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Autore: telefilmADDICTED    31/01/2010    0 recensioni
"Quelle sagome nere si avvicinarono danzando, sembrava stessero fluttuando. Questa volta sarà davvero la nostra fine, pensai. Mi strinsi Renesmee al petto e presi per mano Edward. Restammo immobili come delle statue." Dopo un anno dall'attacco dei Volturi,i Cullen affrontano vecchi nemici e nuove minacce...spero di avervi incuriosito un po'. - La vecchia storia è stata cancellata da me medesimo perchè faceva schifo; la trama non cambierà di tanto, ma ci saranno sorprese e piccoli cambiamenti che la renderanno migliore-
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storie di famiglia

Dopo aver asciugato Renesmee, facendo evaporare ogni goccia di pioggia dai capelli, Daniel affiancò di nuovo Alexander sorridendoci.
"Wow" disse Emmett "voi ragazzi, siete davvero forti!"
Tutti e sei abbassarono la testa e, non ne sono sicura, arrossirono.
"Poichè io vi ho raccontato la mia storia, perché non mi raccontate la vostra?>>chiese Renesmee con un tono molto supplicante e imprudente.
"D‘accordo Nessie" rispose Alexander con un sorriso.
Poi si rivolse a me "Posso chiamarla così Bella? Ho visto nei pensieri di Edward che non ti piace molto come soprannome."
 L’unico che aveva avuto il coraggio di chiedermelo.
Quel soprannome dato da Jacob non mi piaceva, ma ormai quasi tutti lo usavano.
"Veramente preferisco il nome completo, ma fai pure."  
Mi sorrise e si rivolse, più che a Renesmee, a Carlisle che era impaziente di sentire la loro storia, più degli altri. Questa sua mania di fare nuove scoperte su Renesmee mi stava innervosendo. Dopo lo scontro con i Volturi aveva tartassato di domande il povero Nahuel. Lo aveva costretto a stare a casa nostra e gli aveva fatto domande su ogni dettaglio della sua vita.
"Come spero abbiate capito, noi sei siamo fratellastri. Nostro padre era un vampiro. Si chiamava Samuele. Almeno così si faceva chiamare fino a tre mesi fa" accompagnò l'ultima parte della frase con un sorriso.
"Era un vampiro molto potente. Aveva una mente fenomenale. Per intenderci lui riusciva a pensare ad una strategia, ai pro, ai contro ed a fare un calcolo di vittime e sopravissuti contemporaneamente. Possiamo paragonare il suo cervello a quello di cinque vampiri, in un corpo solo. Penso fosse questo il suo potere. Era una sorta di ricercatore. Prima di arrivare al progetto di avere figli con umani, aveva provato a trasformare i bambini umani in vampiri. Lui ha dato inizio a quelli che voi chiamate bambini immortali. Lui li chiamava in un altro modo: Polong."
Tutti restammo in silenzio, immobili come statue. Il nostro silenzio fu interrotto da Renesmee.
"Che cosa sono i bambini immortali?"
Mi affrettai a risponderle ma Alexander mi precedette. Nei miei ricordi da umana, c’era una spiegazione che Carlisle mi aveva fatto qualche anno prima.
"I bambini immortali, sono dei bambini umani trasformati in vampiri. Sono simili a te Nessie, ma loro non crescono e non apprendono niente. Restano bloccati mentalmente al giorno della trasformazione. Sono dei bambini bellissimi quanto sono distruttivi. Possono distruggere mezza Forks solo per soddisfare la sete. Mio padre aveva provato a insegnare loro qualcosa, ma non funzionò. Fece altri esperimenti di questo tipo, ma dovette ammettere che quelle trasformazioni non funzionavano. Per avere compagnia, trasformò tre giovani e lì fece suoi assistenti, circa duemilacinquecento anni fa. Voi li conoscete con il nome di Volturi".
Tutti restammo basiti: suo padre aveva fatto di Aro, Caius e Marcus dei vampiri? Alexander vedendo che tutti eravamo a bocca aperta riprese il suo racconto.
"Sì, lo so,è sconvolgente" disse rispondendo a qualche frase che qualcuno aveva solo pensato.
 "Quei tre lo seguivano come cagnolini fedeli. Finché il suo assistente migliore, Aro, si mise in testa di autoproclamarsi discendente di una stirpe reale. Gli altri due approvavano le sue idee. Naturalmente mio padre non li costrinse a restare con lui e loro se ne andarono. Da quel momento in poi lui ne perse le tracce e si concentrò ancora di più sulle sue ricerche. Cercò di trasformare anche gli animali in delle specie di vampiri. I suoi esperimenti fallirono tutti, il cuore dell’animale viene disintegrato dal nostro veleno dopo solo un giorno. Così si rimise a studiare gli umani. Ne studiava l’anatomia e l’interazione con i vampiri. L‘illuminazione gli venne durante una caccia. Una sua preda non cercò di scappare, anzi volle immolarsi perché preferiva morire sbranata da quello che considerava un angelo, piuttosto che avere una vita dolorosa in sua assenza. Mio padre capì che, forse poteva sfruttare la sua bellezza per avere figli con gli umani.Era certo che non sarebbero nate creature simili ai bambini-vampiri. Ed è così che iniziò questo suo nuovo esperimento. Non era facile per lui. Molto spesso le incubatrici, come le chiamava lui, diventavano il suo pasto. Dopo anni e anni riuscì a trovare l’autocontrollo per metterne incinta una. Naturalmente la madre morì alla nascita ma il mezzo-vampiro nacque sano e robusto. Da quanto ne so, continuò così per molto tempo: creando schiere e schiere di ibridi come noi. Molti dei miei fratelli diventavano selvaggi, molti morivano nel parto uccidendo anche le loro stesse madri oppure venivano uccisi da mio padre per tradimento. Alcuni di loro sviluppavano poteri straordinari, ma venivano comunque uccisi da quell’essere. Finché non nacqui io circa trecento anni fa. Mia madre si chiamava Melinda ed era stata accusata di stregoneria. Lei era una di quei pochi casi per cui si poteva pensare che la stregoneria fosse vera. Era una sorta di telepate, anche se in realtà era solo dotata di un forte senso di deduzione. Mio padre pensò bene di liberarla di quella accusa. Era diventato un pastore molto influente nei processi alle streghe. La mise in cinta. Mio padre si era accorto che lei necessitava di sangue umano per resistere, così quell'animale uccideva per lei le persone e le faceva bere tutto il sangue che riusciva a portare. Io riuscii a nascere ma lei non ce la fece."
 Notai che teneva i pugni chiusi come per sforzarsi di trattenere un impeto di rabbia molto potente.
"Dopo la mia nascita, mi prese sotto la sua ala. Aspettò che io mi sviluppassi completamente per dirmi chi fosse, cosa fosse e, naturalmente, cosa fossi io. Sviluppai il mio primo potere, urlare nelle menti altrui. E lui mi considerò ancora di più. Sapevo di avere ucciso mia madre, con la mia nascita, ma lui era l'unica cosa che potessi considerare un padre. Mi unì a lui e a tutte le sue ricerche, che consistevano nel mettermi alla prova ogni secondo, sia fisicamente sia mentalmente. Il mio potere crebbe tantissimo, sapevo leggere nelle menti altrui, prenderne il controllo, dare un comando mentale, tipo il comando dell'alfa dei licantropi, per intenderci."
Mi dimenticai che aveva scandagliato i ricordi di Edward. Lì doveva aver letto dei licantropi.
"Naturalmente io, stupidamente, mi unii a quella sua missione. Lo aiutai molto: con me era più facile individuare le donne che avevano delle abilità speciali. L’odio per me stesso iniziava a crescere: aiutavo un mostro nei suoi piani di uccidere altre donnne, ma non potevo farci nulla.Lui era l’unica cosa che avevo. Dopo dieci anni di fallimenti, incontrai una donna di nome Meredith. Era bellissima. Sicuramente se fosse vissuta in questo periodo, avrebbe fatto la modella. Nei suoi ricordi vidi che una volta si era salvata da morte certa. Questa donna aveva di sicuro qualche cosa di speciale, oltre a un incredibile fortuna: era stata buttata mezza morta nel Tamigi, dopo poche ore si era risvegliata sulla riva completamente sana. Portai a mio padre quella donna, dicendogli del suo miracolo. Lui la mise incinta e da lei nacque una mezza vampira, che ancora oggi non sopporto anche se mi sta accanto sempre. Vero Sarah?" chiese rivolgendosi alla sorella con un sorriso.
Lei sorrise e disse "Idiota!".
"Comunque, questo idiota di mio fratello è quello che mi ha cresciuto. Nostro padre era sempre in giro cercando di recuperare a tutti costi i nostri fratelli uccisi e mi affidò alle cure amorevoli di questo.", indicò il fratello, "Io ebbi un educazione ben diversa dalla sua, ma non altrettanto piacevole. Ogni volta che mi guardava vedevo in lui pena. Si riteneva e si ritiene tutt’ora, la causa della morte di mia madre.Non voleva farmi sentire un mostro, come lui. Provò a darmi del cibo umano, ma anche se riuscivo a sopravvivere non mi piaceva. Provò allora col sangue animale. Possiamo dire che sono io la causa della nostra dieta. Decise così di tentare anche lui col sangue animale. Le vite che aveva stroncato per nostro padre e per nutrirsi lo tormentavano notte e giorno.Poi per caso, scoprì il mio potere. Quel giorno mi fece arrabbaiare e lo feci volare a tre chilometri di distanza.Ricordi?"
<< Certo. Una folla mi ha visto atterrare su un marciapiede. Io non avevo neanche un graffio, ma non si poteva dire lo stesso della strada. Non sai a quanta gente ho dovuto togliere i ricordi quel giorno. Dopo Sarah arrivarono molti fratelli e sorelle. Io ero il 'babysitter' e insieme a lei ne abbiamo cresciuti tanti. Non potevamo farli nutrire con il sangue animale, perché nostro padre era sempre nelle vicinanze. Così decidemmo di scappare il più lontano possibile da lui. Da egoista pensavo che senza i suoi due esprimenti più riusciti avrebbe smesso di allargare la sua … il suo esercito."ringhiò. 
"Io e Sarah restammo sempre vicini a nostro padre. Lo tenevamo d‘occhio e molto spesso lo ostacolavamo. Continuò comunque con le sue sperimentazioni e le sue ricerche. Io decisi di farla finita una volta per tutte. Lo volevo morto e niente e nessuno mi avrebbe fermato. Nessuno a parte loro." indicò gli altri quattro.
 "Dopo pochi anni si unirono alla nostra famiglia Margot, poi Daniel, successivamente Josh e infine Marianne. Ha tecnicamente quattro anni."
La ragazzina gli fece una linguaccia. Poi riprese il discorso.
"Prima di loro ci sono stati altri fratelli e sorelle, ma io e Sarah non ne tenevamo conto. Pensavamo di fare un favore anche a  loro. Io non volevo avere più niente a che fare con quella cosa che avevo chiamato padre fino a qualche secolo prima. Ero deciso a farlo fuori ma mia sorella mi convinse di non farlo. Mi convinse anche a salvare più fratelli possibile. Così circa quattro anni fa riuscì a scovare la sua tana e riuscì a convincere questi quattro a seguirmi. Anche loro non volevano essere mostri e, a parte Mary che era troppa piccola, avevano capito di poter vivere con il cibo umano. Purtroppo loro non ricordano nulla delle loro madri, perché un nostro fratello ha disintegrato i loro ricordi.Si unirono volentieri alla nostra famiglia e alla nostra dieta. Da quando li abbiamo presi con noi, non abbiamo più visto nostro padre."
"Che storia! Era un po’ triste però."-disse Renesmee- "Mi dispiace per quello che avete passato."
 Alexander le sorrise. La ringraziò.
"So che sembra una cosa stupida da chiedere ora ma, cosa si caccia di buono da queste parti?"
Tutti lo guardarono sorpresi per la sua rinnovata ilarità. Sarah gli si avvicinò e gli tirò uno scappellotto. Non le si poteva dare torto.
  
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