.
“Oh Sousuke, lascia
perdere…” mi volto incamminandomi
imbarazzata
verso la nostra classe.
Ho combinato un bel casino…
credo. Non sapevo che dire!! Non è così facile
mentirgli senza innescare
nessuna reazione negativa… ci ho provato e ho fallito.
Wow.
“Chidori!”
La mia mano si blocca sulla
maniglia della porta, mi volto verso di lui ancora un po’
rossa in viso ma
sinceramente curiosa. Cosa vorrà ancora? Giuro che se mi
dice che ho qualche
altro minuscolo chicco di riso in volto lo catapulto fuori dalla
finestra in
meno di un secondo.
“Che vuoi?”
Lo vedo tentennare. Apre la bocca
per poi richiuderla ed inspirare chiudendo gli occhi, come se stesse
prendendo
coraggio. Tuttavia, quando i nostri sguardi tornano ad incontrarsi, il
suo
volto non tradisce nessuna emozione.
“Tu… sei
felice?”
Sbatto due volte gli occhi,
sbalordita.
Il silenzio che ci avvolge è
assurdo… è come se il tempo si fosse fermato
nell’esatto istante in cui le sue
parole hanno raggiunto le mie orecchie, immobilizzandomi .
Mi ha chiesto se sono felice… mi
ha chiesto se sono felice…
Dubbio, confusione, appagamento…
felicità.
Fatico a nascondere un sorriso
sornione che minaccia di irrompere prepotente sulle mie labbra fissando
accigliata la maniglia della porta.
Non mi aspettavo che il piano di
Kurz desse i suoi frutti così precocemente, forse
perché dubitavo dei
sentimenti di Sousuke nei miei confronti, non che ora ne sia convinta
del tutto
ma il solo fatto che abbia chiesto se fossi felice mi rallegra e mi
incoraggia
ad andare avanti…
Sento le guance irradiare calore
a dismisura ed il mio cuore accelerare furioso i battiti mentre la mia
mente
vaglia frenetica tutte le possibili risposte adeguate alla sua
sconcertante
domanda.
Ancora una volta mi ritrovo a
cercare nel vuoto… sembra che il mio cervello abbia lasciato
il posto ad una
piccola nocciolina circondata da una fitta e impenetrabile nebbia che
mi
proibisce di ragionare coerentemente. Non riesco a concentrarmi su
nient’altro
all’infuori della calorosa esultanza che percepisco
nitidamente, stonata solo
da un leggero velo di imbarazzo.
Smetto all’istante di provare a
concentrarmi… devo dire quello che sento
veramente… più o meno.
“Non come vorrei”
gli rispondo vaga, poi apro la porta e mi fiondo
in classe prima che possa aggiungere altro, spezzando così
la tensione tra di
noi.
Mi siedo pensierosa e ancora
rossa in viso appoggiando la testa sul banco. Sospiro un po’
stordita, autorizzandomi
a lanciare una breve occhiata a Sousuke che entra in classe, granitico
come
sempre.
Nota dell'autrice: ... Che dire?
In queste due settimane sono stata super impegnata, mi sono beccato
l'influenza e internet ha fatto il capriccioso (si disconnetteva
sempre). Oggi sarò di poche parole... non mi sento molto
bene.
Sul capitolo non ho nulla da dire, o meglio, adesso non mi viene in
mente niente... i miei neuroni sono quasi mezzi addormentati. Mi scuso
per gli eventuali errori (orrori) che avete trovato leggendo...
sappiate solo che buona parte di questo capitolo l'ho scritto con 38 di
febbre... pietà!
meli_mao: O.o Come hai fatto a capirlo? Che brava! Hihihihi... esattamente, in un punto cruciale della storia Kaname e Kurz organizzeranno un piccolo... ehm... scherzetto per far ingelosire Sousuke ma... inizialmente anche Mao ne resterà un po' scottata! Solo per un po' però... non mi far aggiungere altro!! Baci!
Ja ne!